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IMMIGRAZIONE NON È UGUALE A CRIMINALITÀ

Ha fatto scalpore la dichiarazione del presidente del Consiglio sull’equivalenza tra immigrazione e criminalità. Vero o falso? Berlusconi non ha fornito numeri a supporto della sua affermazione. Dai dati disponibili sul sito dell’Istat si ricava però che pur con un incremento del 500 per cento del numero di permessi di soggiorno dal 1990 a oggi, i tassi di criminalità sono rimasti pressoché invariati. Le statistiche documentano invece che nello stesso periodo la quota degli stranieri sul totale dei detenuti è stata sempre superiore alla loro quota sulla popolazione italiana.

A margine del Consiglio dei ministri tenutosi la settimana scorsa a Reggio Calabria, il presidente del Consiglio ha sostenuto che "la diminuzione degli extracomunitari significa anche meno forze che vanno a ingrossare le schiere dei criminali" (vedi video).
Purtroppo, il presidente del Consiglio non ha fornito dati a supporto di una affermazione così impegnativa. Né lo hanno fatto i molti commentatori che si sono avventurati sul tema sui mezzi di informazione. Sconcertante, ad esempio, che Giovanni Belardelli sul Corriere della Sera del 31 gennaio, rimproveri alla Cei (che aveva contestato le tesi del presidente del Consiglio) di non “guardare i numeri” quando nel suo articolo non c’è uno straccio di numero, vengono solo richiamate fonti di seconda o terza mano (e si fa riferimento all’ideologia di chi avrebbe fornito questi dati come se le statistiche fossero di destra o di sinistra!).
Proviamo allora a guardarli noi i dati, ma dopo aver notato che sono disponibili sul sito dell’Istat. Sorprende che nessuno abbia sentito il dovere di consultarli prima di commentare le dichiarazioni di Silvio Berlusconi.

UN’EQUAZIONE SENZA FONDAMENTO

La figura qui sotto mostra il numero di crimini denunciati all’autorità giudiziaria in rapporto alla popolazione e la dinamica della popolazione immigrata. Come si vede, a fronte di un incremento del 500 per cento del numero di permessi di soggiorno (passati da 436mila a 2.286mila) dal 1990 a oggi, i tassi di criminalità (numero di crimini per 100mila abitanti) sono rimasti pressoché invariati.

Figura 1: stranieri e crimini in Italia, 1990-2005

Fonte: nostre elaborazioni su dati Istat.

La stessa conclusione è confermata dalla dinamica delle due variabili a livello regionale (Figura 2). In particolare, nelle regioni settentrionali caratterizzate da una maggiore intensità dei flussi migratori, il tasso di criminalità è rimasto pressoché invariato (Lombardia e Veneto) o è diminuito significativamente (Emilia Romagna).

Figura 2: variazione di crimini e permessi di soggiorno x 100 mila abitanti, 1990-2005

Fonte: elaborazioni su dati Istat.

Dunque, le statistiche disponibili suggeriscono che l’immigrazione non ha portato a un aumento significativo dei crimini. Questo smentisce le affermazioni del presidente del Consiglio. Non è vero che l’immigrazione ha reso le nostre città meno sicure.

IMMIGRATI E POPOLAZIONE CARCERARIA

Forse il presidente del Consiglio nelle sue affermazioni è stato tratto in inganno dai dati sulla popolazione carceraria per nazionalità. Le statistiche sulla composizione per nazionalità della popolazione carceraria documentano in effetti come dalla fine degli anni Novanta a oggi la quota degli stranieri sul totale dei detenuti sia stata sempre superiore alla loro quota sulla popolazione italiana. In particolare, più di un carcerato su tre è straniero, quando il rapporto fra immigrati e popolazione autoctona è inferiore al 10 per cento.
Questi dati tuttavia risentono del fatto che una larga parte degli stranieri, soprattutto irregolari, non può accedere alle misure alternative al carcere, tra cui gli arresti domiciliari, in quanto sprovvista di un valido certificato di residenza. La maggiore incidenza negli istituti di pena potrebbe quindi essere dovuta, almeno in parte, a una maggiore probabilità di finire in carcere dopo aver commesso un reato, piuttosto che a effettive differenze nella propensione a delinquere. Data l’insostenibile lunghezza dei processi in Italia, questo fatto potrebbe avere un peso non da poco nel gonfiare il peso relativo della popolazione carceraria straniera. I dati messi a disposizione dal ministero di Giustizia confermano che più della metà dei detenuti stranieri (il 57 per cento per la precisione) è in attesa di giudizio, mentre la percentuale è significativamente più bassa tra gli italiani (42 per cento). (1)
Un’altra possibile spiegazione dell’apparente discrepanza fra i dati sull’incarcerazione e quelli sul rapporto fra criminalità e immigrazione è che, analogamente a quanto avvenuto nell’economia legale, gli immigrati siano subentrati agli italiani in diverse attività criminali. Emblematico è il caso del traffico di stupefacenti, passato in larga parte dal controllo delle organizzazioni italiane a quelle straniere, soprattutto per quello che riguarda l’attività di spaccio, senza che ciò comportasse un aumento significativo nell’incidenza di tali reati.

(1) http://www.giustizia.it/giustizia/it/mg_1_14_1.wp?previsiousPage=mg_1_14&contentId=SST74639

L’articolo (in francese) pubblicato su Telos-eu.

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ESAMI DI LABORATORIO ALLA FIERA DELLE SANITÀ

34 commenti

  1. AF

    La realtà che emerge dal graficoo tassi_di_criminalità/permessi_di_soggiorno è eclatante, e lo "scendere" così nel dettaglio dei fenomeni affrontandoli in maniera analitica è una delle caratteristiche che mi fa apprezzare lavoce.info. La domanda, più che il commento, che mi sono posto leggendo l’articolo è se questa tendenza è confermata anche tenendo conto degli irregolari (posto che esistono dati attendibili), oltre che dei permessi di soggiorno. Ovvio che una conferma irrobustirebbe ancor più l’argomento, mentre una smentita porterebbe a dei ragionamenti sulle logiche di rilascio dei permessi.

  2. Marco Carnovale

    A proposito di numeri, un dato essenziale che Lavoce non cita è che gli immigrati sono circa il 5-6% della popolazione residente in Italia, ma commettono una percentuale molte volte superiore dei crimini, soprattutto quelli violenti. Le fonti sono svariate ma vanno dal 40% al 60% e anche di più per gli stupri. Dunque c’è una forte correlazione tra l’aumento degli immigrati e il tasso di criminalità!

  3. Raffaello Carinci

    Sono sostanzialmente d’accordo con il Prof. Boeri, però credo che la sua analisi si esponga alla seguente obiezione: se i crimini denunziati sono rimasti invariati negli ultimi vent’anni, può essere che la "propensione a delinquere" degli italiani sia diminuita mentre è esplosa quella degli immigrati. Intendo dire che per completare e chiudere il ragionamento ci vorrebbero dati sulla percentuale di crimini commessi da immigrati e di qualli commessi da italiani.

  4. Andrea Bosi

    Dal momento che i dati statistici presi in oggetto possono risentire, come scritto (e, secondo me, è chiaro che sia così), i primi dell’effetto sostituzione italiani-stranieri per quanto riguarda le attività criminose e i secondi (dati sull’affluenza carceraria) dell’impossibilità per molti stranieri ad accedere a misure alternative alla detenzione in carcere, credo possano essere molto più rilevanti, se non unicamente rilevanti per dissolvere la questione, i dati sulla percentuale di immigrati che delinque e quella relativa agli italiani. Non si dispone di questo semplice dato? Non basterebbe questo per dire se, statisticamente, gli immigrati delinquono più degli italiani? Grazie mille per la cortese attenzione.

  5. il pilo

    Tesi corretta prendendo a riferimento i permessi di soggiorno. Ma considerando gli immigrati illegali come siamo messi?

  6. Alessio Rampini

    Un analisi lucida, documentata e che mi ha dato una nuova e più seria chiave di lettura. Che dire, compliementi e grazie. Alessio Rampini

  7. salvatore bragantini

    C’è un altro elemento da considerare. Gli immigrati sono più poveri, mediamente, degli autoctoni. Le galere italiche sono piene di autori di crimini comuni – come spaccio, rapine e furti – che i ricchi disdegnano, troppo alto essendo il rischio relativo. Essi preferiscono i reati contro il patrimonio, per cui, nel bel paese dove il sì suona, non si va in galera. anzi, magari si fa carriera… se invece confrontassimo il totale dei poveri, italiani e no, con il numero degli immigrati poveri, il risultato sarebbe diverso.

  8. Raffaello Morelli

    Stando ai dati nell’articolo, la frase di Berlusconi resta propaganda che non chiarisce il problema e che può interpretarsi come xenofoba, ma fermarsi a questo ha difetti analoghi alla frase. Infatti i dati mostrano che la percentuale di chi commette reati è superiore tra gli immigrati. Grosso modo sono in carcere lo 0,5 % degli immigrati contro lo, 0,07 % degli italiani autoctoni (ed è facilmente spiegabile, per la ragione evidenziata specie dalle organizzazioni religiose; le condizioni di maggior disagio sociale degli immigrati, non determinano la propensione alla criminalità spicciola ma la facilitano). Soffermarsi più del dovuto da un lato sul numero assoluto dei crimini (cresciuto poco) e dall’altro sul rapporto tra crimini denunciati e permessi di soggiorno (diminuito), non pesa molto se tali dati non vengono disaggregati. Infatti il numero assoluto dei crimini dovrebbe tener conto che la percentuale degli immigrati è abbastanza sotto il 10% della popolazione (e dunque l’eventuale maggior spinta a delinquere è assai meno rilevante statisticamente), e il rapporto dovrebbe distinguere nel tempo tra la quota di italiani e la quota di stranieri denunciati.

  9. Pietro Fattori

    Più ancora che avere un presidente del consiglio bugiardo, in perenne conflitto di interessi, è pesante da digerire che non ci sia una reazione da parte del quarto potere, nemmeno della quota non riconducibile a sue proprietà – dal "quinto potere" sarebbe ingenuo aspettarsi qualsiasi atto di autonomia avverso un controllo ricattatorio strettissimo; si può organizzare una non faziosa, generalizzata, richiesta del diritto all’informazione, con rettifiche obbligatorie e non formali?

  10. Franco IMMIGRATO

    Il capitalista al governo ne ha sparata un’altra delle sue… miratissime gaffes! Sì! "Miratissime" in quanto subito dopo e nello stesso tempo in cui partono le indignate reazioni dei benpensanti, egli si affretta a precisare che si riferiva alla percentuale criminale all’interno dei clandestini e così vanifica ogni accusa e tranquillizza i suoi fanatici innamorati, ai quali i benpensanti scandalizzati di cui sopra hanno perso l’occasione di dire subito che la suddetta percentuale era dovuta solo al "pacchetto sicurezza" da lui fatto votare all’asservito parlamento. La vogliamo finire di correr dietro ai meteorismi e a non rimandargli il grosso nel quale vuole impiantarci?

  11. claudio giusti

    Durante la campagna elettorale del 2001 Berlusconi affermò che, durante i precedenti governi di centro sinistra, gli omicidi erano triplicati, mentre erano passati dai 2.000 del 1991 ai 650 del 2001.

  12. Carlo Cipiciani

    Un’obiezione al – giustissimo – ragionamento del prof. Boeri, e che è stata fatta la sottoscritto quando ha fatto un ragionamento simile, è che il nostro premier pensava ai soli immigrati clandestini. Ma anche in questo caso, i numeri danno torto a Berlusconi: secondo le cifre fornite dal Ministero dell’interno i reati denunciati durante il suo governo sarebbero diminuiti. E durante il suo governo ci sono stati – cifre sue 45 mila nuovi sbarchi di clandestini, come nei 2 anni precedenti. I clandestini espulsi sarebbro stati (coincidenza!) 45 mila..meno di quanto accadde nei 3 anni precedenti. E le stime dei clandestini in Italia sono comunque attorno a 800 mila persone. Insomma: secondo le statistiche ufficiali, gli stranieri (regolari o clandestini) aumentano, i reati (secondo le cifre fornite da Maroni) calano…I numeri non hanno ideologia, e il presidente del Consiglio ha fatto un affermazione totalmente priva di fondamento. Ma chi ci fa più caso? Un caro saluto.

  13. Antonio Lupo

    Sarebbe interessante rivedere i numeri rispetto a una stima dell’immigrazione clandestina. Rimane inoltre da sostanziare con i dati il problema dei rom, regolari ormai per la burocrazia ma di tremendo affanno per le forze dell’ordine. E’ solo una forzatura dei media quell’impressione che si ha tra i cittadini dell’aumento di reati specie contro la persona e specie di quelli efferati e bestiali?

  14. Francesco R

    In merito alla giuste osservazioni del Dott. Boeri su immigrazione e criminalità, vorrei fare solo una piccola precisazione: manca un aggettivo fondamentale per descrivere la correlazione tra i due fenomeni..quale? clandestino! Quindi i dati eventualmente da confrontare sarebbero quelli tra immigrazione clandestina e criminalità in quanto chi si trova in Italia in posizione di regolarità non ha alcun motivo di rivolgersi al mercato dei reati se ha un lavoro..magari regolare, una casa ed una famiglia con i figli già scolarizzati ed integrati nella società italina.

  15. Alessandro

    Dato che siamo nella rubrica “vero o falso”, il premier ha detto clandestini, non immigrati. Date queste premesse, cosa rimane dell’articolo?

    • La redazione

      Il premier parla di extracomunicari, non di clandestini. La citazione precisa è in calce all’articolo.

  16. Andrea M.

    Forse l’eguaglianza immigrazione-criminalità non è corretta. Il fenomeno e molto complesso tanto quanto lo sono i tipi di crimine (intendendo quelli che portano ad un reato penale). Come suggeirito ho fatto un giro sul sito dell’istat. Mi sono fermato ad una prima ricerca, che deve far riflettere: Condannati per delitto secondo il sesso, l’età ed il luogo di nascita, per Distretto di Corte di Appello. Anno 2006 in quell’anno su 198.263 condannati per delitto 52.015 non sono nati in Italia, fa più del 26%. quanti erano gli stranieri nello stesso anno? 2.670.514 su 58.751.711 (al 1gen06) che fa il 4,5% Possiamo affermare che gli stranieri commettono più delitti degli italiani? Oppure ho sbaglato ad analizzare i dati.

  17. Andrea Ruini

    Non so se Berlusconi abbia ragione o torto. Mi sembra però che il professor Barbagli abbia sostenuto che il confronto con gli italiani mostra che, se gli immigrati regolari commettono oggi più spesso reati degli autoctoni, almeno in certe classi di età, gli irregolari superano di molte volte, per tassi di criminalità, sia i primi che i secondi. Guardando la percentuale degli stranieri che commettono reati rispetto al totale delle persone denunciate, si vede che alcuni reati sono più frequenti in quella frazione di immigrati irregolari che delinque piuttosto che tra gli italiani. Soprattutto per i ‘reati di strada’, quelli che creano maggiore insicurezza Gli immigrati sono il 68% dei borseggiatori. Però il reato più tipico dei clandestini è lo spaccio e il traffico di droga: per il 92-94% è compiuto da immigrati.

  18. paolo bertossi

    Non amo Berlusconi, non lo seguo, non lo voto. Penso tuttavia che la fretta di dargli torto sia cattiva consigliera. Il disprezzo per il modo di esprimersi e argomentare che viene spontaneo impedisce di capire cosa dice davvero, a chi si rivolge, e la fretta di rispondere porta, a volte, a non ragionare molto meglio di lui. Come in questo caso. La frase di Berlusconi "la diminuzione degli extracomunitari significa anche meno forze che vanno a ingrossare le schiere dei criminali" è brutta, sporca, cattiva (perchè "extracomunitari"…) ma non dice che gli stranieri fanno aumentare i crimini, ma che fanno ingrossare le schiere dei criminali. E questo è abbastanza vero. Forse non le fanno ingrossare, ma certo si sostituiscono agli italiani per tutte quelle operazioni di manovalanza sporche e mal remunerate che gli italiani non vogliono più… Guardiamo qualche altra statistica. I condannati stranieri per delitto, pur con variazioni tra anno e anno, sono circa un quarto del totale, più al nord, circa un terzo, dove gli immigrati sono di più, meno al sud, circa un decimo, dove sono meno. Nel ’90 questa quota era vicino a zero. Berlusconi ha torto, ma non è così facile darglielo.

  19. Bojan

    Sarebbe intreressante scomporre i crimini denunciati per tipologia. M’immagino che Berlusconi si riferisse ai crimini più comunemente associati agli immigrati (sfruttamento della prostituzione, spaccio di droga, violenze sulle donne…). Di solito è questo tipo di criminalità che trova più spazio sui mezzi di informazione e che crea la percezione che l’immigrazione generi sempre più criminalità.

  20. marco

    I dati mostrano che i reati che generano maggior allarme sociale sono sostanzialmente stabili negli ultimi anni.La percezione che ha l’opione pubblica è diversa. Questo sito pubblicò un’ottima inchiesta sulla rilevanza data nei tg alla cronaca nera, che spiega il perchè di questa discrasia. Aggiungo che sempre secondo i dati più di 2/3 degli stupri è fatto dal partner o ex partner, quindi sostenere che gli immigrati siano responsabili per la maggior parte di questo crimine è una sciocchezza. Un’ alta percentuale delle condanne inflitte agli immigrati clandestini è dovuta a reati connessi al loro status (ingiunzione d’espulsione ecc.). La Bossi -Fini è fatta apposta per generare nuovi clandestini, quindi secondo quanto detto dal premier, nuovi criminali. E’ noto che per crimini quali scippo stupro rapine et similia, parametri quali sesso età e condizione economica sono fondamentali (una massaia 50enne ha una propensione a commettere tali reati inferiore a un disoccupato 25enne); quindi andrebbero confrontati i reati commessi da giovani maschi con bassa disponibilità economica italiani ed extracomunitari, per avere un quadro più attendibile.

  21. dvd

    Come appunto all’autore si potrebbe dire che la società nel suo insieme non potrebbe tollerare un aumento del livello del numero dei reati per cui da un certo punto di vista l’osservazione fatta perde di significato. Semmai sarebbe utile riflettere sul tipo e grado di reati che si commettono rispetto a prima e ancora si potrebbe riflettere e analizzare meglio se gli immigrati hanno preso o meno il posto dei delinquenti italiani (sicuro). Da ultimo come osservazione mi pare che la "tolleranza" per i reati sia aumentata si che si denuncia molto meno di prima contribuendo così a rendere sostanzialmente stabile il numero dei reati (statistica e non pratica). Ad ogni modo credo che se dall’oggi al domani si potesse allontanare dal paese tutti gli immigrati credo che ci ritroveremmo lo stesso livello (per numero) di crimini, magari diversi dagli attuali e commessi da indigeni che si riappropriano di un terreno rimasto "scoperto". Rimane ancora però l’analisi di fondo: ossia che tipo di crimini si commettono ora non il loro numero per abitante, che come detto per me rimane sostanzialmente stabile in presenza di uguale apparato repressivo.

  22. Davide Costantini

    E’ interessante poter avere un riscontro numerico sul rapporto fra criminalità e immigrazione con dei dati affidabili ma una domanda mi sorge spontanea: nei grafici riportati si fa riferimento ai permessi di soggiorno (che tra l’altro molti immigrati sostanzialmente regolari faticano ad avere per la lentezza del sistema burocratico) per valutare la mole di immigrati; se facciamo riferimento ai soggetti che non detengono un permesso di soggiorno, astraendo dal reato di clandestinità, quanti "criminali" troviamo? Personalmente non mi trovo favorevole all’attuazione di politiche forti contro l’immigrazione e, da persona informata quale mi reputo, so che costituiscono il 9% del nostro pil a fronte di una quota del 7% della nostra popolazione. Detto questo mi rimane comunque difficile pensare che una forte immigrazione clandestina non vada ad incrementare la microcriminalità. Quanto incide l’immigrazione clandestina su quella complessiva? Di questi clandestini quanti riescono a regolarizzarsi sostanzialmente (mi riferisco a chi nonostante sia irregolare disponga di redditi per sostentarsi e sia in attesa di soggiorno)? Quanti cadono nella microcriminalità?

  23. Igor

    L’articolo su immigrazione e criminalità è tendenzialmente corretto, ma bisognerebbe, per motivi di completezza, integrarlo con ulteriori informazioni, basandosi sui seguenti punti: 1. Propensione ai reati in base alla categoria. Ci sono essenzialmente tre categorie da analizzare: italiani, immigrati con permesso, immigrati senza permesso (questi ultimi divisi, a loro volta, tra lavoratori in nero e delinquenti). Ognuna di loro ha diversa propensione al crimine. 2. Si dice che certe etnie hanno più propensione al crimine, ma non è sempre vero. Immaginiamo che gli immigrati da un paese X abbiamo un tasso di reati del 5%. Se questa percentuale è riscontrata anche nel paese X di provenienza, significa che il tasso nativo di reati per tale etnia è veramente del 5%. Al contrario, se nel paese X il tasso di reati è minore del 5%, significa che l’immigrazione da tale paese verso l’Italia è stata selettiva a favore dei delinquenti. (continua nel commento successivo di Igor). 3. Anche nell’ambiente della criminalità esiste la competizione: negli ultimi anni, questo fenomeno ha favorito gli immigrati, principalmente nell’ambiente della microcriminalità (quello più visibile alle forze dell’ordine e alla popolazione). 4. Nel caso della popolazione carceraria, bisogna tener conto di vari fattori. Prima di tutto, alcuni reati sono più facili da individuare e perseguire (ad esempio, l’ultima catena dello spaccio di droga), altri sono più difficili da debellare (i grossi trafficanti di droga). Le sanzioni applicate alla fine del processo dipendono anche dall’abilità dell’avvocato difensore. Chi non può permettersi un avvocato diverso da quello di ufficio ottiene pene più severe rispetto a un inputato più ricco. Inoltre la legge permette, nella maggior parte dei casi, di ridurre o annullare la sanzione carceraria in cambio di una multa salata. Tutto ciò favorisce, all’interno del carcere, la presenza dei più poveri. In conclusione, l’immigrazione abbia causato una specializzazione tra le varie classi di delinquenza.

  24. Franco CLANDESTINO

    Mi spiacerebbe veramente dar l’impressione di attribuire a persone, che stimo per la onestà delle loro analisi, la critica di non accortezza per le trappole delle "gaffes" berlusconiane, siano esse l’equiparazione della criminalità all’immigrazione oppure la dislocazione in Europa dello Stato di Israele. Voglio soltanto mettere in guardia che un massimo comunicatore come il Presidente del Consiglio nulla fa o dice in pubblico che non sia strettamente legato al progetto: sonda lo stato dell’opinioner pubblica prima di lanciare il suo attacco e poi, a seconda della reazione, da’ il via al suo progetto se intercetta la maggioranza delle istanze di cd "pancia", oppure si affretta nella spiegazione dell’equivoco e della faziosa interpretazione. E’ utile una corretta e tempestiva informazione sulla realtà della situazione; ma essa dovrebbe essere accompagnata da una altrettanto puntuale specificazione dei reati, al netto beninteso di quelli legati alla clandestinità "tout court". Solo così all’opinione pubblica sarebbero offerti elementi completi per un giudizio spassionato e oltremodo necessario data ‘importanza "sicurezza" dell’argomento dedotto in propaganda.

  25. Paolo

    …la percentuale di criminali tra gli immigrati e tra gli italiani. "A pelle" ho il sospetto che tra gli immigrati possa essere più alta, senza contare quelle situazioni di border line come venditori abusivi e gente che chiede l’elemosina. I dati che dicono che non c’è correlazione tra immigrazione e aumento del cirmine rimarrebbero validi, però…

  26. claudio giusti

    Faremmo bene ad avere sempre in mente che il nostro presidente del consiglio dei ministri è stato condannato per falsa testimonianza (amnistiato 1989), ha scampato 3-4 condanne grazie alla nostra strana prescrizione e si è salvato da altre condanne grazie alle infinite leggi fatte su misura.

  27. GIANLUCA COCCO

    Lei si intenderà maggiormente di letture statistiche, ma le assicuro che quello di criminalità se ne intende più di lei! A parte gli scherzi (ma non troppo), il suo articolo sottolinea che non c’è alcuna relazione tra nazionalità e propensione a delinquere. La maggiore incidenza della popolazione carceraria, oltre che per le motivazioni da lei indicate, è probabilmente ascrivibile al diffuso stato di bisogno che caratterizza la popolazione immigrata, rendendo molti di essi facilmente reclutabili in azioni di microcriminalità, la cui entità medio-bassa spesso non basta per un’espiazione alternativa al carcere. Invece, mi sembra molto azzardato affermare che il controllo della droga sia passato agli stranieri. In ogni caso, gli immigrati continueranno a costituire a lungo il più grande bacino elettorale di questa classe politica, essendo la xenofobia fortemente radicata tra la popolazione. Saluti.

  28. stefano monni

    Ci risiamo con i luoghi comuni! Vorrei proporre un esperimento, se fosse possibile. Ipotizziamo di rimandare a casa tutti gli immigrati extracomunitari che lavorano in Italia. Cosa succederebbe alla nostra economia. Verrebbero rimpiazzati da lavoratori italiani? (Non credo proprio visto i lavori usuranti ai quali sono adibiti). Io credo che si debba parlare di criminalità per tutti coloro che consentono, affamando i Paesi più poveri della Terra, di incentivare l’immigrazione clandestina, per coloro che utilizzano tali immigrati offrendo lavori mal pagati al disotto dei normali costi di mercato facendo leva sulla clandestinità di questi lavoratori. Vogliamo finirla di luoghi comuni ed affrontare veramente una volta per tutte il problema serio e mondiale della povertà nel mondo al quale quello dell’immigrazione e strettamente connesso?

  29. Giovanni Sonego

    Ho scaricato le tabele ISTAT 2006 e ho fatto due conti e sono arrivato a conclusioni simili. Il totale condannati è di 230.274 (ho sommato tutti maschi,femmine e minori) Stranieri condannati 60.286 Italiani condannati 169.988 (differenza fra i due dati precedendi) Poi li ho rapportati con la popolaziore residente (italiani e stranieri) Perciò risulta che i condannati italiani sono lo 0,29% del totale mentre i condannati stranieri sono lo 2,26%, cioè ca. 8 volte di più Certo, bisognerebbe sapere quanti di quei 60.000 reati commesi da stranieri, sono stati commessi da stranieri con permesso di soggiorno. Ma questo dato non c’era nelle tabelle. Magari di quei 60.000 reati, solo 10.000 sono stati commessi da stranieri regolari e in questo caso, le due percentuali sarebbero identiche (0,37%) E in un caso del genere 50.000 condannati stranieri sarebbero clandestini che, stimati in 500.000, avrebbero un tasso di condanne di circa il 10%.. Come si fa saperlo?

  30. Giulia

    E’ comprensibile il fatto che gli stranieri regolari delinquano al’incirca quanto gli italiani mentre la maggior parte dei detenuti stranieri nelle nostre carceri sono irregolari. Ma allora che facciamo, aumentiamo il numero di permessi di soggiorno per risolvere il problema? E poi quanti altri irregolari speranzosi attireremo? Noi dobbiamo domandarci seriamente, realisticamente, quanta gente possiamo accogliere. Non mi piacciono i discorsi, fatti anche a sinistra, di "utilità" riferiti agli stranieri che sono persone e non merci da ordinare in base al bisogno del momento. Viviamo in un sistema economico coi piedi d’argilla, basato sul debito (vogliamo parlare di sovranità monetaria?) e qui sta, a mio modesto avviso, tutta la debolezza strutturale che la crisi finanziaria ha fatto esplodere. In questo sistema veniamo tutti usati per produrre profitto, gli stranieri vengono utilizzati per calmierare il costo del lavoro in determinati settori, oppure per sopperire a gravi mancanze del welfare nazionale, le badanti sono un esempio di welfare fai da te. A quando un’economia al servizio dell’uomo?

  31. giorgio schiavinato

    Bisognerebbe documentarsi prima di sparare sentenze. Quantomeno per farsi un pensiero proprio e non essere bersaglio di mistificatori/allarmisti di professione il cui unico tornaconto è quello di fare carriera speculando sulle nostre paure.

  32. Giuseppe

    Non è un problema la quantità, di percentuali o altro, se in una famiglia il figlio ruba,va in galera e te lo devi tenere perche’ è tuo figlio.Ma se un ospite entra in casa tua perchè avevi bisogno tanto tu di lui come lui di guadagnare,e ruba lo mandi a casa sua. Noi non possiamo più mantenere questa gente in galera. Chi si comporta bene, condivide la nostra cultura e accetta le regole ok, gli altri a casa loro.

  33. luca

    Dalla tabella 3 in Home : Consultazione dati : Giustizia Penale : Criminalità : Tav. 3 del sito ISTAT: percentuali reati commessi da stranieri denunciati nel 2005: 23,7%, cioe’ circa 5 volte la loro percentuale rispetto alla popolazione all’epoca. Con punte del 35-38% al Nord. Solo circa il 10% sono reati minori come false dichiarazioni (tab. 15) gli altri sono tutti reati gravi, furti, rapine, omicidi, etc.. Tra i minorenni, ci sono punte del 50% di stranieri (ad es. in Liguria). Negare l’ovvio, cioè che gli ultimi del carro siano più disposti al crimine (lo sarei anch’io in quelle condizioni!), serve solo a rendere poco credibile la sinistra: “loro rubano a casa mia e voi vi arrampicate sugli specchi per assolverli?”. Certo che poi votano Lega, non risolvono nulla, ma almeno non ti danno del razzista se ti lamenti! La soluzione non è rimandarli a casa, ma neppure ignorare il problema.

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