Ai mercati è bastato che i no-euro fossero messi alla porta perché calasse la percezione di rischiosità del debito pubblico italiano. Il nuovo governo deve non sprecare questo regalo, resistendo alla tentazione di fare più deficit e impostando una manovra di qualità, contenendo la spesa pubblica corrente.
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Se i vantaggi di un ritorno alla lira si riducono alla possibilità di svalutare, si possono contrapporre i benefici prodotti da tassi di cambio fissi. Ma sono certi i costi di breve-medio periodo che l’economia italiana pagherebbe con l’uscita dall’euro.
Nel 2014 i sentimenti anti-euro si sono rafforzati in molti paesi. E il nuovo libro di Alberto Bagnai aggiunge nuovi argomenti a favore di un’uscita dell’Italia dalla moneta unica, in modo da riacquistare la sua sovranità monetaria e fiscale. Ma quale sarebbe la geografia dell’Europa post-euro?