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Sconfiggere l’evasione fiscale si può. Anche in Italia

Il problema del contrasto all’evasione fiscale italiana è sempre stato politico, non tecnico. Ma l’evoluzione tecnologica consente già oggi il controllo puntuale del comportamento dei singoli contribuenti. Resta il rammarico per il tempo perso.

Una questione politica

Lo scetticismo sulla possibilità di ridurre in tempi brevi e in modo rilevante l’evasione fiscale in Italia è molto diffuso e radicato. Ma si tratta di un pregiudizio infondato, smentito tra l’altro da alcune esperienze di governo stranamente dimenticate. E in verità il problema non è mai stato tecnico, bensì politico: contrastare in modo esplicito un’evasione di massa come quella italiana può costare milioni di voti.

Alla base del pregiudizio si possono però individuare anche altre convinzioni consolidate, e in particolare che un sistema economico fragile come quello italiano, con le sue piccole e micro-imprese, non sarebbe in grado di sostenere i livelli di pressione fiscale necessari a finanziare un sistema di welfare moderno. E, quindi, l’evasione sarebbe un male inevitabile se non necessario. A ben vedere, si tratta della stessa convinzione che ha fatto sì che negli ultimi trent’anni il nostro paese accumulasse un debito pubblico stratosferico senza che si riuscisse, e in alcuni casi neanche si provasse, a sistemare i conti una volta per tutte.

Tuttavia, se si volesse, l’evasione potrebbe essere (almeno) dimezzata in pochi anni. Cinque anni fa, presentai un rapporto del Nens (Nuova economia nuova società) che aveva per oggetto le tecniche di evasione dell’Iva e le misure che si potevano introdurre per contrastarle. Il rapporto fu presentato al presidente del Consiglio dell’epoca (Matteo Renzi) che, tra le molteplici soluzioni proposte (alcune complementari, altre alternative), adottò lo split-payment e il reverse charge, misure che consentirono un recupero (permanente) di evasione anche maggiore di quello previsto.

La svolta della fatturazione elettronica

Tra le misure allora suggerite, vi era anche l’adozione della fatturazione elettronica generalizzata, che altro non era che l’evoluzione della trasmissione degli elenchi clienti e fornitori introdotti dal governo Prodi II, e un sistema analogo per la trasmissione dei corrispettivi e dei compensi professionali. La fatturazione elettronica fu prima rinviata, poi introdotta come facoltativa e limitata ad alcuni settori di contribuenti. Si è dovuto attendere il governo Gentiloni perché venisse resa obbligatoria, sia pure senza sanzioni adeguate (il che ne indebolisce l’efficacia anche oggi) e senza che l’amministrazione si organizzasse in modo appropriato, mentre per la trasmissione dei corrispettivi è stata prevista un’introduzione graduale.

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Il governo Conte, suo malgrado, ha confermato queste misure. In particolare, la fatturazione elettronica, per quanto incompleta perché esclude un numero rilevante di transazioni e rimane senza sanzioni proporzionate, è in vigore dall’inizio dell’anno con evidenti risultati positivi, quali la crescita del gettito Iva relativa agli scambi interni di quasi il 6 per cento nei primi quattro mesi dell’anno – percentuale inferiore a quanto era lecito attendersi, ma comunque rilevante date le modalità carenti di attuazione della misura e dato il contesto attuale di stagnazione-recessione.

Il motivo è semplice: l’evasione lungo la filiera produttiva avviene spesso non dichiarando fatture regolarmente emesse e ricevute o utilizzando strategicamente la diversità delle aliquote in vigore, comportamenti che la fatturazione elettronica dovrebbe rendere impossibili. Analogamente, per quanto riguarda i corrispettivi, molti contribuenti oggi registrano regolarmente le vendite, ma poi non dichiarano i proventi, quindi anche in questo caso vi è da attendersi un recupero di evasione, sempre che si presti la dovuta attenzione ai livelli di mark up dichiarati che potrebbero ridursi in assenza di controlli.

Altre misure potrebbero e dovrebbero essere adottate, quali l’introduzione di un sistema generalizzato di ritenute ai fini delle imposte sui redditi, l’uso sistematico della banca dati sui conti finanziari dei contribuenti, la riduzione dell’uso del contante e l’utilizzo di sistemi di intelligenza artificiale nell’analisi dei rischi. Ma è certo che l’evoluzione della tecnologia consente già oggi, e renderà progressivamente inevitabile nei prossimi anni, il controllo puntuale del comportamento dei singoli contribuenti.

È anche interessante notare una certa schizofrenia nei comportamenti degli ultimi governi: quello Renzi ha innalzato l’uso del contante, eliminato la tracciabilità degli affitti, elevato i limiti per l’applicazione delle sanzioni penali e amministrative, indebolito l’Agenzia delle entrate, tutte misure non certo di contrasto all’evasione. Ma ha dovuto comunque estendere l’utilizzo delle nuove tecnologie in campo fiscale. L’esecutivo giallo-verde, dal canto suo, ha introdotto un sistema forfettario, il cui effetto finale sarà quello di rendere legittima l’evasione abituale di ampie categorie di contribuenti, ma al tempo stesso non ha potuto revocare la fatturazione elettronica. Sia pure tra molteplici ritardi e contraddizioni ed equilibrismi tra ricerca di un facile consenso e un necessario rigore, la strada sembra segnata. Le nuove tecnologie segneranno prima o poi la fine dell’evasione di massa.

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Resta il rammarico che non si sia voluto intervenire cinque anni fa a risolvere il problema una volta per tutte.

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15 commenti

  1. Federico Leva

    Coerente Visco che con Padoa Schioppa fu l’unico a prendere misure efficaci e pagò un pesante prezzo personale. Altro che cinque anni persi, bisognava dargli carta bianca già nel 2006.

  2. davide445

    Certo sarebbe bello se oltre a fare pagare giustamente le tasse a tutti questo corrispondesse ad un modello di efficienza nordico a cui corrisponde il livello di tassazione raggiunto. Visto che tra burocrazia, inefficienze e corruzione ne siamo al contrario molto lontani, ritengo assisteremo ad una emigrazione di massa di chiunque e qualunque privato ed azienda abbia una visione razionale del rapporto costi benefici di rimanere in Italia.

  3. Piero Bonacorsi

    Solo con una riduzione delle imposte pari ad almeno all’80% del recupero delle stesse e un aumento dell’efficienza della stessa portata queste indicazioni si potranno attuare senza avere ripercussioni elettorali perché non si procede in tal senso è questa la domanda che Visco dovrebbe farsi

  4. Maurizio Sbrana

    Peccato che ancora una volta non si parla della possibilità di far EMERGERE IL ‘NERO’ permettendo una almeno parziale deduzione delle spese di base dei cittadini dal loro imponibile (secondo percentuali decrescenti al crescere del reddito, per ottemperare al dettato dell’Art.53 della ns. Costituzione)…

    • Operaio dipendente

      L evasione fiscale italiana sarebbe risolvibile in 24 ore.
      Perche nessuna corrente politica non è interessata a risolvere questo problema semplicissimo? Ci hanno dato una scheda elettronica per farci pagare i ticket sanitari, perché non consegnano una scheda elettronica dove possiamo caricare le nostre spese dal 1 gennaio al 31 dicembre e poi far pagare le tasse sulla differenza fra entrate e spese, così io scarico il mio caffè e il mio barista si carica di 1 € così saremmo tutti interessati a far pagare le tasse anche a tutti gli evasori. Le tasse devono essere pagate su quello che non viene speso.. Sono sicuro che queste cose non interessano o non conviene alla politica (TUTTTTTTTA )

  5. Michele Daves

    “nei primi sei mesi dell’anno, il gettito è cresciuto di oltre 10 milioni al giorno. Quasi il doppio di quanto preventivato dal Mef.” fonte https://it.businessinsider.com/lotteria-degli-scontrini-e-registratori-di-cassa-collegati-al-fisco-ecco-come-cambia-la-lotta-allevasione-fiscale/
    Visco invece ” 6 per cento nei primi quattro mesi dell’anno – percentuale inferiore a quanto era lecito attendersi, ma comunque rilevante date le modalità carenti di attuazione della misura e dato il contesto attuale di stagnazione-recessione.” Chi ha ragione? Previsioni superate abbondantemente o disattese?

  6. Sarà perché io sono contribuente tedesca e qui il fisco funziona sui fatti e non su supposizioni, ma non capisco come le fatture per se stesse possano generare reddito, inteso come imponibile (proventi -spese). Ma il regalo del governo alle piccole partite IVA (senza fatturazione elettronica e forfettario) producono/produrranno esattamente il contrariio: una riduzione del gettito fiscale..

  7. Silvestro De Falco

    Adesso e’ emerso che a evadere l’IVA sono gli operatori nell’ambito del B2B – “l’evasione lungo la filiera produttiva” – e non nel B2C. L’azienda A emette una fattura all’azienda B e quest’ultima porta in detrazione l’IVA che ha pagato ad A, che non dichiara l’IVA incassata, e lo Stato ha bisogno della fatturazione elettronica per incrociare questi dati?
    Complimenti per lo split payment. Certo c’e’ voluto un po’ di tempo a capire che l’IVA pagata allo Stato ai suoi fornitori si perde in mille rivoli e non ritorna indietro interamente, ma meglio tardi che mai. Il reverse charge riguarda le operazioni intra-EU e non credo sia farina del sacco del prof. Visco.

    • Grazie Silvestro. Ora ho capito, si tratta soltanto dell’IVA che prima veniva “risparmiata”. Ma allora anche in questo caso si tratta semplicemente della leggendaria incuria della pubblica amministrazione, in questo caso di quella fiscale, facile da eliminare con strumenti molto più semplici ma altrettanto effcaci che la fatturazione elettronica. Qui in Germania se (da libera professionista) non presento la dichiarazione IVA ogni tre mesi. una settimana dopo la scadenza ricevo una letterina di sollecito con multa. La lettera parte in automatico. Perché non è possibile lo stesso in Italia? Questo è solo un piccolo esempio di efficienza fiscale. Lo stesso vale pure per allre imposte, anche nei confronti di normali cittadini contribuenti di: l’imposta sul reddito, tassa di circolazione, ecc..

      • Silvestro De Falco

        Marisa, non e’ questione di incuria. Ormai si cominciano a ricevere queste risposte: “Il sistema e’ occupato. Riprova piu’ tardi”, trasferendo quindi il costo di un’altra inefficienza sulle imprese. Pensa se aumenta il PIL, e quindi aumentano le fatture, che aiuto sara’ questo strumento. Siamo proprio portati a spararci nel piede, che ci vuoi fare?

  8. Silvestro De Falco

    Peraltro la fattura è uno strumento di marketing per un’azienda. C’è il logo, c’è un’intestazione, c’è una scusa per scambiare quattro chiacchiere nel contatto con l’ente pagatore. Uno si ingegna a creare un’immagine e poi arriva quello che ha deciso che ora l’evasione è sul B2B, che non si devono rivolgere le energie e le attenzioni al B2C e che ti inventa la fattura elettronica, la quale fattura elettronica costa circa il 30% di tempo in più rispetto al legacy system.

  9. davide dvd

    Sempre molto interessanti gli interventi dell’ex Ministro Visco. Se ho bene inteso il senso dell’articolo oltre alla fede che ripone nella Tecnologia (ma si sa che per essere utile bisogna saperla usare bene e su questo ho maggiori dubbi) mi pare di intendere che l’autore ritiene che l’evasione la si potrebbe ridurre (almeno della metà) con l’adozione di ecc…ecc…ecc…! E per me qui sta il punto (certo politico) ….! Inondiamo i contribunenti tutti piccoli e grandi di adempimenti amministrativi e con essi una struttura burocratica eccessiva che pochi si possono permettere per poi vedere di recuperare non il 100% ma il 50% !! sic ! Ma allora non è forse meglio togliere tutto , alleggerire le piccole e medie imprese (se sono piccole lo sono anche in termini di controlli e amministrazione) mettendo poche regole chiare e imposte ragionevoli !?
    Visco però ha ragione: la questione è politica ! Appunto !

  10. AlexZa

    Tutto interessante se fossero elettronici, tracciati e obbligatori anche i pagamenti delle fatture elettroniche emesse. Di fatti il brutto vizio italiano di non pagare le fatture a scadenza (o molti mesi dopo) mal si concilia con un sistema che sta spremendo i soliti noti.

  11. telesforo

    Ma il sistema americano, con detrazione delle somme spese e speculare tassazione di quelle incassate non obbligherebbe tutti a denunciare entrate ed uscite !? Finchè non si spezzera’ (data la convenienza reciproca) la connivenza tra acquirente che risparmia e venditore che non dichiara …… tutto sarà inutile .

    • gabriele renzi

      il sistema americano è mitizzato ingiustamente: se è detraibile l’IVA solo parzialmente, rimane un vantaggio per chi vuole evadere, se è detraibile completamente lo stato non becca una lira, quindi è come se avessimo evasione del 100%.

      Inoltre in america non c’è un sistema di compensazione per tutte le spese, ma solo per alcune, come da noi per le spese mediche.

      Ci sono stati diversi articoli in passato, per esempio https://www.lavoce.info/archives/23953/ma-il-contrasto-di-interessi-non-e-la-soluzione/

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