Il decreto anticrisi ha un saldo netto in positivo di 390 milioni. Un risultato sorprendente. Pur con la prudenza dovuta al livello del debito pubblico, sarebbe stato fondamentale aumentare la spesa pubblica o ridurre la pressione fiscale. Invece, il provvedimento prevede un incremento netto delle entrate, in gran parte tributarie, per compensare quello delle spese. In recessione l’unico modo per migliorare i conti pubblici è far ripartire l’economia. E il governo dovrà presumibilmente intervenire in corso d’opera perché le misure di spesa appaiono sotto finanziate.
Grazie allottimo lavoro del servizio bilancio della Camera, abbiamo finalmente un quadro completo del decreto anticrisi varato quasi due settimane fa dal nostro Consiglio dei ministri. Il risultato è però sorprendente. Dopo che a Washington il 16 novembre scorso era stato annunciato dal ministro Tremonti un piano da 80 miliardi, ridotto solo tre giorni dopo a 12,7 miliardi, poi sceso a 7 miliardi, a 6,5 e, infine, il 29 novembre a 3,7 miliardi, ci ritroviamo ad avere un intervento a saldo zero. Più precisamente, il decreto anticrisi ha un saldo netto in positivo, tra variazioni nette nelle entrate e nelle uscite, di 390 milioni. Non solo non cè una riduzione della pressione fiscale, ma vi è un incremento netto delle entrate, in gran parte tributarie, di 3 miliardi e mezzo che serve più che a compensare laumento netto delle spese.
CRESCE SOLO LA BUROCRAZIA
Dal punto di vista macroeconomico, questo significa che ci stiamo preparando alla peggiore recessione del Dopoguerra sparando a salve. Una manovra antirecessiva può, infatti, avere un significativo impatto macroeconomico solo se varia i saldi. In un contesto come quello attuale, sarebbe stato fondamentale aumentare la spesa pubblica o ridurre la pressione fiscale per rilanciare leconomia. Certo, tutto questo andava fatto con prudenza, dato il livello del nostro debito pubblico. E mettendo subito in atto piani che ci portassero, quando la crisi sarà finita, a finanziare stabilmente le minori entrate (o maggiori spese) decise oggi con riduzioni permanenti della spesa, come quelle che stiamo proponendo sulle varie missioni del bilancio pubblico. Il decreto anticrisi, invece, finanzia le maggiori spese con maggiori entrate, innalzando ancora di più la pressione fiscale. Cè da chiedersi come reagiranno gli altri governi del G20 e il Fondo monetario, che da tempo chiedono una forte azione di stimolo fiscale coordinata tra i diversi paesi, cui anche lItalia è chiamata a dare un contributo.
I dettagli riguardo allimpatto della manovra sul bilancio dello Stato (la tabella sul bilancio della pubblica amministrazione è più complessa, ma comunque consegna un saldo positivo) vengono forniti dalla tabella qui sotto. La parte del leone viene svolta dalla rivalutazione dei valori contabili Ias, una misura di riallineamento dei valori fiscali e contabili che in parte anticipa entrate future. Oggi, semmai, dovrebbe essere compiuta loperazione opposta, immediate riduzioni di tasse oggi compensati da riduzioni di spesa domani. Vi sono poi circa 500 milioni che derivano da inasprimenti dellIva. Si noti che negli altri paesi si sta procedendo in direzione diametralmente opposta, riducendo lIva, come consentito dalla Commissione europea.
Il decreto anticrisi si limita così a redistribuire risorse. E la redistribuzione, modesta peraltro, avviene con costi amministrativi molto elevati soprattutto in rapporto alle erogazioni concesse ai cittadini, come mettono in luce Massimo Baldini, Simone Pellegrino e Paola Monti. Si crea tanta burocrazia, ma nessun posto di lavoro con manovre di questo tipo. E non si offre protezione alla grande platea di lavoratori con contratti a termine che rischia di rimanere senza lavoro nei prossimi mesi.
Si dirà che una manovra a saldo zero non peggiora i conti pubblici, a differenza di quanto sta avvenendo in altri paesi. Ma non è così. Primo, perché in fasi di crisi come questa i conti peggiorano comunque e lunico modo per migliorarli è far ripartire al più presto leconomia, creando le condizioni per cui i tagli alle tasse e le nuove spese decise oggi siano sostenibili, possano durare nel tempo. Secondo, perché il governo rischia di doversi trovare fra qualche mese a spendere molto di più di quanto previsto. Le misure di spesa appaiono sotto finanziate: a esempio, stimiamo che la social card costerà almeno 600 milioni, 150 in più di quelli stanziati per questa misura. E i fondi aggiuntivi per gli ammortizzatori sociali non sono comunque adeguati, anche mantenendo le regole attuali, per tassi di disoccupazione a due cifre. Questo significa che il governo dovrà presumibilmente intervenire in corso dopera, come esplicitamente previsto dal decreto attuativo della social card, per chiudere il rubinetto delle erogazioni oppure per ampliare le dotazioni dei vari fondi, rendendo così discorsivi gli effetti della spesa.
Quadro di copertura DL 185/2008 effetti sul SNF per il 2009
(milioni di euro)
Fonte: Camera dei Deputati
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luigi zoppoli
Sorprendente! Addirittura saldi positivi per la manovra. Insufficiente anche senza questo surplus. Continuo a pensare che nulla sia casuale nelle scelte del governo, e continuo a non capire quale strategia si voglia realizzare. Se così non fosse, le alternative sarebbero di totale irragionevolezza o incapacità. Ma non lo credo. Dunque?
Massimo GIANNINI
Il titolo di questo articolo è degno del Robin Hood di "noantri" che è il ministro dell’economia italiano. Il classico gioco delle tre carte e delle partite di giro, che io ho sempre chiamato partite di prese in giro. Come è ad esempio la social card che viene a mio parere sottofinanziata perché é fatta per non essere diffusa e utilizzata: il famoso spot pubblicitario per il panettone natalizio. Ma perché le manovre e misure del Ministro Tremonti funzionano sempre al contrario? Fate bene a fargli le pulci ma qualcuno dovrà spiegargli che Robin Hood si occupava d’altro.
Alessio Rampini
Sono rimasto a bocca aperta leggendo la vostra analisi, bocca che rimarrà tale quando nessun altro media riporterà la vostra notizia bomba. Come il governo non intervenga o metta in campo riforme serie per agevolare l’uscita dalla crisi per me è un mistero. Complimenti come sempre, ormai siete rimasti il mio unico riferimento in Italia come credibilità e serietà.
Disperato
i temi trattati sono chiari, ma mi sorge il dubbio che siate un poco manipolativi: il saldo di ogni manovra non è sempre a zero? certo, la copertura delle spese eccedenti le disponibilità fa sempre la differenza (in questo caso è evidente, c’è addirittura un attivo), ma confrontare l’annuncio degli 80 miliardi con il “saldo 0” mi sembra poco onesto. (va da sè che l’annuncio… non era comunque un cosa seria, ahinoi).
La redazione
Niente affatto. Una manovra finanziaria (come molte di quelle varate dall’attuale Ministro dell’Economia quando il mondo cresceva a tassi del 5-6 per cento all’anno) può essere in disavanzo. E quando si parla di manovre espansive il riferimento è ovviamente al saldo netto.
Mario Alemi
Il quadro di copertura sembra il sogno della caricatura di un prete no-global. Imprese grandi dimensioni? Cattive, pagate! Imprese con gli immobili? Cattive, pagate! Teledipendenti? Cattivi, pagate! Materiale pornografico? Cattivissimi, pagete, pagate!
Barcella Massimo
Stando così le cose più che a una strategia mi sembra che siamo di fronte a una sorta di scommessa : "speriamo che il mercato riparta in tempi brevi e che i soldi per farlo ripartire ce li mettano gli altri!"
Bortoletto Michele
Il lupo perde il pelo ma non il vizio. Insomma dopo il gioco delle tre carte e la tremontiana finanza creativa ecco un’ altra magica misura economica dei berluscones. Non mi aspettavo da personaggi di tal fatta nulla di meglio dato che li ritengo non solo incompetenti ma anche pericolosi truffaldini. Ciò che mi avvilisce è la mancanza di indignazione e di rivolta da parte di molti (vedi Cisl e Uil). Per parte mia vi dico che venerdì 12 sarò con la Cgil in Piazza Ferretto a Mestre per dire al governo che così proprio non va. Una cosa che mi fa imbestialire è che queste misure non risolveranno nessun problema peggiorandone molti. Confido nella partecipazione di molti ma so che troppi rimarranno comunque indifferenti ancora una volta. Mi duole dirlo ma se Berlusconi è al governo e tocca a lui gestire questa situazione vuol dire che certe cose ce le andiamo proprio a cercare. E con ciò non voglio dire che sia sua la colpa di questa crisi, ma sarà sua la responsabilità di come dovremo affrontarla.
Agostino De Zulian
Le misure del Governo Italiano varate con Decreto per fronteggiare la crisi economica si possono equiparare ad uno spazzolino da denti dato da unimpresa di pulizia ad un suo dipendente perché possa pulire e lucidare in fretta tutto il Palazzo dellAltare della Patria.
Gianluca
Ma allora c’è davvero ancora qualcuno che crede ai politici? Incredibile, mi stupisco di ritrovare ancora gente stupita di quello che l’una o l’altra parte politica del paese fa tutte le volte che viene eletta. Leggo stupore nel "positivo da 390 milioni" ma io dico meno male considerato il nostro debito pubblico; leggo di ridurre la spesa fiscale ma allo stesso tempo mi chiedo in quale altro posto lo stato crediate che oggi possa prendere dei soldi e non fatemi ridere con i tagli alla spesa (dove "mangerebbero" tutti quelli a cui devono favori). Bisogna smetterla di credere alle favole, Babbo Natale non esiste e così neppure un politico che faccia gli interessi dei dipendenti. Far ripartire l’economia? Volete la mia soluzione? Permettete a tutti i cittadini (e non solo alle imprese) di scaricare l’IVA dagli acquisti (anche solo il 50%) e stiamo a vedere con tutto il nero che viene fuori come riduciamo il debito pubblico e facciamo ripartire il paese in meno di un anno! Provate a chiedervi perchè nessuno ha mai fatto una proposta del genere? Tanto possiamo sempre sposare i figli di Berlusconi no? Io per natale li metterei al posto del 6 al Superenalotto che ne dite?
Rombo
E’ certamente più facile parlare che agire. Berlusconi e Tremonti non fanno eccezione. Sono mesi che si lodano per quanto starebbero facendo per dare sostegno all’economia nazionale in questa crisi, in realtà hanno prodotto molte chiacchiere e quasi nessun intervento incisivo. Peccato che la gente non lo possa sapere, visto che nessuno ha ripreso il commento del Prof. Boeri, neppure la Stampa. Magari sono visionario, ma penso che l’attenzione di Tremonti per il controllo del debito (e la conseguente inattività sul fronte della crisi) nasca dal terrore per le conseguenze del federalismo fiscale sui conti pubblici.
Eugenio Cuomo
Magari fosse vero! Un po’ di soldi ai poveri (pochi ma sempre qualcosa) e più tasse a chi può (vedi SKY).
GIUSEPPE
E’ lecito pensare che i casi siano due: 1) o tale e’ la situazione che si e’ incorsi in errori grossolani o 2) la situazione bancaria italiana e’ talmente disastrosa che si tengono le cartucce per fronteggiarla quando esplodera’. Speriamo in bene.
GIANLUCA COCCO
Il decreto anti-crisi non combatte la crisi soprattutto perchè si tratta di una piccola elemosina a favore di soggetti che hanno bisogno di ben altro. Il discorso della maggiore pressione fiscale da evitare vale solo se riguarda i reddito medio bassi. Una maggiore pressione fiscale sui redditto medio alti, soprattutto sui quei 6 milioni di persone che detengono il 50% della ricchezza, è persino auspicabile. Ma soprattutto servirebbe rendere reale la pressione fiscale, ossia recuperare l’evasione senza precedenti che questo Paese fa registrare. Inoltre è auspicabile la quasi totale abolizione dell’imposizione indiretta. Solo redistribuendo in modo strutturale la ricchezza si può rilanciare l’economia: l’alternativa è il collasso totale. Concordo sul discorso spesa pubblica, ma anche in questo caso si possono recuperare tante risorse dai vergonosi sprechi esistenti in piu settori.
Marcello Piccinini
Se sommiamo gli effetti nulli o addirittura negativi di questa manovra, alla finanziaria gia’ approvata, che ricordo prevede tagli pesantissimi su settori come scuola, sanità, pubblico impiego, senza che questi vengano compensati da tagli di tasse, abbiamo un effetto per il 2009 estremamente recessivo. Inoltre bisogna anche considerare cosa che non è stata fatta dal Prof. Boeri, i tagli agli incentivi per le installazioni e le ristrutturazioni per il risparmio energetico il famoso 55%, che se non ricordo male sono passati da 800 miloni circa del 2008, a 80 milioni per il 2009. Questi incentivi avevano prodotto un indotto fra lavori e vendita apparecchiature per oltre 3 milardi di euro nei due anni in cui sono stati operativi, ora io penso che per l’anno prossimo vista l’esiguità del fondo destinato a questi incentivi (non piu’ automatici tra l’altro), anche in questo settore del risparmio energetico, che aveva visto una certa vivacità verra depresso. Quindi questo governo sta facendo tutto il possibile per acuire ancora di piu’ la crisi gravissima che è in atto, il problema è che invece si annuncia e si fa credere il contrario, e questo è ancora piu’ grave speriamo bene.
e.villa
La redistribuzione delle risorse è argomento che realmente non è nel pensiero dei nostri governanti, che sono espressione di un ceto che per ora non ha avuto conseguenze dalla crisi in atto. Ne sono prova i record (sulle strade, sui campi da sci, nei viaggi, ecc.) del ponte di S.Ambrogio. Sembrano irrilevanti i segnali di recessione provenienti dalla grande distribuzione e dal commercio in genere: poco importa se chi è povero lo sarà sempre di più, e la schiera aumenterà certamente l’anno prossimo, con nuovi licenziamenti, e così via. Forse il Ministro Tremonti si preoccupa del possibile aumento del debito pubblico (finanziamento banche, in primis) e della possibile freddezza degli investitori di fronte al paventato "rischio Italia". Ma la recessione porta anche conflitti sociali: lo deve capire chi ora ha di più, considerando giusta una fiscalità maggiore, e ciò vale anche per le imprese, soprattutto quelle che possono assumere a "costo zero", vale a dire rinunciando agli elevati profitti, alle esagerate rendite finanziarie, agli stipendi milionari. Forse il Ministro Tremonti lo capisce, ma chi gli sta intorno gli impone il silenzio, mentre l’opposizione si divide.
Giuseppe Caffo
Concordo con interventi più incisivi. L’attuale grave crisi dovrebbe spingere il Governo a porre rimedio alla cronica carenza e scarsa qualità delle infrastrutture rimettendo in moto l’economia, modernizzando il paese e ponendo le basi per uno sviluppo di lungo periodo. Evitando accuratamente il rischio che le risorse si disperdano tra mafie e corrotti. Per finanziare un importante piano di lavori pubblici si dovrebbe potenziare la lotta all’imponente evasione. Per esempio perchè non si parla più di affitti in nero? Sono sicuro che è un abitudine diffusissima che sottrae molte risorse al fisco a vantaggio di persone certo benestanti. E non credo che sarebbe difficile da evidenziare. A Roma in ogni condominio c’è molto probabilmente almeno un’appartamento affittato in nero. Questa crisi dovrebbe dare un importante impulso al ripristino della legalità. Penso sia indispensabile.
lorca
Molto interessante: anche F.D. Roosevelt volle compensare le (enormi) spese per opere pubbliche con maggiori entrate fiscali. La recessione si protrasse oltre la II° guerra mondiale, (durante la quale la disoccupazione "finalmente" diminuì grazie all’arruolamento), i poveri continuarono ad impoverire, aumentò la discriminazione razziale. Dubito che una politica Keynesiana fosse allora, e sia oggi, il rimedio adatto alle circostanze: sono però convinto che una cattiva gestione porti inevitabilmente al fallimento anche il migliore dei progetti.
un cittadino comune
Non sorprende, il ministro Tremonti, nonostante si atteggi a Guru dell’economia, rimane un commercialista. Ciò che comunque è devastante non è tanto il saldo netto della manovra quanto gli effetti indiretti del taglio lineare sulla pubblica amministrazione, di cui si parla davvero troppo poco. In pillole succede questo: siccome non si hanno gli attributi e la forza politica di chiudere chi è inutile e/o inefficiente si taglia a tutti in egual misura. col risultato che chi era efficente si ritrova a gambe all aria e chi era inefficcente continua ad esserlo seppure con meno risorse… la logica ragioneristica prevale sulla logica economica (ovvero la fagocita) e le speranze per il Paese si riducono al lumicino.
Carmine Finelli
Sono anche io convinto che sin qui si è fatto molto poco. Io, però, non direi che sia fatto male. La portata degli interventi messi dal governo è irrisoria certo, e come ricorda il prof. Boeri, in campo macroeconomico si ottengono maggiori risultati variando i saldi netti. Ma mi chiedo: questi interventi da cosa sono stati dettati? Da una cronica malattia italiana, e cioè quella dell’esagerato debito pubblico, oppure dal’inadeguatezza dei governanti? Io credo che la verità, come sempre, stia nel mezzo.
ralph
Purtroppo ancora una volta questa classe politica (in primis il governo ovvio, ma anche l’opposizione non scherza) si dimostra incapace di cogliere la realtà dei fatti e gli strumenti che mette in piedi sono insufficienti: incapace di scegliere tra la strada della redistribuzione attraverso la leva fiscale o quella della spesa pubblica, semplicemente non fa nulla; ci fanno credere che aver licenziato una finanziaria mesi fa sia un punto di forza quando le previsoni di tale documento saranno annientate dall’evoluzione concreta dei fatti, accusano i cittadini più sensibili agli aspetti ambientali di immobilismo e loro stessi quando c’era una norma che legava sviluppo ed ambiente come le agevolazioni sul risparmio energetico le bocciano per il futuro: addirittura il geniale Tremonti dice che queste "non devono essere un bancomat", ma qualcuno gli ha insegnato a fare la somma algebrica tra quanto risparmiano gli italiani con questa norma e quale indotto in termini di imposte dirette, indirette, assunzioni di personale (e conseguenti imposte e contributi degli stessi) produce? E se l’ha fatta, perchè non ce la dice?
Giancarlo Meroni
Sono d’accordo con Boeri: il governo sta facendo una politica prociclica potenzialmente deflattiva. Tuttavia bisogna non cadere in semplificazioni. Defiscalizzare i redditi da lavoro con misure una tantum in un clima psicologico recessivo non garantisce che il reddito aggiuntivo sia destinato al consumo. Una parte significativa di esso, inoltre, farebbe aumentare le importazioni. In questo modo non si incrementerebbe la produzione, l’occupazione e il consumo. Bisogna prendere misure che aumentino l’export incentivando la competitività delle imprese con misure ad hoc. Infine, non capisco perchè nessuno (a differenza di molti democratici americani, compreso Obama) parli di redistribuzione del reddito attraverso una revisione delle aliquote fiscali (di redditi e patrimoni) a favore delle classi medie e mediobasse: è solo in una prospettiva di lunga durata che la propensione al consumo può crescere senza ridurre le entrate dello Stato che potrebbero essere destinate, mediante politiche mirate, ad accrescere le infrastrutture e quindi la produttività del sistema e l’occupazione. Le priorità sono crescita, occupazione ed equità.
mario
Credo che a dover stupire in casi come questo, dove una delle manovre economiche più importanti e proclamate degli ultimi anni si rivela essere una mera operazione di marketing, sia il mancato funzionamento dei più basilari meccanismi della competizione politica: perchè l’opposizione non fa le pulci ad una manovra siffatta con la quale il governo espone il fianco a critiche elementari e poenzialmente (in un paese normale) letali? Perchè chi ha un pò di sale in zucca nella maggioranza non abbandona la nave del governo conscio che una truffa così evidente pretenderà presto il suo tributo di teste? Discutere delle singole manovre politiche, anche di lungo periodo (se ancora esistono in italia) rimane sempre una soluzione "second best" quando a proporre le manovre stesse è una pianta malata come la politica italiana: tanto varrebbe parlare direttamente di legge elettorale. Fino a quando non si riformerà la politica, continueranno a servire mille kilometri di carta per diffondere la più elementare delle verità.
amsicora
Se non erro mi pare che fino a ieri il professor Boeri dicesse l’esatto contrario, ovvero che, col ritorno di Berlusconi a palazzo Chigi in luogo di Prodi e con Tremonti che sostituisce la coppia Padoa Schioppa-Visco in via XX Settembre, sarebbe ricominciata (more italico!) la stagione dei bilanci pubblici allegri e dell’accondiscendenza verso l’evasione fiscale. Ora invece critica il governo per il saldo attivo del decreto anticrisi e perché prevede maggiori entrate tributarie, anche grazie agli accertamenti da parte dell’amministrazione!
rokko
Mi spiace, ma a me ciò che meraviglia di più è che ci si meravigli o ci si sorprenda di ciò. Del resto, se questo governo fosse qualcosa di serio, secondo voi perché avremmo la Social Card e non 40 euro al mese in più nel reddito di chi la percepisce?
hybridus
Aumentare la pressione fiscale adesso (tanto i media non ne parlano, perché "molto" concentrati sulla Social Card) per poi riallinearsi nella riunione del G20 più avanti e cosi vantarsi di aver ridotto la pressione fiscale in Italia, tutto questo in concomitanza con l’ Election Day!
Marco
Buon articolo, peraltro già tutto si sapeva. ci sono elementi palesi di conflitto di interessi (Iva 20% su tv via cavo) e favole vendute dal c.d. che si sfaldano (dalla social card al bonus famiglia che vengono erogati a chi è già alla canna del gas con l’aggravante della mancanza di rispetto nei confronti delle persone anziane) tutto ciò non rilancerà l’economia!!! . Servirebbe una potente azione propositiva da parte del c.s. sugli ammortizzatori sociali con redistribuzione delle garanzie e una riduzione dei costi della politica a tutti i livelli (vedi proposta Di Pietro) purtroppo ci sono timidezze (!?) da parte dell’ opposizione. Si ragiona invece sui petardi (giustizia) mentre sta scoppiando un’ atomica (la crisi economica)
Alina
Ad Annozero qualche sera fa Chiamparino aveva suggerito due cose: – adeguare la tassazione delle rendite finanziarie alla media europea, pur prevedendo una franchigia per le vecchiette con qualche bot – dare impulso all’acquisto di auto a metano nel settore pubblico, in modo tale da "far girare l’economia" e allo stesso tempo ricavarne un beneficio in termini di vivibilità dei nostri centri A me sembravano buone idee ma soprattutto buona l’idea che ormai Santoro porta avanti dall’inizio di Annozero: evitare che i ceti medi sprofondino nella povertà a furia di licenziamenti e casse integrazioni…se i poveri diventano una distesa sterminata a quel punto che si vuol fare più… Nel frattempo però mi capita di sentire a diversi tg il direttore del sole 24 ore che scodinzola e si profonde in complimenti per la manovra anticrisi, mah.
Pietro Fabris
Alle colossali bolle speculative della finanza mondiale, alle bolle speculative dell’informazione mondiale – vedi Iraq, Iran, Bin Laden e &, segue coerentemente la bolla speculativa della politica fatta di annunci, a cui seguono sondaggi, a cui seguono altri annunci o false campagne – vedi le donne e la pensione – a cui seguono, in un circuito infernale, altri sondaggi. E la "ggente" schifata non va più a votare. Ma non si accorge che era la stessa che non aveva diritto di voto prima del suffragio universale. Mentre nel giro del privilegio il diritto di voto l’hanno sempre avuto e se lo tengono stretto. Per dire il vero bisogna semplificare le analisi!
Roberto Arnaldo
Certo, occorre anche dire che il Governo Berlusconi, nell’approvazione dei decreti e delle relative leggi di conversione riguardanti gli aiuti per le banche ha previsto di poter coprirli eventualmente anche con l’emissione di debito pubblico, ma è una cosa un po’ diversa:per prima cosa, non è detto che ci sia poi la necessità di usare gli strumenti ivi previsti. Poi, anche nel caso si dovesse intervenire, non si tratta di spesa corrente e neanche legata ad infrastrutture ma paradossalmente di un investimento, di un attività che sempre paradossalmente dovrebbe permettere di guadagnarci tramite la riscossione di interessi o di dividenti (essendo prevista la sottoscrizione di azioni privilegiate nei dividendi e certamente nel caso in cui l’economia torni a crescere) e con l’aumento di valore delle azioni sottoscritte nel momento della loro rivendita (sempre alle condizioni di prima).
pietro
Non una sola parola sullo ‘spread’ tra titoli del debito pubblico tedesco e nostro! E’ vero che ad un’asta il Tesoro ha dovuto diminuire l’offerta ? Il nuovo debito non lo deve ‘fare’ l’Italia. Se nuovo debito dev’esserci dev’essere ‘made in Europe’. Da questa crisi i Paesi europei ne escono insieme o affondano insieme. Ricordo a tutti che siamo i primi importatori europei di auto di lusso made in Germany. Non è loro interesse vederci in difficoltà. Quindi, essendo i più ricchi, è giusto che siano primariamente i tedeschi allargare i cordoni della borsa.
Giampiero Cerchi
Al di là della distribuzione delle risorse e del saldo positovo della manovra è importante anche sottolineare che il bonus per le famiglie verrà anticipato dai sostituti di imposta per poi essere compensato successivamente. In particolare, per i dipendenti, saranno le imprese, ovvero uno dei soggetti che dovrebbe essere sostenuto in questo momento. Viceversa le imprese una volta capito il meccanismo potrebbero preferire il licenziamento del dipendente che potenzialmente ha i requisiti per il bonus, cos’ come sono incoraggiati a creare disoccupazione quando capiscono il meccanismo dello studio di settore. Vi assicuro che non parlo su base teorica ! Misure anti-crisi possibili: l’impresa dovrebbe pensare che il socio di maggioranza (lo STATO) della sua impresa anzichè guadagnare il 70% dell’utile (ma ! considerando che nasce dalle variazioni in aumento del TUIR altro che utile !?) dovrebbe ridursi la % ad una quota accettabile che invoglia a pagarlo a fronte di rischi sanzionatori molto più rilevanti. Tradotto dal reale/pratico al teorico dei libri: ridurre la pressione fiscale, ovviamente non solo per le imprese (la matrice I-O ci insegna che il sistema è tutto collegato).
marco sacmardella
Vedo un pò di superficialità nel predicare iniziative in deficit Inoltre gonfiare in deficit i consumi interni favorirebbe l’importazione e non risolverebbe il calo degli ordinativi export. Se è vero che grosse aste titoli avverranno a breve è importante e responsabile presentarsi con la finanziaria triennale intonsa nei saldi e credibile, credibilità alla quale un miglioramneto dei saldi concorre più di tante chiacchere. Predicare l’investimento pubblico per lo più verso gli amici di 15v miliardi coperti da promesse sul futuro è pretestuoso, irresponsabile, dillettantistico non all’altezza dei pericoli di default del momento , oltre ad esssere inutile nel frontaggiare una crisi globale. L’unico intervento serio sarebbe un investimento di 4 o 5 miliardi sui non garantiti da coprirsi con la cassazione della controriforma Prodi sulle pensioni e su altre spese.
valerio gualtieri
Il prof. Boeri fornisce un grande aiuto a tutti coloro, che come me giovani studenti,necessitano un arrichimento continuo d’informazione economica e sociale, per questo non posso fare altro che ringraziarlo ed esprimergli la mia più profonda ammirazione!
dvd
Da cittadino Italiano mi auguro che ciò accada, ossia che lo Stato non ci rimette per spese inutili ecc.! In merito alle osservazioni mi pare che in questo momento solo chi può spendere denaro pubblico (America, Germania e Gran Bretagna) deve farlo nella speranza che lo spenda bene e che ripartano i loro mercato si che a traino potrà ripartire il nostro in questo mondo ora interdipendente. E poi chi lo dice che in periodo di crisi deve necessariamente peggiorare il rapporto debito/pil se nel frattempo si eliminano gli sperchi e le inefficienze di cui noi Italiani siamo pieni e accademici in materia? Le diminuzioni di tasse si possono fare in diversi modi ad esempio deducendo costi oggi non deducibili oltre che permettendo deduzione di oneri alle famiglie oggi non previsti o da prevedere in misura maggiore. Lasciare inalterate le aliquote per il momento è il segnale che altrimenti il paese non ne esce.
Edoardo Giovanni Raimondi
In tempi di crisi si scoprono moltissimi neokeynesiani da destra e da sinistra: impressionante. Si propongono ricette senza prestare attenzione agli ingredienti,ai tempi di cottura e soprattutto al dolce da preparare. Meno che meno ci si interroga sui gusti di chi,quel dolce,dovrà riceverlo. E’ così si ripartisce la spesa pubblica, si mettono tornelli ai ministeri,ma nel contempo si assiste a 59mila nuovi cassaintegrati a torino, e si spendono cinque miliardi per "salvare"(no comment) Alitalia proprio quando le ferrovie realizzano (con 10anni di ritardo) l’alta velocità proprio sull’unica tratta redditizia del cadavere di bandiera. Chi glielo spiega ai pensionati che ricevono 70euro di social card, pagata con l’aumentata iva su sky (colpire i consumi in periodo di crisi è una bestemmia, anche se si tratta di beni"non essenziali") che ai lavoratori di alitalia potrebbero spettare 7anni di sussidi vari di mobilità, al commissario Fantozzi 12milioni di euro e ai manager e consulenti la manleva da tutti i loro errori? Quanto vale l’italianità di Alitalia e quanto invece quella di Eni? Perché invece della riforma della giustizia non si fa ripartire il "piano" casa e nuove infrastrutture per il trasporto locale?
Flessibili e Precari
Dispiace dover pensare a questo intervento dello stimato Prof. Boeri come qualcosa ascrivibile al mondo del "pensiero precario". Sull’aumento di IVA su Sky e sul mondo del porno, l’operazione è interessante: si toglie pochissimo in termini economici a fasce medio-medio alte per redistribuire tramite la Social Card – e chi conosce certi ambienti davvero "poveri" sa del grande valore che questo intervento potrebbe avere per chi fatica anche a fare la spesa – qualcosa a chi davvero ne ha bisogno. Per le imprese ed i professionisti, in particolare x le pmi che compongono il 97% delle imprese italiane, l’IVA di cassa è invece davvero una boccata di ossigeno a livello di liquidità e gestione di cassa. Speriamo la prossima volta si guardi maggiormente alla sostanza delle cose.
anna herrmann
L’ho letto stamattina: la social card è stata distribuita finanziando con ciò le Poste e Mastercard, ma non finanziata, cioè le carte non sono state caricate, come promesso e sbandierato, entro due giorni dalla consegna. Già è un’elemosina, ma anche una presa per i fondelli, questa poi!
Roberto Arnaldo
Dal basso dei miei per ora bassi studi economici, non mi pare del tutto corretta questa frase….anche a parità di saldo, si possono fare manovre che spostando risorse da una parte all’altra, provocano effetti diversi…ad esempio, se io aumentassi l’imposizione sui redditi più alti di 10 miliardi e riducessi l’imposizione per un importo equivalente sui redditi più bassi,avrei un saldo pari a 0 ma avrei destinato risorse ad una fascia di popolazione che ha una propensione marginale al consumo più alta e quindi si potrebbe creare una aumento dei consumi,o sbaglio? E così anche per quanto riguarda le spese…ma vorrei avere una sua opinione su queste mie affermazioni. E poi,secondo l’art 81 ogni legge che comporta nuove o maggiori spese deve contenere anche le relative coperture. E poi ci sarebbe l’art 11 ter della 468/78. Se non sbaglio,ci sono pure discussioni se nella legge finanziaria si possa far uso del risparmio pubblico come copertura come fatto con l’ultima finanziaria del gov. Prodi. Lo avevo letto che da quanche anno, per prassi, è consentito usare il maggior risparmio pubblico emerso in sede di finanziaria rispetto all’assestamento, purché il saldo sia quello previsto dal DPEF.
Alessandro Sciamarelli
Condivido sia l`articolo sia diverse osservazioni sull`assoluta incongruenza e inefficacia delle `misure anticrisi`. Gia` con la L.F. 2005 – in un momento in cui il ciclo economico era favorevole – il ministro dell`economia del governo Berlusconi, che allora pero`era Siniscalco, varo` senza troppa convinzione una `manovra espansiva` (sic!) da 4 miliardi di euro (lo 0.4% del Pil) di cui, come era lecito aspettarsi, non si accorse nessuno. Il redivivo Tremonti ripercorre quella stessa strada in un momento in cui il ciclo economico sta entrando in una fase ancora peggiore del 1992-93, in cui la produzione industriale va a picco, tra elemosina inutili e aumenti di IVA demagogici (che sono `aumenti di tasse`) per di piu` viziati da un conflitto di interessi che nel mondo (ma non in Italia) fa ancora notizia, altroche`. Ma del resto che aspettarsi da un ministro dell`economia che economista non e` neppure? Non sa nemmeno che l`Italia non beneficia del `fondo di coesione` per i paesi Ue a piu` basso Pil pro capite (vedi http://ec.europa.eu/regional_policy/funds/procf/cf_en.htm) Forse voleva dire `fondi strutturali`, che sono un`altra cosa. E comunque erano risorse gia` stanziate..
stefano scardovi
"Quasi quattro volte di più rispetto al resto dEuropa. Il debutto dellalta velocità da Milano a Bologna e da Milano a Roma ha suscitato un vespaio di polemiche anche in considerazione degli elevatissimi costi sostenuti". Ecco dove andranno a finire i soldi che Tremonti sta lesinando alle famiglie italiane. Lui i conti li ha già fatti bene!
pidario
Che ne pensa Boeri dell’articolo di Tanzi? E chi ha più ragione? Non è provocazione la mia, ma è che mi sembra che quanto sostenuto da Tanzi abbia alta credibilità e però anche l’articolo di Boeri appare imteressante. Infine un dubbio in riferimento all’articolo di Boeri: e se la crisi durasse più e troppo a lungo di quanto si pensa e dice? Non dimentichiamo che nessuno aveva previsto una così intensa crisi.
NEROSI FEDERICO
Ciò che il prof.Boeri ha voluto comunicarci, è che questo piano non serve a nulla per uscire dalla crisi perchè non fa altro che ridistribuire ricchezza (toglie a uno e da ad un altro), ma nel complesso non ci sono piu soldi disponibili da spendere per aumentare i consumi, e quindi la produzione; sopratutto non si creano nuovi posti di lavoro. Quello che posso pensare è che tremonti voglia fare il furbetto aspettanto che gli altri paesi sopratutto europei, dai quali provengono la maggior parte delle nostre esportazioni, facciano i loro bei piani per rilanciare le loro economie, così permettendoci di beneficiare dell’aumento della loro domanda che si tramuta in un aumento della domanda di beni nazionali ed esteri, quindi di conseguenza aumentano le nostre esportazioni e la nostra produzione aumenterà.Tutto questo senza pagarne i costi in termini di saldo della bilancia commerciale. Questa però non è una bella cosa, se tutti gli stati la pensassero così, la crisi non farebbe altro che peggiorare; infatti sono convinto che per uscire da questa crisi sia indispensabile un intervento coordinato sulle politiche economiche tra i vari stati cosa che però si è visto di difficile realizzo.
Carmine Ferrara
La mia modesta impressione è che stiano drenando somme immense per utilizzarle per il ponte sullo stretto, opera inutile ed immenso spreco di risorse che potrebbero essere spese in ben più proficue attività: bonifica e messa in sicurezza del territorio, rinaturazione, r&s in fonti energetiche rinnovabili, insomma in sviluppo sostenibile.
stefano marini
A me sembra che Tremonti, come del resto tutti gli altri ministri dell’economia italiani degli ultimi decenni, cerchi solamente di attuare la teoria del ciclo politico senza badare alla crisi che stiamo attraversando. Nei primi anni di legislatura taglia ovunque attribuendo le colpe ai governi precedenti diminuendo l’occupazione e l’inflazione, successivamente nei prossimi anni amplierà la spesa pubblica e taglierà le tasse per presentarsi alle prossime elezioni con dati sull’occuppazione e sull’inflazione in ripresa. Non gli interessa effettuare politiche anticicliche contro la recessione ma pensa solamente alle prossime elezioni. Del resto la politica è questo. Sicuramente fra qualche anno probabilmente in una fase di ripresa e espansione invece di tagliare e aggiustare i conti pubblici aumenterà la spesa pubblica e ci ritroveremo qui a discuterne. Tremonti pochi anni fa chiedeva flessibilità sui parametri di stabilità e adesso è diventato un sergente di ferro. Ma non mi riferisco solo a Tremonti, ma a tutti i governi che si sono succeduti che continuano a far sprofondare finanziariamente (e non solo) il nostro paese con le loro manovre contrarie alle leggi economiche.
piero postacchini
Complimenti a Pietro che ha centrato il problema, con l’Euro tutti i paesi hanno contratto un impegno di crescita unitario, quindi quando vi sono le difficoltà devono essere affrontate insieme con gli organismi già esistenti o da costituire, ad esempio un ente comunitario per gli investimenti in infrastrutture europee (non si parla di infrastruttura italiana, la Tav non è solo un problema italiano), si dovrebbe cancellare l’indice Pil nazionale e sostituire conj quello europeo, in europa vi deve essere un solo Pil. Se in questo momento il nostro paese non può effettuare una politica di bilancio espansiva come gli altri paesi europei, deve ringraziare chi ha portato il debito pubblico oltre il 100%, sono stati i governi degli anni 80 che duravano massimo sei mesi (alcuni esponenti sono ancora in politica a dare lezione). Il nostro governo si sta comportando bene, sta gestendo la crisi con oculatezza, senza farsi prendere da facili allarmismi, il governo ha scelto la tenuta del rating del debito pubblico italiano, che a lunga comporterà una riduzione degli oneri finanziari…
Massimiliano Deidda
Eliminare la fidejussione a garanzia del corretto utilizzo dei fondi ammessi a rendicontazione FSE. L’obbligo di rilascio di garanzia fidejussoria a favore delle Amministrazioni pubbliche per l’accesso ai fondi della programmazione 2007-2013 del Fondo Sociale Europeo, FSE, non è un gioco a somma positiva: 1.a livello di sistema paese, sposta dalla pubblica amministrazione al sistema bancario/assicurativo e da questo ai tribunali, l’onere di perseguire i colpevoli di un uso scorretto dei fondi; 2.non garantisce il raggiungimento degli obiettivi né il corretto utilizzo dei fondi; 3.provoca l’accumulo di ritardi, rispetto al raggiungimento degli obiettivi dei programmi operativi e all’attuazione dei progetti; 4.comporta costi aggiuntivi economici e finanziari per il sistema paese; 5.esclude realtà portatrici di virtù civiche, ma illiquide, dall’accesso ai finanziamenti. Se in questo momento la priorità assoluta è quella di oliare i meccanismi di utilizzo dei finanziamenti, tempestivamente e in chiave anticiclica, è opportuno che lo Stato rinunci alle garanzie fidejussorie, riassuma su di sé il rischio di irregolarità nellutilizzo dei fondi e di selezione dei beneficiari.
edoardo
E ancora oggi Berlusconi ha il coraggio di dire che il governo ha stanziato 40 miliardi, che potrebbero arrivare fino ad 80, per la mnovra anticrisi…