Molti commentatori hanno in questi giorni sostenuto la necessità di separare nettamente il management delle banche dalla politica. Siamo d’accordo. Come mostrano gli studi di Paola Sapienza, non è chiaro quali siano gli obiettivi di banche in cui continua a esserci una forte influenza della politica. Il loro comportamento è influenzato da interessi locali e cicli politici più che dal desiderio di garantire redditività ed efficienza.
Il vero problema è: come?
A nostro giudizio c’è un modo molto semplice per spezzare la catena di controllo che lega le banche alla politica: completare il processo di privatizzazione facendo uscire le fondazioni bancarie dal capitale delle banche conferitarie. Sono infatti le fondazioni il canale principale attraverso cui la politica mette le mani sulle banche. I politici entrano negli organi sociali delle fondazioni, si “puliscono” per un mandato, e da lì passano ai consigli di amministrazione delle banche. La procedura è talmente collaudata che il codice di autodisciplina recentemente approvato dall’Acri, l’associazione che riunisce la fondazioni, si è stranamente dimenticato di proibire che le fondazioni possano nominare membri dei propri consigli d’amministrazione ai vertici delle banche cui partecipano.
Nelle prossime settimane documenteremo quanto sia importante questo canale partendo dal mettere in luce quanti siano i politici di lunga carriera ai vertici della fondazioni. Vero che una certa quota di rappresentanti ai vertici delle fondazioni è di nomina di enti pubblici locali. Ma nessuno vincola un Consiglio Comunale o Provinciale dal nominare persone competenti ai vertici delle fondazioni, con capacità manageriali e conoscenze specifiche nel terreno di intervento sociale prescelto dalla fondazione in questione. Cominciamo qui sotto dalla Fondazione Monte Paschi di Siena, il cui vertice è composto per due terzi da politici di professione che, si noti, appartengono all’intero arco politico. Nei prossimi giorni i dati su altre fondazioni.
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Fonte: Ministero dell’Interno e Organi amministrativi delle Fondazioni. Elaborazione e ricerca dati a cura di Filippo Teoldi e Andrea Passalacqua
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Fabio Branda
Complimenti, dalla composizione del Consiglio di Amministrazione MPS si evince molto dei perche` dell’attuale situazione. Aggiungerei, possibilmente, anche la composizione del Collegio dei Sindaci, cosi` da capire la totale assenza di controlli e verifiche interne ad MPS. Eventualmente utile, ulteriori informazioni relative agli schieramenti politici in CONSOB, altra grande assente.
Grazie, ottimo lavoro
bob
da sempre in questo Paese i mediocri o coloro che per via traverse avevano una laurea vista la mal parata si “buttavano in politica”. Un Paese può anche sopportare questa zavorra è fisiologica. Ma quando la zavorra diventa pesante affossa tutti anche la parte buona della società. Negli ultimi 40 anni questo fenomeno avrebbe dovuto essere circoscritto invece la mediocre politica ha preso il sopravvento sul resto. A cosa sono serviti i 8-7 livelli di potere ( Stato, Regioni, provincie etc) se non ad alimentare questo mostro? La cosa tragica del MPS non è tanto ( o solo) la distruzione di un capitale finanziario, ma a mio avviso, la distruzione di una cultura d’ impresa. Il MPS era insieme alla B. Commerciale la vera cultura bancaria, la vera cultura della banca verso la piccola e media impresa. MPS anche nei momenti più drammatici non metteva mai ( per cultura) l’imprenditore con le spalle al muro, ma trovava la soluzione. Chi nella vita ha raggiunto posizioni decisionali senza passare per il merito e il sacrificio, non ha morale, ma distrugge perchè lui non ha mai creato e non sa cosa vuol dire. Questa è la vera tragedia! La distruzione di una cultura, non solo bancaria-imprenditoriale, ma anche di rapporti civili
max
Bankers and politicians; they deserve each other. If only we could do without either.
rassegnaziones
Complimenti perché si demistifica questa concezione di banca “rossa” sfogliando ci sono solo 3 provenienze dirette e radicate alla matrice PCI/PDS
adriano francescon
Grazie notizia da utilizzare nelle discussioni, mi piacerebbe sapere anche di cariverona e unicredit
Enrico Benigni
L’indagine è interessante, tuttavia mi pare semplicistico ridurre l’influenza della politica sulle banche alla presenza di consiglieri con esperienze di partito nelle fondazioni. Anche la nomina dei manager, soprattutto nelle grandi banche italiane, è influenzata da logiche politiche (e non sempre sono evidenti dal CV).
sara nocella
Grazie. Mi sembra che da questo primo campione emerga anche il dato che l’influenza della politica nelle fondazioni possa ritenersi sopravvalutata, al contrario di quanto da Lei affermato in numerosi interventi sulle fondazioni: a parte la Fondazione MPS (60%) e la FondazioneCariplo, nelle altre mi pare che i politici di professione rappresentino sempre una minoranza, peraltro molti hanno rivestito cariche politiche più di 10 anni fa…
daniele
Oggi purtroppo laPolitica non la si può scrivere con la lettera”P” maiuscola, ormai i politici che dovrebbero essere persone competenti sia per territorio che per i cittadini da cui loro hanno preso i voti,e sono stati eletti, si sono dimostrati schiavi del potere del “Dio Denaro” e del popolino se ne fregano, poi vanno nei talk show a dare i numeri.
I numeri per darli bisogna esserecapaci dileggerli, interpretarli, e di conseguenza ragionare con gli indicatori che essi ci forniscono; es: i dati della disoccupazione giovamile, la perdita del potere d’acquisto dei salari, ecc…..!
Ecco cosa dovrebbero fare i politici, risolvere i problemi invece con le fondazioni bancarie ne hanno creati molti di più di prima solo per il gusto di aricchirsi a spese altrui, è uno schifo, ma il bello è che queste persone ci chiedono il voto.
Meditate gente meditate: hai a disposizione solo 1.500 caratteri
Franco Tegoni
E’ noto che le nomine nelle Fondazioni bancarie sono attribuite per legge alle istituzioni locali, ad università, a Vescovi in quanto titolari di Diocesi cattoliche, ad associazioni di volontariato, a Camere di commercio, ecc.. Il problema è che manca un sistema efficace di controllo da parte della cittadinanza vera “proprietaria”del patrimonio gestito dalla Fondazione. A Parma il caso Fondazione Monteprma/Banca Monte Parma potrebbe essere un caso di studio tipico di disastro generato esclusivamente da interessi ed intrecci privati completamente al di fuori dei partiti. Salvo qualche grido di dolore nulla è stato fatto per colpire i responsabili di un disastro che potrebbe essere nelle stesse proporzioni di MPS. Ci si chiede: come mai?
Guido
Da quanto sentito a Servizio Pubblico sembra che neppure la Banca d’Italia sia esente da pecche (omissioni?) a proposito di MPS: politica di lassez-faire? Nel 2010 il Governo era liberista: quindi sembrerebbe che destra e sinistra e centro (Santander-IOR), al di là delle denominazioni di origine, da sponde opposte ma con lo stesso obiettivo, diciamo di “basso profilo”, bazzicassero tranquillamente nel pozzo di San Patrizio di azionisti e risparmiatori MPS. Banca Centrale benedicente. Questa è politica, politica con la p.
ermanno tarozzi
Cosa significa “politici”. Perché chi ha scritto questo articolo non è un politico? Certo che lo è, fa la sua politica e lancia il motto “non disturbare il manovratore
Ermanno Tarozzi
Rino Impronta
Le note vicende giudiziarie dell’ex premier Berlusconi, mettono ancora una volta in primo piano la necessità di riordinare la materia riguardante l’incompatibilità tra l’attività parlamentare e la libera professione. In particolare chi sceglie di servire i cittadini, candidandosi in Parlamento, deve abbandonare la propria attività. E’ necessario regolamentare la materia con leggi specifiche che prevedano tra l’altro che un libero professionista (avvocato, consulente, ecc.) al momento della nomina in Parlamento, smetta di svolgere la libera professione. Rino Impronta.
Fabio Ceseri
Interessante anche sapere quali siano i meccanismi di nomina. Se fosse previsto nella normativa nominare degli amministratori locali nelle Fondazioni?
Antonio Miglio
Da professori universitari ci si aspetterebbe più professionalità.
Non sono mai stato titolare delle cariche politiche in quel di Alessandria che mi vengono attribuite. Quindi la invito a rettificare.
In effetti sono anch’io un ex politico. Negli anni 1990 e 91 sono stato consigliere comunale di Gaiola, comune di qualche centinaio di abitanti in valle Stura (CN) di cui è originaria la mia famiglia. Per questo ho contratto l’Aids politico e quindi per tutta la vita ho perso la possibilità di occuparmi di alcunché in quanto ex politico riciclato! Ma è sicuro prof. Boeri che questo sia il messaggio da dare ai suoi studenti? Non impegnarti mai ad amministrare le cosa pubblica perché altrimenti, qualsiasi cosa farai, noi diremo dagli all’untore!
Antonio Miglio n. A Fossano 22.3.1951
Guido
Non mi sembra sia quell’ultimo che Lei dice il messaggio che il prof. Boeri, senza fare di tutta un’erba un fascio, intende proporre all’attenzione del cittadino. Ci sono i pesci piccoli e ci sono i pescecani nel mare magnum della politica e delle banche (e un po’ dappertutto).
Antonio Miglio
Ok. Però non si fa distinzione tra politico e politico, sommando pere e mele. Tipica dimostrazione scientifica che parte dal risultato voluto e ci costruisce sopra il dato!
sandro
la prtecipazione incrociata delle poltrone è un problema che afflige tutte le società quotate in borsda, non solamente le fondazioni bncarie, enon solamente l’Italia.
pure in Germania la solita elìte partecipa i consigli di sorvegliuanza e i consigli di amministrazione di una pletora di società per azioni.
inultile dire davanti a questo ocnflitto di interesse quanto senso abbia parlare di concorrenza, divieto di formazione dei trust e oligopoli in un momento di crisi economica e politica, quando i decisori collezionano incarichi a destra e sinistra, e sono fisicamente sempre gli stessi.
Roberta Cafarotti
E se invertissimo l’ordine di influenza? Il legame tra politica e banche è a doppia direzione. Spesso sono le banche che influenzano la politica. La mole e il peso che esprimono si manifesta nella “costruzione” di politici ad hoc, che come missione unica hanno quella di portare le idee della banca in Parlamento e negli enti locali. a me qualche nome viene in mente al riguardo…
paolo baretta
Aggiungerei tra l’altro alla lista di politici (la cui presenza è certo spesso ingiustificata e ingiustificabile, per forte assenza di competenza) una bella lista di imprenditori, più o meno indebitamente a capo di banche ma con provenienze davvero altre (che ne so, uno Zonin o un Biasi, per rimanere in Triveneto), e una lista di inamovibili (tipo in Popolare di Sondrio); per quanto i guasti veri, quelli della finanza chiamiamola aggressiva, vengono tutti, belli belli, da veri manager….come in MPS,
laurA
La cosa che mi affascina sempre più è che oramai è tutto una fondazione. forse un modo per insabbiare la trasparenza. 🙂
Ospedali, banche….ma non dovrebbero essere i più controllati di tutti? per non parlare di cosa costano tutti questi vertici….politicizzati.
Federico (estero)
Ancora grazie al Prof. Boeri per gli editoriali qui pubblicati. solo un mio rilievo sul cortocircuito tra POLITICA ED ECONOMIA in italia. che ha assunto ormai dimensioni drammatiche. ed è qui che la politica ha FALLITO. Incapace di proporre ai cittadini le migliori soluzioni, le migliori ricette per la crescita, i migliori programmi educativi. unicamente chiusa in un circolo auto-referenziale di intercettazione dei fondi pubblici/elargizione dei medesimi, ricerca di poltrone. Non alludo ad una vicenda specifica, anche se le cronache di questi giorni sono nutrite dalla A alla Z, passando per la M di Maugeri., MPS NON SI FACCIA FINTA DI NON VEDERE CHE E’ L’INTERO RUOLO DELLO STATO E perimetro di intervento della POLITICA CHE VA RIVISTO! sullo sfondo, non vi è solo la surreale vicenda delle fondazioni bancarie, ma un sistema di cui è SEMPRE PIU’ DIFFICILE SPIEGARE l’esistenza, in un perenne cortocircuito politica/economia.