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Se il Pd propone un’ingiustizia

L’emendamento abortito del Pd sull’Imu prima casa, che prevedeva di ristabilirla sugli immobili con più di 750 euro di rendita catastale, era ingiusto e tecnicamente sbagliato. Ci auguriamo che non venga riproposto in altri casi, ad esempio nella service tax.

Nella pluriennale telenovela dell’Imu sulla prima casa, la meteora dell’emendamento del Partito democratico, caduta nello spazio di un mattino davanti all’opposizione di principio del Pdl, non meriterebbe menzione, se non come ennesima prova della capacità del Pd di farsi male. Ma l’episodio ha anche rivelato una proposta tecnicamente sbagliata, da nessuno stigmatizzata, che perciò conviene analizzare e ricordare, per evitare di ricaderci (magari con la service tax che attende ancora di essere ben definita). Precisamente, l’emendamento prevedeva di ristabilire l’Imu prima casa sugli immobili con più di 750 euro di rendita catastale: una platea ben più vasta delle case di lusso che già adesso sono colpite e che avrebbe dato un gettito di 1,2 miliardi di euro. Una buona idea il sia pur parziale ritorno all’Imu agli occhi di molti, perché l’euforia dell’abolizione è stata subito spenta dall’annuncio della service tax , che si aggiungerebbe alla Tares per dare un gettito complessivo equivalente. Uguale la somma, diversa la distribuzione del carico fiscale tra le famiglie; e tutto fa pensare che in termini di equità, le cose andrebbero peggio: l’abolizione dell’Imu prima casa è stata un regalo a ricchi.
UN MECCANISMO PERVERSO
Ma si è detto che la specifica proposta in esame non era affatto convincente sul piano tecnico. Essa adottava infatti il metodo dell’imposta crescente per classi, che a scuola viene illustrato come cattiva pratica da evitare. Forse esso veniva attenuato dal mantenimento di una piccola detrazione fissa (il punto non era chiaro) che in ogni caso non mutava la sostanza del meccanismo.
Immaginiamo che l’Irpef fosse fatta così: fino a 100 non si paga nulla, oltre 100 si paga il 20 per cento su tutto il reddito. Chi ha 99 resta con 99; chi ha 101 cade a  80,8. Attorno al valore critico, insomma, si crea un’inversione dei redditi netti rispetto ai redditi lordi, un’inversione che si estende più o meno nella scala dei redditi a seconda del salto di aliquota. Va bene che il Vangelo dice che gli ultimi saranno i primi, ma il legislatore tributario deve rispettare la graduatoria che esce dal libero mercato. Progressività significa ridurre le distanze, non invertire la scala. La soluzione ovvia è adottare, come si fa con l’imposta personale in tutto il mondo, il metodo a scaglioni, per cui, nell’esempio in esame, chi ha 99 resta con 99 e chi ha 101 resta con 100,8. Il gettito è minore, sicché, per avere lo stesso gettito, con il metodo a scaglioni bisognerà aumentare le aliquote rispetto al metodo per classi; ma resta rispettato il buon senso che non ammette l’inversione.
Va detto incidentalmente che il buon senso non viene sempre rispettato in campo pubblico. Uscito dal campo della tassazione, il sistema della classi continuò per molti anni a essere applicato nel campo dei benefici sociali; e c’è da temere che non sia del tutto scomparso. Esempio, se hai un euro in più della soglia, il canone sociale aumenta di 10 euro. Sono le regole che Tremonti giustamente definì “criminogene”. Perché naturalmente l’effetto sarà che l’inquilino nasconderà il maggior reddito, e lo farà con tranquilla coscienza di opporsi a un abuso, anzi a un abuso stupido.
UNA QUESTIONE DI BUON SENSO E GIUSTIZIA
A questo punto dovrebbe essere chiaro che non sta bene applicare la proposta del sistema per classi all’Imu, per cui chi ha rendita catastale inferiore a 750 (o a qualsiasi altra soglia) non paga niente e chi è sopra paga su tutto il valore. Con l’aggravante che i valori catastali sono notoriamente inattendibili, tanto è vero che da tempo il Governo promette di riformarli. Quindi, soluzione doppiamente sbagliata: perché contraria al buon senso e perché gravida di ingiustizie.  La via giusta è anche qui il sistema a scaglioni: si prevede una deduzione fissa dall’imponibile che automaticamente esenta le case di basso pregio, mentre chi ha valori maggiori paga sull’eccesso di valore rispetto alla deduzione. I problemi di gettito si risolvono con trasparenza, definendo il livello della deduzione e l’aliquota, così rispettando la logica e diminuendo i problemi della giustizia fiscale: diminuendoli, non eliminandoli, perché per fare piena giustizia non ci sono scorciatoie rispetto alla revisione del catasto.

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Chi paga per la riforma delle pensioni

13 commenti

  1. Renzo Poser

    Bravo! Finalmente era ora che qualcuno la dicesse in modo corretto. Purtroppo non c’è solo da temere che il metodo “Per classi” non sia del tutto eliminato, ma sembra invece godere ancora di grande attenzione, visto che, è di questi giorni l’annuncio, lo stesso metodo lo si vuole ancora applicare alle pensioni superiori ad un certo importo.
    La rileggerò volentieri. Grazie.

  2. Stefano

    Concordo sull’incapacità tecnica del Pd. Anche perché per ottenere quello che volevano (esentare gli immobili con rendita catastale inferiore a 700 euro) bastava prendere una delle proposte elaborate dal MEF nel documento sulle ipotesi di revisione immobiliare. Il Dipartimento delle finanze ed il MEF ha previsto diverse ipotesi incremento selettivo o non selettivo della detrazione per raggiungere quell’effetto, prevedendo quale sarebbe stata la percentuale di soggetti che rimanevano incisi dal tributo.
    Niente neanche a copiare sono capaci questi politici..

  3. michele

    Andava ritoccata, ma non certo cancellata del tutto la proposta. Gli immobili che pagavano oltre 750 euro di IMU sono immobili che hanno un valore minimo di 250 mila euro, non saranno di lusso, ma la maggior parte della popolazione non ha case che valgono così tanto. Certo non era giusto che per un euro in più si pagasse e per uno in meno no, andava studiata meglio, ma non certo abolita.

    • Damiano

      Si parla di 750€ di rendita catastale, equivalente a un IMU di circa la metà, con le attuali modalità di calcolo.

  4. Ciro

    Invece di classi, scaglioni e similia basta prendere una aliquota che sia una funzione continua monotona crescente del reddito lordo. Questa garantisce progressivita’ di imposta e mette al riparo dal problema dell’inversione. Troppo difficile?

    • Giuseppe Ferrari

      Con gli scaglioni hai una funzione lineare a tratti: esattamente una funzione monotona, crescente e continua, con l’ulteriore vantaggio di essere facilmente tabellabile.

      • Ciro

        Con gli scaglioni bisogna fornire un numero, l’aliquota, per ogni scaglione piu’ tutti i limiti degli scaglioni. Facile solo se hai un numero limitato di scaglioni. Con una funzione bastano 3/4 numeri per qualsiani numero di scaglioni. Il vantaggio della tabellabilita’ non lo vedo, non c’e’ bisogno di fornire alcuna tabella, con la funzione chiunque puo’ calcolare l’aliquota corrispondente.

        • Giuseppe Ferrari

          Il vantaggio e’ che e’ piu’ facile sbagliare nel (o non saper) calcolare una funzione che leggere una tabella ed e’ piu’ facile sapere la propria aliquota marginale.

  5. MARIA DI FALCO

    Io penso che sia giusto ed equo dal punto di vista fiscale pagare l’IMU sulla casa (anche la prima casa) perchè si paga in tutta Europa e perchè in Italia l’80% della popolazione possiede un immobile (e molti anche due). La tassa sugli immobili va pagata. E’ stata sempre pagata: mio nonno la pagava prima della guerra e mi ricordo che fino all’inizio degli anno ’60 paga la cd “fondiaria”. Certo che andrebbe rivista e rimodulata ad esempio, per i giovani che stanno pagando il mutuo, per gli anziani che stanno in una casa di cura, in rapporto al reddito e in rapporto al numero dei figli. E poi soprattutto andrebbe rivisto in modo organico il sistema del catasto. Vorrei fondare un movimento del tipo “Voglio pagare l’IMU ma garantite ai cittadini i servizi sociali!”

    • orazio

      Qualunque proposta che basata sul reddito in questo Paese moltiplica le beffe: allora la facciamo pagare solo a pensionati e lavoratori dipendenti?

  6. antonello

    A parte le giuste considerazioni dell’articolo, come si fa, senza riformare il catasto, a pensare che una rendita catastale (non un gettito IMU, come qualcuno, capendo male, ha commentato) di 750€ prefiguri una casa di lusso? Lo sanno i proponenti che senza riforma del catasto, mediamente, una casa di periferia o semiperiferia (almeno nelle grandi città) avrà sempre una rendita catastale molto più alta di un casa in centro storico? E, sempre in linea generale, quali soggetti prevalentemente abitano in periferia e quali al centro?
    Non mi ero mai accorto che mio padre, pensionato integrato al minimo (630€/mese) che ha una casa di 80 mq in una zona molto periferica di Roma (in una borgata, insomma), risalente agli anni 60/70, quindi con rendita catastale di poco più di 800 euro, abiterebbe, secondo questi fenomeni (che pure da sempre voto), in una casa di lusso.

  7. Salvatore Tutino

    Ben detto! Resta, comunque, lo sconcerto per lo spazio che ha avuto l’iniziativa. Possibile, c’è da chiedersi, che l’ansia di inventarsi “qualcosa di sinistra” arrivi ad offuscare anche le capacità dei tecnici chiamati a supportare l’attività dei parlamentari? Se così fosse, occorrerebbe davvero preoccuparsi per quanto potrebbe accadere quando si tratterà di definire l’assetto dell’annunciata Service Tax.

  8. AM

    Concordo pienamente con l’Autore. La proposta fortunatamente caduta era evidentemente stata formulata da un incompetente o da persona in malafede ed era controproducente in termini di consensi per il PD. Perché da un incompetente? Innanzitutto perché una casa con rendita di 750 Euro non può essere definita ABITAZIONE DI LUSSO- In molti casi corrisponde a bilocali situati in zone semicentrali cittadine. Possiedo ad es. un bilocale non certamente di lusso in una città non capoluogo di provincia. che ha una rendita di 950 Euro. Secondariamente il medesimo scopo poteva essere ottenuto in modo equo e progressivo applicando una franchigia come aveva fatto il Governo Prodi- Nella proposta in esame superando anche di un solo Euro la soglia si sarebbe pagata l’IMU completa e al di sotto non si sarebbe pagato nulla…E’ possibile avere un’idea così irresponsabile?. Sarebbe un autogol per il partito che la presenta e la sostiene.

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