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Conflitto di interessi: la strada è quella

Il Programma

Il programma dell’Unione (p.18) indicava le linee guida su cui intervenire per modificare radicalmente la normativa introdotta nella precedente legislatura: revisione del regime di incompatibilità, istituzione di un’apposita autorità garante, obbligo di trasferire le attività patrimoniali ad un blind trust.

L’attività del Governo

Il testo del disegno di legge attualmente in discussione in Commissione Affari Costituzionali della Camera risulta coerente con queste indicazioni. Si applica ai componenti di governo, ai commissari straordinari e anche agli amministratori locali. In linea generale prevede un regime di incompatibilità con le cariche di governo (ma non di ineleggibilità al Parlamento), il dovere di astensione e separazione degli interessi attraverso la vendita o l’istituzione di un trust (gruppo di imprese soggette ad unità di direzione). E’ prevista inoltre l’istituzione di un’apposita Autorità composta da 5 componenti indicati dalle due Camere e in carica per 7 anni, a cui i soggetti sottoposti a controllo dovranno inviare dettagliate informazioni sul proprio patrimonio e la propria posizione nelle attività economiche. I soggetti sottoposti a questa disciplina e con un patrimonio superiore ai 15 milioni di euro dovrà affidare il proprio patrimonio in gestione a un blind trust senza la possibilità di conoscere come questo venga investito.

Commento

Il testo del disegno di legge appare sicuramente più incisivo rispetto alla precedente legge. Nella regolazione del conflitto di interessi sono possibili due strade: il controllo ex-post degli atti del governo e i vincoli di incompatibilità ex-ante tra cariche di governo e posizione economica. La legge precedente aveva seguito sostanzialmente il primo approccio definendo un quadro di controlli inefficace e coinvolgendo nell’attività di verifica una autorità, l’Autorità Antitrust, per sua natura estranea alle problematiche trattate. Il disegno del Governo si pone in linea con la gravità del problema nel contesto italiano e, se giungerà in questa forma all’approvazione finale, assicura un intervento più efficace.

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  1. Giuseppe

    Quello che desta perplessità è che sia una legge per una sola persona, ciò non va bene. Per ovviare si dovrà dare un decorrenza alunga scadenza ed a completezza occorre inoltre modificare le norme sulla privacy: più la notorietà e necessaria al raggiungimento di uno scopo minore deve essere la tutela, in sostanza i governanti non devono avere NESSUN diritto di privacy perchè è l’elettore che ha diritto di sapere tutto del suo governante anche le cose più intime (non solo di denaro, ma anche di vizi o ozi, ecc.), altro che norme contro le intercettazioni dei politici.

  2. Franco A.Grassini

    A me sembra che sia vano introdurre il blind trust in una realtà come quella italiana in cui la ricchezza è più spesso fatta da partecipazioni di controllo o proprietà di imprese. Se le azioni di Berlusconi in Fininvest fossero affidate ad un blind trust cesserebbe forse la sua possibilità di favorirla? e chi mai sarebbe il gestore di blind trust in grado di venderle? In certi casi è preferibile l’ineleggibilità

  3. Giuseppe Caffo

    Mi trovo molto d’accordo col commento del mio omonimo.In una società evoluta la trasparenza a 360 gradi degli uomini politici è presupposto essenziale al controllo democratico che gli elettori devono effettuare sui propri rappresentanti,tanto più quando ricoprono incarichi di governo.Altro che privacy!Qualsiasi legge sul conflitto di interessi è inutile se poi ci sono interessi occulti che la stampa e i cittadini non possono facilmente conoscere e valutare.I cittadini elettori hanno il diritto e il dovere di conoscere tutto di chi è delegato a legiferare e governare: a quel punto qualunque legge sul conflitto di interessi passa in secondo piano.

  4. Matteo Bardelli

    Una legge capace di regolare efficacemente i “conflitti d’interesse” era ed è sicuramente necessaria. Quello che dispiace è che non includa anche i parlamentari, tra i soggetti destinatari della norma, poiché perfino il legislatore può trovarsi in una condizione di conflittualità tra i suoi interessi privati e quelli pubblici della collettività nazionale.

    Cordialmente

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