Le sanzioni possono interrompere la partecipazione alle catene globali del valore. Poiché integrazione commerciale e finanziaria sono strettamente collegate, la gravità dell’impatto dipende dallo sviluppo del sistema finanziario del paese coinvolto.

La crescita delle catene globali del valore

Il dibattito politico internazionale sulle catene globali del valore (Gvc) si è focalizzato per lo più sulle implicazioni sociali derivanti dalla partecipazione e sulla progettazione di politiche commerciali ottimali. L’attenzione si è concentrata sulle economie emergenti e sul rischio che paesi con istituzioni deboli possano restare intrappolati in “catene a basso valore aggiunto”. Con la guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina e i provvedimenti contro la Russia, l’aumento del protezionismo attraverso le sanzioni ha segnato il commercio internazionale.

In linea generale, le economie avanzate sono quelle che emettono le sanzioni, mentre le economie dei mercati emergenti sono i principali bersagli. La letteratura accademica dà crescente attenzione all’impatto delle sanzioni sulla partecipazione alle Gvc, notando che la frammentazione della produzione è cruciale per i paesi in via di sviluppo.

Lo sviluppo finanziario emerge come elemento fondamentale per affrontare gli shock commerciali derivanti dalle sanzioni, poiché l’integrazione finanziaria e quella commerciale sono strettamente connesse. La figura 1 analizza le tendenze alla partecipazione alle Gvc, sia nei legami a monte (backward) che a valle (forward), considerando la presenza e l’assenza di sanzioni commerciali.

Senza sanzioni, la partecipazione alle Gvc mostra una crescita costante con una leggera diminuzione durante la crisi finanziaria, mentre nel 2020 si osserva un brusco calo, soprattutto nella partecipazione a valle, a causa delle interruzioni globali nelle catene di approvvigionamento dovute alla pandemia di Covid-19. La figura 1 evidenzia anche fluttuazioni significative nella partecipazione in presenza di sanzioni commerciali, indicando un’elevata instabilità. Le sanzioni possono generare incertezza, interrompere catene di approvvigionamento consolidate e spingere le aziende a adattarsi rapidamente alle mutevoli dinamiche commerciali.

Figura 1 – Partecipazione alle Gvc (1995–2020), percentuali

Nota: la figura mostra la media annuale tra paesi degli indici Gvc. Elaborazioni sul database TiVA Ocse-Wto

Sviluppo finanziario, sanzioni e vantaggi comparati

Secondo recenti teorie, integrare commercio e mercati finanziari è cruciale, poiché lo sviluppo finanziario diventa fonte di vantaggio comparato, influenzando positivamente la produttività delle aziende. Evidenze empiriche confermano che lo sviluppo finanziario favorisce il commercio internazionale e la partecipazione alle Gvc.

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La nostra analisi

Anche le sanzioni possono influenzare i vantaggi comparati. Se i settori in cui un paese gode di vantaggi comparati vengono sanzionati, quelle industrie finiscono per diventare meno competitive sul mercato internazionale, spesso a vantaggio della produzione domestica in settori meno efficienti. Quindi, se da un lato lo sviluppo finanziario è una fonte di vantaggio comparato, dall’altro le sanzioni possono avere impatti sia negativi che positivi sulla partecipazione alle Gvc.

Utilizzando un modello gravitazionale a più paesi e più settori ed un dataset originale, il nostro lavoro analizza la relazione tra sanzioni commerciali, partecipazione alle Gvc, sviluppo finanziario e apertura dei mercati finanziari.

I risultati mostrano che le sanzioni hanno un impatto negativo sulla partecipazione alle catene globali, ma lo sviluppo finanziario ne mitiga gli effetti avversi, soprattutto nelle attività a monte e nei paesi con limitato accesso a finanziamenti esterni.

Un settore finanziario ben sviluppato può limitare gli effetti negativi delle sanzioni commerciali sulla partecipazione alle Gvc, soprattutto nei paesi emergenti. Ciò suggerisce l’importanza dello sviluppo finanziario e della libertà di circolazione dei capitali per la resilienza delle economie emergenti.

La nostra analisi stimola anche nuove domande: qual è l’importanza relativa dei capitali domestici e di quelli stranieri nel ridurre l’effetto delle sanzioni e rendere le economie più resilienti? Quali sono le conseguenze delle sanzioni sulla partecipazione alla produzione sostenibile nelle Gvc?

La nostra ricerca dimostra che l’effetto delle sanzioni è tanto più acuto quanto meno avanzato è il sistema finanziario domestico. Lo sviluppo finanziario appare dunque come uno strumento fondamentale per la resilienza dei paesi, specialmente di quelli emergenti.

Il nostro dataset si basa su tre fonti principali: l’edizione 2023 del database TiVA dell’Ocse-Wto, l’aggiornamento al 2023 del Global Sanctions Database (Gsdb) e il database dell’Indice di sviluppo finanziario sviluppato dal Fondo monetario internazionale. Nel nostro campione, le economie emergenti sono identificate in base alla classifica del Fmi, che tiene conto di fattori quali il reddito pro capite, le esportazioni di beni e servizi diversificati e l’integrazione nel sistema finanziario globale. Le economie emergenti presenti nel nostro campione sono: Argentina, Brasile, Brunei Darussalam, Bulgaria, Birmania, Cambogia, Cile, Cina, Colombia, Costa Rica, Ungheria, India, Indonesia, Kazakistan, Repubblica Democratica Popolare del Laos, Malesia, Messico, Marocco, Perù, Filippine, Polonia, Romania, Federazione Russa, Arabia Saudita, Sudafrica, Thailandia, Tunisia, Turchia, Vietnam.

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