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Se finanzia servizi ai cittadini il fisco pesa meno

In Italia la quota di spesa pubblica sul Pil non è di molto superiore alla media dell’Eurozona e dei paesi “frugali”. Ma il finanziamento del debito comprime inevitabilmente le risorse disponibili per i servizi ai cittadini, gli investimenti e la ricerca.

La recessione sta finendo, la crisi no

I dati di maggio indicano che la recessione da Covid-19 si sta attenuando, anche se in misura variabile tra paesi. Di certo però i segni della crisi sul mercato del lavoro e nei bilanci aziendali si vedranno a lungo. Sia nell’Eurozona sia negli Stati Uniti e in Cina.

Mes sì o Mes no?*

Conviene o no all’Italia richiedere i prestiti fino a 36 miliardi al Meccanismo europeo di stabilità? La Troika non c’è. Si risparmia qualcosa in interessi e si rende più facile l’avvio delle Omt. Ma sono soldi vincolati ai costi diretti e indiretti della pandemia. Il vero punto è come spenderli bene.

L’Europa in recessione ma la Germania meno degli altri

I dati del primo trimestre per il Pil dell’Europa indicano l’inizio di una recessione senza precedenti. Con una complicazione: il calo in Germania è probabilmente inferiore a quello osservato nel resto dell’Europa.

La Bce dà i voti agli istituti di credito

Pubblicati i risultati del processo di valutazione prudenziale del sistema bancario europeo condotto dalla Bce. La maggiore trasparenza è garanzia di più forte disciplina per l’attività di supervisione. Tra i problemi segnalati, la bassa redditività.

Bilancio dell’Eurozona, un’opportunità da cogliere

La proposta franco-tedesca di bilancio per l’Eurozona ha molti limiti. È tuttavia un piccolo passo avanti, che per l’Italia sarebbe suicida lasciarsi sfuggire. Ma prima è necessario evitare la procedura di infrazione e rientrare nelle regole fiscali.

Il Punto

Il 3 dicembre a Katowice (Polonia) comincia la Conferenza Onu sul clima (Cop 24). La crescente concentrazione di CO2 nell’atmosfera causata dall’uomo richiede interventi in contrasto con gli orientamenti di Trump che sta smantellando le politiche sui cambiamenti climatici. Da noi di questi temi neanche si parla.
Il progetto di bilancio comune per l’Eurozona di Macron e Merkel è un compromesso che non rappresenta ancora un bilancio dell’Unione. Sarebbe un passo avanti per indirizzare risorse per obiettivi comuni dei paesi dell’area euro. Ma per accedervi ci sarà da rispettare le regole fiscali che l’Italia si accinge a violare.
Se i conti della sanità di una regione vanno in rosso, serve un piano di rientro gestito da un commissario. Che non può essere lo stesso presidente della regione, spesso corresponsabile del dissesto. Ora un emendamento M5s al decreto fiscale vuole eliminare l’incompatibilità tra le due cariche. Un film già visto.
I dati degli ultimi 50 anni indicano che c’è una stretta relazione tra le riforme del sistema pensionistico e l’evoluzione del rapporto debito/Pil italiano. In particolare, politiche troppo generose coi pensionati – come quelle oggi in cantiere – si traducono in maggior debito per le generazioni future. Di sicuro, più alti tassi sui titoli pubblici fanno salire il costo dei prestiti per le imprese e per i nuovi mutui per la casa. Lo dicono i numeri, non è un’invenzione dell’ex-ministro Padoan, come invece vorrebbe la sottosegretaria Castelli.
Mentre in Italia l’entrata di immigrati è molto calata dal 2011 con la chiusura dei flussi, la Germania ha mantenuto un alto numero di ingressi. Ma loro hanno gestito il fenomeno, noi l’abbiamo subìto. E così i tedeschi firmeranno il Global migration compact dell’Onu; noi no, insieme agli Usa di Trump.

Non son solo numerini

Il governo si dice disponibile a limare il deficit 2019, aspettando le elezioni Ue e senza recepire la sostanza delle obiezioni alla legge di bilancio. Intanto potremmo essere esclusi dall’accesso ai fondi del nuovo bilancio dell’Eurozona.

I rischi dell’Eurozona

Il Punto

Il falò di 250 miliardi di titoli del debito pubblico italiano detenuti dalla Bce, ipotizzato ma poi sparito dal “contratto” Lega-M5s ancora in divenire, sarebbe una pessima idea. Una banca centrale con il capitale netto azzerato perderebbe la sua indipendenza e sarebbe molto più esposta alle pressioni della politica. Anche il governatore della Bce Mario Draghi ha riconosciuto che i progetti velleitari di questi mesi nascono dalla persistente fragilità istituzionale della zona euro. Per la stabilità servono una rete di sicurezza pubblica europea per le crisi bancarie e l’assicurazione dei depositi e un meccanismo fiscale che spezzi gli effetti a catena dei mercati e delle austerità nazionali.
Nel loro programma, pentastellati e leghisti inseriscono un “patto fiscale” che non sarebbe un condono. Ma dal fact-checking de lavoce.info viene fuori che di condono si tratta.
il Rapporto Istat sulla situazione del paese mostra che alle reti sociali – soprattutto familiari – è delegata una gran parte del welfare e della ricerca di lavoro. Risultato: più disuguaglianze sociali, freno alla crescita e minore efficienza nella gestione delle risorse. Uno studio recente trova che, anche da noi come nel resto d’Europa, la maggior parte delle coppie omosessuali ora garantite dalle unioni civili sono tra uomini. C’è insomma un gender gap tra gay e lesbiche, forse perché gli omo o bi-sex dichiarati sono più spesso uomini. Ma dipende anche dalle norme sull’adozione di bimbi da parte di queste coppie.
L’Italia è tra gli ultimi membri della Ue nell’utilizzo dei 75 miliardi di fondi strutturali che le spettano. Spesso per la scarsa capacità delle amministrazioni locali di svolgere il ruolo di stazioni appaltanti. C’è da ripensare la politica di coesione, anche in vista del negoziato sul bilancio dell’Unione.
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