Il ruolo assunto dal governo nella gestione del Pnrr rafforza quello di Parlamento ed enti locali nei compiti di indirizzo e controllo. Potrebbero svolgere una parte importante nei processi di mediazione e integrazione tra programmi o obiettivi del Piano.
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Europa ed Italia cercano di affrontare lo spopolamento rurale, che prosegue ormai da decenni. Finora, però, le risposte sono state parziali. E rischiano di valorizzare solo le eccellenze, senza risolvere i problemi strutturali dell’Italia “provinciale”.
Uno dei punti centrali del nuovo Codice degli appalti è l’introduzione del principio del risultato. Ma lo prevedevano anche le varie riforme amministrative rimaste incompiute. Più attenzione andrebbe riservata ai fenomeni di “cattura del regolatore”.
Ragioni di gettito hanno portato il governo a non rinnovare lo sconto sulle accise sui carburanti. È una scelta che andrebbe letta anche alla luce dell’attuazione del Pnrr, che prevede importanti investimenti per la transizione ecologica.
Le spese effettivamente sostenute per l’attuazione del Pnrr sono inferiori alle previsioni. Ma mancano informazioni su quali siano le aree di intervento in difficoltà. Una maggiore trasparenza renderebbe più significativo il dibattito intorno al Piano.
Il fact-checking de lavoce.info passa al setaccio le dichiarazioni di politici, imprenditori e sindacalisti per stabilire, con numeri e fatti, se hanno detto il vero o il falso. Questa volta tocca a Giorgia Meloni: davvero siamo in ritardo con l’attuazione del Pnrr?
Per ammodernare il Sistema sanitario nazionale, in modo da renderlo adatto ai bisogni di oggi e di domani, va attuato bene quanto prevede il Pnrr. Ma serve il contributo di tutti coloro che, a vario titolo, hanno responsabilità nella sanità.