In questi giorni la Cina muove passi decisivi per diventare davvero una superpotenza. Può dare una svolta decisiva al buon esito di COP21, la conferenza sul clima di Parigi. Mentre lo yuan-renminbi affianca dollaro, euro, sterlina e yen nel paniere delle valute del Fondo monetario. Ma la rotta di Pechino verso il mercato marcia lentamente così come le riforme delle politiche su famiglia e previdenza.
Sulla base delle stime Istat, è quasi impossibile che il Pil 2015 cresca dello 0,9 per cento come scritto nei documenti ufficiali. Dopo la mezza delusione del terzo trimestre, servirebbe un’accelerazione – tutt’altro che scontata – nell’ultimo scorcio dell’anno. Una mano per il 2016 la darà probabilmente ancora Mario Draghi che giovedì 3 dicembre spiegherà come la Bce intenda rafforzare il suo sostegno al credito e alla ripresa dell’Eurozona. Intanto spieghiamo uno dei problemi tecnici su cui il motore della moneta unica rischia di grippare: il Target2, la piattaforma di compensazione nei pagamenti tra banche commerciali, banche nazionali e Bce stessa.
Studiare costa caro ma rende poco: così la pensano molti diplomati e un quinto dei laureati, convinti che il loro lavoro possa essere svolto con un titolo di studio inferiore. I numeri veri descrivono un quadro un po’ diverso che però conferma l’evidenza di un inefficace utilizzo del capitale umano nel mondo del lavoro. È anche per questo che i giovani disoccupati rimangono il 40 per cento del totale. È ben poco diffusa la contrattazione aziendale, che la legge di Stabilità cerca di incentivare anche su invito della Commissione Ue. I lavoratori più trascurati da questo strumento delle relazioni industriali sono precari e donne (come al solito!). Ma anche chi è diretto da un management di scarsa qualità.
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