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L’UMILIAZIONE

Il regolamento votato dalla Commissione parlamentare di vigilanza, su delibera dell’Agcom, è stato esteso anche alle tv private, che hanno poi fatto ricorso al Tar. Finché il tribunale non si pronuncia, la norma, che è restrittiva rispetto alla legge sulla par condicio, ed ha gravi profili di incostituzionalità, vale anche per le tv private. Questo è un fatto gravissimo di cui, a mio avviso, non si è percepita la portata. In nessun paese democratico sono mai stati chiusi i programmi di approfondimento in diretta. Una decisione che costringe i giornalisti a calpestare ciò in cui credono e che priva il pubblico del diritto ad essere informato.
La norma scritta da Beltrandi (Partito radicale), quella che ha imbavagliato tutti, dice: “Le trasmissioni di informazione, con l’eccezione dei notiziari, a partire dal decorrere del termine ultimo per la presentazione delle candidature, sono disciplinate dalle regole proprie della comunicazione politica”.
Le regole della comunicazione politica sono quelle che regolano le tribune politiche: parlano tutti in uguale tempo. Impossibile trasformare un talk in tribuna politica e così si chiudono i talk e si impedisce ai programmi registrati di parlare di argomenti politici o intervistare politici.
Il fatto che Report invece vada regolarmente in onda non è indice di libertà, poiché la ragione è dovuta al fatto che è un programma registrato (quindi sottoposto ad un controllo preventivo), e la condizione è che non tratti argomenti politici, e non intervisti uomini politici. È un po’ complicato, visto che perfino a monte di un buco per strada c’è sempre un sindaco che ne deve rispondere. Nella mia non breve carriera professionale non ho mai vissuto un momento più umiliante.

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12 commenti

  1. M.Giberti

    Oltre al senso di umiliazione si aggiunge un intollerabile sensazione di impotenza. Qualsiasi reazione sarebbe distrutta sul nascere dalla mancata disponibilità di mezzi di informazione e quindi di conquista di consenso. Si giustifica così l’atteggiamento strafottente del Berlusconi che non pone più alcun freno alla sua arroganza. Fino a qualche anno fa era possibile sperare almeno nella ribellione delle piazze che vanno invece deserte per una totale assenza di stimoli. Non solo, ma l’arroganza del potere mette in stato di ansioso disagio chi cerca di esprimersi con la voce o la presenza che tendono sempre di più ad individualizzarsi anzichè unificarsi negli obbiettivi e nelle espressioni. Si cerca di individuare una via di uscita o speranza ma ci si rende conto che ne l’immoralità ne l’ingiustizia riescono a smuovere l’agregato di forza attorno a interessi veri o presunti onesti o disonesti, morali o immorali. Il disastro sociale causato da enormi delitti contro il bene comune non viene divulgato mentre si invade l’informazione con insulti, falsità demagogiche, scorribande nei luoghi comuni più miserabili. C’è solo da sperare che il sistema imploda!

  2. FRANCO

    La Gabanelli, in questi anni, è stato uno dei pochi esempi di giornalismo libero e si sente umiliata. Anch’io, lettore e spettatore sono umiliato e offeso quando vedo il TG1 il cui direttore sembra uscito dall’EIAR e dal film Luce. Si è parlato, in questi anni, di "lost decade", per l’economia giapponese; per la nostra democrazia mi sembra che i decenni perduti siano stati tanti, visti i risultati.

  3. Dario Krebel H.

    C’è poco da commentare. Da vent’anni la propaganda viene spacciata per politica. Non ci si confronta per cercare la soluzione dei problemi, si sceglie solo la parte che si presta ad essere strumentalizzata e la si usa senza ritegno. Sono anni che ci trattano tutti come potenziali clienti di "Vanna Marchi" ma ora la realtà sociele ed economica ci presenta il conto. Dire un po’ di verità è contro l’interesse di politici, sindacati, banche e grossi gruppi economici. Anche la Chiesa, forse per permettere un più facile accesso al Paradiso, ha ridotto i Comandamenti da 10 ad 8. Nessuno ricorda il 7mo non rubare e 8vo non dare falsa testimonianza.

  4. Marco Giannone

    Report è una delle pochissime trasmissioni serie in Italia che vale la pena guardare. E lo è anche in virtù del fatto che non decide a monte quale fazione/partito politico attaccare per poi trovare gli argomenti per farlo, bensì parte da un problema e cerca di arrivare alla causa, indipendentemente da quale essa sia. Proprio per questo mi sento indignato come cittadino ad assistere ad un tale esproprio del diritto di informazione.
    E noi dovremmo continuare a pagare il canone RAI.

  5. Raffaello Carinci

    Che l’AGCOM abbia ben poco dell’autorità "indipendente", e che garantisca esclusivamente il governo e "il capo", lo si comprende bene. Si comprende altrettanto bene la maggioranza della commissione di vigilanza ed il c.d.a. RAI. Ma per comprendere l’ "abile mossa" del "radicale" Raimondi è giocoforza pensare che abbia già il futuro assicurato, secondo il collaudato esempio del "radicale" Capezzone. Un solo dubbio: dovrà transitare egli pure per la trafila rieducativa del "processo di Biscardi"?

  6. mario grimaldi

    Cara Gabanelli, resista. E’ sotto gli occhi di tutti che molti vorrebbero affondarla perchè ha una buona e giusta mira. Le posso assicurare che per molte persone è un riferimento prezioso. Il fatto che indaga a fondo e con scrupolo per la verità ci consente di argomentare meglio i nostri, magari goffi, tentativi di contrastare questo malcostume nauseante. Vai Gabba!

  7. Salvatore Bragantini

    Milena Gabanelli ha ragione. Il fatto è che ogni giorno ne mandiamo giù un’altra, e dopo un po’ non ce ne ricordiamo più. Ci stiamo abituando a cose che una volta avremmo ritenuto inaccettabili, ci stiamo mitridatizzando. Ma Mitridate alla fine è morto quando ha varcato il limite. Noi non dobbiamo varcarlo, ma è difficile trovare la forza non tanto per reagire, quanto per far sentire agli italiani che una risposta è necessaria. La mancanza di cultura politica della destra italiana, che l’ha anche portata ad alleanze che in altri paesi europei sono considerate inconcepibili, è la causa di questo stato di cose. Se ci voltiamo indietro a quindici anni fa, e facciamo il confronto con la nostra attuale spossatezza civile, possiamo vedere i danni che il veleno sta producendo in questo povero Mitridate involontario che è la nostra Italia.

  8. lorenzo crosetto

    Questo paese è sceso talmente in basso da togliere la voglia di combattere e di vivere. La totale inutilità a reagire contro questa situazione porta ad uno stato di profonda depressione. Per quelli della mia età l’idea di lasciare in eredità un paese siffatto fa pensare ad una irrimediabile sconfitta dalla quale non sia possibile risorgere se non attraverso gravi e dolorosi conflitti. Questo paese è lentamente marcito dalle fondamenta e presto crollerà in modo disastroso. Il numero delle persone capaci, oneste è in forte diinuzione, la qualità della politica e delle persone che la gestiscono è talmente bassa e corrotta al punto che le persone perbene non si sentono più rappresentare. Grazie a LAVOCE

  9. Piero Mattirolo

    L’opposizione ha sfruttato il disgusto di tutte le persone che hanno a cuore la libertà e la democrazia, il cosiddetto collante dell’antiberlusconismo, per soddisfare le private ambizioni dei suoi capetti, i quali, andati al governo non sono stati capaci di metterle da parte per il bene comune, o quantomeno di fronte al nemico comune. Ora, la prima cosa da costruire è una alternativa di governo, dopo quella che è stata distrutta dalla miopia e dall’egoismo dei partiti dell’Ulivo, una specie di nuovo CLN a fronte a questa nuova edizione di fascismo.

  10. FRANCO LETTORE

    Ogni mal non vien per nuocere. Può darsi, quindi, che l’elettore adesso guardi finalmente un po’ meno la televisione e legga più la stampa, usando magari anche il Personal Computer. Il male va comunque punito. E la pena viene irrogato con il voto.

  11. Luca T.

    Premetto che sono d’accordo con le considerazione della sig.ra Gabanelli, il cui operato, come quello del collega Iacona, è encomiabile. Tuttavia, essendo un attento lettore e tele-dipendente di politica, debbo registrare che in diretta non ci sono veri e obiettivi dibattiti politici. Vi dirò che riguardo con nostalgia le repliche dei talk politici di Funari, persona poco istruita forse ma efficace nei ragionamenti, e non meno nell’incalzare il politico con domande scomode. Il giornalismo attuale è prezzolato. Tranne rari casi, è una melassa gelatinosa di portaborse e seguaci del sistema di potere. Che in questi giorni manchi la politica, intesa come mancanza di nformazione televisiva, interessa principalmente agli operatori. Dai dibattiti politici emergono sempre le stesse promesse non mantenute e, permettetemi di dirlo, l’ignoranza della classe politica, che conquista il consenso su politiche clientelari. Grazie, ma leggo i giornali e vado in rete per avere ogni informazione utile. Peccato che l’opinione pubblica Italiana sia amante dei reality e vota sempre per la crema della politica, schierandosi contro i magistrati che smascherano il malaffare. Questa è l’Italia!

  12. barbara antonelli

    Ormai non c’è momento in cui non mi metta a piangere nel vedere come il mio paese si sia ridotto! La fantasia del dittatore è inesauribile, senza limiti nè pudore e tutti i quaquaraquà della sua corte si affannano a fargli da cassa di risonanza, come cani rabbiosi che tentano di arraffare gli ultimi brandelli di una carcassa ormai spolpata. Le nostre forze stanno venendo meno? Me lo chiedo ogni giorno e non so quale risposta darmi.

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