La Turchia è un paese in crescita e con ambizioni di egemonia, anche nell’anno della pandemia. Ma l’avversione del suo presidente a tassi di interesse alti la espone al rischio di una pericolosa spirale di svalutazione, inflazione e fuga dei capitali.
Tag: svalutazione
L’economia turca è cresciuta del 7 per cento lo scorso anno. Eppure, il paese si trova ad affrontare una grave crisi. Le cui ragioni profonde risiedono nella perdita di fiducia dei mercati nei confronti di Erdoğan e del suo populismo nazionalistico.
L’ultimo libro di Bini Smaghi contiene molte verità su Europa ed euro. E qualche discutibile tesi. La principale riguarda gli obiettivi assegnati alla politica monetaria, volti soltanto a mantenere un obiettivo d’inflazione senza considerare la situazione economica più generale.
La tesi di chi sostiene un’uscita dell’Italia dall’euro è che in questo modo le aziende italiane potrebbero esportare di più grazie a una svalutazione della nuova lira. Ma è un’analisi che guarda al mondo di oggi con strumenti analitici del secolo scorso.
Nei 23 casi di svalutazione dal 2000 in poi l’inflazione ha ridotto entro due anni i guadagni di competitività indotti dal deprezzamento della valuta. La relazione tra svalutazione e inflazione non è fissa, ma dipende dalla capacità di un paese di tenere l’inflazione sotto controllo.
La svalutazione sarebbe lo strumento più semplice per riequilibrare il cambio reale e riacquistare competitività, se non si considerano tutti gli altri problemi di un’eventuale uscita dall’euro. Ma si avrebbero benefici duraturi per la crescita?
La Bce non ha abbassato i tassi, ma aperto la strada a un nuovo quantitative easing. Un altro fattore ha contribuito alla stretta creditizia: i requisiti di patrimonializzazione delle banche in vista dell’Unione bancaria. L’indebolimento del cambio dell’euro.
La bassa crescita dell’Italia è rinconducibile all’euro? Se guardiamo i dati, la risposta è no. Le difficoltà della nostra economia sono dovute ad altre e ben note ragioni. Ed è di questi temi che dovremmo discutere. L’euro non deve essere un tabù, ma neppure un comodo capro espiatorio.
Le politiche monetarie estremamente espansive hanno provocato una guerra delle valute? Forse solo una crisi di nervi dovuta alla difficoltà di far uscire molte economie da una recessione che pare interminabile e all’assenza di una reale cooperazione internazionale capace di coordinare gli sforzi.