Il sistema bancario ha usato tre quarti delle garanzie pubbliche per ridurre i propri rischi e solo un quarto per aumentare la liquidità delle imprese. Ma la misura è stata utile perché è meglio se lo stato aiuta banche e imprese quando sono ancora vive.
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La commissione Colao ha prodotto una dettagliata serie di raccomandazioni che disegnano una possibile Italia del futuro. Alla politica il compito di selezionare le indicazioni facendo prevalere il buonsenso sulle divisioni ideologiche.
L’articolo 26 del “decreto Rilancio” prevede interventi fiscali e finanziari per agevolare la ricapitalizzazione delle imprese di minori dimensioni. Rischia però di imporre tempi troppo stretti per rispettare i vincoli comunitari sugli aiuti di Stato.
Il contagio da coronavirus è stato equiparato all’infortunio sul lavoro. Ma sarebbe stato meglio esplicitare che ciò vale solo ai fini del trattamento assicurativo, senza alcuna presunzione di responsabilità, civile o penale, del datore di lavoro.
“Profitti privati e perdite pubbliche” come si diceva ai tempi della Fiat? Il prestito garantito richiesto da Fca, in realtà, non sembra necessariamente rientrare in quella logica, purché da questa operazione benefici l’intera filiera produttiva.
Il decreto promosso dal governo garantisce risorse più che sufficienti per le esigenze del sistema delle imprese. Ma è necessario che il bazooka inizi subito a “sparare” liquidità. L’istruttoria approfondita andrebbe riservata solo alle imprese più rischiose.