Lavoce.info

Amministrazioni protagoniste della revisione della spesa *

Il commissario Carlo Cottarelli risponde all’articolo sulla spending review . Si ribadisce che la revisione della spesa sarà attuata dalle stesse pubbliche amministrazioni. Come già fatto in altri paesi, con risultati positivi.
UN METODO CHE DARÀ RISULTATI
Nei giorni scorsi, Claudio Virno ha pubblicato su lavoce.info una interessante nota sull’attività di revisione della spesa (consentitemi di usare questa espressione piuttosto dell’equivalente inglese) che sta partendo in questi giorni. Claudio Virno ha sostenuto che un gruppo di dieci persone non ha le risorse per condurre un’attività di revisione della spesa che copra l’intera pubblica amministrazione. Concordo perfettamente. Ma, come indicato nel programma di lavoro inviato al Comitato interministeriale competente e alle Camere, il gruppo di base della revisione della spesa ha principalmente un ruolo di coordinamento. La Rs sarà attuata dalle stesse pubbliche amministrazioni. È questo il modo in cui viene realizzata all’estero – si veda per esempio l’importante esperienza canadese della metà degli anni Novanta – e per due motivi ben chiari. (1) Primo, le amministrazioni conoscono meglio di chiunque altro i punti di forza e di debolezza dei processi produttivi, sono loro che detengono le informazioni necessarie per analizzare i problemi e proporre interventi correttivi. Secondo, occorre responsabilizzare e motivare le pubbliche amministrazioni.
Si dirà che in questo modo sarà difficile ottenere risultati perché le amministrazioni non coopereranno e che l’unico sistema di fare Rs è di prendere decisioni a livello centrale. Mi verrebbe da obiettare che l’approccio centralistico non mi sembra aver funzionato particolarmente bene nelle precedenti esperienze. Alla fine si è dovuto ricorrere ai tagli lineari. Per cui tentare una strada nuova, che è quella seguita all’estero, può portare a risultati migliori. Detto questo:

  • Concordo che una componente top down nel piano della Rs sia necessaria. Ma è già presente nella Rs appena avviata, avendo il Governo fissato l’obiettivo complessivo dei risparmi di spesa, anche se per il momento solo nel medio periodo. Una volta terminata la fase di lavoro tecnico, tetti di spesa specifici potranno essere fissati per singoli centri di spesa (come riporta il punto 2.b della sezione “scadenze” del programma di lavoro).
  • Anche se i gruppi di lavoro sono guidati dai centri di spesa, essi sono a composizione “mista”. Al loro interno sono infatti presenti rappresentanti delle amministrazioni, della Ragioneria generale dello Stato ed esperti esterni provenienti dal mondo accademico. Questa composizione consentirà un dibattito interno e stimolerà le amministrazioni a produrre proposte concrete.
  • L’aver chiarito a livello politico che la maggior parte dei risparmi di spesa sarà utilizzata per ridurre la tassazione sul lavoro (si veda il Documento di indirizzo per l’attività di revisione della spesa pubblicato sul sito del governo) rappresenta una motivazione forte e farà sì che coloro i quali non si impegneranno a presentare proposte saranno considerati dalla pubblica opinione come responsabili della mancata riduzione del carico fiscale sul lavoro.
  • In ogni caso, il commissario manterrà una sua autonomia di giudizio rispetto alle proposte dei gruppi di lavoro.
Leggi anche:  Nuovi armi dell'Ue contro il denaro sporco

In altri termini, si è deciso di seguire un approccio bilanciato che stimolerà il dibattito senza deresponsabilizzare le pubbliche amministrazioni, anzi rendendole direttamente partecipi del processo.
Colgo l’occasione per ringraziare tutti coloro che faranno pervenire suggerimenti sulla revisione della spesa. Li valuterò attentamente insieme ai miei collaboratori.
* Carlo Cottarelli è commissario straordinario per la revisione della spesa.
(1) L’esperienza canadese è descritta per esempio in “The government of Canada’s Experience: Eliminating the Deficit, 1994-1999”, Center for International Governance Innovation, 2009.
Una replica al commissario Cottarelli, Claudio Virno, 29.11.2013

Lavoce è di tutti: sostienila!

Lavoce.info non ospita pubblicità e, a differenza di molti altri siti di informazione, l’accesso ai nostri articoli è completamente gratuito. L’impegno dei redattori è volontario, ma le donazioni sono fondamentali per sostenere i costi del nostro sito. Il tuo contributo rafforzerebbe la nostra indipendenza e ci aiuterebbe a migliorare la nostra offerta di informazione libera, professionale e gratuita. Grazie del tuo aiuto!

Leggi anche:  Una spending review riservata ai comuni

Precedente

Il Punto

Successivo

La beata ignoranza sugli incentivi alle rinnovabili

17 commenti

  1. Roberto

    Lasciare la responsabilità alle pubbliche amministrazione di tagliare la spesa è un grande rischio in Italia perché difficilmente chi conosce i propri sprechi è disposto a rinunciare ad una fetta di denaro pubblico.
    Sicuramente le pubbliche amministrazioni conoscono più di tutti i loro problemi e sanno dove mettere le mani, il punto però è voler fare effettivamente una revisione della spesa.
    Che questo metodo sia utilizzato all’estero ed abbia funzionato non è una garanzia di successo vista l’enorme differenza culturale ed etica che esiste tra l’Italia e gli altri Paesi.
    Altro aspetto importante sarà la composizione dei gruppi di lavoro, quante persone realmente indipendenti ci saranno e che peso avranno all’interno dei gruppi?
    Se in Italia sono anni che si parla di tagli ma nessuno in realtà li ha mai fatti significa che non basta solamente la competenza ma serve anche una certa aggressività di manovra.
    Cambiare la mentalità di certi amministratori è impossibile (a meno di non sostituirli) per questo non basta dargli più responsabilità, che in realtà dovrebbero avere da anni, ma ci deve essere qualcuno che li obblighi a fare certe azioni altrimenti tra mancati sprechi e rinvii rischiamo tra qualche anno di ritrovarci ancora al punto di partenza.
    Le auguro per lei, Dott. Cottarelli, e per noi cittadini un buon lavoro.

    • Carlo Simeone

      Per me che ho lavorato lunghi anni in una delle più grandi aziende di Stato, che ho assistito alla privatizzazione dell’Ilva e che sono stato anche commissario di un Ente pubblico di ricerca, il tema vero è quello di entrare nel merito e valutare caso per caso.
      Nessuno può avere idea dello spreco e della totale inutilità di certi Enti o Società pubbliche che, poi, alla fine, si scopre che esistono solo per amministrare se stesse. Hanno programmi interamente fasulli o inesistenti e spendono soldi in attività che servono ad altre finalità che non offrono nessun beneficio al nostro Paese.
      Quali sono le realtà pubbliche che si definiscono statali e che si possono definire diverse da quelle private e perché?
      Quale contributo offrono questi soggetti al PIL del Paese o al suo sistema economico, sociale o culturale? In termini di occupazione, di trasferimento tecnologico, di business, ecc.
      L’attività di vigilanza in capo ai ministeri come si svolge, chi la svolge, ci sono relazioni reali e verificate? Pensate che in certi Ministeri l’attività di vigilanza……
      Da subito (realmente in pochi giorni) se ne potrebbero abolire decine e decine con un risparmio netto di 5-6 miliardi di euro. E, ciò, mantenendo anche gli stipendi, ma non lo si fa per non offendere i protettorati clientelari di qualche politico e di qualche burocrate.
      Si dovrebbe aggiungere ancora altro, perché l’argomento richiede dati, fatti e documentazione concreta, per offrire alla discussione elementi di ricaduta seri e circostanziati.

  2. rob

    Egregio Cottarelli,
    non crede che prima di introdurre qualsiasi meccanismo più o meno valido, sia da rivedere l’assetto istituzionale di questo Paese? Io credo che per nuove tecnologie (internet etc), per conformazione politico-geografica e se vogliamo anche per memoria storica, a questo Paese bastino due livelli di potere: Stato centrale e amministrazioni periferiche (chiamiamole come vogliamo Regioni-Provincie etc). Un sistema di revisione e di controllo della spesa, anche se ottimamente coordinato, implementato su una babele di livelli decisionali affonda nella confusione e nei ricorsi.

  3. Giuseppe

    Dott. Cottarelli, come possiamo parlare di Rs in questo Paese quando siamo pervasi da lobby, corruzione, cattiva P.A., evasione fiscale, parassitismo, delinquenza organizzata ecc. Credo che una efficace Rs, affinchè possa produrre gli effetti sperati, necessiti da parte di tutti noi un forte cambiamento nella concezione del termine “Stato”. Buon lavoro.

  4. Alberto

    Egr. dott. Cottarelli,
    concordo pienamente sul principio che la revisione della spesa vada fatta ad opera delle pubbliche amministrazioni, ma in che modo e soprattutto, con quali incentivi? Mi spiego. Purtroppo sappiamo che i meccanismi di riconferma degli stanziamenti per l’anno successivo sono basati sulla capacità di impegnare e di spendere nell’anno in corso. Si tratta di un meccanismo aberrante, che invece di favorire il risparmio, premia chi riesce a spendere tutto il suo stanziamento. Oggi e da sempre chi spende meno, si vede decurtare lo stanziamento per l’anno venturo. Bisogna ribaltare questa logica: il singolo dirigente che impegna e spende meno dello stanziamento, deve vedere il suo capitolo di spesa riconfermato in tutto il suo ammontare, in più, una piccola quota (che per lui sarà sensibile) di ciò che non ha speso deve entrare nelle sue tasche. Se non si entra nel dettaglio dei centri di responsabilità, premiando con il salario chi impegna e spende meno di quanto stanziato, non si riuscirà mai ad attuare una vera revisione della spesa. Qualsiasi intervento di ordine macro è destinato a punire chi effettivamente ha bisogno di risorse, invece è con la ricerca analitica e certosina della singola spesa che si ottengono i grandi risparmi, e questa competenza ce l’hanno solo i singoli dirigenti. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensa. Cordialmente.

  5. rob

    Questa mattina sul sito di Repubblica in merito all’inchiesta sui rimborsi spese dei consiglieri regionali del Piemonte, leggo: “mentre Giordano è in missione istituzionale a San Francisco, a 20 ore di volo da lì…”
    Missione istituzionale: linguaggio da far accapponare la pelle. Negli USA fanno fatica a considerare l’Europa immaginate voi il Piemonte. Pensate questa follia moltiplicata per 21 e ancora moltiplicata per numero di assessori vari che ogni Regione ha. Dottor Cottarelli, cosa ne pensa?

    • giancarlo

      E cosa ne deve pensare? Secondo lei? Secondo me ne pensa male. Ma quei costi non li potrà tagliare e dunque pur di raggiungere il budget di 32 miliardi, taglierà i farmaci, i LEA ed aumenterà i ticket a lei, a me e a quelli come noi. Per il resto tutto sarà come prima.
      Egregio Cottarelli, io non mi fido. E’ un nuovo trucco. In questo momento lei costituisce la doppia figura di lasciapassare pro Bruxelles per la finanziaria nonché espediente di Letta-Napolitano per guadagnare alcuni mesi, sperando (non si sa come) che arrivi la ripresina, pur se con tassi formato prefisso Telecom. E poi, mi consenta di dirlo, non mi fido neanche di lei, che proviene da FMI, un ente che ha rovinato innumerevoli paesi nei quali ha avuto modo di applicare le proprie nefaste cure.

  6. Michele

    Egregio Dott Cottarelli,
    fa piacere sapere che revisione della spesa e´ aperta ai suggerimenti dei cittadini. Se si desidera contribuire a quale indirizzo spedire le proposte?

  7. Bruno

    Intanto una proposta piccola piccola.
    Per i seggi alle elezioni in molti comuni la forza pubblica presidia il seggio e la Polizia Municipale raccoglie i dati dei seggi.
    Visto che la Forza Pubblica ha molto tempo libero sarebbe fattibile attribuire ad essa il ruolo di comunicazione dei dati agli uffici.
    In questo modo si taglierebbero diverse ore di straordinari festivi della PM.

  8. Adriano

    Affidare la RS alle singole amministrazioni? Equivale a far loro ammettere che sono stati cattivi gestori in precedenza. Ho il timore che Cottarelli, come i predecessori, finirà per non cambiare nulla.

  9. Enrico

    Gent. Dott. Cottarelli, Le interessano davvero i suggerimenti dei cittadini sulla RS ? Allora Le mando anche i miei. Ritorni sull’ argomento degli Enti inutili. Cominciamo dal CNEL. Non si può abolire? Allora parliamo d’altro. Enrico

  10. Fabio Atzeni

    Buongiorno dott. Cottarelli, concordo sul fatto che le pubbliche amministrazioni debbano procedere a revisionare la loro spesa ma sono anche d’accordo con chi dice che questa operazione sarebbe piu’ proficua se accompagnata da analisti esterni (magari professionisti di altre PA e quindi a titolo gratuito) che possano velocizzare le scelte delle singole PA. Ho infatti l’impressione che la revisione della spesa degli anni precedenti si sia concentrato su tagli lineari, provocando in tal senso alcuni disagi, mentre scarsi risultati sono arrivati dalla scelta consapevole di riduzione della spesa. Per le amministrazioni la revisione è ancora limitata alla misura minima indispensabile.
    Mi concentrerei inoltre sulle fonti di finanziamento delle spese: visto l’inizio del nuovo periodo di programmazione di fondi europei e vista la difficoltà storica nella spendita di risorse comunitarie, farei apposito divieto di spesa di risorse nazionali e regionali, laddove le stesse spese possano essere effettuate con risorse comunitarie.

  11. renato foresto

    Fra i 348 Comuni dell’ Emilia-Romagna ce ne sono 35 che funzionano al costo medio, a parità di servizi, di 460 € per abitante, altri 68 cui ne occorrono 545,altri 99 che ne spendono 641, 74 che ne spendono 749, 29 che ne spendono 834 e gli ultimi 43 cui ne occorrono 1133. Conosce il volenteroso commissario Cottarelli questo grande ventaglio di costi che notiamo pure nelle altre regioni che configura una diversa capacità di contenere la spesa ?

  12. Marcello

    Io vorrei suggerire al Commissario Cottarelli di interpellare la Giornalista Gabanelli (quella di report) perché potrebbe fornire immediatamente un lungo elenco di situazioni indecenti, un cui poter tagliare da domani mattina. Sarebbe una cosa fantastica poter vedere finalmente qualcosa cambiare.

  13. Antonio

    Siamo in servizio a tempo indeterminato con il CCNL Ministeri – personale dipendente. Abbiamo letto questo articolo e la sua disponibilità a ricevere contributi.
    Per quel che riguarda il nostro Dipartimento, non possiamo entrare nel merito delle funzioni svolte e da svolgere. Riteniamo si tratti di una questione di strategia di lungo termine, e noi non conosciamo quella attuale.
    Sottoponiamo due principi minimi, che a nostro parere è necessario seguire.
    1. Un medesimo rapporto numerico tra dirigenti e non dirigenti, in centro e in periferia.
    Suggeriamo di individuare un numero minimo di dipendenti da incardinare entro ciascun ufficio di seconda fascia, che possa bilanciare l’onere del coordinamento delle risorse con l’efficacia dell’integrazione delle attività. Non siamo a conoscenza di eventuali
    specifiche ragioni organizzative, tali da giustificare l’utilizzo di livelli distinti tra uffici centrali e periferici – o addirittura, per uffici specifici. Perciò suggeriamo di applicare tale livello minimo unico in ciascuna unità organizzativa.
    2. Censimento ed internalizzazione delle attività specialistiche ripetitive.
    Suggeriamo di procedere ad una puntuale verifica delle attività specialistiche (di natura economica, giuridica, informatica, statistica) che, per la loro ripetitività, sarebbero da svolgere con personale dipendente. Non siamo a conoscenza se degli uffici dispongono di una situazione aggiornata delle competenze già presenti tra il personale, né di
    quali esse siano. Di conseguenza suggeriamo di effettuare tale valutazione se
    necessaria, prima di attivare gli interventi per fare fronte all’ulteriore carico di lavoro: riqualificazione del personale già presente e, successivamente, eventuale inserimento di nuovo personale.
    Questi suggerimenti non sono stati sottoposti alla RSU del Dipartimento né al voto dei lavoratori. Pertanto, esprimono esclusivamente le nostre opinioni.
    Antonio Pandolfi, Laura Buccheri, Maria Laura Ceccarelli, Mario Carlo Digiorgio

  14. donilo

    Relativamente ai costi standard della pubblica amministrazione, il confronto deve essere fatto anche con i costi che sostengono le aziende private, in quanto le aziende pubbliche di solito pagano dal 30 % in più e fino a 1000 volte il costo che sosterrebbe un privato. Mi risulta addirittura che l’export di un file di stipendi per l’import in contabilità sia stato pagato €70.000 per qualcosa che al massimo può valutarsi in 3 o 4 mila euro.

  15. Giovanni

    Innanzi tutto occorre tagliare i costi della politica: ridurre il numero dei parlamentari, tagliare i loro stipendi, abolire tutti i vitalizi ai consiglieri regionali, anche pregressi, ripristinare le “case chiuse” così le mafie pagheranno le tasse e si eliminerà lo spettacolo indegno nelle strade! Sovrano è il popolo italiano, non i Cottarelli di turno!

Lascia un commento

Non vengono pubblicati i commenti che contengono volgarità, termini offensivi, espressioni diffamatorie, espressioni razziste, sessiste, omofobiche o violente. Non vengono pubblicati gli indirizzi web inseriti a scopo promozionale. Invitiamo inoltre i lettori a firmare i propri commenti con nome e cognome.

Powered by WordPress & Theme by Anders Norén