Il problema del contrasto all’evasione fiscale italiana è sempre stato politico, non tecnico. Ma l’evoluzione tecnologica consente già oggi il controllo puntuale del comportamento dei singoli contribuenti. Resta il rammarico per il tempo perso.
Autore: Vincenzo Visco Pagina 1 di 2
Laureato in Giurisprudenza e specializzato in Economia a Berkeley e York, Vincenzo Visco è professore ordinario di Scienza delle Finanze all'Università di Roma "La Sapienza", ha insegnato anche all'Università di Pisa e alla Luiss di Roma. Ministro delle finanze nel governo Ciampi (1993), Ministro delle Finanze nel Governo Prodi (1996) e nei governi D'Alema (1998 e 1999) . E' stato Ministro del Tesoro, del Bilancio e della Programmazione Economica nel Governo Amato (2000); E' stato anche viceministro dell'Economia con delega alle Finanze dal 2006 al 2008 (governo Prodi II). Presidente di Nens.
La vicenda delle agenzie fiscali è un esempio di come il formalismo giuridico possa paralizzare la pubblica amministrazione. Hanno contribuito a cambiare radicalmente il funzionamento del fisco italiano. Ma per molti rimangono una anomalia da superare. Selezione del personale e interessi in gioco.
Il decreto legislativo fiscale di fine anno è stato ritirato. Ma le problematiche si ripresenteranno. Utile quindi ragionare sulla ratio del provvedimento e sulle possibili conseguenze economiche e di reputazione per il paese. La questione dell’abuso del diritto e le altre misure discutibili.
Non è vero che l’evasione non si può debellare. Con modifiche legislative mirate e strumenti tecnologici che la rendono più difficile da attuare e più facile da individuare, è possibile ridurla drasticamente. Liberando risorse per una contestuale e rilevante riduzione delle imposte.
Il Governo vuole assicurare un aumento di reddito di 1000 euro l’anno a chi percepisce fino a 1500 euro mensili netti. Ma l’ennesimo intervento sulle detrazioni per il lavoro non può che produrre effetti dirompenti sulla struttura dell’Irpef.
La nostra imposta sul reddito ha un gravissimo difetto, dovuto alla previsione di detrazioni di imposta decrescenti. Una vera riforma non può quindi che porsi l’obiettivo di eliminarle, oltre che di rimodulare le aliquote. Ecco come farlo pur in presenza di vincoli di bilancio stringenti.
In un decreto legge è stata inserita una proposta per l’accorpamento dell’Agenzia del Territorio con quella delle Entrate e dei Monopoli di Stato con l’Agenzia delle Dogane, mentre gli uffici che si occupano delle commissioni tributarie si trasferiscono dal Dipartimento delle Politiche fiscali a quello del personale. Si tratta di decisioni prive di logica aziendale o di razionalizzazione. Altri sono i campi della pubblica amministrazione in cui servirebbero l’eliminazione di sovrapposizioni o l’introduzione di misure per una maggiore specializzazione.
La lotta all’evasione fiscale sembrava essere un punto centrale del programma del nuovo governo. Invece, dalle misure varate emerge continuità con il recente passato. Perché si continua a ritenere che il fenomeno si combatte con gli accertamenti, non con la deterrenza e la promozione sistematica dell’adempimento spontaneo. Si è rinunciato alla creazione di una rete di informazioni, generalizzata e onnicomprensiva, per conoscere la situazione patrimoniale complessiva di ciascun contribuente.
Un’imposta sul patrimonio immobiliare è considerata la migliore soluzione per il finanziamento degli enti locali. E infatti è negli Stati Uniti vige la property tax. Perché allora in Italia è stata abolita l’Ici e si parla ora di introdurre una imposta sui servizi? Dal confronto tra vari tipi di tassazione si ricava che qualsiasi prelievo basato oltre che su logiche tariffarie su parametri integrativi avrebbe comunque l’effetto di trasferire il prelievo dai contribuenti più ricchi agli altri. E in particolare determinerebbe un maggior onere sulle classi medie.
Dell’evasione in Italia si sa praticamente tutto. Il problema di fondo consiste nel fatto che vi sono redditi completamente tracciabili e tracciati e altri che non lo sono. Se si ritiene che la riduzione dell’evasione sia utile, andrebbero reintrodotte integralmente le misure varate dal governo Prodi e subito abrogate dal governo Berlusconi. Con un passo ulteriore: grazie all’anagrafe dei conti bancari è possibile oggi richiedere agli intermediari finanziari la trasmissione al fisco dei saldi finali annuali di tutti i contribuenti, come avviene in altri paesi.