È stato un anno vissuto pericolosamente. Adesso possiamo dirlo: quando, il 4 luglio 2002, abbiamo messo in rete lavoce.info, non eravamo affatto sicuri di durare più di tre mesi. Temevamo di non riuscire a raccogliere sufficienti contributi scritti da poter aggiornare regolarmente il sito. Puntavamo a raggiungere, al massimo, un pubblico di un migliaio di lettori, ma non eravamo affatto sicuri di farcela…

È stato un anno vissuto pericolosamente. Adesso possiamo dirlo: quando, il 4 luglio 2002, abbiamo messo in rete lavoce.info, non eravamo affatto sicuri di durare più di tre mesi. Temevamo di non riuscire a raccogliere sufficienti contributi scritti da poter aggiornare regolarmente il sito. Puntavamo a raggiungere, al massimo, un pubblico di un migliaio di lettori, ma non eravamo affatto sicuri di farcela. Come docenti universitari, assorbiti da mille impegni, temevamo di non trovare noi stessi il tempo sufficiente per accudire il sito. Volevamo tuttavia provarci, creando un precedente, convinti che si dovesse fare qualcosa per arginare la "campagna elettorale" permanente.

UN ANNO DOPO, MOTIVAZIONI ANCORA PIU’ FORTI

Le motivazioni che ci hanno spinto a lanciarci in questa impresa si sono, da allora, solo rafforzate. La concentrazione del potere mediatico è ancora più evidente di dodici mesi fa. Il conflitto di interessi del nostro Presidente del Consiglio non è stato minimamente affrontato ed è una presenza opprimente. Anche qualora non esercitato, il controllo di una sola persona, Silvio Berlusconi, sulle sei principali reti televisive alimenta il legittimo sospetto di un’informazione distorta. Si rafforzano al contempo gli intrecci fra i gruppi industriali che detengono la proprietà dei maggiori quotidiani e il Governo, il che riduce obiettivamente gli spazi di una stampa libera. Non casualmente le lamentele di esponenti del Governo – quando qualche direttore o giornalista coraggioso non lesina critiche all’operato dell’esecutivo – sono sempre più spesso rivolte alla proprietà dei giornali, anziché ai direttori o ai giornalisti autori dei pezzi "incriminati". Ne risente soprattutto l’informazione economica, che è spesso omissiva e compiacente. Siamo poi all’inizio di un triennio elettorale: prima le elezioni europee, poi le regionali, infine quelle politiche. In questi tre anni sarà sempre fortissima la tentazione di trasformare il confronto in rissa, in disputa ideologica, lontana dal merito dei problemi. Si alimenterà il sospetto su ogni dato statistico, su ogni rilevazione scientifica. Altre informazioni rilevanti verranno trattenute, fatte passare in secondo piano. Saranno tempi duri per chi, come noi, vuole poter esercitare la funzione di "watchdog", di cane da guardia, che valuta criticamente la politica economica, disinteressandosi dell’uso politico che può essere fatto di ciò che scrive. Ma anche tempi in cui questa funzione critica e indipendente diventa sempre più necessaria per evitare il decadimento del confronto pubblico.

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UN SUCCESSO (QUASI) INASPETTATO E NUOVE POTENZIALITA’

Se le motivazioni per continuare non mancano, abbiamo maturato quest’anno una più forte consapevolezza delle enormi potenzialità di un sito open source, come lavoce.info, e siamo galvanizzati da un successo che è andato molto al di là delle nostre più rosee aspettative. Abbiamo ospitato più di 500 interventi senza mai essere a corto di pezzi di qualità, il sito ha ricevuto in quest’anno 300mila visite per più di 2 milioni di pagine visitate. Il numero degli iscritti alla newsletter è stato ininterrottamente in aumento (in questi giorni abbiamo superato gli 8.300 iscritti), come pure il numero di pagine scaricate (con picchi di 15mila pagine al giorno e una media giornaliera tra le 6mila e le 7mila pagine a seconda dei mesi) e di visitatori (circa mille al giorno). I nostri articoli vengono spesso ripresi dalle maggiori testate nazionali, dai giornali locali (qualche volta anche dalla cosiddetta free press), dalle radio e dalla televisione. Insomma, l’impatto del sito si estende ben oltre il pubblico dei suoi assidui frequentatori.. Un pubblico peraltro molto qualificato, come abbiamo potuto apprezzare dalla qualità dei commenti che riceviamo e dagli esiti di un sondaggio presso i nostri lettori (3mila i questionari ricevuti).
Per tutti questi motivi, abbiamo deciso di continuare a esistere e di darci strumenti per farlo a lungo, premiati dalla generosità dei nostri lettori. La pluralità dei sottoscrittori (abbiamo imposto un tetto massimo di 5mila euro per contributo) assieme al lavoro di docenti universitari che svolgiamo sono la maggiore garanzia di indipendenza del sito. Con queste risorse abbiamo potuto finanziare una segreteria di redazione e tradurre alcuni pezzi di collaboratori stranieri. Abbiamo anche rimesso mano alla grafica, seguendo le indicazioni forniteci dai nostri lettori per avere un sito più flessibile e in grado di utilizzare ancora meglio le potenzialità di Internet. Abbiamo nuove rubriche, come "Pro e Contro" in cui ospitiamo confronti telematici fra redattori e qualificati interlocutori, un "Glossario" che cresce assieme al raggio d’azione del sito, e uno spazio apposito per le "rassegne stampa", che hanno incontrato un grande apprezzamento tra gli iscritti al sito. Abbiamo anche uno spazio libero, "Licenza Poetica", in cui lasciare sfogare, ogni tanto, l’indignazione nostra e dei nostri lettori per ciò che avviene in Italia e nel mondo ed esercitare senza freni l’ironia. Più risalto viene anche offerto alle interazioni con i nostri lettori. Abbiamo semplificato gli indici e la ricerca onde permettere una più facile consultazione del sito. Offriremo a breve una versione in pdf degli interventi. Speriamo di raggiungere i 50mila euro di sottoscrizione per migliorare ulteriormente lavoce.info. Contiamo sull’aiuto di tutti voi per farcela.

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I DOVUTI RINGRAZIAMENTI

Alla fine di questo primo anno Giuseppe Bertola – assorbito da nuovi impegni — lascerà la redazione de lavoce.info. A Giuseppe va il nostro ringraziamento per il contributo fondamentale che ha dato alla linea editoriale del sito. I suoi pezzi sull’informazione e sui danni del falso ottimismo sono lì a testimoniarlo. Contiamo sul suo contributo di collaboratore. Entrerà a far parte della redazione Maria Cecilia Guerra che fin dall’inizio ha partecipato, come assidua collaboratrice, a questa avventura. A Cecilia va il nostro caloroso (non troppo, data la canicola!) benvenuto.
Abbiamo in questi giorni ringraziato i nostri tantissimi collaboratori, uno per uno. Ma permetteteci di farlo ancora qui, pubblicamente. Siete talmente tanti che il rischio che qualcuna delle nostre lettere non sia andata a buon fine è elevato. A uno di questi collaboratori, a Raghuram Rajan, vanno poi le nostre congratulazioni per la sua fresca nomina a capo economista del Fondo Monetario Internazionale.

la redazione de lavoce.info

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