Dal 30 giugno, gli esercenti saranno obbligati ad accettare pagamenti con bancomat e carte, pena una sanzione pecuniaria. È un passo avanti, ma gli incentivi per ridurre davvero l’evasione potrebbero non essere abbastanza.
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Il cashback di stato avvantaggerà soprattutto le famiglie a reddito medio-alto, residenti al Nord e nelle grandi città. Cioè quelle che già utilizzano carte e bancomat. Plafond più alto e procedure affidate ai gestori avrebbero dato risultati migliori.
Le proposte per favorire il ricorso ai pagamenti elettronici prevedono anche un piccolo sussidio per i consumatori che utilizzano bancomat e carte di credito. Ma può essere un incentivo controproducente, perché ignora la spinta etico-morale anti-evasione.
La relazione illustrativa della legge di stabilità giustifica l’innalzamento del tetto sull’uso del contante in base al valore delle banconote in circolazione e al numero di cittadini che non hanno accesso a conti correnti o carte di credito. Ma in entrambi i casi si tratta di dati non corretti.
Se in Italia si utilizzassero di più bancomat e carte di credito, il sistema economico ne trarrebbe importanti benefici: dalla riduzione dell’economia sommersa a migliori prospettive sulle finanze pubbliche e sul quadro macroeconomico generale. Quello che dovrebbero fare la politica e le banche.