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Quella scheda che manca sulla terza missione*

di Paolo Miccoli

Terza missione: non ci sono i dati

Mentre non posso che apprezzare l’esauriente e obiettivo articolo di Andrea Gavosto a commento della presentazione del rapporto biennale Anvur, avvenuto lo scorso 12 luglio, avverto la necessità di una chiosa rispetto all’ultimo paragrafo dell’articolo stesso.

Mi trovo in perfetta sintonia con l’autore rispetto all’importanza che le attività di terza missione rivestono all’interno degli atenei e, aggiungerei, degli enti pubblici di ricerca. Al di là della pur meritoria azione di contrasto rispetto a una cattiva immagine che le università talora possono aver dato di se stesse presso l’opinione pubblica, come giustamente sottolineato nell’articolo, è proprio il coinvolgimento della popolazione nelle iniziative culturali che nascono in queste istituzioni e l’arricchimento conseguente che ne deriva al territorio su cui queste insistono ad avermi reso da sempre un convinto assertore della necessità di una valutazione delle attività di terza missione.

Non è però l’attenzione di Anvur che è venuta meno, ma la capacità da parte dell’agenzia di ricevere i dati aggiornati agli anni più recenti: tale raccolta si è infatti arrestata con il 2014, vale a dire con l’esaurimento dell’ultimo esercizio di Vqr (valutazione qualità della ricerca).

Con tale anno infatti le università e gli enti di ricerca hanno interrotto il riempimento della scheda SUA-RD/TM (Scheda unica annuale della ricerca dipartimentale e terza missione) nell’attesa di dotarsi di una scheda doverosamente rinnovata secondo le migliori pratiche, scheda che è strumento ineludibile per inviare ad Anvur le informazioni. Proprio perché consci della difficoltà di trovare una metrica oggettiva per attività così disomogenee e molto complesse da valutare come quelle che si riferiscono alla terza missione, avevamo avviato una profonda revisione di tale scheda, concordata con un gruppo di alti esperti anche internazionali, e che si era concentrata soprattutto sul capitolo di tutela della salute e sulla produzione di beni pubblici, anche a seguito della collaborazione instaurata con Crui (Conferenza dei rettori delle università italiane) e con Apenet, la rete degli atenei ed enti di ricerca per il public engagement.

Purtroppo, tale scheda, consegnata al ministero dell’Istruzione Università e Ricerca circa un anno e mezzo fa, non è stata mai licenziata con un relativo decreto direttoriale, per cui né le università se ne possono valere, né Anvur può aggiornare i dati e produrre quelle informazioni che le comunità, non solo scientifiche, giustamente si aspettano.

*Paolo Miccoli è presidente Anvur Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca

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  1. Marco Depolo

    La valutazione della terza missione è oggettivamente difficile. Ma la risposta di Miccoli trascura il fatto che dalla nascita di Anvur (non solo negli ultimi quattro anni) non è stata nemmeno avviata una vera sperimentazione.
    Certo, di terza missione si parla sempre nei documenti ufficiali, ma in tutte le organizzazioni sono i comportamenti e non le parole la misura della centralità di un interesse.
    Miccoli infine scarica la colpa dei ritardi sul Miur. Anche questo è un po’ strano, venendo da un ente che “nei fatti” ormai scrive tutti i decreti che i ministri dell’università si limitano a firmare.

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