E’ condivisibile la scelta di ridurre il cuneo fiscale per la parte che compete alle imprese attraverso un intervento sull’Irap. Che può essere letto non come una semplice agevolazione, ma come una norma di sistema. E la sua articolazione è funzionale agli obiettivi perseguiti. Gli elementi critici sono dettati dall’impellenza dei vincoli di gettito e riguardano l’esclusione di importanti settori delleconomia, oltre alla complessità dei meccanismi opzionali previsti, che rendono il disegno e i suoi effetti meno trasparenti. La Finanziaria per il 2007 contiene latteso intervento di riduzione del cuneo fiscale sul lavoro, cioè del divario fra il costo del lavoro sostenuto dallimpresa e la retribuzione netta per il lavoratore. Quali sono gli obiettivi a cui si è data priorità nellintervento? Con quali benefici per le imprese e quali costi sul bilancio pubblico? Le misure a favore delle imprese La riduzione del cuneo fiscale di cui beneficeranno i datori di lavoro avviene tutta sul fronte dellIrap, la cui base imponibile include il costo del lavoro. Due sono gli interventi previsti: Lopzione rispetto agli incentivi esistenti Negli ultimi anni sono stati frequenti gli interventi agevolativi che hanno riguardato lIrap, con finalità varie, quali il sostegno alle piccole imprese, alla loro crescita, alloccupazione e agli investimenti in ricerca e sviluppo. Si è quindi posto un problema di coordinamento fra le nuove e le vecchie agevolazioni. La via scelta è stata quella di lasciare al contribuente lopzione fra le nuove agevolazioni e alcune di quelle vigenti, con analoga valenza: La scelta dello strumento La scelta di ridurre il cuneo fiscale agendo sulla base imponibile dellIrap può essere guardata con favore per due ragioni. Da un lato, perché è preferibile a un intervento sui contributi previdenziali e assicurativi, la cui riduzione avrebbe comportato una revisione dei programmi di spesa a essi associati o un indebito trasferimento dei costi di questi programmi alla fiscalità generale. Gli obiettivi perseguiti Le modalità scelte per il taglio al cuneo fiscale ne rendono espliciti gli obiettivi. Quanto pesa la riduzione del cuneo? A titolo di esempio, la tabella 1 calcola la riduzione del costo del lavoro introdotta dalla norma in esame per due lavoratori con retribuzione lorda rispettivamente di 15 e 30mila euro. Ne emerge con chiarezza che la riduzione del cuneo è significativamente differenziata sia territorialmente che per livello di retribuzione. Al Nord, è pari a circa 1,5 punti del costo del lavoro (circa 2,8 della retribuzione lorda) per la retribuzione di 15mila euro e 1,1 (2,1 se rapportato alla retribuzione) per quella di 30mila euro. Al Sud raggiunge i 2,3 punti del costo del lavoro (circa 4,2 della retribuzione lorda) per la retribuzione di 15mila euro e 1,5 (2,2 se rapportato alla retribuzione) per quella di 30mila euro. Il vantaggio è più contenuto per quelle imprese che, optando per le nuove, perdono le vecchie agevolazioni (alcune delle quali erano comunque temporanee) Il costo per il bilancio dello Stato La quantificazione del costo della riduzione del cuneo per le imprese è riportata, seppure con un dettaglio insufficiente a renderne possibile unanalisi critica, nella relazione tecnica al disegno di legge Finanziaria. Tabella 1. La riduzione del cuneo sulle imprese Normativa vigente Retribuzione lorda 15000 30000 Oneri sociali 4812 9624 Irap 842,01 1684,02 Costo del lavoro 20654,01 41308,02 Cuneo in % costo del lavoro 0,274 0,274 Cuneo in % retribuzione lorda 0,377 0,377 Ddl Finanziaria 2007 Retribuzione lorda 15000 30000 Oneri sociali 4812 9624 Irap 425 1062,5 Costo del lavoro 20237 40686,5 Cuneo in % costo del lavoro 0,259 0,263 Cuneo in % retribuzione lorda 0,349 0,356 Ddl Finanziaria 2007 Retribuzione lorda 15000 30000 Oneri sociali 4812 9624 Irap 212,5 850 Costo del lavoro 20024,5 40474 Cuneo in % costo del lavoro 0,251 0,259 Cuneo in % retribuzione lorda 0,335 0,349
Secondo le indicazioni del governo, lintervento è a favore delle imprese per il 60 per cento del suo ammontare, e dei lavoratori per il restante 40 per cento. Per i lavoratori, come sottolinea anche la Relazione previsionale e programmatica, la riduzione del cuneo “viene realizzata nellambito di un più ampio intervento di riforma dellIrpef che interessa non solo i lavoratori dipendenti ma tutti i contribuenti (
)”, con effetti redistributivi complessivi a favore delle classi di reddito più basse.
In questo contributo cerchiamo di capire cosa succede per i datori di lavoro.
a) la deduzione dalla base imponibile Irap della parte di costo del lavoro rappresentata dai contributi previdenziali e assistenziali;
b) una deduzione fissa, sempre dalla base imponibile Irap, di 5mila euro annui per lavoratore, elevata a 10mila euro per le regioni del Mezzogiorno e Isole (nellambito degli importi minimi previsti per gli aiuti di Stato comunitari).
Entrambe le agevolazioni spettano solo con riferimento ai lavoratori dipendenti a tempo indeterminato. È settoriale: non ne godono banche, altri enti finanziari, assicurazioni e i settori regolati dei servizi di pubblica utilità (energia, acqua, trasporti eccetera). È quindi necessaria una apposita autorizzazione in ambito comunitario.
a) la deduzione di 8mila euro, riconosciuta alle imprese la cui base imponibile non supera i 181mila euro;
b) la deduzione, per un importo pari a 20mila euro allanno, per ogni nuovo dipendente a tempo indeterminato assunto entro il 2008. Per le aree svantaggiate la deduzione è ampliata a 100mila euro per il Sud, e 60mila euro per il Centro Nord. E la Finanziaria propone di accrescerla ulteriormente, per le medesime aree, con riferimento alle lavoratrici donne rientranti nella definizione di lavoratore svantaggiato previsto dai regolamenti Ce, rispettivamente a 140mila euro per il Sud, e 100mila euro per il Centro Nord.
Dallaltro, perché lesclusione dei contributi dalla base imponibile dellIrap ha altri vantaggi: razionalizza la base imponibile dellIrap, evitando che limposta colpisca anche contributi obbligatori per legge e riporta su un piano di maggiore neutralità il trattamento relativo del lavoro e del capitale (che rientra nella base imponibile al netto degli ammortamenti). Ciò fa dellintervento proposto, non già una semplice agevolazione, quanto una norma di sistema. Se lo si legge in questo modo, lesclusione di alcuni importanti settori economici solleva qualche perplessità.
1. Poiché le agevolazioni riguardano esclusivamente i lavoratori dipendenti a tempo indeterminato, si persegue lo scopo di incoraggiare limpiego di tali lavoratori, riducendo la convenienza relativa del lavoro precario, per il quale, al contrario, il cuneo fiscale aumenta a causa dellinnalzamento degli oneri contributivi al 23 per cento.
2. Prevedendo lesclusione di banche, assicurazioni e public utilities, si cerca di concentrare lintervento sulle imprese maggiormente esposte alla concorrenza internazionale, ma soprattutto si limitano le perdite di gettito.
3. La deduzione in quota fissa, differenziata territorialmente, rende lagevolazione più marcata per le fasce retributive più basse e per il Mezzogiorno e le Isole. Si persegue quindi lobiettivo di favorire loccupazione al Sud (dove si può ritenere che il gap fra costo del lavoro e produttività possa disincentivare le assunzioni o favorire il sommerso) e di sostenere i livelli salariali delle fasce più deboli al Nord, e cioè nelle zone in cui è più forte la pressione competitiva.
Nel 2007 costerà 2,45 miliardi, che saliranno a 4,41 nel 2008 e 4,68 nel 2009. Lentrata a regime della misura è infatti scaglionata nel tempo, sia per ragioni di gettito, sia per la necessità di attendere, ove richiesto, il via libera dalla autorità europee. Le deduzioni richiamate spettano per metà del loro importo dal mese di febbraio e per il loro intero ammontare a partire da luglio.
Nel complesso, le modalità con cui la misura di riduzione del cuneo è stata disegnata appaiono condivisibili, sia per quanto riguarda la scelta dello strumento, che la funzionalità della sua articolazione agli obiettivi perseguiti, anche se non ci si deve illudere che uno sgravio fiscale possa agire da toccasana per i problemi dello sviluppo del paese. Gli elementi critici principali sono dettati dallimpellenza dei vincoli di gettito e riguardano lesclusione di importanti settori delleconomia, e la complessità dei meccanismi opzionali messi in atto, che rendono il disegno e i suoi effetti sulle imprese e sul gettito meno trasparenti.
con agevolazione territoriale
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