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La risposta ai commenti

Una premessa che se fosse possibile dovrebbe apparire: rispondo solo a commenti firmati per intero (non amo chi non ha il coraggio delle proprie opinioni, a meno che non sia motivato, es. un ferroviere in servizio ecc.). Luigi Del Monte: Perché mai dei treni merci dovrebbero prendere l’AV, visto che le merci che vanno per ferrovia non hanno fretta, le linee storiche sono scariche, e l’AV costa molto di più? Sulla rete AV in Francia i treni merci nemmeno possono passare! Treni IR pieni: ovvio che dovrebbero abbassare le tariffe sull’AV sulla MI-TO, ma forse il re apparirebbe ancora più nudo: un servizio follemente costoso per i contribuenti fatto pagare poco agli utenti con molta fretta (cioè professionisti ecc.).
Alarico Melissari: Vedi sopra per le tariffe…ma come si fa a definire ottima un’infrastruttura che ai contribuenti italiani è costata il triplo di infrastrutture simili nel resto d’Europa!? E’ stato un disastro economico-ingegneristico, ma certo non tutti piangono….
Aldo Fochi: Non capisco del tutto….con quei soldi si potevano incentivare moltissimo proprio settori ad alto contenuto tecnologico, l’AV è una tecnologia matura con in più ricadute occupazionali trascurabili. L’AV poi in buona misura c’era già per le distanze lunghe, senza costi per lo stato: si chiama RyanAir ecc. Infine la domanda di trasporto è quasi tutta di breve-media distanza, interventi “a pioggia” per migliorare l’esistente avrebbero avuto impatti economici e funzionali molto maggiori…certo non mediatici!
Claudio Siniscalchi: qui ho capito ancor meno…lei ritiene che questi progetti meritassero o no le grandi somme di denaro pubblico a fondo perduto di cui parla? Se no, rallegriamoci delle cancellazioni, se sì, per ciascuno di questi vediamo il rapporto costi-benefici, come si fa nei paesi sviluppati.
Fabrizio Balda: ha perfettamente ragione, noi abbiamo dovuto ricorrere a stime prudenti perché è impossibile disporre di dati più analitici per ragioni di riservatezza aziendale. Questa riservatezza poi è un po’’ controversa, trattandosi di impresa interamente pubblica, che usa infrastrutture pagate interamente dai contribuenti, e per le quali analisi ex-post di questo tipo sembrano molto necessarie, anche per far capire ai pagatori se i loro soldi sono stati usati bene o no.

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  1. PDC

    Personalmente ritengo che se LaVoce ammette i commenti firmati con il solo nome proprio, nomi di fantasia, nom de plume o quant’altro, sia del tutto scorretto accusare poi i malcapitati commentatori di viltà. Tra parentesi, visto che la risposta è in prima persona singolare, mi chiedo a chi debba essere attribuita tra i tre autori… Pietro Della Casa

    • La redazione

      La risposta è stata scritta dal prof. Ponti e condivisa dagli altri suoi coautori.

  2. Michele F.

    Concordo pienamente con quanto scritto dal commentatore precedente. Questo ricatto sulla firma per esteso dimostra scarsa comprensione sia per le policy di questo stesso sito che di Internet in generale. Tenuto conto che esistono i motori di ricerca e la catalogazione dei contenuti, chiunque, partendo dal mio nome e cognome può risalire a commenti inseriti anche 10 anni fa. Visto che non scrivo commenti su internet tutti i giorni, non sono un giornalista, magari i miei commenti si riducono a una mezza dozzina in anni di attività, e magari sono polarizzati o su un unico argomento. Voi vorreste essere giudicati da chiunque ha accesso al vostro nome per una mezza dozzina di commenti di cui magari vi siete dimenticati, frutto di osservazioni magari casuali e distanti anni? Ecco, questo è quello che state chiedendo. E vi faccio notare che non c’entra nulla con la pertinenza o la bontà del commento. Avete notato che non solo nelle trasmissioni TV ma anche in quelle di trasmissioni serie, chessò, tipo radio24 non viene detto il cognome del commentatore casuale? Bene, in questa sede stiamo scrivendo commenti e non saggi, vi invito a prenderne atto.

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