I governi dei G-8 (in ordine alfabetico: Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito, Russia, Stati Uniti) sono riuniti in Giappone a parlare, come sempre, dei destini del mondo. Per capire che tipo di decisioni possono uscire dalla loro riunione è utile tenere a mente cinque numeri che riassumono chi sono e che cosa rappresentano i G-8:
– sono il 40% del PIL mondiale (misurato correggendo per le differenze nella parità dei poteri di acquisto).
– producono il 25% del petrolio mondiale
– consumano il 50% del petrolio mondiale
– sono il 13% della popolazione mondiale.
– ospitano il 5% dei malati ancora vivi di AIDS.
Sono cioè un club di paesi ricchi con un gran bisogno di unenergia che producono in misura insufficiente alle loro necessità. Ma sono quasi irrilevanti sul totale della popolazione mondiale. Ed è quasi impossibile che, tra un meeting e laltro, presi dalla politica di tutti i giorni, si ricordino dei malati di AIDS e delle altre epidemie cui ogni volta promettono qualche spicciolo. Dunque, mettiamogli pure addosso i riflettori dei media. Ma nel valutare la credibilità dei loro impegni per la fame nel mondo e le loro prediche sullambiente teniamo in mente i cinque numeri ricordati sopra.
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È stato Professor of Macroeconomic Practice alla School of Management dell'Università Bocconi, dove insegnava Macroeconomics, Global Scenarios ed è stato direttore del Full-Time MBA. Ha insegnato in varie università come l’Università Cattolica (sede di Piacenza), Parma, Brescia, Monaco e Lugano. Ha svolto attività di consulenza presso il Ministero dell’Economia, la World Bank, la Commissione Europea e il Parlamento Europeo. Le sue ricerche si sono concentrate sulla relazione tra le riforme economiche, l’adozione delle nuove tecnologie e l’andamento della produttività aziendale e settoriale in Italia, Europa e Stati Uniti. Ha collaborato con il Corriere della Sera e ha fatto parte del comitato di redazione de lavoce.info, di cui è stato Managing editor dal 2014 al 2020. Scomparso il 29 dicembre 2021.
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