Il calcio è un gioco affascinante che accende passioni in tutto il mondo. Dietro la facciata, però, si celano spesso storie poco edificanti. Basta pensare alle accuse e ai sospetti che circondano la Fifa, la federazione che governa questo sport. Per i mondiali del Qatar, poi, l’accusa è di schiavitù.
COSA FA LA FIFA
“Ogni volta che un bambino prende a calci qualcosa per la strada, lì ricomincia la storia del calcio”.
Chiunque, anche in età adulta, abbia improvvisato una partita per strada, in una piazza o in un parcheggio, sa (“di pancia”) cosa intendesse dire Jorge Luis Borges, cui è attribuita la frase.
Appena conclusa l’edizione dei campionati mondiali di calcio 2014, tuttavia, interessa qui soffermarci sull’altra faccia del pallone. (1)
La storia, soprattutto quella più recente, della Fédération Internationale de Football Association, la Fifa, fondata a Parigi il 21 maggio 1904, è segnata infatti da numerosi episodi oscuri, accuse di corruzione, frodi, opacità, affarismo spregiudicato. La Fifa governa calcio, futsal (più noto come calcio a cinque) e beach soccer, essendo, peraltro, responsabile dell’organizzazione di tutte le manifestazioni intercontinentali di tali sport, tra le quali la più importante è, ovviamente, il campionato mondiale di calcio.
Se denunce di corruzione hanno investito spesso gli apici della Federazione, dal brasiliano João Havelange al gaffeur svizzero Sepp Blatter, è l’assegnazione dell’evento clou, il mondiale di calcio, a essere segnata dalle più gravi accuse. (2)
ASSEGNAZIONI SOSPETTE
Già per l’edizione 2006 – allora erano in corsa per ospitarla il Sud Africa e la Germania – fu aperta un’inchiesta per tentativi di corruzione, poi chiusa parlando di uno scherzo. Jack Warner, ex vice presidente Fifa (dimessosi a seguito dello scandalo sui presunti illeciti alle elezioni per la presidenza della federazione nel 1998), delegato di Trinidad e Tobago, scelse Berlino invece di Johannesburg. Raccontò poi che lui e altri membri dell’esecutivo Fifa avrebbero trovato sotto la porta della camera d’albergo una busta che conteneva la promessa di sostanziosi regali se avessero sostenuto la candidatura tedesca. (3)
Celebre è poi l’inchiesta del New York Times sulle vicende che riguardano l’edizione di Sud Africa 2010 e alcune scommesse clandestine effettuate attraverso un’agenzia di Singapore. Secondo la testata newyorkese, almeno cinque partite furono truccate già prima che i Mondiali sudafricani iniziassero. (4) Il NYT avvertiva allora che “diverse federazioni calcistiche nazionali con squadre che giocheranno in Brasile sono vulnerabili a offerte fatte per alterare il risultato delle partite per le loro condizioni finanziarie e per le divisioni ‘politiche’ al loro interno”. (5)
LO SCANDALO QATAR 2022
Tuttavia, è l’assegnazione al Qatar del campionato del mondo 2022 che provoca la maggior indignazione. E per diversi motivi. Anzitutto, si torna alla schiavitù. A otto anni dal calcio di inizio, l’edizione del Qatar è già stata definita il “mondiale degli schiavi”, dopo l’inchiesta del Guardian che ha svelato le disumane condizioni di lavoro e gli aberranti abusi cui è sottoposta la manodopera impiegata nella costruzione delle infrastrutture per i Mondiali. Secondo Aidan McQuade, direttore di Anti-Slavery International, organizzazione non governativa fondata nel 1839, l’inchiesta del Guardian prova un sistematico utilizzo di lavoro forzato in Qatar: “di fatto, le condizioni di lavoro rivelate e il sorprendente numero di morti tra lavoratori vulnerabili, portano ad affermare che si sia andati oltre il lavoro forzato, sconfinando nella vecchia schiavitù, quando gli esseri umani erano trattati come oggetti. Non vi è più alcun ‘rischio’ di una coppa del mondo costruita sul lavoro forzato: è già così”. Anche The Dark Side of Migration, un rapporto di Amnesty International denuncia “un preoccupante livello di sfruttamento” degli operai stranieri, soprattutto nepalesi, alle dipendenze del comitato organizzatore qatariano. Il segretario generale di Amnesty, Salil Shetty, ha peraltro aggiunto che “la Fifa ha il dovere di inviare un messaggio forte avvertendo che non tollera alcuna violazione dei diritti umani sui progetti di costruzione relativi alla coppa del mondo”. (6)
Secondo varie inchieste, alla fine di settembre 2013 sono morti dozzine di lavoratori immigrati, impiegati per le costruzione di impianti e infrastrutture in preparazione del Mondiale del 2022, al ritmo di quasi uno al giorno. (7) I documenti ottenuti dall’ambasciata nepalese in Qatar parlano di almeno quarantaquattro lavoratori deceduti tra il 4 giugno e l’8 agosto del 2013, a causa di improvvisi attacchi di cuore, insufficienza cardiaca, incidenti sul posto di lavoro. E sono migliaia i lavoratori immigrati nepalesi che subiscono sfruttamenti e abusi tali da rientrare nella definizione di schiavitù moderna dell’International Labour Organisation (Ilo). (8) I documenti svelano il mancato pagamento dei salari; sconcertanti condizioni di lavoro (ad alcuni è stato negato di bere durante il lavoro al caldo soffocante del deserto, 50 gradi); soluzioni di alloggio scioccanti, senza aria condizionata e con le fosse biologiche scoperte; mentre la confisca da parte dei datori di lavoro del passaporto e dei documenti di identità riduce i lavoratori nella condizione immigrati clandestini senza alcun diritto.
Il quadro complessivo rimanda uno dei paesi più ricchi al mondo che sfrutta vergognosamente i lavoratori di uno degli Stati più poveri.Con il paradosso che da più parti ci si preoccupa per la salute dei calciatori che nel 2022 si troveranno a giocare nei bollenti stadi del Qatar, mentre si continuano a ignorare stento, sudore e sangue delle migliaia di lavoratori immigrati che quegli stadi stanno costruendo.
A tutto ciò si aggiunge l’immancabile scandalo-assegnazione. Secondo il Sunday Times, l’allora membro esecutivo della Fifa per il Qatar, Mohamed Bin Hammam avrebbe versato tangenti per svariati milioni di dollari per ottenere il sostegno necessario alla candidatura dell’emirato. (9) Ne è seguita un’inchiesta interna della Fifa (che riguarda anche l’assegnazione dell’edizione 2018 alla Russia) non ancora conclusa. Se la corruzione non è stata ancora provata in sede giudiziale, sono già emerse pratiche di pessima gestione e gravi conflitti di interesse, come l’inopportuna assunzione di Laurent Platini, figlio del presidente Uefa, da parte di una società dello Stato del Qatar. (10)
Basta tutto ciò per una riassegnazione del Mondiale? Un indimenticato maestro osservò che “calcio è calcio”. (11)
(1) Spesso nel calcio i normali meccanismi premiali e sanzionatori che disciplinano le più svariate competizioni trovano bizzarra applicazione. Salta in mente l’assegnazione del Pallone d’oro nel 2006 al capitano della nazionale italiana vittoriosa ai campionati mondiali di quell’anno: non si trattava del giocatore più dotato di quella compagine, né del più decisivo in quell’edizione dei mondiali; piuttosto, Fabio Cannavaro si segnalava perché nel corso delle intercettazioni che portarono a ‘scoprire’ una delle più gravi frodi sportive degli ultimi decenni, fu sentito accettare il consiglio di Luciano Moggi – poi condannato per i medesimi fatti in sede penale – di allenarsi e giocare male quando militava in una società rivale, per poter poi essere acquistato dalla società di Moggi a un prezzo inferiore al presumibile valore di mercato. Se norme e criteri di decente condotta trovano saltuaria applicazione, logica ed eleganza non conoscono asilo alcuno: rimbomba ancora la recente accusa di provincialismo al tecnico francese Rudi Garcia, dopo pochi mesi in Italia padrone della nostra lingua, da parte di un collega privo di esperienza all’estero e dall’italiano stentato (sebbene dotato di notevole capigliatura posticcia).
(2) Dopo un mandato da presidente durato dal 1974 al 1998 e la presidenza onoraria fino al 2013, il quasi centenario Joao Havelange è stato costretto a dimettersi per il coinvolgimento nel caso di corruzione relativo all’Isl, la società di marketing che aveva i diritti in esclusiva sui mondiali e fallita nel 2001. Quanto al suo successore Blatter (ancora in carica e pronto a ricandidarsi), fu accusato di corruzione già al momento della sua prima elezione. Jack Warner ha dichiarato di averne appoggiato l’elezione in cambio dei diritti televisivi dei mondiali di Francia nel 1998 al prezzo di 1 dollaro. Anche la rielezione di Blatter nel 2002 fu accompagnata da voci di irregolarità finanziarie e brogli.
(3) Jack Warner è stato anche presidente della Concacaf (1990-2011) e ministro per la Sicurezza di Trinidad and Tobago. Si dimise nell’aprile del 2013, dopo lo svelamento delle frodi perpetrate ai danni della stessa Concaf: circa 26 miliardi di dollari spesi dalla Confederazione per la costruzione e lo sviluppo del João Havelange Centre of Excellence a Trinidad and Tobago, sono finiti, indirettamente, nelle tasche di Warner e familiari. In precedenza, Warner era stato accusato da Ernst & Young, i revisori contabili incaricati dalla Fifa, di aver venduto al mercato nero biglietti speciali a lui intestati dei mondiali di Germania (a venderli materialmente fu il figlio) . Si veda Jennings, Andrew, “FIFA chief’s son in $1m scam fine”, Daily Mail, 13 March 2007. E Hughes, Rob, “The stench of corruption”, International Herald Tribune, 19 September 2006.
(4) Sotto indagine ci sarebbero almeno quindici incontri, incluso Stati Uniti-Australia. Le indagini della Fifa arrivano alla conclusione che chi ha truccato le partite è stato aiutato da esponenti del calcio sudafricano nel selezionare arbitri ad hoc per addomesticare alcuni risultati.
(5)Si veda anche il Washington Post.
(6) Amnesty ha intervistato duecento immigrati attivi nel settore delle costruzioni in Qatar nel corso di due visite nell’emirato nell’ottobre 2012 e nel marzo 2013.
(7) Secondo la Confederazione internazionale dei sindacati (Ituc), la frenesia legata alla realizzazione delle strutture per i mondiali del 2022 in Qatar provocherà “la morte di 4mila lavoratori immigrati”.
(8) Nella Convenzione sul lavoro forzato del 1930, l’Ilo ampia la definizione di schiavitù dei precedenti trattati per includere “forced or compulsory labor.”
(9) Jonathan Calvert e Heidi Blake, “Plot to buy the World Cup. Huge email cache reveals secrets of Qatar’s shock victory”, The Sunday Times. La testata è in possesso di migliaia di email e di altri documenti che proverebbero una capillare distribuzioni di tangenti, tra cui una di 1,6 milioni di dollari al solito Jack Warner.
(10) Bin Hammam era già stato squalificato a vita, salvo essere riammesso nel 2012, per poi essere “ri-bandito” a fatti compiuti. La società che ha assunto Laurent Platini è la Qatar Sports Investments: ovvero il braccio sportivo del fondo sovrano cui appartengono sia la società calcistica Paris Saint-Germain che Al Jazeera e che organizzerà i mondiali nel 2022.
(11) Vujadin Boškov, in Susanna Marcellini, Il calcio a modo mio, 2006.
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Matteo
L’articolo fornisce spunti interessanti sia dal punto di vista sociale che dal punto di vista “calcistico”. Da un lato si pone una questione etica che va al di là del mondiale di calcio e dovrebbe far sorgere domande a chi sostiene un modello di sviluppo economico passante attraverso nuove “potenze” che, a quanto pare, non tengono conto dei più basilari diritti umani in nome del dio denaro. Cosa fanno i grandi governi occidentali oltre a chiudere gli occhi nel migliore dei casi (o applaudire e incentivare nei peggiori?).
Dal punto di vista più ludico, per così dire (di ludico nel grande calcio é rimasto poco), è interessante constatare come la mancanza di etica sia ormai prassi comune e pienamente accettata, specialmente in Italia, dove l’allenatore citato nella nota 1 sia ora il selezionatore della nazionale, nonostante una condanna sportiva, nominato appunto ct da Tavecchio, altro dinosauro della politica sportiva italiana, anch’egli pluricondannato.
Amen.
Leonardo
in effetti, Amen.