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IL MERCATO VISTO DA SECOND LIFE

Second Life replica molte situazioni della vita reale. Ma ha un sistema economico diverso. E dunque può essere visto come un microcosmo utile per testare empiricamente le assunzioni classiche della self regulation dei mercati finanziari. Le regole imposte per la quotazione sono ben poche e la concorrenza ha spinto il regolatore privato alla creazione di una normativa essenziale che mira a soddisfare due fondamentali condizioni: l’accesso e la permanenza delle imprese sul mercato e la sicurezza e la fiducia degli investitori nelle imprese quotate.

Balzato agli onori della cronaca per aver replicato numerose situazioni della vita reale, Second Life – il mondo virtuale creato dalla americana Linden Lab – se ne discosta per vari aspetti del sistema economico.

L’ECONOMIA DI SECOND LIFE

Le prime diversità si riscontrano guardando ai beni.
In SL gli appezzamenti di terreno virtuale, le cosiddette lands, sono creati e offerti unicamente dalla Linden Lab tramite un sistema basato su limitate e periodiche aste pubbliche. Ciò permette la creazione di un mercato immobiliare secondario, gestito dai giocatori, per i terreni parcellizzati e gli edifici che vi possono essere costruiti.
Al contrario, i beni mobili possono essere creati liberamente dai giocatori, a patto che questi abbiano le opportune conoscenze informatiche. Gli oggetti così realizzati ed eventualmente venduti sono destinati a soddisfare unicamente desideri voluttuari, non esistendo esigenze primarie per la vita degli “abitanti” di SL.
Oggetto di commercio possono essere anche i servizi offerti agli avatar: quelli di maggior sviluppo spaziano dall’entertainment e il gioco d’azzardo, all’intermediazione lavorativa e immobiliare, nonché ai servizi bancari e finanziari in genere.
La moneta di scambio è il Linden Dollar (L$), acquistata a mezzo di transazione elettronica, il cui tasso di cambio ufficiale contro dollaro americano (circa 270L$ per 1$) viene quotidianamente fissato dalla Linden che agisce come autorità monetaria, imponendo un limite massimo al circolante al fine di contenerne l’inflazione. Sulla falsariga di quanto avviene per il mercato immobiliare, l’identica logica di contingentamento ha incentivato l’iniziativa privata con la nascita di agenti di cambio che suppliscono alla domanda di denaro che rimarrebbe altrimenti inevasa.
Al pari di quanto avviene nel mondo reale, un’impresa per poter operare in Second Life necessita di entrambi i fattori di produzione: il lavoro – eventualmente prestato da giocatori assunti dall’imprenditore virtuale – e soprattutto il capitale. Quest’ultimo, necessario all’inizio per acquistare una sede virtuale, può essere raccolto anche a mezzo di azioni od obbligazioni emesse da società, costituite tuttavia sotto la forma di gruppo di giocatori, non esistendo in SL una forma associativa ad hoc. Ciò comporta che l’ideatore del gruppo ricopra la carica di presidente e amministratore della società, abbia la facoltà di nominare altri amministratori o dirigenti sui quali non sembra, tuttavia, gravare alcuna forma di responsabilità in caso di malpractice societaria.
Gli strumenti finanziari così emessi dal gruppo sono scambiati su mercati “regolamentati”, di cui il World Stock Exchange (www.wselive.com)  rappresenta attualmente quello principale.

I MERCATI FINANZIARI

Nonostante l’assenza di una regolamentazione “pubblica” e pur dichiarandosi un semplice gioco, il Wse si presenta come una vivace ed evoluta piazza finanziaria in cui sono quotate attualmente quarantacinque società, per un volume medio giornaliero di scambi pari a circa 304mila L$.
Per poter accedere alle contrattazioni di borsa, il Wse richiede preliminarmente al fondatore della società di avere un’approfondita conoscenza della lingua inglese, di essere residente in SL da almeno sessanta giorni, di avere un valido account e-mail e di nominare almeno altri due amministratori.
Una volta ammessa, è necessario che la società pubblichi un bilancio trimestrale e, a cadenza almeno mensile, un documento informativo sulle performance operative e finanziarie conseguite. Inoltre la società è tenuta a un obbligo di “continuous disclosure” su ogni “material price-sensitive information”. (1)
All’obbligo di disclosure, non corrisponde tuttavia un effettivo potere di enforcementdegli azionisti.
I soci infatti possono votare a maggioranza (semplice) solo su argomenti decisi dagli amministratori e non è chiaro se il voto sia vincolante per la società e quali siano le conseguenze di un mancato adempimento della delibera da parte del board. Tipici argomenti di voto sono la riduzione e l’aumento del capitale nonché la rinuncia al diritto di opzione sulle azioni di nuova emissione (2), oltre alla distribuzione dei dividendi, nomina e revoca degli amministratori – tranne quella del fondatore, che risulta così inamovibile – modifica dell’oggetto sociale, messa in stato di liquidazione.
I soci sono invece esclusi dal voto sui conflitti di interessi degli amministratori, la cui risoluzione è rimessa alla esclusiva competenza del consiglio di amministrazione solo qualora l’amministratore in conflitto ritenga di doverli palesare, non esistendo un obbligo informativo a riguardo.
Non è previsto uno specifico organo, quindi il board è investito anche di un generale potere di controllo sull’amministrazione. Tuttavia non si rinviene una netta suddivisione fra executivedirectors e amministratori indipendenti a cui lo stesso possa essere eventualmente demandato. Esiste però la possibilità che il board decida di affidare il controllo contabile a un ente esterno. Analogamente non è previsto un remuneration committee che possa decidere i compensi degli amministratori, essendo ogni deliberazione in materia affidata agli stessi. Unica eccezione, il compenso dei non executive, che può essere rivisto straordinariamente dall’assemblea.
Alle scarne listingrules cosìdettate si associa un forte potere di supervisione del Wse, che permette al regolatore di incidere in maniera anche potenzialmente arbitraria sulle sorti delle società quotate, potendo sospenderle o rimuoverle in totale libertà.
L’unico limite a questa autonomia è dettato dalle “Capital Virtues”, ovvero una sorta di costituzione morale a cui tutti gli attori del mercato devono uniformarsi, che sembra riecheggiare la moral suasion tipica dei mercati anglosassoni.
Tali principi si concretizzano in un elenco di qualità richieste ai giocatori:  alle prevedibili honesty e integrity, si aggiungono le più “originali” friendliness, candour, love, fitness, health (“as freedom from abnormality”, sic), patience, wisdom, philantropy, detachment, compassion e forgiveness. 

LA LEZIONE DISECOND LIFE

Se si prescinde dall’aspetto ludico, la borsa di Second Life può essere considerata un interessante esperimento per lo studio della regulatorycompetition dei mercati finanziari.
Data la quasi totale assenza di “leggi” poste dalla Linden, la competizione ha spinto il regolatore privato alla creazione di una normativa essenziale che mira a soddisfare due fondamentali condizioni: a) l’accesso e la permanenza delle imprese sul mercato e b) la sicurezza e la fiducia degli investitori nello stesso e nelle imprese quotate.
Nel mondo reale non esiste un analogo ordinamento finanziario e probabilmente mai si vedrà, anche se si può osservare una tendenza a favorire l’autoregolamentazione degli operatori  o quantomeno una concertazione normativa a scapito di un controllo unicamente pubblico.
Il Wse può quindi rappresentare una curiosa cartina di tornasole per testare un modello, seppur estremo, di self regulation, il cui sviluppo potrà fornire degli originali spunti di riflessione sulla validità delle teorie che correlano l’efficienza del mercato alla libertà dello stesso di autogovernarsi.

(1) Wse Constitution, Shareholders communication and continuous disclosure, in www.wselive.com/info/constitution.
(2) Se, nel caso di sottoscrizione parziale, gli amministratori non decidono di ritirare l’offerta di nuove azioni emesse in occasione di un aumento di capitale, ai soci è attribuito il diritto di votare sulla rinuncia del diritto di opzione sulle azioni emesse.

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  1. Giorgio Corda

    Complimenti ai due autori dell’articolo, molto interessante e originale allo stesso tempo.

    cordialità

    Giorgio Corda

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