L’indice di parità domestica rende evidenti le disuguaglianze nella suddivisione del lavoro domestico e di cura all’interno della coppia e della famiglia. Costruito con un metodo inclusivo, è uno strumento di sostegno attivo verso un maggior riequilibrio.
La disuguaglianza tra le pareti domestiche
La lotta per l’uguaglianza di genere, intesa come parità di diritti, responsabilità e opportunità tra donne, uomini, ragazze e ragazzi, richiede di approfondire il tema del lavoro di riproduzione sociale, così denso da scomparire dalla visibilità politica e analitica. Parliamo di lavoro elementare, lavoro riproduttivo e lavoro di cura, attività non totalmente riducibili al mercato (salario) e che si sovrappongono con modalità di uso del tempo che lo fanno passare da lineare a processuale, dove entrano più cose contemporaneamente senza gerarchie. In questo tempo composito e parallelo, tantissimi sono i compiti necessari per far funzionare una coppia, inserita nelle sue relazioni famigliari e sociali.
La nostra proposta è di analizzare chi fa cosa, in modalità totale o parziale, a partire da una lista dettagliata, costruita e validata con l’istituzione con cui lavoreremo. A tal fine abbiamo elaborato un indice di parità domestica (Ipad): si tratta di uno strumento di monitoraggio e di sostegno attivo che, nel rendere evidente l’asimmetria di potere, accompagni un percorso di sensibilizzazione e riequilibrio che dai singoli (coppia/famiglia) arrivi allo spazio politico collettivo.
Ipad è pertanto pensato per un pubblico particolare: associazioni, movimenti e partiti che partono da posizioni politiche favorevoli alla parità di genere. Permetterà così di mostrare la coerenza tra il discorso, la parola e le azioni concrete intraprese. Gli elementi strutturali della proposta sono: a) le modalità d’uso del tempo e la sua ripartizione; b) la necessità di coinvolgere anche gli uomini; c) l’approccio negoziale; d) il considerare l’asimmetria di potere storica a favore degli uomini.
Come si costruisce l’indice
L’indice Ipad è costruito attraverso un metodo inclusivo basato sul quadro concettuale dell’Insee francese, coinvolgendo le parti interessate nell’identificazione e nella ponderazione dei vari compiti domestici, così da riflettere le diverse esperienze e necessità, adattandosi a diversi contesti culturali, geografici ed economici. Tre perimetri sono considerati: ristretto, intermedio e allargato, ognuno dei quali si suddivide in varie dimensioni iniziali e attività specifiche (tradotte in domande nel questionario). La lista finale, negoziata a livello di gruppo, attribuirà valori da -1 a +1 secondo il contributo dei due partner alle singole attività. Il campione usato sarà statisticamente rappresentativo del gruppo di cui fanno parte gli individui intervistati. I questionari, applicati a entrambe le persone della coppia, saranno anonimi, limitandosi a riportare il sesso, la fascia di età, livello educativo, numero di figli e reddito netto mensile della coppia.
Ipad avrà pertanto tre possibili estremi: 0 (se le coppie del gruppo studiato sono perfettamente bilanciate); -1 (tutte le attività sono svolte solo da un partner) e +1 (tutte le attività sono svolte solo dall’altro partner). Le attività da prendere in esame varieranno in funzione delle specificità dell’istituzione di controparte. Sembra una considerazione ovvia, ma la natura co-costruttiva dell’Ipad prende tutto il suo senso in questo processo di dialogo e negoziazione.
L’Ipad verrà poi misurato più volte per vedere come il bilanciamento cambi nel tempo. I valori iniziali a T0 (tempo zero) assumono quindi il loro significato nell’analisi temporale (come è cambiato il valore a T1 e T2 grazie alle azioni (politiche) specifiche messe in atto dalle/dai responsabili dell’istituzione partner) invece che nell’analisi spaziale (comparabilità nello stesso anno tra varie istituzioni) che, per quanto utile, non rappresenta il cuore del problema che vogliamo affrontare.
Il primo test è in corso con la sezione sarda di Rifondazione comunista. I risultati iniziali confermano il ruolo principale delle donne nelle attività basiche della sfera domestica (lavoro elementare e cura di figli o anziani), mentre per le attività secondarie si riconosce un maggiore impegno maschile. Continueremo a monitorare i processi nel futuro prossimo, intanto però iniziamo a preparare alcune attività di sensibilizzazione e formazione da realizzare assieme al partner.
Crediamo fortemente che un cambio nella sfera domestica sia centrale nella costruzione di un futuro diverso e migliore. In una società che ha dato un ruolo chiave agli indici, ci sembra che accompagnare il lavoro di lobbying dal basso, con uomini e donne, per una reale condivisione del tempo all’interno della sfera domestica, così che anche l’uomo assuma la sua parte di responsabilità e che venga liberato del tempo femminile, sia una proposta interessante da discutere.
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