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La patrimoniale di Bersani

Il segretario del Pd ha lanciato l’idea di introdurre una patrimoniale sulle grandi ricchezze immobiliari per alleggerire l’Imu sulle famiglie meno abbienti. Si applicherebbe agli individui o alle famiglie? Per valori catastali o di mercato dell’immobile? Ecco alcuni calcoli per le diverse ipotesi.

L’IPOTESI DI PATRIMONIALE

In una recente intervista televisiva, Pier Luigi Bersani ha rilanciato l’idea di introdurre un’imposta patrimoniale sulle grandi ricchezze immobiliari per alleggerire l’Imu sulle famiglie meno abbienti. La proposta è ancora molto vaga, ma sembra di capire che il segretario del Pd abbia in mente un’imposta ordinaria (cioè, non “una tantum”) più elevata sul patrimonio immobiliare al di sopra di una certa soglia di valore (si parla di 1,5 milioni di euro) esentando viceversa le abitazioni di residenza con valore al di sotto di una certa soglia (si è parlato di coloro il cui carico Imu sia inferiore ai 500 euro). Da altre dichiarazioni, pare che il segretario abbia in mente in particolare il modello francese, cioè l’Impôt de Solidarité sur la Fortune, recentemente rivista da François Hollande. Visto l’interesse che la proposta ha generato, vale la pena discuterla in dettaglio.

LA PERDITA DI GETTITO

Cominciamo dai numeri. In primo luogo, cosa significa in termini di perdita di gettito eliminare l’Imu fino a 500 euro sulle abitazioni di prima residenza? (1) Per rispondere, consideriamo un modello di micro-simulazione fiscale statico che utilizza i dati dell’Indagine sui bilanci delle famiglie italiane della Banca d’Italia nel 2010, già impiegato per valutazioni di questo tipo. (2) Nell’esercizio consideriamo solamente le abitazioni a uso residenziale ed escludiamo le pertinenze e le altre tipologie di immobili. Il modello approssima bene la composizione della base imponibile e del numero degli immobili a uso residenziale (gruppo catastale A) secondo le statistiche dell’Agenzia del territorio e del dipartimento delle Finanze: gli immobili a uso abitativo di proprietà delle famiglie sono stimati in circa 30 milioni di unità contro circa 17,2 milioni di famiglie proprietarie (25 milioni di individui), su un totale di 24 milioni di famiglie. Applicando l’aliquota base Imu del 4 per mille, e qualora dall’Imu fossero esenti tutti gli individui con una imposta inferiore ai 500 euro, la perdita di gettito sarebbe poco più di 2 miliardi di euro, una cifra simile alle stime di cui ha parlato Bersani (2,5-2,6 miliardi di euro).

LA NUOVA IMPOSTA

Come dovrebbe essere finanziata questa perdita di gettito? Bersani non fornisce dettagli, limitandosi a dire che l’imposta dovrebbe essere applicata a valori patrimoniali superiori a 1,5 milioni di euro. Il segretario del Pd non specifica neanche come questi valori patrimoniali dovrebbero essere determinati, ma da altre interviste sembra che abbia in mente il valore di mercato degli immobili piuttosto che il valore catastale, in linea appunto con l’esempio francese. Per il momento procediamo prendendo per buona questa ipotesi. Utilizzando il valore di mercato dichiarato dagli intervistati nell’Indagine della Banca d’Italia, il modello stima per le abitazioni di residenza un valore di 3.200 miliardi e per le altre abitazioni un valore di 1.900 miliardi. Considerando tutte le famiglie, la distribuzione della ricchezza immobiliare a livello familiare è più concentrata rispetto al reddito: l’indice di Gini per la ricchezza immobiliare è pari a 0,61, contro lo 0,41 per il reddito monetario totale al lordo delle imposte. Detto altrimenti, il 10 per cento delle famiglie più abbienti, in termini di patrimonio immobiliare, detiene il 41 per cento del valore di mercato complessivo delle abitazioni. Le famiglie che hanno un valore immobiliare complessivo superiore a 1 milione di euro sono stimate in 458 mila unità (1,9 per cento del totale delle famiglie); quelle con un valore superiore a 1,5 milioni di euro in circa 200 mila (0,8 per cento delle famiglie).
A questo punto, si tratta ancora di decidere quale dovrebbe essere l’unità di riferimento per la nuova imposizione fiscale: l’individuo o la famiglia. In altre parole, se sono le famiglie che posseggono un patrimonio immobiliare superiore a 1,5 miliardi che dovrebbero essere sottoposte al prelievo addizionale, oppure se sono gli individui, come con l’attuale Imu. Nel caso francese, l’unità di imposizione è la famiglia. Procediamo dunque con questa ipotesi, per poi discuterla successivamente. (3) Con questi numeri, per recuperare i 2 miliardi di gettito si potrebbe introdurre una imposta sui valori di mercato con una aliquota unica pari al 4,4 per mille sui patrimoni superiori a 1,5 milioni di euro (che scenderebbe al 2,7 per mille se il limite dell’esenzione si abbassasse al milione di euro). Oppure, per avvicinarsi all’Isf francese, si potrebbero prevedere un paio di scaglioni, sempre col limite di esenzione a 1 milione di euro: per esempio, si potrebbe pensare al 2,2 per mille per patrimoni familiari compresi tra 1 e 2 milioni di euro e una aliquota del 6 per mille per i patrimoni superiori a 2 milioni di euro. In ogni caso, l’imposta patrimoniale dovrebbe essere aggiuntiva rispetto all’Imu per le famiglie interessate, senza alcuno sconto per l’abitazione di residenza. In alternativa, se uno sconto fosse introdotto, le aliquote di equilibrio dovrebbero salire di conseguenza. (4)

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E CON L’ATTUALE CATASTO?

Le cose cambiano radicalmente qualora si considerino i valori catastali anziché i valori di mercato. Nonostante la rivalutazione del 60 per cento delle rendite catastali attuato dal Governo Monti, il valore di mercato degli immobili come stimato dall’Agenzia del territorio è infatti superiore al valore catastale di circa 2,3 volte. Ne segue che il numero delle famiglie con un patrimonio catastale superiore a 1,5 milioni di euro è molto inferiore; solo 31 mila secondo le nostre stime (65 mila quelle con un patrimonio superiore al milione di euro). Ne segue anche che per recuperare i 2 miliardi, l’aliquota dovrebbe crescere considerevolmente. Salirebbe al 3,5 per cento se si imponesse un’aliquota unica su tutti i patrimoni immobiliari superiori a 1,5 milioni di euro (sarebbe il 2,1 per cento se si tassassero i patrimoni superiori a 1 milione di euro). Detto in altri termini, se il riferimento fosse il valore catastale, per garantire l’equilibrio finanziario, le aliquote dovrebbero crescere di ben dieci volte.

LA QUESTIONE DEL VALORE DI MERCATO

Le conclusioni sono abbastanza immediate. La proposta non sembra avere molto senso se i valori di riferimento dell’immobile sono quelli catastali. Le aliquote dovrebbero crescere a livelli espropriativi per garantire l’equilibrio di bilancio. Nel caso francese l’aliquota massima (che si applica ai patrimoni superiori ai 3 milioni) è lo 0,5 per cento, mentre qui si richiederebbe un’aliquota del 3,5 per cento per i patrimoni superiori a 1,5 milioni, a cui andrebbe sommata l’aliquota che i contribuenti ricchi pagano già per l’Imu. E naturalmente l’aliquota dovrebbe essere ancora superiore se, come è il caso dell’Imu, si facesse riferimento agli individui proprietari e non alle famiglie. Dunque, perché abbia senso, la proposta richiede che gli immobili siano davvero valutati al valore di mercato. Ma qui nascono le maggiori perplessità. Il problema principale dell’attuale Imu è proprio la discrepanza tra il valore di mercato degli immobili e il valore catastale: per alcuni è troppo basso, per altri troppo alto e questo genera le iniquità nel trattamento fiscale dei contribuenti, sottolineati di recente anche dalla Commissione europea. (5) In ogni caso non avrebbe senso mantenere l’Imu sul valore catastale e contemporaneamente introdurre una nuova imposta sul valore di mercato degli immobili. Ne segue che Bersani deve aver in mente una revisione dell’attuale sistema di imposizione sul patrimonio dal valore catastale a stime del valore di mercato, un’idea potenzialmente interessante, ma che solleverebbe problemi applicativi non indifferenti, a partire dalla definizione del presupposto giuridico della nuova imposta. Se è così, è bene che cominci a spiegarlo in dettaglio.

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(1)
Bersani non specifica, ma pare ragionevole ipotizzare che abbia in mente solo le abitazioni di residenza principale. Non avrebbe senso agevolare un contribuente che, poniamo, abbia 15 appartamenti per ciascuno delle quali paga meno di 500 euro.

(2) Giampaolo Arachi, Valeria Bucci, Ernesto Longobardi, Paolo Panteghini, Maria Laura Parisi, Simone Pellegrino e Alberto Zanardi, “Fiscal Reforms during Fiscal Consolidation: The Case of Italy”, FinanzArchiv/Public Finance Analysis, 2012, Vol. 68(4), pp. 1-21; Simone Pellegrino, Massimiliano Piacenza e Gilberto Turati, “Assessing the Distributional Effects of Housing Taxation in Italy: A Microsimulation Approach”, CESifo Economic Studies, 2012, Vol. 58(3), pp. 495-524; Simone Pellegrino, Massimiliano Piacenza e Gilberto Turati, “Developing a static microsimulation model for the analysis of housing taxation in Italy”, The International Journal of Microsimulation, 2011, Vol. 4(2), pp. 73-85

(3) Naturalmente, se l’unità di imposizione fossero gli individui, il numero di coloro che posseggono più di 1,5 milioni di patrimonio immobiliare sarebbe molto minore e dunque le aliquote di riequilibrio dovrebbero essere considerevolmente maggiori. Si osservi anche che in Italia l’unità di imposizione per le imposte dirette, a seguito di una sentenza della Corte Costituzionale del 1976, è l’individuo, e spostarsi sulla famiglia potrebbe incontrare ostacoli di carattere costituzionale.

(4) L’Ifs francese sottopone a tassazione solo il 70 per cento del valore patrimoniale degli immobili di residenza.

(5) Tra parentesi, la stessa discrepanza solleva altri problemi sulla validità della proposta. Tra quelli che pagano meno di 500 euro di Imu ci possono benissimo essere proprietari non poveri ma favorevolmente trattati dal catasto, e viceversa, tra quelli che dovrebbero pagare l’extra imposta, ce ne possono alcuni sfavorevolmente trattati.

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27 commenti

  1. Antonella Licata

    Ma lo vogliamo capire o no che non esiste solo la “ricchezza” immobiliare? Lo vogliamo capire o no che le valutazioni degli immobili non sono costanti e che, proprio a seguito di una tassa demente come l’IMU, unitamente alla negazione del credito da parte delle banche, il mercato immobiliare è crollato. Lo vogliono capire o no che investire in immobili non puó essere considerato un peccato mortale?
    Vogliamo deciderci ad incentivare davvero le ristrutturazioni sostenibili o vogliamo che l’Italia crolli sotto il peso dei suoi anni e delle tasse usate come caterpillar?
    Insomma la sinistra si vuole svegliare o vuole riconsegnare questo paese a Berlusconi e i 40 ladroni.

  2. Grazie per l’analisi delle ipotesi possibili, ma non e’ chiaro dalla vostra lunga analisi se al di la’ del modo, condividete l’idea di fondo di Bersani che a me sembra deprecabile.

  3. Davide

    Buongiorno, grazie per l’analisi chiara ed esaustiva della questione. Vorrei però chiedervi un chiarimento. Perché un’aliquota del 4,4 per mille ( o 2,7) su un valore di mercato dovrebbe essere “accettabile”, mentre un 3,5 % ( o 2,1) su un valore catastale diventerebbe un livello espropriativo? Se le due alternative dovessero comunque essere applicate a saldi invariati, per finanziare il mancato di gettito, e il numero di unità tra cui verrebbe suddivisa l’imposta ( le famiglie) fosse anch’esso invariato, perché le considerazioni sull’aliquota dovrebbero cambiare? L’ammontare pagato dai contribuenti resterebbe invariato. O sbaglio?
    Grazie
    Davide

  4. Gigi

    A mio avviso una patrimoniale che colpisse i patrimoni >1,5 mdi € dovrebbe tener conto anche del reddito dei proprietari. Se il proprietario ha un reddito annuo, ad esempio, da pensione netto inferiore a 40.000€ annui dovrebbe essere esente.
    Sono tanti i casi di rivalutazione di un immobile ubicato in un centro storico acquistato venti anni prima che al valore attule sono sumentati anche di 4 o 5 volte. O anche più .

  5. Duchamps

    Deprecabile tassare immobili di siffatto valore di mercato? Invece l’IMU, così come è, è accettabile? O salassare con l’Irpef i lavoratori dipendenti che non sfuggiranno mai ai rigori dell’esattore è accettabile? Si può dire di no. Ma a cosa direste sì? A nulla?

  6. AM

    L’analisi è interessante. Ai problemi prospettati se ne devono aggiungere altri. Con l’IMU sono tassati tutti gli immobili in Italia, anche se intestati a persone o soc. straniere (forse in mani italiane). La patrimoniale riguarda invece solo i residenti in Italia. Sfuggirebbero quindi gli immobili formalmente di proprietà estera. Il patrimonio immobiliare dei residenti in Italia poi comprende anche immobili all’estero. Come facciamo le valutazioni? E come identifichiamo i possessori di immobili all’estero? Teniamo presente che fra gli stranieri residenti in Italia alcune centinaia di migliaia possiedono immobili nei paesi d’origine, ma quasi nessuno li ha dichiarati in unico. E in alcuni casi sono immobili importanti.

  7. enzo

    E’ possibile che i politici pensano soltanto a mettere le tasse?
    Il sig. Bersani perché non pensa e programma a tagliare quella spesa pubblica legata alla politica? eliminare tutte quelle società di comodo fatte a posta per riciclare i politici trombati, doppi e tripli incarichi che raddoppiano gli stipendi, rimborsi elettorali, posti di lavoro per attivisti di partito che non producono nulla solo chiacchiere.
    Altro che 4 o 5 miliardi del costo dell’IMU della prima casa.

  8. AM

    Sinora i politici parlando di patrimoniale si riferivano a grandi patrimoni. Ma, parliamoci chiaro, se si adottano valori di mercato, si colpisce il patrimonio familiare e si pone la soglia a 1,5 di Euro, a pagare quest’imposta sarebbe in primis il ceto medio. Basta sommare un’unità immobiliare con box in una grande città con una seconda casa con box al mare o in montagna per superare quest’importo. Se poi i figli indipendenti abitano in una casa dei genitori il valore complessivo aumenta ulteriormente e chi non dispone di alti redditi è obbligato a svendere. Ma allora come si adatta il valore di mercato alla nuova situazione? Resta fermo per decenni come la rendita catastale? Bersani forse lo ignora, ma se non vi è iperinflazione i valori di mercato (fatti da incontri di domanda e offerta) possono anche diminuire di molto come è avvenuto in Spagna e andare sotto anche ai costi di costruzione delle nuove case.

  9. roberto

    La mia modesta opinione è questa :
    sarebbe molto meglio accatastare quel milione di case che non
    esistono e rimodulare l’IMU per la prima casa con reddito ISEE .

  10. renzo

    Le imposte patrimoniali sono il modo migliore per disincentivare il risparmio, la laboriosità,la voglia di fare. La motivazione a fare e a risparmiare è rappresentata dal desiderio di accumulare ricchezza per se e per i propri figli. Se lo stato prende i frutti dell’attività allora chi è più attivo? Perfino nei campi di concentramento sovietici le guardie conoscevano bene questa dinamica. Come narra Solghenitzin, prelevavano solo una piccola parte dei pezzi di legno che i prigionieri riportavano la sera nel campo per scaldarsi. Nello specifico perché patrimoniale solo su immobili e non su aziende, azioni, su capitali liquidi, ecc.? Chi possiede attraverso società chi cambia nazionalità, chi si separa, divorzia è esente ? Come considerare nella famiglia figli maggiorenni che vivono soli, e lavorano e posseggono per loro conto? Il prezzo di mercato è determinabile solo dall’incontro di domanda e offerta, se la domanda crolla e l’offerta diventa enorme perde di senso vedi USA anni post 29. Nascerebbe un contenzioso tributario enorme. Bene osservazione su crescita valore case acquisite molti anni fa possedute da persone con redditi bassi. Le imposte sono sempre pagate dai e con i redditi, non dai patrimoni a meno di non liquidarli, ma a quali compratori ed a quali prezzi? Gli unici provvedimenti seri per risanare i conti sono :dimezzare i redditi e le pensioni di deputati senatori consiglieri regionali provinciali comunali circoscrizionali amministratori pubblici…

  11. Il giustiziere

    Proprio non ce la fate a non tassare?
    Siete diventati delle grancasse del piddì e adesso anche di monti.

  12. Vincesko

    LE CIFRE. PENSIONI. Dal 1992, sono state varate 8 riforme pensionistiche (Amato, 1992; Dini, 1995; Prodi, 1997; Berlusconi/Maroni, 2004; Prodi/Damiano, 2007; Berlusconi/Sacconi, 2010; Berlusconi/Sacconi, 2011; Monti-Fornero, 2011). Le ultime 4 riforme: Damiano (2007), Sacconi (2010 e 2011) e Fornero (2011) stanno dando e daranno risparmi nei prossimi decenni per centinaia di mld. IMPOSTE. Il 90% circa di Irpef, contributi e IVA è pagato dai dipendenti e dai pensionati, i cui redditi sono pari solo al 60% del totale. EVASIONE. L’evasione annua è di 120 mld. MISURE. I 330 mld di manovre correttive da inizio legislatura (fonte “Sole-24 ore”) sono stati addossati in gran parte sul ceto medio-basso e sui poveri (taglio spesa sociale), ora tocca ai ricchi (10% delle famiglie che possiede il 45,9% della ricchezza totale) sia a mezzo di un’imposta patrimoniale ordinaria a bassa aliquota con franchigia di almeno 800 mila € (ipotesi CGIL), sia con un prestito forzoso per ridurre celermente l’enorme debito pubblico e gli ingenti interessi passivi. PS: Segnalo che tra la Banca d’Italia e l’Agenzia del Territorio c’è una differenza di 1.535 mld nella stima del valore immobiliare (nel 2010, 4.800 mld contro 6.335, dovuto al diverso n. degli immobili).

  13. Piero

    I ricchi se ci sono ancora in Ialia, nin vanno puniti, gia’ il livello attuale delle tasse e’ il piu alto di euopa, quindi non c’e’ bisogno di ulteriori tasse per i ricche, si deve lavorare sulle spese, tutti sanno che il costo della politica in italia e’ il piu’ alto di europa, quindi per tovare 2miliardi e’ sufficiente Ridurre del 50% il compenso dei parlamentari e dei consiglieri regionali, ridurre i osti sia del parlamento che del senato e del Quirinale, la sobrietà deve essere un principio che prima dve essere dato dai politici.

  14. Una imposta patrimoniale potrebbe essere accettabile ed equa solo se si limita a colpire gli evasori fiscali, non se grava su risparmi accumulati con redditi già tassati.
    V. per maggiori dettagli http://www.agenda-monti.it/proposals/185 – ed inoltre http://www.agenda-monti.it/proposals/294

  15. stefano monni

    credo che la proposta di Bersani sia un inizio promettente verso la tassazione dei grandi patrimoni e, soprattutto, verso una tassazione che tenga conto delle diversità di ricchezza tra soggetti. Ritengo che tale tassazione dovrebbe, però, esentare le prime case qualsiasi sia il relativo valore. La perdita di gettitto che si verrebbe a creare si potrebbe compensare colpendo le seconde e terze case e introducendo la famigerata imposta sui patrimoni mobiliari. Non credo al riguardo che la tassazione sui grandi patrimoni immobiliari e mobiliari possa disincentivare il risparmio o incentivare la fuga di capitali. Questi aspetti negativi dipendono io credo dalle modalità mediante le quali si applica la predetta tassazione. Ad esempio, ritengo doverosa oltre che giusta una tassazione su azioni e altri prodotti di borsa magari modulando la relativa aliquota in base al tempo di detenzione dell’azione, al fine di scoraggiare le operazioni a breve, e fissando una aliquota bassa tenuto conto della ampia base imponibile rappresentata dall’oggetto della tassazione in argomento.

  16. martino

    Non condivido l’idea della patrimoniale per definizione: chi ha un patrimonio ha gia pagato e il suo patrimonio non fotografa il suo reddito attuale, per cui, che ne so, una vedova potrebbe aver ereditato (pagando forse la tassa di successione) dal marito dei beni immobili ma avere un basso reddito: glielo azzeriamo perchè deve pagare IMU e patrimoniale?
    Patrimoniale sui riccchi? Innanzitutto o si allarga la platea, o colpirebbe troppe poche persone con aliquote assurde. Però allargare la platea vuol dire colpire il ceto medio (1.5 milioni di euro a valori di mercato per una famiglia non sono poi una soglia così alta – basta aver ereditato qualcosa dai genitori più una casa di proprietà in una grande città!!) Aggiungo: mi domando se i veri ricchi abbiamo patrimoni ( basta vedere i patrimoni dichiarati dagli ultimi ministri o i trust di alcuni manager di stato con base paradisi fiscali!!). E poi: l’IMU vale 21/22 miliardi di cui 3/4 prima casa. Mi sembra già una patrimoniale su seconde case e altri beni.Cosa facciamo: a chi ha una seconda casa, facciamo pagare le tasse sull’affitto (non consetendo alcuna deduzione di costi!!!), l’IMU seconda casa ( con aliquota maggiorata) e magari anche una patrimoniale? e dopo gli diciamo che non ha diritto ad alcuni servizi perchè ha reddito e/o patrimonio alto? In Francia la patrimoniale può aver senso, visto che esiste il quoziente familaire sui redditi, che ci sono molte deduzioni/detrazioni per cui chi guadagna anche 100.000€ paga…

  17. Ivan

    Parlando di seconde case si pensa sempre a case per le vacanze. In realtà nel novero sono comprese le case date in affitto. La redditività di questo investimento è quasi nulla, viste le tasse e le spese, per le quali viene ora riconosciuta una detrazione di solo il 5%. E’ chiaro però che il proprietario cerca di rifarsi dell’IMU considerandola al momento di fissare il canone. Per questo chiedere di aggravare l’IMU sulle seconde case avrebbe risultati sociali pesanti, rendendo ancora più caro il mercato degli affitti e colpendo, paradossalmente, le classi più deboli.

  18. Data la differenza dei reali valori di mercato rispetto a quelli catastali, e poiché appare plausibile che in generale siano i maggiori patrimoni immobiliari a beneficiare maggiormente di questa discrepanza, affermare che l’aliquota applicata ai valori catastali raggiungerebbe “livelli espropriativi” non mi sembra corretto; lo sarebbe solo nominalmente (ovviamente rimane il problema dell'”equità”: ma questo esiste già ora). Livelli assai elevati dell’aliquota sugli attuali valori catastali per un periodo transitorio potrebbe essere un buon incentivo alla revisione dei valori catastali. In quanto all’esenzione generale dall’IMU della “prima casa”, mi sembra demagogico. Si dovrebbe esentare il valore catastale di una casa per nucleo familiare sino a un certo livello (sia o no abitata dal nucleo, per non infierire su chi deve vivere in affitto).

  19. Giberti

    Vorrei contestare l’opinione corrente che i valori catastali siano sempre inferiori al valore di mercato. Posseggo un appartamento a Roma (che è seconda casa anche se data gratuitamente a mia figlia) considerando il coefficente 1,6 introdotto con l’Imu vale catastalmente 442.000 che è superiore del 5% alla valutazione realistica propostami da una qualificata agenzia. Su questa propreita pago 4700 Euro di Imu.
    Avendo altre proprietà raggiungerò probabilmente il limite proposto per la patrimoniale che aggiungerà probabilmente ulteriori imposte perun 4%, cioè ulteriori 1700 euro. Ritengo che dovrò pagare anche un Irpef sulla rendita catastale che l’anno scorso consisteva in circa 2000 Euro.
    In totale 8400 Euro di “imposta di possesso” di un bene che oltre a non dare rendimento si sta svalutando a causa dell’imposta stessa.

  20. Stefano

    seconda casa da 300.000 € paga all’anno di IMU 3.000 €
    300.000 € di investimento in fondi o azioni pagano 450 € l’anno.
    E’ questa l’Italia giusta di Bersani. che in più vuole la patrimoniale proprio sugli immobili?

  21. Piero

    Imu nell’attuale versione, la patrimoniale come già si annuncia che verrà emessa, sono imposte che violano la Costituzione. Già dal mio ufficio sono stati fatti oltre 100 ricorsi contro l’Imu. Penso che tra tre anni lo stato se continuerà con questa linea fiscale avrà un buco di bilancio per le imposte che dovrà restituire, in passato e’ già successo.

  22. Marino

    Intanto, la questione IMU sulla prima casa sta monopolizzando il dibattito politico, e forse ci sono cose più importanti. A me va bene una IMU sulla prima casa, piuttosto leggera e progressiva, in fondo anche chi abita in una casa di proprietà e ha un basso reddito usufruisce dei servizi comunali. Ma anche se voterò PD, sono contrario alla patrimoniale aggiuntiva. Da marxista, so che il mio essere sociale mi determina: i miei genitori mi hanno lasciato degli appartamenti e ho pagato circa 11.000 euro di IMU. Calcolando che ho un mutuo di 2000 euro, pago la cedolare secca e ho un figlio che non riesce a trovare lavoro e che gode di un monolocale in uso gratuito, a spanne tutto il patrimonio (sì, vado oltre il milione e mezzo) mi rende, forse, mille euro al mese netti. Fondamentalmente, non mi rimarrebbe reddito “fresco” per pagare una patrimoniale.

  23. giancarlo

    Se l’unità di imposizione sulle imposte dirette è l’individuo, sarebbe tempo di modificare la Costituzione…visto che la comunione dei beni riunifica le proprietà immobiliari nella famiglia. E visto che anche i beni immobiliari ereditati hanno lo stesso esito. Si immagini quante e quali difficoltà incontra un reddito familiare medio, quando ad ereditare la casa dei genitori siano figli già attempati e sposati ! (Situazione sempre più frequente). E quando le case ereditate e non residenziali pagano imposte da seconda casa; e quando infine la crisi ciclica del mercato immobiliare sia in fase debutto come ora…..
    Cordiali saluti.
    Giancarlo Arcozzi

  24. rocket47

    Perchè non pensare ad una patrimoniale da valutare, meno l ‘IRPEF? Perchè tassare solo la casa e non anche le scarpe i cappotti ed altro? La casa per noi italiani è spesso il risultato di generazioni che hanno risparmiato e non scialacquato! Chi non ha la casa, non sa quante rinunce bisogna fare per averne una e mantenerla !

  25. AM

    Bersani è attento ai sondaggi e ai commenti. Gradualmente ha spostato il tiro e oggi non parla più di patrimoniale, ma di ritocchi di equità e di progressività all’IMU (che è una patrimoniale immobiliare limitata alle proprietà in Italia, in mano a persone fisiche o giuridiche italiane o straniere). In sostanza si tratta di aumentare la franchigia sulla prima casa anche in relazione all’IRPEF e di ridurre le aliquote sulle cosiddette seconde case che in realtà sono prime in quanto date in comodato a figli, genitori, ecc o affittate a residenti. In secondo luogo la progressività delle aliquote non dovrebbe dipendere solo dal numero di abitazioni come semplicisticamente vorrebbe qualcuno. Come se Villa Certosa e un monolocale a Rapallo fossero la stessa cosa!

  26. Henri Schmit

    Basterebbe prevedere una detraibilità dell’IMU prima casa fino a un massimo di 500 euro (per individuo) per rendere la parte riduzione della proposta fiscale di Bersani perfetta. Spero che non rendano esente una casa da 499 e tassino una da 501!

    Per il volante di nuova tassazione è più difficile. Mi sembra assurdo voler aggiungere una seconda tassa immobiliare sull’IMU. Perché non modulare l’IMU diversamente?

    Bersani ha confermato ieri sera che intende introdurre una nuova tassa sui grandi patrimoni immobiliari, oltre il milione e mezzo di valore catastale (così ho capito io). L’idea è sbagliata e gli farà perdere un’altro percento di consenso così prezioso al senato.

  27. carmelo

    bersani sappi che hai sulla coscienza molti italiani in poverta’ e alcuni suicidi se continui a fare di testa di cavolo fatti visitare il cervello spero che cambi mentalita’

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