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FONDO MONETARIO EUROPEO: DI COSA PARLIAMO

Qual è la proposta?

L’idea trae origine da un paper pubblicato il mese scorso da Daniel Gros e Thomas Mayer. E consiste nel creare un’istituzione con il principale obiettivo di erogare prestito ai 16 paesi dell’Unione allorché uno dei paesi membri incorra in una crisi come quella Greca. In caso di crisi, un paese potrebbe richiedere al Fondo prestiti fino a raggiungere la somma pagata che ha versato sino a quel momento, a patto che le sue politiche di bilancio siano state approvate dagli altri membri della zona euro. Aiuti superiori a quell’importo comporterebbero un piano di adeguamento di bilancio sotto la supervisione delle autorità europee. Compito del fondo sarebbe istituire una cornice di regole per gestire in modo ordinato le crisi di debito disinnescando panico e rischio di contagio.

Come verrebbe finanziato?

L’Fme sarebbe finanziato dai paesi che non rispettano i limiti di Maastricht su deficit e debito e fornirebbe a un paese in difficoltà garanzie sul proprio debito a fronte di pensanti sanzioni (esclusione dai fondi strutturati, non eleggibilità del proprio debito come collaterale per il finanziamento della Bce, e in casi estremi, esclusione dall’Unione e dall’euro). Secondo Gros e Meyer se un fondo di questo tipo fosse stato introdotto con l’euro nel 1999, sarebbero stati accumulati fino a oggi 120 miliardi di euro – una cifra sufficiente per salvare un paese membro anche di medie dimensioni.

Avrebbe solo funzioni di salvataggio?

No. Avrebbe anche una importante funzione stabilizzatrice perché, finanziandosi con prelievi sui paesi che violano le norme di bilancio dell’Unione si aumenterebbe l’incentivo a rispettarle. Le istituzioni dell’Unione si doterebbero di uno strumento di  maggiore potere per punire i “bricconi” fiscali.

Che differenza col fondo monetario internazionale?

L’Fme avrebbe le stesse funzioni e modalità di intervento dell’Fmi, ma inoltre stabilirebbe le procedure da seguire in caso di default (anche parziale) di uno stato, cosa che il Fondo Monetario internazionale non fa.

E’ applicabile alla Grecia?

No. è un progetto che richiede tempi di non rapida attuazione.

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DIFFICOLTÀ E RISCHI SULLA STRADA DEL FONDO MONETARIO EUROPEO

  1. Massimo GIANNINI

    My proposal at http://mgiannini.blogspot.com/2010/03/stronger-case-of-eu-bonds-common.html is simple but you have to start with common issuance of EU bonds which are legally national securities but administered at EU level with a system of cross-guarantees. Later on a EU financial transaction tax will gradually fund EU bonds issuances as a kind of EU budget own resource. As a third step the European Monetary Fund will become the agency institutionalizing the common issuance of EU bonds. Yet I do not agree that this fund be financed with penalties on countries deviating from the Stability Pact. It’s a nonsense of Daniel Gros’ proposal. In other words the EMF is to be set up but not exactly for the purposes and with the objectives to deal with euro area member countries in financial difficulties, imposing IMF style conditionalities, and capable of organizing an orderly default as a measure of last resort.

  2. Esposito Pasquale

    Ma dando ulteriori sanzioni economiche (il finanziamento del Fme) ad un paese già con deficit e/o debito elevato, non si rischia di aggravare la situazione?

  3. Luigi Calabrone

    Per completare l’informazione qui contenuta, sarebbe opportuno che venisse spiegato, se pur sinteticamente, perchè gli economisti sembrerebbero escludere le possibilità di un intervento del Fondo Monetario Internazionale, cui gli stati aderenti all’Unione Europea contribuiscono in modo rilevante. Forse che tale intervento, probabilmente efficace dal punto di vista tecnico, comportebbe un’insopportabile stigma sull’immagine della Grecia (e, per diffusione, sull’Unione) come debitore? Esistono ragioni più sostanziali?

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