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L’IMPOSTA DI BOLLO SUI CONTI TITOLI

Il grafico mostra il gettito derivante dall’aumento dell’imposta di bollo sui conti titoli, portata a 120 euro per i depositi sotto i 50 mila euro ed a 380 euro sopra i 50 mila.
Nel 2011 e nel 2012 sosterrà da sola quasi l’intero onere della manovra e nel 2013 vi contribuirà per oltre un sesto raccogliendo la cifra record di oltre 3,6 miliardi. Si tratta di una vera e propria tassa patrimoniale sulla ricchezza mobiliare.
Secondo l’Abi il numero di conti correnti è circa 40 milioni e il 26 per cento dei correntisti, secondo l’Eurisko, ha un conto titoli.

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12 commenti

  1. Tiziano Rotesi

    Sbaglio o quelle stime sono fatte immaginando che il numero di depositi titoli resti costante? Personalmente, non credo di essere l’unico, chiuderò il mio deposito titoli.

  2. Renzo Minari

    A che cosa servono le tasse ? Se servono per migliorare i servizi a tutti i cittadini, ben vengano. Ma sino a quando si continuerà a far pagare tasse sui consumi (tassazione indiretta), saranno sempre inique. La tassazione dovrebbe essere applicata in percentuale crescente (tassazione diretta) a tutti. Ha ragione Giuliano Amato quando afferma che sarebbe sufficiente far pagare 30.000,00 euro a quel 30% di persone che hanno grandi patrimoni (ai quali non cambierebbe nulla) per ridurre il debito pubblico dal 120% al 80% con grande risparmio per lo stato. Pur non essendo fra coloro che detengono grandi patrimoni, sarei disposto a pagarli.

  3. Rossano Zanin

    Ecco, alla fine il Signor Ministro è riuscito a trovare la montagna di miliardi di euro che gli servivano. Ha aumentato un’imposta di bollo di dieci volte. Anche uno studente di terza media riesce a trovare i soldi in questo medioevale modo: imporre una gabella. Suggerisco al Ministro di mettere una tassa di 200 euro all’anno su tutti i contatori della luce delle seconde case, e/o una tassa di 200 euro su tutti i condizionatori dell’aria installati sulle case private: a spanne tirerebbe su 5/6 miliardi di euro all’anno, forse anche di più. Che delusione questo Governo, dovevano abbassare le tasse a tutti..

  4. Emilio Odescalchi

    La Klepto-Krazia ha fame, non sopporta diete, gli stomaci brontolano irritati, la spesa costa e l’appetito insoddisfatto genera cattivo umore, rende la vita più difficile. Si pesca come si può e soprattutto con la rete a strascico a maglie fitte, si tira su tutto e si mangia tutto, e di tutte le taglie. Il fondo resta arato e sterile, non c’è più vita né preda, nemmeno una tellina. Moriranno di fame? Speriamo!

  5. Vittoria Cerasi

    Mi pare che il conto si basi sull’idea che i numeri dei depositi titoli rimangano invariati. Io credo invece che gli incentivi dei risparmiatori cambieranno in maniera importante. Chi ci dice che i risparmiatori compreranno ancora titoli – in particolare i BOT, BTP ecc – se devono lasciare sul terreno 120 o peggio ancora 380 euro all’anno? Mi sembra assurdo che un paese con un debito pubblico così elevato disincentivi i risparmiatori dall’acquistare titoli di Stato. Ma non era lo stesso Tremonti a sostenere che l’Italia non è come la Grecia o l’Irlanda perchè da noi il risparmio privato è più alto? Ma se questo alto risparmio privato non viene incanalato verso i titoli pubblici chi finanzierà il debito pubblico italiano?

  6. Prof. Antonino Tramontana

    Il superbollo sul conto titoli è una imposta patrimoniale regressiva e retroattiva, perché colpisce soprattutto i piccoli risparmiatori e si applica già nel 2011. E’ una forma di imposizione in pieno contrasto con la Costituzione e con lo Statuto del Contribuente, quale non si era mai vista nella pur turbolenta storia tributaria italiana. Si spera che questo obbrobrio tributario venga eliminato in sede parlamentare e, se ciò non avverrà, venga successivamente impugnato di fronte alla Corte Costituzionale.

  7. Mirko ZeroVirgola

    Ma come viene calcolato il valore di un deposito titoli? Se per esempio si acquistano e si vendono azioni durante tutto l’anno e il 31/12 si lascia vuoto, il deposito titoli vale 0?

  8. Marco Spampinato

    Quali sono gli impatti finali sul debito e, di conseguenza, sulla spesa per interessi, dell’art. 23 della manovra? Non è mai piacevole fare la "cassandra", ma un intervento che scoraggia l’investimento di piccoli risparmatori in titoli di stato può avere un impatto negativo, tanto da annullare i benefici di gettito. Se i piccoli risparmiatori disinvestono dai titoli del debito viene a mancare una parte della domanda di titoli, questo determina un aumento dell’interesse, e dello spread tra titoli italiani e titoli tedeschi. Il servizio annuale del debito cresce. Così tassare il piccolo risparmio che va in titoli di Stato può avere un "effetto boomerang". Il fatto che l’aumento maggiore sia al 2013 poi, non cambia forse nulla (o poco), poiché gli operatori possono scontare subito la decisione, che rende meno conveniente sin da oggi acquistare titoli pubblici italiani a medio termine (questo vale di più se l’imposta colpisce solo i titoli del debito pubblico, e non anche i titoli privati; questo punto non è chiaro).

  9. giulio

    Tale disposizione andrà a gravare pesantemente sui piccoli risparmiatori e avrà come conseguenza quella di far chiudere una miriade di dossier titoli in un periodo di mercati depressi con grave nocumento per i clienti bancari. Lo stesso risultato si sarebbe potuto ottenere con una manovra combinata su conti correnti e depositi titoli e aumentando la tassazione dei redditi da capitale (compresi i titoli di stato al 20%). Lasciare la tassazione sui bot al 12,5% con contestuale aumento del costo del dossier, come in manovra, significa di fatto rendere non convenienti investimenti sotto i 40.000 euro che rischierebbero di avere un rendimento negativo.

  10. Enrico fasani

    Per quanto riguarda la tassazione dei patrimoni proposta da Amato, va notato che Amato, da bravo socialista craxiano, abbia abbondamente contribuito a farlo crescere, il debito pubblico, dall’ 80% al 120% …ed ora ci viene a dare la soluzione!

  11. Giorgio

    Presindendo dal giudizio su un maxi bollo che non considera l’entità del deposito titoli, leggevo su Il Sole 24 ORE di sabato scorso (inserto plus 24) che una circolare abi del 1997 consentirebbe di non applicare alcun bollo sui depositi che contengono solo bond bancari non quotati. E non si applica nemmeno nel caso in cui si possiedano solo fondi comuni o PCT. Insomma: i piccoli consumatori potrebbero evitare il salasso. Mi sbaglio?

  12. Paolo Tonegutti

    Osservo che le principali banche italiane di fatto non tengono l’amministrazione dei titoli dei clienti, poiché detti titoli vengono girati per l’amministrazione a banche depositarie estere che hanno sostituito Monte Titoli (cfr.Intesa Sanpaolo) che possono utilizzare i titoli senza limitazioni (vendite,acquisti ecc.). Ciò potrebbe mettere in discussione l’applicazione della tassa ?

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