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COSA CI ASPETTA NEL 2009. COL PESSIMISMO DELLA RAGIONE

Tutti si chiedono quando finirà la crisi. Si dice anche che se i problemi sono iniziati sul mercato delle case degli Stati Uniti, è probabile che sia lì che finiranno. Dal 2006 sul Chicago Mercantile Exchange viene quotato un contratto future sull’indice S&P Case-Shiller, costruito per quel mercato. Dagli andamenti delle sue quotazioni si ricava che la discesa continuerà fino a metà 2010 accumulando una perdita del 35 per cento.

Nel pieno della crisi di fiducia che ha investito i mercati finanziari internazionali ci si chiede “quando finirà?”

IL FUTURE SULL’INDICE

Se si guarda ai piani d’intervento finora concretamente attuati, la risposta non sembra molto positiva.
Se si guarda al mercato, si può ricavare anche una stima delle aspettative di consensus circa il punto più basso della crisi e l’uscita dal tunnel che le economie sviluppate hanno imboccato.
Si dice: la crisi è iniziata sul mercato Usa delle case e finirà sul mercato Usa delle case.
Se si va a vedere quel mercato utilizzando l’indice S&P Case-Shiller si nota che ha avuto un picco a maggio 2006 e da allora è sceso del 24 per fino a tutto dicembre.
Da notare che l’indice della Borsa Usa S&P500 ha avuto un picco dodici mesi dopo, scendendo da allora a oggi di oltre il 40 per cento.
Dal 2006, sul Chicago Mercantile Exchange viene quotato un contratto future sull’indice Case-Shiller. Poiché le quotazioni dei future contengono le aspettative sugli andamenti prossimi venturi, da queste si ricava che la discesa continuerà fino a metà 2010 accumulando una perdita del 35 per cento.
Dunque il mercato, stando a queste quotazioni, vede nero per tutto il 2009 e per buona parte del 2010. In quali condizioni se ne uscirà, è tutta un’altra questione. 

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11 commenti

  1. Rossi Stefano

    Leggo spesso i vostri articoli devo dire che spesso li trovo molto interessanti, anche perchè oggi l’informazione indipendente è sempre meno presente e voi siete una realtà molto attraente. Per quanto riguarda la crisi economica penso che a questo punto se ne siano accorti anche i più scettici e nessuno sia per il momento in grado di stabilirne la durata e gli effetti nel tempo. Personalmente penso che bene che vada durerà almeno altri due anni, e questa è una previsione abbastanza ottimistica; c’è poi la possibilità che questa crisi si estenda ulteriormente facendo venire fuori altri problemi che per ora non sono emersi o sono tenuti artificialmente nascosti. Perchè il problema di fondo è molto complesso: questa crisi è frutto di "un grossa frode a livello mondiale" dove le connessioni negli Stati Uniti tra la Federal Reserve le Banche d’Affari USA e la politica hanno favorito la non regolamentazione dei Mercati Finanziari e quindi hanno causato un effetto devastante che ancora non ha probabilmente manifestato tutti i sui effetti più negativi. Guardando i piani d’intervento finora attuati mi sembra che per il momento non si vedano grandi risultati.

  2. luigi zoppoli

    Chissà se nel nostro paese sarà il caso di cominciare ad accendere ceri a San Gennaro affinchè illumini le menti. O forse anche San Gennaro ci rinucerà?

  3. ramirez

    Mi chiedo solamente se le previsioni citate nell’articolo tengono conto di eventuali iniziative del prossimo governo Obama a favore dei proprietari di case a rischio ‘foreclosure’. Mi pare che a qualcosa stiano pensando. Anche loro si sono resi conto che da lì occorre ripartire.

  4. Davide Bukoro

    Sostenere che la crisi durera’ soltanto in base all’andamento di un indice future e’ irrealistico, un approccio positivista e puramente matematico che non tiene conto del fatto che l’economia dipende dall’azione umana, non e’ scienza naturale, e che se tale azione cambia, anche domani, anche il S&P Case-Shiller cambia le sua previsoni, future o non future! Non esiste alcun indice matematico che possa prevedere il futuro in economia. La formulazione matematica e’ una causa non un effetto, sintetizza eventi passati. Pertanto, meglio chiedersi quali possano essere i fattori comportamentali che possono contibuire ad incrementare i consumi e la produzione, oltre che gli investimenti delle aziende, piuttosto di convincersi che un indice future possa prevedere il nostro futuro economico. Puo’ essere arduo per uno statistico rassegnarsi alla realta’ di cui sopra, ma consiglio un testo fondamentale in materia di praxeologia – la scienza che studia il comportamento umano -, Ludwig Von Mises "Human Action". Lo stesso riesce a spiegare il comportamento umano in economia senza utilizzare alcunche’ di formulazione matematica.

  5. Financial Markets LAB

    Gentile Dott. Cesari Fare previsioni analizzando la struttura dei futures è quanto mai inutile e fuorviante; i prezzi dei futures si basano su aspettative degli operatori che "cambiano al cambiare del vento". Peraltro è vero che nelle crisi precedenti lo storno dei prezzi è durato alcuni anni. Uno studio intitolato "The Aftermath of Financial Crises" di Carmen M. Reinhart e di Kenneth S. Rogoff ci mostracome in media crisi di questo tipo, dal dopoguerra ad oggi sono durate in media 6 anni. Ma ogni crisi è diversa dalle altre; le manovre di quantitative easing innescate dalla Fed avranno probabilmente un effetto calmieratore sui tassi a lungo termine, con benefici per il mercato immobiliare americano.

  6. Giovanni

    Forse per positivismo sarebbe opportuno evitare crisi finanziarie ma purtroppo sono inevitabili in quanto dipendono dall’agire di comportamenti irrazionali degli agenti economici. Forse questa crisi economica sarà duratura.

  7. Mirko Zaccaria

    Mi permetto di far notare che in antitesi, il future sul petrolio M1 è già ripartito al rialzo e l’andamento della curva dei tassi tocca un minimo a 4/6 mesi. Pare (ripeto pare)che il mercato stia anticipando la fine della crisi rispetto al 2010, come citato sopra.

  8. Nicola Savoldi

    Mi sembra che tutti siano concordi nell’ammettere che Il prevalere della Finanza sulle attività produttive ha favorito l’ingegneria della frode. Ma è triste pensare che i "progettisti" di tutto siano da ricercare nelle Banche (d’affari e no) che adesso devono essere salvate come istituzioni: ma gli uomini banchieri, tutti assolti? Nessuno o pochissimi ne parlano. Non sarebbe opportuno che qualche indagine venisse fatta? Almeno per evitare che restando al loro posto perdessero il pelo ma non il vizio.

  9. Maurizio Maggini

    Gli economisti, i giornalisti economici, i manager sono "incorreggibili". Non si sono accorti del sopraggiungere della crisi in conseguenza degli eccessi della "finanziarizzazione dell’economia" e della speculazione drogata, né tantomeno hanno avvertito la inadeguatezza dei sistemi di vigilanza e controllo ( agenzie di rating, banche commerciali e centrali, organismi di borsa, revisori dei conti, ecc.) ed ora stanno nuovamente avventurandosi nelle previsioni sulla durata della crisi, ribadendo che è urgente fare le riforme, senza peraltro indicare "come" e riconoscere che tra il dire ed il fare…. Intanto nessuno dei "guru" della borsa, dei grandi manager pubblici e privati della finanza e del top della scienza economica si è cosparso il capo di cenere…..

  10. Gianmario Nava

    Tutto finisce come tutto inizia, constatazione empirica, basta questo per prevedere la fine della recessione? Se oggi l’industria automobilistica è pressochè ferma, i cittadini continuano a viaggare in auto dunque non abbiamo bisogno di vetture nuove, non di tutte quelle che vengono prodotte e probabilmente non del tipo di quelle che vengono prodotte tutto ruota sulla ripresa della fiducia e dei consumi ovvero, se mai ricominceremo a pensare di avere bisogno di ciò che viene prodotto piuttosto che produrre ciò che abbiamo bisogno, il mercato a questo riguardo è una manipolazione continua dei bisogni e delle aspettative e se cambiasse strutturalmente il vettore delle preferenze dei consumatori? Non capiterà, temo e la ripresa ci sarà perchè abbiamo bisogno di non essere angosciati e timorosi, quindi penseremo che tutto deve andare bene e rincomincerà la giostra, tutto bene finchè avremo energia per farla girare, la giostra o la roulette

  11. mario

    Una quota crescente delle ricchezza annualmente prodotta sta andando a compensare il capitale a discapito del lavoro. Buona parte di tale ricchezza in mano ai capitalisti non viene spesa e giace nelle banche. A causa di ciò ci sono beni prodotti che non vengono comprati. La crisi in atto è crisi del capitalismo, L’accumulazione progressiva della ricchezza non può andare oltre un certo limite. Fino a qualche mese fa la mancata spendita delle somme da parte dei capitalisti veniva compensata dall’indebitamento dei lavoratori con le società finanziarie e con mutui subprime. Non appena i lavoratori americani hanno esaurito ogni possibilità di ulteriore indebitamento è scoppiata la crisi. Se si vuole rimediare bisogna costringere banche e capitalisti a mettere in movimento i capitali fermi. A questo proposito non ci starebbe male l’annuncio con preavviso di sei mesi di un prelievo straordinario dell’1% a carico delle banche detentrici di un esubero di depositi sì da costringerle a prestare dette somme. Bisognerebbe altresì bloccare il meccanismo perverso dell’accumulo progressivo della ricchezza nelle mani di pochi, reintroducendo la tassa sulle successioni per le somme alte.

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