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Dal voto umbro poche conseguenze per il governo

Il centrodestra conquista l’Umbria. Ci saranno conseguenze sul governo nazionale? Intanto, il voto ha riguardato una quota molto ridotta di elettorato. E poi proprio il successo di Salvini rafforza le ragioni che hanno portato alla nascita del Conte bis.

I risultati del voto in Umbria

Le elezioni regionali del 2019 sanciscono il buon momento del centrodestra, che conquista l’Umbria, una tradizionale roccaforte della sinistra. Complici sia le vicende che hanno portato a elezioni anticipate (lo scandalo concorsi in sanità) sia la proposta, a Roma come a Perugia, di una alleanza probabilmente percepita come poco naturale dai rispettivi elettori, Partito democratico e Movimento 5 stelle escono piuttosto male dal confronto elettorale, seppur con alcune differenze. Le conseguenze, a livello nazionale, non dovrebbero tuttavia essere troppo drammatiche per la maggioranza di governo.

I risultati delle elezioni regionali in Umbria sono ormai noti e, a grandi linee, erano anche attesi. La candidata del centrodestra, la senatrice Donatella Tesei, conquista oltre il 57 per cento dei consensi; il secondo arrivato, Vincenzo Bianconi, candidato della coalizione Pd – M5s si ferma al 37,5 per cento. Venti punti percentuali che equivalgono, in termini assoluti, a circa 90 mila elettori.

Quattro anni fa, il centrosinistra aveva battuto piuttosto di misura il centrodestra (43 a 39 per cento), seppur senza allearsi con il M5s (circa il 14 per cento). Di fatto, un impressionante rovesciamento dei consensi. In crescita l’affluenza, che si attesta al 64,7 per cento contro il 55,4 per cento delle regionali del 2015.

I risultati per i maggiori partiti sono riportati nella tabella 1, insieme alle percentuali di voto ottenute nelle ultime quattro tornate elettorali (Regionali 2015, Politiche 2018–Camera ed Europee 2019).

Tabella 1 – Risultati elettorali in Umbria (%)

Fonte: ministero dell’Interno

Il dato più evidente è il crollo del M5s che, rispetto al 2015, prima raddoppia i propri consensi (2018) e poi li dimezza due volte, fermandosi al 7 per cento. Il Partito democratico perde molti voti, in termini percentuali, rispetto al 2015, ma il crollo maggiore si era già verificato nel 2018; da quel momento, la perdita risulta decisamente più contenuta, anche considerando la recente scissione di Italia Viva di Matteo Renzi. Discorso analogo, ma a tendenza rovesciata, per la Lega di Matteo Salvini: decisamente in crescita rispetto al 2015 e anche al 2018, ma leggermente in calo rispetto alle Europee di pochi mesi fa. Un gran balzo in aventi invece per Fratelli d’Italia, mentre continua il calo di consensi per Forza Italia.

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Le conseguenze

Al solito, chi vince le elezioni locali tende a enfatizzare il carattere nazionale del voto, mentre chi le perde lo sottovaluta. La verità sta nel mezzo. L’elettorato umbro è composto da 703.596 votanti, circa l’1,4 per cento rispetto al totale nazionale (49.301.157). Da questo punto di vista, un campione non certo rappresentativo. Inoltre, il voto anticipato in Umbria è stato causato principalmente da vicende di cronaca giudiziaria, il che non ha certo facilitato la vita all’azionista di maggioranza della giunta precedente, vale a dire il Pd. Tuttavia, è inutile fare finta che gli elettori non esprimano anche giudizi più generali quando votano, soprattutto quando le campagne elettorali sono caratterizzate più dalla presenza dei leader nazionali che dei candidati locali. Il centrodestra vive un buon momento elettorale. Se i risultati umbri fossero replicati a livello nazionale, ci aspetteremmo che se fossimo andati a elezioni in autunno, il centrodestra avrebbe vinto facilmente. Ebbene, se l’obiettivo dichiarato di questa alleanza era davvero di non consegnare il paese a Salvini, allora l’accordo tra Pd e M5s che ha allontanato le elezioni ha davvero evitato che il centrodestra vincesse. Ma, proprio per questa ragione, le motivazioni che hanno portato alla nascita del governo Conte bis ci sono ancora tutte (anzi, sono anche più forti). Inoltre, il mandato è solo all’inizio, e prima di dichiarare chiusa l’esperienza, c’è da attendersi almeno qualche serio tentativo di riforma, che la maggioranza proverà a utilizzare per mantenere il potere. Certo, se il massimo che la coalizione riuscirà a proporre sarà l’ennesima nuova legge elettorale, l’Umbria non potrà che diventare il gustoso antipasto di un trionfo per Salvini e il centrodestra.

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  1. Henri Schmit

    L’Umbria pesa poco, ma il voto umbro sarà come un macigno sul governo. Chi non vuole capire quando può scegliere, sarà costretto dalla realtà ad arrendersi. Come può un partito prima snobbare il super-vincitore inesperto (per evitare aggettivi più calzanti) delle elezioni di un anno e mezzo fa, costringerlo cinicamente a concludere un’alleanza (prevista rovinosa per entrambi), aspettare che il dramma si compia ma non prima che metà del consenso dell’alleato inesperto sia confluito verso quello più spregiudicato, e quando l’alleanza innaturale fra due schegge impazzite si disfa, con il paese più disastrato e più diviso di prima, insistere ad entrare nell’alleanza con il partner inaffidabile ma ora agguerrito da 18 mesi di demagogia pura nella sala dei bottoni, SENZA porre pubblicamente una serie di condizioni evidenti: 1. Non smontare le riforme vere della precedente legislatura, 2. Abrogare quelle più deleterie dell’attuale, 3. Definire tre, TRE punti di programma imprescindibili e 4. Insistere sulla nomina di una squadra professionale, credibile, e in particolare su un capo squadra autorevole. Nulla, NULLA di questo è stato fatto. I responsabili NEL PD hanno mostrato di non avere i numeri per governare la terza economia dell’UE e quelli fuori dal PD o fino a poco fa dietro le quinte, i veri colpevoli dell’intero disastro, dovrebbero quale misura più clemente essere ostracizzati ad vitam. Nei paesi democratici funzionerebbe così. Perché in Italia no? E ora?

  2. Deciomeridio

    Questo governo è il più odiato della storia della Repubblica: prova ne è che per esso non c’è stata la classica “luna di miele” con l’elettorato. Scrivere poi che gli elettori erano pochi dimostra tutta la pochezza intellettuale dell’autore. E’un governo di camerieri di quella consorteria massonica che viene chiamata da voi Unione Europea. Ma non illudetevi, le conseguenze del voto umbro si vedranno. E questo governicchio se ne andrà a casa. Assieme a Mattarella.

    • Vercingetorige

      Sì, ha ragione, meglio la Russia. Trasformiamoci nella Crimea del Mediterraneo. Sole, mare, ospedali e ospizi per i ricconi della consorteria massonica. Però diciamolo chiaro nel programma elettorale.

  3. Savino

    Non si possono pretendere i consensi quando si presenta una manovra di bilancio così indecente, dove non si fa pagare di più a chi ha di più e si è arricchito durante la crisi, dove non ci si sforza nemmeno di cercare i settori della spesa pubblica nei quali lo Stato spreca, dove, è vero, si evita di incidere sul merito delle imposte principali (Iva, Irpef), ma si inseriscono tutta una serie di balzelli a discapito di massa, dagli aumenti dei tabacchi e dei giochi alle marche da bollo per i certificati del casellario penale. A ciò aggiungerei l’assoluta incompiutezza della seconda fase del reddito di cittadinanza, tra il fiasco e la farsa, e i danni compiuti da quota 100, tutte risorse in deficit buttate nel cestino. Credo che Luigi Di Maio, per le responsabilità politiche e Roberto Gualtieri, per le conseguenze tecniche, dovrebbero dimettersi. Il problema della situazione politico-sociale italiano è serio e grave, poichè non solo ci troviamo di fronte a un leader che chiede il conferimento dei “pieni poteri”, ma ci troviamo di fronte ad un popolo disponibilissimo a concederli. Gli italiani, soprattutto i più adulti e i meno istruiti, non sembrano consapevoli dei rischi che il Paese potrebbe affrontare nel futuro più prossimo. Solo i tanti giovani in cerca di fortuna all’estero sembrano avere compreso.

  4. Giovanni

    Alcuni aspetti interessanti:
    1. Il voto Regionale è quello che storicamente si avvicina di più a quello Nazionale;
    2. L’affluenza di oltre il 12% rispetto all’ultima volta denota una ricerca di cambiamento difficilmente giustificabile come meramente locale;
    3. Il delta di quasi 20% rispetto alle due coalizioni non ha precedenti;
    4. La coalizione di centro-sinistra era la medesima maggioranza di governo.

  5. rafael

    d’accordo che il voto in umbria pesa poco sul totale italiano sia per numeri che per contingenza per cui per avere un dato un po’ più rappresentativo bisognerebbe attendere almeno altri due banchi di prova importanti (emilia e calabria i prossimi, se non erro); il tema vero è quanto durerà questo governo, perché se oggi il risultato di eventuali elezioni è abbastanza scontato, da qui al 2023 potrebbero cambiare parecchie cose (magari in presenza di una ripresa importante dell’economia mondiale/europea di cui l’italia potrebbe seguire la scia, più o meno come accaduto con renzi)

  6. Davide

    Nessun commento riguardo al travaso voti da 5* a Lega? Sarebbe interessante sapere se è confermato che l’elettorato di destra, populista, xenofobo che prima sceglieva 5*, sentendosi ben rappresentato da Di Maio e entusiasta sostenitore del Conte 1 (il gradimento è sempre stato altissimo), ora ha mollato i 5* per la Lega; interessante cioè verificare dove sono andati i voti dei 5*.

  7. Filippo

    L’Umbria potrà anche essere una regione con una percentuale statisticamente poco significativa di abitanti, ma il fatto che il CDX abbia vinto tutte le ultime 8 elezioni regionali, senza contare la tendenza espressa chiaramente alle ultime europee e alle politiche, ha invece un profondo significato sia statistico che politico.

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