Dipende dagli sport: è difficilissimo nel tiro con l’arco e nei tuffi, dove le medaglie vanno sempre ai soliti stati e sono improbabili le sorprese, mentre è più alla portata vincerne una negli sport di contatto. Come fare ad aprire la competizione al maggior numero di paesi?
Tra gli obiettivi del Comitato olimpico internazionale, il Cio, c’è la promozione di Giochi competitivi e inclusivi, aperti alla vittoria di una medaglia da parte di un numero ampio di paesi, dove dunque non siano sempre sul podio i soliti stati. Per questo è importante valutare il grado di concentrazione delle diverse discipline olimpiche, inteso anche come maggiore o minore facilità per un paese di vincere medaglie.
Per illustrare il grado di concentrazione delle varie discipline olimpiche si può usare l’Indice di Herfindal-Hirschman (HHI), un indicatore statistico che viene solitamente impiegato per le analisi di mercato. Il suo valore è compreso tra 0 e 1, dove 1 raffigura la situazione in cui un’unica azienda detiene il 100 per cento del mercato. Nel contesto olimpico, sia che si tratti di una singola disciplina che dell’evento complessivo, 0 rappresenta l’equidistribuzione delle medaglie tra tutti i paesi, mentre 1 rappresenta la massima concentrazione, cioè la vittoria di tutte le medaglie disponibili da parte di un solo paese. In letteratura di solito sono distinte quattro categorie: maggiore di 0,25 significa alta concentrazione; tra 0,15 e 0,25 equivale a moderata concentrazione; inferiore 0,15 è uguale a bassa concentrazione; minore di 0,01 significa alta competizione.
Quanto erano inclusivi i Giochi Olimpici di Parigi 2024
Il calcolo di HHI è stato eseguito per 19 discipline che a Parigi hanno assegnato almeno 5 ori ciascuna (la copertura del campione è superiore all’87 per cento delle medaglie assegnate). Tale calcolo è stato poi esteso anche ai Giochi di Tokio e di Rio, mentre per le edizioni olimpiche precedenti si è fatto riferimento allo studio di Forest et al. (2016). I risultati complessivi dell’analisi sono stati rappresentati in Tabella 1.
Tabella 1 – Andamento dell’HHI per le Olimpiadi estive da Pechino 2008 a Parigi 2024
Dall’esame dei dati emerge un alto grado di ripetitività con valori che, a seconda della disciplina, tendono a rimanere stabili nel tempo. Ciò evidenzia anche la difficoltà di sorprese da parte di paesi outsider nelle discipline a maggior tasso di concentrazione.
L’analisi di HHI mostra per Parigi un elevato tasso di concentrazione per i tuffi ed il tiro con l’arco, nei quali rispettivamente la Cina e la Corea del Sud hanno vinto tutti gli eventi. Mostra anche un indice moderato, seppur prossimo all’alto, per il tennis da tavolo (anche in questa disciplina la Cina ha vinto tutti gli ori disponibili) e, leggermente più basso, per l’equitazione (la Germania ha vinto quattro eventi su sei). Invece negli sport più prettamente di contatto – come boxe, judo, taekwondo, lotta – oppure nel sollevamento pesi l’HHI è molto più basso (inferiore o uguale a 0,07), il che significa che le medaglie sono state ripartite tra un più alto numero di paesi.
Questo elemento andrebbe considerato qualora si pensasse di escludere alcune delle sopra menzionate discipline da future edizioni dei Giochi (è molto attuale la discussione sulla boxe, per esempio), dal momento che uno degli obiettivi del CIO è, come detto, quello di promuovere edizioni inclusive e aperte alla vittoria di una medaglia da parte di un numero ampio di paesi. Tale intendimento è testimoniato anche dal valore di HHI calcolato per tutti gli eventi olimpici che rimane pressoché costante nel tempo e uguale a 0,04, quindi complessivamente basso.
A cosa si deve la poca competizione nelle diverse discipline
Le motivazioni che sottendono a un alto valore di HHI sono diverse. Oltre alla tradizione di un determinato paese/scuola in una particolare disciplina, possono essere legate sia ai costi di costruzione e di gestione di determinati impianti che a quelli di acquisto dell’attrezzatura, oppure alla ripetitività del gesto tecnico che consente di primeggiare in diversi eventi nell’ambito della medesima disciplina (per esempio i tuffi).
Per aumentare la competizione nei diversi sport, e dunque ridurre l’HHI, si possono per esempio cambiare le regole di partecipazione agli eventi, per esempio prevedendo un solo atleta per ogni paese, oppure assegnando una doppia medaglia di bronzo. Emblematico in tal senso è l’esempio del tennis tavolo, dove è stato sufficiente ridurre il numero massimo di partecipanti per paese da tre a due e aumentare di una unità le competizioni a squadre: in questo modo l’HHI, dunque la concentrazione, si è dimezzata tra i Giochi di Pechino e quelli di Parigi. Ha un suo ruolo anche l’eterogeneità della disciplina: l’atletica, per esempio, rende possibile a un più ampio gruppo di paesi essere competitivi almeno in qualche evento specifico.
In questo contesto l’Italia com’è andata? Rispetto ai tre obiettivi fissati dal CONI prima dell’inizio dei Giochi solo uno di questo è stato raggiunto: il primo, cioè quello di essere tra le prime 10 nazioni nel medagliere, è stato raggiunto. L’Italia è nona nel medagliere “graduato” (dove vengono conteggiati prima gli ori, poi gli argenti ed infine i bronzi) e settima per numero di medaglie complessive.
Al contrario il secondo obiettivo non è stato raggiunto, ossia quello di vincere almeno una medaglia in più dell’edizione di Tokio (sono state vinte infatti lo stesso numero di medaglie, cioè 40). Non è stato realizzato neanche il terzo obiettivo, quello di essere il primo paese europeo per numero di medaglie (l’Italia è stata preceduta sia da UK che da Francia con almeno 24 medaglie in più ciascuna).
Lavoce è di tutti: sostienila!
Lavoce.info non ospita pubblicità e, a differenza di molti altri siti di informazione, l’accesso ai nostri articoli è completamente gratuito. L’impegno dei redattori è volontario, ma le donazioni sono fondamentali per sostenere i costi del nostro sito. Il tuo contributo rafforzerebbe la nostra indipendenza e ci aiuterebbe a migliorare la nostra offerta di informazione libera, professionale e gratuita. Grazie del tuo aiuto!
Nn
No comment
Enrico
Analisi interessante, che si sposa bene con quella sul medagliere olimpico “ponderato”. Stupisce una concentrazione geografica più elevata negli sport più “poveri”, come se sponsor e contratti principeschi non garantissero sistemati amente migliori prestazioni olimpiche al solito club dei paesi più ricchi. Sarebbe interessante, ma molto oneroso, calcolare la concentrazione considerando anche i piazzamenti successivi al terzo. Infatti è probabile che alcune nazioni in particolari specialità raccolgano complessivamente poche medaglie, ma figurino sempre tra le prime 4-5 compagini. Penso alla Serbia in quasi tutti i giochi con la palla, oppure ad USA e UK nella corsa.
Luca Antonellini
Gentile Enrico, la ringrazio per lo spunto.
In effetti ho approfondito l’argomento con una classifica basata sui piazzamenti nelle prime 8 posizioni. In tale ranking l’Italia figurerebbe al sesto posto a 3 punti dall’Australia.
https://www.researchgate.net/publication/383464928_Another_possible_ranking_for_the_Olympic_Games
Ho utilizzato la medesima metodologia anche per fare una analisi di maggior dettaglio delle performance dell’Italia negli sport/discipline che a Parigi attribuivano più di 5 medaglie.
https://www.linkedin.com/feed/update/urn:li:activity:7235938955982979072/