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Nave Diciotti: un’emergenza tutta politica

La tormentata vicenda dei profughi eritrei della nave Diciotti segna un nuovo passaggio dello scontro che il governo italiano ha deciso di ingaggiare sulle politiche migratorie. La sua conclusione è una sconfitta dell’Italia. Ma anche del salvinismo.

I fatti e la propaganda

La tormentata vicenda dei profughi eritrei accolti a bordo della nave Diciotti e finalmente lasciati sbarcare dopo diversi giorni di convulse trattative e vibranti polemiche segna un nuovo e lacerante passaggio dello scontro che il governo italiano ha deciso di ingaggiare sulle politiche migratorie: sia con i partner e le istituzioni europee e internazionali, sia con gli altri poteri dello stato, dalla magistratura alle autorità di garanzia, alla Presidenza della Repubblica.

Va ribadito, ancora una volta, che non c’è nessuna invasione in corso. L’immigrazione in Italia è stabile da alcuni anni, intorno 5,5 milioni di persone più circa 400 mila irregolari stimati, meno comunque che in passato, quando si facevano periodicamente grandi sanatorie, soprattutto da parte dei governi di centro-destra. I rifugiati sono accolti per l’84 per cento in paesi in via di sviluppo (dati Unhcr-Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati). Nell’UE proprio Malta, bersaglio preferito degli strali di Matteo Salvini, è insieme alla Svezia, il paese che accoglie più rifugiati in rapporto alla popolazione: circa 30, contro 7 scarsi dell’Italia. In Italia, per di più, gli sbarchi sono drasticamente diminuiti da oltre un anno, a seguito dei controversi accordi con la Libia promossi dal ministro Minniti.

Allo stesso modo bisogna ricordare che i migranti tratti in salvo dalla nave Diciotti sono eritrei, che vedono quasi sempre accolta la loro richiesta di asilo in Italia, come nell’UE, a motivo della repressione in atto nel loro paese. Stiamo parlando quindi di persone per cui l’etichetta di falsi rifugiati suona particolarmente ingiusta.

L’emergenza sbarchi dunque è essenzialmente politica: risponde all’esigenza di mostrare all’opinione pubblica che il governo onora l’impegno elettorale di chiudere le frontiere. La consueta confusione tra immigrati e rifugiati consente di far credere agli italiani, media compresi, di “aver fermato l’immigrazione”.

Il conflitto con la UE

Il tema si presta poi egregiamente ad alimentare il conflitto con l’Unione europea e con i nostri partner, guardando nuovamente ai prevedibili profitti in termini di consenso interno e attrattiva elettorale. La vicenda dell’asilo ha da tempo messo a nudo le contraddizioni dell’Europa politica: rigidissima sugli aiuti di stato o sulle quote latte, flessibile e volontaristica quando si tratta di imporre il rispetto dei diritti umani e dei patti sottoscritti in materia di redistribuzione dei richiedenti asilo. È il gruppo di Visegrad capeggiato dall’Ungheria a imporre la propria linea, ma anche le altre capitali europee non sembrano dispiacersene troppo. Salta però agli occhi una contraddizione: il nostro governo riceve con tutti gli onori il premier ungherese Orban e Salvini ha più volte espresso apprezzamento per la sua linea di rigida chiusura. Ma sono proprio questi i paesi che più si oppongono alla redistribuzione dei richiedenti asilo, dunque alle pressanti richieste del governo italiano. Anziché minacciare tagli ai contributi italiani all’UE, sarebbe più logico proporre sanzioni a carico degli stati del gruppo di Visegrad.

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Su questo dossier, contando su un consenso diffuso, il governo ha invece deciso di alzare il livello dello scontro con l’UE, minacciando una crisi senza precedenti dei rapporti con Bruxelles. Ma la linea dura non ha pagato. Ora l’Italia si trova isolata e dovrà ripiegare perdendo credibilità, oppure proseguire in un conflitto politico potenzialmente devastante.

Sul piano interno, Salvini ha trascinato il resto del governo in un conflitto istituzionale altrettanto pericoloso. L’investitura derivante dal consenso elettorale, nella visione delle forze sovraniste, legittima tentativi di forzatura e sfide aperte a chiunque pretenda il rispetto delle leggi vigenti e delle convenzioni internazionali. Una democrazia però non si fonda soltanto sul voto dei cittadini, ma anche sull’equilibrio tra i poteri dello stato. Attaccando questo principio si mette a repentaglio un sistema democratico già sfibrato, alimentando atteggiamenti potenzialmente eversivi.

La sconfitta

In questo clima, solo gradualmente è emersa la gravità dell’emergenza umanitaria: minori, donne stuprate, persone malate trattenute a bordo della nave. Due soli servizi igienici. Mancanza di docce, precariamente sostituite da un paio di gomme dell’acqua. Cartoni per dormire sul ponte. Più di cento persone prese in ostaggio per ragioni politiche. Filippo Grandi, l’italiano alla testa dell’Unhcr, ha chiesto al governo italiano lo sbarco immediato dei migranti sequestrati affermando: “è giunto il momento di porre fine al botta e risposta che ha visto i paesi competere in una corsa al ribasso su chi può assumersi la responsabilità minore per le persone soccorse in mare”.

Soltanto alla fine si è mossa la magistratura, dopo il garante dell’infanzia.
La soluzione trovata potrà forse essere presentata come un successo dalla propaganda governativa, ma rappresenta in realtà una sconfitta del salvinismo nel metodo e nel merito.

Il metodo dello scontro non ha sortito risultati, mentre ha compromesso l’immagine dell’Italia nel mondo. La trattativa con l’UE ha fruttato pochissimi posti di accoglienza, e persino la piccola Albania, uno dei paesi più poveri d’Europa, ha potuto fare una bella figura sul piano internazionale accogliendo una manciata di rifugiati. Così pure l’Irlanda, un paese lontano dalle rotte degli sbarchi.

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Nel merito, è una sconfitta del salvinismo anche il ruolo assunto dalla chiesa cattolica nell’accoglienza. L’attivazione della rete capillare della solidarietà ecclesiale comporterà un risparmio per le casse dello stato, ma i richiedenti asilo non verranno accolti su Marte: la chiesa li accoglie in Italia. Li seguirà nel processo di integrazione, come già avviene per chi arriva dal Libano e dall’Etiopia mediante i corridoi umanitari, ma con l’obiettivo dichiarato di favorirne l’inserimento nel nostro paese. Per chi agita lo spettro dell’invasione, di una minaccia alla sicurezza della nazione, non è un esito di cui andare fieri.

Occorre invece rilevare che l’indurimento delle politiche migratorie, in Italia come negli Stati Uniti, amplia gli spazi d’intervento per i soggetti non governativi. Negli Stati Uniti Jacqueline Maria Hagan li ha definiti “guardiani dei diritti e della dignità dei migranti”. Finché non cambierà la direzione del vento della politica, il loro apporto sarà quanto mai necessario e meritevole di sostegno.

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12 commenti

  1. Fabio Bellet

    Gira un video su WhatsApp nel quale i migranti a bordo della Diciotti ballano la Waca Waca come fossero in crociera. Il problema è che ormai gli italiani credono di più a queste fake news che agli articoli di approfondimento seri e provenienti da fonti ufficiali come quello del prof. Ambrosini.
    Credo che anche da questo derivino i tanti consensi alla politica di governo sull’immigrazione.

  2. Luca Ba

    Che quello sulla nave Diciotti sia stato un problema politico direi che è fuori discussione, semplicemente il ministro degli interni ha voluto dimostrare che ancora una volta l’Europa si disinteressa totalmente del problema scoperchiando in particolare l’ipocrisia di chi come Spagna e Francia pensano di di dare lezioni all’Italia. Che non ci sia un’emergenza immigrazione invece devo dissentire. E’ la qualità dell’immigrazione in Italia che porta alla percezione di emergenza abbinata all’incapacità tutta italiana di gestire giustizia garantendo la certezza della pena. Se immigrati plurirecidivi sono in giro a compiere reati oltretutto in percentuale ben superiore agli italiani vuol dire che c’è un problema grosso non gestito. Su questo si basa la politica di Salvini che è ben felice di far capire che vede bene un problema che gli altri negano. Spiace che un docente di sociologia si limiti ad un’analisi così superficiale anche se, purtroppo, è in buona compagnia e sta facendo il gioco del salvinismo.

    • marco

      Mette tristezza constatare che di fonte agli aspetti reali (numerici, sociologici, psicologici – emergenze percepite), si risponde facendone un problema “politico” nel senso deteriore (di polemica politica), invece di “politica” come soluzione concreta dei problemi. Il problema reale è come inserire nel paese gli stranieri già presenti che non hanno lavoro (vedi cosa accade sulle spiagge italiane da 15 anno), o trovare un’altra proposta percorribile (che non è caricarli sugli aerei che rimarrebbero sulle piste Italiane). Rimane la dimensione di “non aiuto Europeo” all’Italia per i nuovi arrivi (dalle statistiche ca. 14.000 in 8 mesi 2018). Una doppia provocazione: gli stati non vogliono accogliere chi arriva in Italia, o ragionano esplicitamente alla Orban, o sono governati da leader che hanno paura delle reazioni della propria popolazione. Quindi più gestiamo i problemi in questo modo “politico”, più terremo in Italia chi riuscirà sbarcare. La gestione della pena e del processo è un problema endemico italiano, ma si vede qualche azione “seria” all’orizzonte (anche qui proclami da decenni).
      Quindi legittimamente mi chiedo cosa voglia ottenere di “reale” per il paese in nostro Ministro degli Interni.

      • Luca Ba

        Di reale il nostro ministro degli interni è lo stipendio che prende ed il potere che ha e che spera sempre più di avere. Ha capito benissimo che la maggior parte degli italiani apprezzano quello che sta dicendo (sul fare invece vedo molto meno). Probabilmente gli sbarchi in Italia diminuiranno ancora di più e contrariamente a quello che pensa una buona fetta di chi arriva cercherà di andare altrove. Il punto è che non esiste solo il problema migranti ma esiste anche un grave problema economico che questo governo stenta a prendere in considerazione.

        • Savino

          Salvini e Di Maio non sono i padroni dello Stato e degli italiani. E’ questo il punto

  3. Savino

    I cittadini comincino a guardare la mancata risoluzione dei problemi economici, messi sotto il tappeto da queste vicende secondarie, da parte di Salvini e Di Maio.
    In autunno rischiano di esplodere bombe sociali interne e speculative esterne.
    Il popolo, che in stragrande maggiorata ha voluto queste forze al potere, si cominci a rendere conto

  4. Henri Schmit

    Ecco i dati eurostat sull’immigrazione nel 2016, anno di maggiore afflusso.
    Arrivi netti di immigrati extracomunitari, in ordine decrescente:
    D: 1 milione
    UK: 589 K
    E: 415 K
    F: 380 K
    I: 301 K
    Alzi la mano chi non è sorpreso!
    La situazione meno esposta dell’Italia si accentua se si considerano gli stessi dati nazionali per migliaia di abitanti; ecco l’ordine decrescente per paese:
    LX: 39/K
    ML: 38/K

    CH: 18/K
    ….
    E ecco i paesi più grandi:
    D: 13/K
    NL: 11/K
    UK: 8/K
    F: 6/K
    I: 5/K (un po’ più basso dei 7 dell’art.).
    Fra i 28 l’Italia figura al sestultimo posto!!!!
    Per il Lussemburgo si contano ovviamente anche immigrati regolari dagli Stati Uniti o dalla Cina; ma la stessa cosa vale per l’Italia che ha emanato recentemente (governo Renzi) una misura fiscale di favore per attirare ricconi a prendere residenza nel paese. La legge è incostituzionale perché non estende gli stessi vantaggi agli Italiani già (o ancora) residenti nel loro paese.
    Di Maio ha dichiarato ieri che nei tre stati di accoglienza, Vaticano, Irlanda e Albania, gli immigrati della Diciotti saranno sistemati meglio che non nei centri di accoglienza italiani!!! Di Maio – che è un ministro di questa repubblica – riconosce che per alcuni servizi sociali – è di quello che si tratta – l”Italia è stata superata dall’Albania.
    Ora vado davanti alla prefettura per far sentire la mia voce, per dire che non vogliamo né l’Italia di Salvini né l’Europa sua e di Orban.

  5. Savino

    Non esiste un precedente di un Ministro dell’Interno che crea problemi di ordine pubblico e che con tweet e telefonate scavalca tutto l’iter amministrativo.

  6. Asterix

    Non comprendo come il tradimento da parte dell’Europa dei principi comunitari sia una sconfitta solo per l’Italia. Con la vecchia CEE e ora con l’UE esisteva il principio che il confine meridionale degli stati centrali dell’Europa diventava la Sicilia. Che chiunque entrava in Italia entrava anche in Europa. Invece con l’accordo di Dublino tale principio è stato tradito per egoismi nazionali in nome della regola che impone al paese di ingresso gli oneri dell’accoglienza. Con la conseguenza di assistere a scene ridicole della guardia costiera maltese che scorta i migranti nelle nostre acque oppure non li soccorre in attesa che ci pensi la guardia costiera italiana. Politiche europee ridicole, accettate dai passati governi per avere l’elemosina di quale decimo di tolleranza del nostro deficit quando altri Paesi sforano tali limiti da anni senza che nessuno abbia detto nulla. Le polemiche pretestuose di questi giorni e le risposte inadeguate europee hanno solo rafforzato il sostegno degli italiani al governo in carica.

  7. Pier Giorgio

    Faccio mia una considerazione sentita: qual’è l’interesse dell’italia nella UE?
    Creare problemi alla comunità europea, oppure risolverli. Con l’azione del ministro Salvini creiamo solo problemi in Europa. Ma quando andremo a chiedere qualche cosa in Europa perché lo spread si alza troppo, mettendoci in ben maggiore pericolo, a chiedere “aiuto” non andrà M. Salvini bensi Tria.
    Però, forse, questo avverrà dopo le elezioni in Europa. E Salvini raccoglierà i frutti marci della sua azione disfattista.
    Considerazione finale: i danni dell’azione sconsiderata del Ministro degli Interni li pagheremo noi italiani tutti NON LUI Salvini! specie se dovesse vincere le elezioni.

  8. Henri Schmit

    Devo contraddire un’affermazione del prof. Ambrosini: non esiste alcun patto sottoscritto per la redistribuzione. È stato convenuto che sarà volontaria. Inoltre i numeri sull’immigrazione sono tutti a sfavore dell’Italia nel senso che altri paesi supportano pesi ben maggiori (cf. Eurostat), da anni. Anche la discussione sugli incidenti alla frontiera con la Francia è fuorviante. L’Italia dovrebbe impedire che immigrati irregolari provino a passare il confine, come fa con la CH e con l’A e come pretende che faccia la Slovenia. Per simpatia, non per ragioni di diritto, alcuni stati hanno accettato di accogliere immigrati sbarcati in I o in GR. Con il nuovo corso governativo questa disponibilità non c’è più da parte dei paesi di buona volontà mentre quegli amici del governo italiano comunque non lo fanno. Bel pasticcio. Conclusione: non c’è una sola Europa ma almeno quattro o cinque, e l’Italia non appartiene più al nucleo duro. Quell’Europa più avanzata sotto il profilo dell’integrazione andrà comunque avanti nei prossimi anni. L’Italia non sarà esclusa definitivamente, ma conterà e inciderà ancora meno che non nel passato. Ma a Salvini non interessa l’interesse del paese, lui guarda all elezioni di 06/19. Allacciate le cinture!

  9. bob

    ..in compenso alleati dell’ Ungheria cioè del nulla assoluto.

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