L’Ue ha varato un nuovo pacchetto di norme per contrastare il riciclaggio di denaro sporco. Se si tratta di un passo decisivo o di un nuovo sforzo velleitario dipenderà da come gli stati attueranno le nuove regole e dalla capacità di sfruttare la tecnologia.

La criminalità finanziaria in Europa

Il riciclaggio di denaro, nelle sue diverse evoluzioni, continua a preoccupare. L’United Nations Office on Drugs and Crime (Unodc) stima che ogni anno venga riciclato il 2-5 per cento del Pil globale (da 715 miliardi a 1.87 trilioni di euro). Il dato – allarmante – è in linea con le statistiche di Eurojust, che mostrano come i casi di riciclaggio di denaro rappresentino quasi il 15 per cento di tutti quelli registrati dall’Agenzia tra il 2016 e il 2021.

L’Ue ha dato recentemente priorità alla lotta contro i crimini finanziari nella sua iniziativa Empact 2022-2025. Negli ultimi sette anni, sono stati registrati presso Eurojust circa 3mila casi di riciclaggio di denaro transfrontaliero. Pur dimostrando il successo degli sforzi delle forze dell’ordine e della cooperazione tra stati dell’Ue, evidenziano anche le persistenti vulnerabilità del sistema finanziario europeo.

Un nuovo pacchetto, vecchi interrogativi

Nel giugno 2024, l’Ue ha pertanto adottato un nuovo pacchetto di norme contro il riciclaggio di denaro sporco e il finanziamento del terrorismo, progettato per colmare le lacune, migliorare la trasparenza e rafforzare l’applicazione della normativa esistente. L’auspicio è che la nuova normativa dia impulso a una decisa campagna per far luce sui flussi illeciti di denaro. Ma sarà davvero così?

Gli strumenti introdotti dal nuovo pacchetto includono:

– la sesta direttiva antiriciclaggio (Amld6): rafforza i poteri e gli obblighi delle autorità di vigilanza nazionali e delle Unità di informazione finanziaria (Uif), definendo standard chiari per la condivisione delle informazioni, la valutazione dei rischi e la due diligence del cliente;

– il nuovo regolamento antiriciclaggio (Amlr): stabilisce norme dettagliate e direttamente applicabili per un’ampia gamma di “soggetti obbligati”, tra cui banche, istituti finanziari, avvocati, agenti immobiliari e, per la prima volta, fornitori di servizi di cripto-asset;

– l’Autorità dell’Unione europea per la lotta al riciclaggio di denaro e al contrasto del finanziamento del terrorismo (Amla), con sede a Francoforte, supervisionerà direttamente gli istituti finanziari più rischiosi che operano in più stati membri, coordinerà le autorità di vigilanza nazionali e sosterrà la cooperazione tra le Uif.

Un equilibrio delicato

Uno degli aspetti più significativi del nuovo pacchetto è l’enfasi sulla trasparenza, in particolare per quanto riguarda la titolarità effettiva di beni. Le norme mirano a svelare i reali proprietari di beni spesso celati dietro società di comodo, trust e altre complesse strutture. L’Amlr riduce infatti al 25 per cento la soglia di proprietà per l’identificazione dei titolari effettivi, obbligando i soggetti designati dalla normativa a individuare le persone che possiedono o controllano una quota significativa di una società, anche attraverso livelli intermedi. Chiarisce poi il concetto di “controllo”, includendo tra i titolari effettivi anche coloro che esercitano un’influenza significativa su una società, pur senza esserne proprietari diretti.

Un altro elemento degno di nota riguarda l’accesso pubblico alle informazioni sulla titolarità effettiva per legittimo interesse. Sebbene la Corte di giustizia europea abbia invalidato l’accesso pubblico ai registri dei titolari effettivi con la pronuncia del 22 novembre 2022, le nuove norme lo garantiscono a giornalisti, organizzazioni della società civile, accademici e altri soggetti con un interesse legittimo a combattere la criminalità finanziaria.

È verosimile che queste misure, seppur virtuose, aumenteranno non di poco gli oneri di compliance per gli istituti finanziari e gli altri soggetti obbligati. Le stime indicano che il costo della conformità antiriciclaggio per le banche europee ammonta già ad alcuni miliardi di euro all’anno. I benefici di una maggiore trasparenza saranno superiori a questi costi?

Criptovalute, beni di lusso e immobili

Il nuovo pacchetto estende gli obblighi antiriciclaggio a settori emergenti e a beni di valore elevato, sempre più esposti al riciclaggio di denaro. In particolare, l’Amlr include l’intero settore delle criptovalute, imponendo ai fornitori di servizi di cripto-asset di condurre la due diligence del cliente, segnalare le transazioni sospette e conformarsi alle altre misure antiriciclaggio.

Queste misure, seppur positive, sollevano dubbi di carattere più generale, relativi all’efficacia di un approccio puramente normativo e reattivo, rispetto all’evoluzione delle tecniche e tecnologie per riciclare il denaro. L’Ue non rischia allora di essere costantemente in ritardo rispetto a tecniche dei riciclatori di denaro sempre più sofisticate?

La tecnologia nella lotta alla criminalità finanziaria

Un aspetto cruciale, spesso trascurato, è il ruolo della tecnologia nel potenziare l’efficacia dell’antiriciclaggio. L’Amla potrebbe sfruttare l’analisi dei dati, l’intelligenza artificiale e l’apprendimento automatico per migliorare la valutazione dei rischi, il monitoraggio delle transazioni e la cooperazione transfrontaliera. Lo stesso vale per i soggetti obbligati, in particolare banche e istituti finanziari.

Un passo ambizioso, ma le sfide restano

Il nuovo pacchetto antiriciclaggio dell’Ue rappresenta un passo ambizioso compiuto verso un sistema finanziario più trasparente e sicuro. Tuttavia, dovrebbe essere considerato con realismo. Gli sforzi del passato non hanno prodotto i risultati sperati e i costi di compliance sono elevati e, in prospettiva, cresceranno ancora. La prova del nove consisterà nel grado di attuazione che i singoli stati dell’Ue riserveranno alle nuove norme europee e i risultati dipenderanno in buona parte dalla capacità di sfruttare la potenza della tecnologia. Solo allora potremo valutare se l’Europa ha davvero sferrato un colpo significativo al riciclaggio di denaro sporco o se questo è solo un altro capitolo di una lunga e frustrante battaglia.

Lavoce è di tutti: sostienila!

Lavoce.info non ospita pubblicità e, a differenza di molti altri siti di informazione, l’accesso ai nostri articoli è completamente gratuito. L’impegno dei redattori è volontario, ma le donazioni sono fondamentali per sostenere i costi del nostro sito. Il tuo contributo rafforzerebbe la nostra indipendenza e ci aiuterebbe a migliorare la nostra offerta di informazione libera, professionale e gratuita. Grazie del tuo aiuto!