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Legge elettorale: buona come una pizza a Berlino

I partiti maggiori sembrano aver trovato l’accordo sulla nuova legge elettorale. Dovrebbe ricalcare il sistema tedesco, ma se ne discosta su punti fondamentali. Tanto che candidati vincitori nei collegi uninominali potrebbero essere esclusi dal parlamento.

Mattarellum, la legge più semplice

Governabilità, regole e scelta dei candidati

Ringraziamo tutti per gli interessanti commenti al nostro articolo “Alla ricerca della legge elettorale perduta”. Vorremmo innanzitutto ribadire che il messaggio principale del nostro articolo è che il Mattarellum, al momento, ci sembra la legge elettorale più facilmente attuabile (e approvabile) delle alternative possibili. Si tratta di una legge già utilizzata, il testo è già pronto ed è un meccanismo relativamente semplice da capire.

A nostro avviso, in mancanza di una proposta maggioritaria di nuova legge elettorale, varrebbe la pena di tentare anche questa strada. Tanto è vero che in commissione Affari costituzionali sono già state depositate alcune proposte per cancellare le ultime due leggi elettorali, ripristinando così proprio il Mattarellum. Naturalmente, la commissione si occuperà anche delle nuove proposte di cui tanto si parla in questi ultimi giorni e che approfondiremo in un contributo successivo.

Per adesso, i punti principali sollevati dai commenti ci sembrano tre.

  1. Governabilità: a differenza di altre realtà, in Italia governabilità e stabilità scontano un problema aggiuntivo dato dal bicameralismo perfetto, che richiede che il governo ottenga un voto di fiducia da entrambe le Camere. È quindi auspicabile, anche se naturalmente non lo si può pretendere a priori, che Camera e Senato esprimano maggioranza simili e riteniamo che una legge elettorale debba limitare le differenze di risultato nelle due assemblee legislative.
  2. La competenza sulle regole: è abbastanza evidente che a decidere delle regole elettorali, in quanto organo legislativo, debba essere il parlamento. Di conseguenza, è ovvio che i partiti possano influenzare la scelta. Una possibile alternativa potrebbe essere quella di inserire le regole elettorali direttamente in Costituzione. Sarebbero ancora modificabili, ma attraverso un meccanismo meno semplice di quello legislativo ordinario. In effetti, la Costituente ha scelto di non inserire la legge elettorale nella Costituzione proprio per renderla uno strumento più flessibile, anche se appare molto chiara l’impostazione “proporzionalista” della nostra Carta. Tanto è vero che le riforme elettorali di spirito maggioritario portano sempre a porre la questione della compatibilità con alcune regole costituzionali (ad esempio tutte quelle che concernono nomine).
  3. Democrazia, rappresentatività e governabilità: alcune leggi elettorali, come quelle che ricorrono ai collegi uninominali o alle preferenze, facilitano la scelta del candidato da parte degli elettori. Tuttavia, qualunque sistema democratico in cui operano i partiti deve scontare che la selezione della classe politica (i candidati se non addirittura, come la recente esperienza italiana ci insegna, anche gli eletti) sia fatta dai partiti stessi. Da questo punto di vista, più che una specifica legge elettorale, ad aumentare il potere dei cittadini nella selezione della classe dirigente potrebbe essere il ricorso alle elezioni primarie per la scelta dei candidati.

Alla ricerca della legge elettorale perduta

Una nuova legge elettorale è necessaria. Prima di tutto per evitare l’ingovernabilità. Le forze politiche sono profondamente divise, ma la soluzione di compromesso potrebbe essere un ritorno al passato. Quali sarebbero i vantaggi di un Mattarellum rivisto.

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