Il fact-checking de lavoce.info passa al setaccio le dichiarazioni di politici, imprenditori e sindacalisti per stabilire, con numeri e fatti, se hanno detto il vero o il falso. Questa volta tocca al governo: davvero siamo in regola con le scadenze del Pnrr?

Di recente, Openpolis ha segnalato che “non è chiaro se tutte le scadenze Pnrr di questo trimestre siano state completate”. Tuttavia, gli open data del governo relativi all’attuazione del Pnrr al secondo trimestre del 2022, pubblicati l’8 luglio, indicano tutte le misure della prima metà dell’anno come completate. Chi ha ragione?

Le scadenze del primo semestre

Abbiamo esaminato e messo a confronto i dati sul Pnrr dell’osservatorio di Openpolis con gli open data del governo, l’allegato alla decisione del Consiglio Ue che illustra le scadenze e la Gazzetta Ufficiale. Il programma ufficiale prevede 45 scadenze per il primo semestre 2022, che il governo italiano ha suddiviso tra primo trimestre (sette) e secondo (le altre 38). Le prime sono state tutte conseguite, in alcuni casi in ritardo rispetto al 31 marzo ma sempre entro i termini del primo semestre. Per quanto riguarda le seconde, la situazione è più dubbia: ci sono cinque scadenze indicate come completate dal governo ma non riconosciute come tali da Openpolis (tabella 1).

Le prime due scadenze, di competenza del Ministero della transizione ecologica (Mite), sono legate alla strategia nazionale per l’economia circolare e al programma nazionale per la gestione dei rifiuti e richiedevano ciascuna l’entrata in vigore di un decreto ministeriale. Tali decreti sono stati pubblicati il 24 giugno sul sito del Mite, ma non risultano ancora in Gazzetta Ufficiale; perciò, non sono ancora entrati in vigore. Allo stesso modo, il decreto 330 del 30 marzo 2022 del Ministero dell’università e della ricerca sulla mobilità dei ricercatori, legato alla scadenza M4C2-4, non è ancora stato pubblicato in Gazzetta. Lo stesso vale (come esplicitamente segnalato sul sito del ministero) per uno dei decreti del Ministero dello sviluppo economico richiesti dalla scadenza M4C2-11, relativa al fondo IPCEI (il fondo che supporta i soggetti italiani coinvolti in Importanti Progetti di Comune Interesse Europeo).

Per quanto riguarda la terza scadenza riportata nella tabella, di nuovo di competenza del Mite, è richiesta la pubblicazione di tutti gli appalti pubblici relativi alla produzione di elettrolizzatori. Tuttavia, gli stessi open data del governo riportano solo la pubblicazione di un decreto che stabilisce criteri e finanziamenti, mentre non risulta ancora alcun bando.

In definitiva, con l’eccezione del caso degli elettrolizzatori, tutti i decreti richiesti sono stati emanati, ma non sono ancora entrati in vigore. Sembrerebbe quindi che in questi casi l’indicatore qualitativo sia stato soddisfatto, ma che il traguardo non sia stato effettivamente conseguito in tempo. Per quanto riguarda gli elettrolizzatori, invece, non risultano proprio gli appalti pubblici richiesti, a meno che il governo non abbia male aggiornato gli open data.

Le implicazioni

Fortunatamente, come sottolineato dalla stessa Openpolis nel suo articolo in materia, la decisione sull’erogazione dei fondi europei è politica e il comitato economico e finanziario, incaricato di esaminare l’attuazione del Pnrr, dà un parere tecnico non vincolante per la Commissione Ue. I ritardi riscontrati, quindi, con ogni probabilità non avranno conseguenze in termini di erogazione dei fondi all’Italia.

Il verdetto

L’esame delle scadenze relative al secondo trimestre 2022 ha confermato l’analisi di Openpolis: non è chiaro se le cinque scadenze riportate nella tabella 1 possano considerarsi conseguite. Perciò, le affermazioni di Openpolis sono VERE.

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