Lavoce.info

Consumi in pandemia: le carte di credito raccontano i cambiamenti *

La pandemia ha cambiato le abitudini di spesa delle famiglie italiane. Le misure restrittive adottate per contenere la diffusione del virus hanno colpito di più le regioni settentrionali e i settori caratterizzati da un’elevata interazione interpersonale.

La pandemia: uno shock inatteso

Nel secondo trimestre del 2020 i consumi delle famiglie italiane sono diminuiti del 10,7 per cento rispetto al trimestre precedente in termini reali: una riduzione inattesa, drastica e mai osservata in passato. La contrazione del reddito nello stesso trimestre è stata assai inferiore (-4,8 per cento) per via di una serie di misure fiscali a sostegno di famiglie e imprese disposte dal governo. 

Lo shock pandemico del 2020 ha messo in evidenza l’importanza di disporre di dati da cui ricavare tempestivamente indicazioni sull’andamento del ciclo economico. Un nostro lavoro utilizza un campione rappresentativo di transazioni italiane con carte di credito, fornito da Nexi Payments, per analizzare gli effetti della prima ondata della pandemia sulla spesa per consumi (per gli altri paesi, si veda tra gli altri, qui, qui e qui). 

Il crollo delle transazioni durante il lockdown nazionale

Figura 1 – Effetto del lockdown sul totale delle transazioni con carta di credito

Per contrastare la diffusione del Covid-19, nella primavera del 2020 il governo italiano ha imposto restrizioni alla mobilità: il lockdown tra marzo e aprile ha causato una riduzione delle transazioni con carte di credito superiore al 50 per cento (figura 1), segnalando un’importante contrazione dei consumi. Con il migliorare della situazione pandemica in primavera, a partire dal 4 maggio, il governo ha disposto un progressivo allentamento delle misure di contenimento che ha indotto un graduale recupero dei pagamenti con carte di credito. A fine maggio, le transazioni risultavano tuttavia inferiori del 15 per cento rispetto al periodo pre-pandemico. Solo nella seconda metà di giugno la spesa delle famiglie è tornata a livelli comparabili a quelli antecedenti la pandemia. Considerata la gravità della contrazione della spesa, è utile investigare la dinamica delle transazioni per categoria merceologica e a livello regionale.

Leggi anche:  Inflazione e disinflazione: la versione della Fed

Figura 2 – Effetto del lockdown sulle transazioni con carta di credito per categoria merceologica

Pannello a – Spesa per hotel e ristoranti

Pannello b – Spesa per viaggi e trasporti

Le misure restrittive adottate per contenere la diffusione del virus hanno avuto un impatto significativo sui settori caratterizzati da un’elevata interazione interpersonale. Nelle fasi più acute del lockdown, i pagamenti per alcune categorie di spesa, ad esempio per le strutture ricettive e di ristorazione, sono stati pressoché azzerati (figura 2, pannello a); lo stesso è accaduto nel settore dei viaggi e trasporti (figura 2, pannello b).

Nello stesso periodo le transazioni relative agli acquisti di beni alimentari sono aumentate: non potendo consumare pasti fuori casa, le famiglie hanno speso una porzione più consistente del loro budget in questi beni. Con la rimozione delle restrizioni, la ripresa dei vari settori è stata eterogenea: la spesa in alberghi e ristoranti, così come quella in viaggi e trasporti, ha recuperato i livelli precedenti l’emergenza sanitaria già durante l’estate del 2020. Nuove riduzioni di spesa si sono registrate con l’arrivo della seconda ondata pandemica, all’inizio dell’autunno del 2020.

A causa del lockdown, tra febbraio e settembre 2020la Lombardia e il Lazio hanno contribuito alla perdita cumulata delle transazioni sull’intero territorio nazionale per oltre il 20 per cento (figura 3). In Lombardia avrebbe inciso anche l’applicazione anticipata, rispetto al resto del paese, delle misure governative anti-contagio. La riduzione delle spese in Valle d’Aosta e in Trentino-Alto Adige ha risentito principalmente della brusca interruzione del turismo invernale.

Figura 3 – Perdita cumulata delle transazioni nelle regioni italiane (in percentuale rispetto alla perdita cumulata nazionale) nel periodo febbraio– settembre 2020.

I dati usati nel lavoro costituiscono un’importante risorsa per tracciare in maniera tempestiva le decisioni di spesa dei consumatori e le loro reazioni a shock di varia natura che possono influenzarne i comportamenti. Questi dati sono particolarmente utili in circostanze economiche che cambiano rapidamente, per esempio a causa di una pandemia, una guerra, catastrofi naturali o altri eventi estremi e rari. L’integrazione dei dati ad alta frequenza sui pagamenti con altre banche dati più tradizionali consente di ottenere una visione più completa e approfondita dell’andamento in tempo reale della spesa delle famiglie e di fornire informazioni per le decisioni di politica economica, in modo da favorire una rapida ripresa dei consumi dopo gli shock.

Leggi anche:  La prudenza delle banche centrali

* Le posizioni espresse in questo articolo riflettono le opinioni degli autori e non necessariamente quelle della Banca d’Italia.

Lavoce è di tutti: sostienila!

Lavoce.info non ospita pubblicità e, a differenza di molti altri siti di informazione, l’accesso ai nostri articoli è completamente gratuito. L’impegno dei redattori è volontario, ma le donazioni sono fondamentali per sostenere i costi del nostro sito. Il tuo contributo rafforzerebbe la nostra indipendenza e ci aiuterebbe a migliorare la nostra offerta di informazione libera, professionale e gratuita. Grazie del tuo aiuto!

Leggi anche:  La prudenza delle banche centrali

Precedente

Il Punto

Successivo

Stabilità del sistema bancario tra tassi alti e tecnologia

  1. Savino

    La faciloneria con cui sono state prese alcune decisioni è stata impressionante. L’economia italiana, nel suo complesso, vuole essere ancora e giustamente un’economia primordiale, dove il prodotto è fatto artigianalmente, ma è di qualità e dove ti interfacci con chi lo vende. Ha vinto, invece, con una forza brutale, spinta in maniera èlitaria, l’economia delle carte di credito e del take away. Quando chi comanda non conosce le sfaccettature della realtà si ottengono questi risultati economicamente di bassa lega. La Lombardia e chi l’ha governata ha una responsabilità morale notevole di quanto è accaduto, di un cambiamento fasullo che non trascina masse popolari e crea nuove povertà per favorire banche e mondo finanziario.

Lascia un commento

Non vengono pubblicati i commenti che contengono volgarità, termini offensivi, espressioni diffamatorie, espressioni razziste, sessiste, omofobiche o violente. Non vengono pubblicati gli indirizzi web inseriti a scopo promozionale. Invitiamo inoltre i lettori a firmare i propri commenti con nome e cognome.

Powered by WordPress & Theme by Anders Norén