Si discute di “salute diseguale” alla dodicesima edizione del Festival dell’economia di Trento (1-4 giugno). Perché la disuguaglianza più inaccettabile è quella nell’accesso alla sanità e ai servizi sociali. Quale sarà il contributo de lavoce.info.
“La salute disuguale” al Festival dell’economia 2017
Il Gabon – piccolo paese africano esportatore di petrolio – ha un reddito medio, a parità di potere d’acquisto, pari a poco più di un terzo di quello medio degli Stati Uniti. Ma in Gabon muoiono nel primo anno di vita cinque bambini su cento nati vivi, mentre negli Stati Uniti la mortalità infantile riguarda solo cinque bambini su mille. E vi sono profonde differenze nella speranza di vita anche all’interno degli Stati Uniti: chi nasce e risiede nelle zone rurali, quelle dove ha trionfato Donald Trump, vive mediamente fino a 30 anni in meno di chi abita nelle grandi città.
Bastano questi pochi numeri per capire che le differenze nelle condizioni di salute e nella longevità delle persone sono ancora più marcate delle differenze nei livelli di reddito. Ed è proprio nell’accesso alla salute e ai servizi sociali che la disuguaglianza mostra il suo aspetto più inaccettabile.
Di questi temi si parlerà a Trento alla dodicesima edizione del Festival dell’economia, dall’1 al 4 giugno, con un prologo il 21 maggio a Torino.
Concentrarsi su “La salute disuguale” significa anche e inevitabilmente guardare all’invecchiamento della popolazione. Nei paesi sviluppati le disuguaglianze nell’accesso ai servizi sanitari potrebbero aumentare notevolmente: stime recenti valutano infatti una crescita di circa l’80 per cento nella spesa per le cure di anziani non autosufficienti che soffrono di declino cognitivo o Alzheimer. Contro i trend demografici, la copertura e la qualità delle prestazioni sanitarie giocano un ruolo importante, ma pur sempre limitato. L’esperienza storica indica che non basta introdurre programmi universali di copertura sanitaria gratuita per abbattere le differenze nella longevità. Lo dice la storia del Regno Unito dove l’introduzione di cure sanitarie gratuite per tutti dopo la guerra non è stata sufficiente a evitare un incremento delle differenze nelle condizioni di salute delle famiglie britanniche nei quaranta anni successivi. Contano fattori culturali, ambientali, sociali, legati al lavoro, che incidono profondamente sulle condizioni di vita, l’alimentazione e la prevenzione delle malattie. E le terapie più efficaci per alcune patologie spesso sono troppo costose anche per il più generoso dei sistemi sanitari nazionali.
La salute è anche una condizione per far funzionare l’ascensore sociale. Quando si parla di mobilità sociale, spesso l’attenzione va alla posizione delle persone nella scala dei redditi e ci si dimentica che la dimensione più importante dell’uguaglianza delle opportunità è legata alla possibilità di condurre una vita sana e di poter gioire di un invecchiamento attivo. È una materia su cui l’intervento pubblico è particolarmente opportuno dato che ci sono importanti esternalità positive nel creare condizioni ambientali più favorevoli a una vita sana. Non sempre però vengono perseguite dall’operatore pubblico, che tende a concentrarsi sugli effetti anziché sulle cause e sulla prevenzione di molte malattie diffuse. A proposito: la superficialità di tante prese di posizione sui vaccini dimostra come in Italia ci sia ancora una scarsa attenzione al dato scientifico. È la stessa mentalità che ci ha portato a introdurre solo negli anni Sessanta, con ben dieci anni di ritardo sugli altri paesi, il vaccino contro la polio, lasciando che decine migliaia di persone contraessero una malattia che poteva per loro essere evitata.
Il Festival è un’occasione, come sempre, per divulgare i risultati della ricerca di frontiera e per condividere il metodo di studio e di approfondimento degli economisti e di altre discipline. Un appuntamento cui non poteva mancare lavoce.info.
Il contributo de lavoce.info al Festival 2017
Fin dall’inizio partner del Festival di Trento, lavoce.info cura in questa edizione tre forum. Nel primo ci si interrogherà sull’impatto della rivoluzione 4.0 sulla sanità. Il bisogno di “stare bene” dei malati è sempre lo stesso. Ma cambiano e si digitalizzino i metodi di soddisfarli. Metodi che richiedono applicazioni che combinano capacità di calcolo, sensori, intelligenza artificiale, telecomunicazioni e big data. Introducendo un modo nuovo di fare il medico, fare ricerca e organizzare l’assistenza.
Ma parlando di erogazione del servizio, è sempre utile fare un confronto tra diversi sistemi sanitari. In tutta Europa il diritto alle cure è riconosciuto, anche se – lo dicono i dati – la tutela è praticata in modi molto diversi, anche all’interno di uno stesso paese. Basti pensare alle differenze tra le regioni e province autonome italiane.
Infine, con risorse sempre più scarse, la sanità deve fare un uso ottimale dei finanziamenti alla ricerca. Dal 2010 quelli pubblici sono in calo a livello internazionale. In Italia si è registrata una discesa costante, un rischio per un settore già tradizionalmente asfittico come quello sanitario. Da un lato, gli investimenti privati non possono sostituirsi nel sostegno alla ricerca indipendente. Dall’altro i fondi europei, con Horizon 2020, dispongono di risorse troppo scarse per finanziare la vera scienza di base. Un modello di crescita basato sull’adozione di innovazioni create altrove ha urgente bisogno di essere rivisto.
*Tito Boeri, presidente dell’Inps, è direttore scientifico del Festival dell’economia di Trento e redattore in aspettativa de lavoce.info
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Savino
Sono le problematiche di iniquità di un’Italia che ha scelto volutamente di essere un Paese per vecchi.
All’oigine, quindi, vi è la mancanza di rispetto, per eccesso di egoismo, verso le generazioni future, le uniche in grado di garantire (col loro lavoro, se glielo fanno svolgere) servizi sanitari adeguati.
Invece, l’Italia continua a vivere di mentalità arretrate e falsi miti su presunte immortalità.
Auguro agli italiani di tornare sulla Terra e, magari rinunciando a qualche decina di Euro oggi (se lo avessero fatto i lavoratori di Alitalia…..) di ricordarsi del proprio benessere anche nella terza età.
Riccardo Antonangeli
La Salute è troppo importante per farla gestire solo (o in prevalenza) ai politici. L’esperienza degli ultimi decenni mostra un mare di finanziamenti per edilizia sanitaria ex novo, laddove gli spazi acquisiti rimangono semivuoti per mancanza di personale medico e paramedico. In compenso, sempre meno posti letto. Altri fiumi di finanziamento per i Direttori Generali, che più risparmiano (meno posti letto, meno personale) più guadagnano. E le strumentazioni di alto livello tecnologico? Insomma, non si può avere tutto. E i pazienti? Come sempre, si arrangino.