I commenti ricevuti sono tanti, vari ed anche assai interessanti. Cercherò di rispondere ad alcuni. Preciso innanzi tutto che il costo totale dei sussidi alle energie rinnovabili ed assimilate per il 2013 è stimato dall’Autorità per l’Energia ad oltre 11,7 miliardi, come da comunicato stampa emesso dalla stessa a marzo di quest’anno. Capisco chi mi critica sulla proposta di retroattività, orribile, ma quando si hanno le spalle al muro, come in Spagna, può essere una scelta meno dolorosa di altre; e anche in Italia, non abbiamo sospeso l’indicizzazione delle pensioni? Non è anche questa una forma di retroattività a carico di categorie ben più deboli? Possono poi esistere altre misure per recuperare parte degli “extraprofitti” evitando formalmente la retroattività. Per quanto riguarda i “capacity payments” penso che l’Autorità dovrebbe riconoscerli solo alle centrali più efficienti, evitando i rischi di cui parla Maurizio Grassi, ma non c’è dubbio che siano costi addizionali che dobbiamo sostenere a causa dell’erraticità delle produzioni da rinnovabili e quindi a queste dovrebbero essere addossati i relativi costi. A chi osserva che, grazie al fotovoltaico, il prezzo marginale in alcune ore di punta si è azzerato ribatto che in realtà quell’energia la paghiamo 380 euro al MW, sei volte più di quella prodotta con termoelettrico; meglio sarebbe, per i consumatori, che non ci fosse sole! Mi pare poi risibile parlare dei benefici delle nostre rinnovabili per contrastare la crisi climatica globale: si può stimare che la conseguente riduzione di emissioni di CO2 ammonti a circa lo 0,01 per cento delle emissioni mondiali. L’ipotetico beneficio per la bilancia dei pagamenti è assai difficile da stimare. Se da un lato si riducono nel tempo le importazioni di combustibili fossili, dall’altro abbiamo speso subito molto, ben più di 15 miliardi, per importazioni di componenti e soprattutto abbiamo fatto lievitare di molto il costo dell’energia per le nostre imprese, con conseguente perdita di competitività a danno della bilancia dei pagamenti.
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paolo
Mi permetto di fare sommessamente notare che la questione potrebbe scatenare effetti deflagranti. Ad esempio tanti Comuni italiani grazie all’installazione di impianti di energie rinnovabili sono riusciti a ridurre le proprie bollette energetiche, creare esempi virtuosi per la cittadinanza e, last but not least, recuperare qualche risorsa corrente senza incidere fiscalmente sui soliti noti. Si ha idea dei tagli e dei vincoli che hanno subito i Comuni italiani in questi anni? Tagliamogli anche retroattivamente gli incentivi sulle rinnovabili e si avvererà la profezia di Prodi quando rispose alla prima promessa di Berlusconi sull’eliminazione dell’Ici: chiudiamo i Comuni?
Fabio Elsa
Gentile dott. Ragazzi, come le avevo già chiesto in un commento al precedente suo articolo, resto in attesa che lei pubblichi un report altrettanto dettagliato riguardante gli incentivi alle fonti energetiche fossili, per par condicio ovviamente.
Cordiali saluti