La campagna elettorale già ci regala promesse più o meno realistiche visto lo stato dei conti pubblici, ma sarebbe meglio discutere delle clausole di salvaguardia che dovrebbero scattare nel 2019. Si potrebbero così trovare le soluzioni più adeguate.
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La nuova legge elettorale ha imposto un ridisegno dei collegi. Che risponde in primo luogo ai cambiamenti demografici. Ma c’è anche un tentativo di influenzare il risultato del voto? Ecco cosa emerge dalla rinnovata geografia dei nostri rappresentanti.
Archiviati i due referendum inutili in Lombardia e Veneto, parte ora la trattativa. Ma può trasformarsi in farsa se la richiesta è di mantenere sul territorio gran parte delle imposte destinate allo stato, illudendo i cittadini su un esito impossibile.
Il sistema elettorale previsto nel Rosatellum non avvicina eletti ed elettori né valorizza i candidati locali. Anche le candidature plurime non sono una buona notizia. In più sembra davvero molto difficile che possa assicurare la governabilità.
Il 22 ottobre si tengono in Lombardia e Veneto due referendum per “ottenere maggiore autonomia”. Circolano molte inesattezze sui cosiddetti residui fiscali e sulle materie su cui si chiede la competenza. Forse un negoziato avrebbe prodotto più risultati.
I risultati delle elezioni in Germania, con l’arretramento dei due principali partiti, rendono complessa la formazione di una maggioranza. L’unica certezza è che Merkel sarà di nuovo cancelliera. Ma i nodi da sciogliere sono molti e le sorprese possibili.
Il governo sembra discutere sulla possibilità di “regalare” agli studenti universitari qualche anno di contributi previdenziali. Una risposta iniqua e inefficiente alle difficoltà dei giovani nel mondo del lavoro.
Il diritto del paziente all’integrale risarcimento del danno patito ha prodotto una moltiplicazione delle pretese risarcitorie. E un aumento dei premi di assicurazione dei medici. Ma anche le norme varate per riequilibrare la situazione sollevano dubbi.
Si dice spesso che la nuova legge elettorale nazionale deve essere proporzionale perché così ha detto la Consulta con la sentenza sull’Italicum. Ma non è vero. La Corte non ha bocciato il ballottaggio. Anzi l’ha esplicitamente ammesso nel caso dei sindaci.
I partiti maggiori sembrano aver trovato l’accordo sulla nuova legge elettorale. Dovrebbe ricalcare il sistema tedesco, ma se ne discosta su punti fondamentali. Tanto che candidati vincitori nei collegi uninominali potrebbero essere esclusi dal parlamento.