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Fonte: nostra elaborazione su dati Ministero dello Sviluppo Economico e Staffetta Quotidiana
Nelle ultime settimane e negli ultimi giorni i prezzi dei carburanti, benzina e diesel, sono al centro dellattenzione. Non tanto per i continui rialzi, ma per i ribassi, le offerte speciali, o addirittura per le vendite sottocosto. Tutto questo può far pensare ad una guerra dei prezzi, ma è davvero così?
Landamento dei prezzi, in ossequio alla legge della domanda, dovrebbe trovare spiegazione nelle quantità vendute, che negli ultimi 10 anni hanno accusato uninesorabile contrazione. Confrontando gli ultimi dati definitivi disponibili del 2002 e del 2009, i consumi di benzina sono passati da oltre 16 milioni di tonnellate anno a poco più di 10,5. Il gasolio invece è passato da 22,7 milioni a poco meno di 26, con un chiaro effetto di sostituzione.
Negli ultimi anni e mesi questa tendenza si è andata vieppiù consolidando, anche per il rafforzamento delle principali determinati: laumento dei prezzi (con crescenti livelli di accise), la crescente efficienza dei veicoli (i nuovi consumano sempre meno) e la crescente diffusione di automezzi alimentati da carburanti alternativi (Gpl e metano). Si potrebbe elencare anche una lunga lista di concause che hanno reso sempre più gravoso lutilizzo dellauto, dagli aumenti delle assicurazioni alle sanzioni amministrative fino ai superbolli per le auto più potenti. Inevitabile poi leffetto della crisi: a minori consumi corrisponde una minore movimentazione di merci.
Infine non andrebbe dimenticato che le dinamiche dei prezzi italiani andrebbero inquadrate in un contesto di riferimento che travalica non solo i confini nazionali ma anche quelli dell’Europa.
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Davide
Qual e’ l’unita’ di misura sulle ordinate?
La redazione
Il dato del gennaio 2002 per ciascuno dei tre carburanti viene considerato come 100, di modo che nel resto del grafico si possano vedere le variazioni percentuali rispetto a questa data di partenza.
Per questo motivo le tre linee partono tutte dal medesimo valore.
La redazione
Luca Spoldi
Sarà iniziata la guerra dei prezzi o no? Certo fa pensare il fatto che 1) il settore sia da anni sostanzialmente in situazione di oligopolio e gli oligopoli spesso (non sempre) tendono ad accordi collusivi compresi eventuali cartelli sui prezzi (magari già a livello di paesi produttori, come quelli che siedono a un’organizzazione viennese che manovra le quantità di produzione di ciascun paese cercando di influenzare i prezzi del greggio variando la quantità offerta) 2) in teoria la domanda di carburante sarebbe a bassa elasticità dunque non ha molto senso ridurre di 10-20 centesimi al litro il prezzo di un bene (solo in certi giorni della settimana, solo in una parte della rete). Tanto più che sul prezzo incidono fortemente componenti fiscali non comprimibili dal produttore. E dunque? Più che la concorrenza, che mi pare destinata a rimanere modesta, potè la crisi? O forse poterono i rincari continui e generalizzati di altre componenti che pesano sull’utilizzo di autovetture (polizze assicurative in primis, manutenzione e costi d’acquisto/finanziamento in secundis) e l’emergere di tecnologie che consentono di non spostare fisicamente persone e cose per realizzare beni e servizi…
marcello
Sarebbe ora che le auto utilizzassero l’alcool (bioetanolo) come in Brasile, ricavandolo dalla coltura della barbabietola da zucchero. Ridurremmo così la dipendenza energetica petrolifera e daremmo maggiori opportunità di crescita all’agricoltura!
Federico
sarebbe ora che gli italiani imparassero da altre città del nord europa (copenaghen e amsterdam, per fare l’esempio di due capitali europee) l’uso della bicicletta per gli spostamenti quotidiani, che nel 70% dei casi almeno sono su distanze inferiori ai 10 km e senza pendenze di rilievo! per carità, l’auto non è il Male e la uso anche io un giorno si e uno no, però per gli spostamenti brevi e/o urbani perchè non scegliere un mezzo più veloce, più sano e soprattutto più economico?
Alessandro Pagliara
Purtroppo un mercato del petrolio dovrebbe prevedere: – che le navi prima di scaricare i petrolio dovrebbero negoziarlo su un mercato regolato con accesso solo a navi e raffinerie; – le raffinerie dovrebbero negoziarlo su un mercato regolato con accesso solo a raffinerie e trasportatori; – i trasportatori dovrebbero negoziarlo su un mercato regolato con accesso solo a trasportatori e distributori; – i distributori dovrebbero aggiornare giornalmente i prezzi su un sito autorizzato; Ognuno di questi attori non può inglobare più attività insieme. Solo su un mercato così fatto il prezzo deriverebbe da domanda e offerta….Vi sembra il nostro caso…dove Eni possiede pozzi, raffinerie, distribuzione e non pubblica nemmeno a quanto acquista veramente ai pozzi il petrolio (che non viene scambiato sul mercato finanziario, dove i titoli non sono più legati al barile)…
AntiGuai
segnalerei con piacere l’iniziativa del comune di Lipsia: mezzi pubblici gratuiti per chi ha la patente.
Marcello Novelli
Qualche giorno fa pensavo come mai il Governo Italiano insiste nell’alzare le tasse sui carburanti e se invece non sarebbe meglio abbassarne il prezzo magari aumentando qualche altra tassa. D’altronde il carburante e’ il motore dell’economia e in tempo di crisi… Mi e’ venuta in mente un ipotesi: supponiamo che la bilancia commerciale italiana sia in perfetto equilibrio per tutti i beni ad esclusione dei prodotti petroliferi. Se cosi’ fosse ci sarebbe una continua emorragia di denaro che lascia l’Italia impoverendo il sistema. Alzando il prezzo dei carburanti attraverso le accise e riducendo di conseguenza i consumi, oltre a rimpinguare le casse dello stato potrebbe avere l’effetto voluto di migliorare la nostra bilancia commerciale e quindi trattenere piu’ denaro nel nostro paese. Cosa ne dite?
SAVINO
Allora si può abbassare il costo dei carburanti? E se lo si fa di sabato e domenica, lo si può fare anche in settimana? Ed è vero che le accise contano fino a un certo punto? E nei confronti dei petrolieri furbetti, vogliamo prendere qualche provvedimento?
Vittorio Olivati
Anche se è difficile da quantificare, un impatto sul minor consumo della benzina è sicuramente dovuto alla diffusione di Tutor e Autovelox che, unitamente alla patente a punti, ha spinto molti automobilisti a ridurre la velocità. E siccome il consumo aumenta in funzione cubica della velocità, ecco che scendere da 140 km/h alla temuta soglia dei 110 ha il suo bell’effetto.
Vittorio
Sommando i tre valori al maggio 2012 otteniamo circa 275 che rispetto ai 300 teorici (se il consumo globale fosse rimasto immutato dal 2002) è una differenza piccola, spiegabile anche con il solo aumento dell’efficienza dei motori. Dobbiamo concludere che l’aumento dei prezzi e la crisi attuale non scalfiscano per niente le nostre pessime abitudini di mobilità?
Marcello Montalbano
… E se invece di aumentare le accise sui carburanti il governo le avesse drasticamente ridotte, non sarebbe stato un impulso positivo all’economia reale? Non avrebbe incassato più Iva dall’aumentata capacità di spesa dei cittadini che sarebbero stati meno restii a contrarre i propri consumi a vantaggio di tutti?