Ricorrere ai siti di intelligenza artificiale generativa nei servizi di orientamento può essere molto utile. L’utilizzo in Italia è ancora limitato. La formazione del personale e quella degli utenti gioca un ruolo fondamentale per una più ampia diffusione.

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Orientamento professionale e IA

La diffusione dei siti di intelligenza artificiale generativa (Siag) ha aperto nuove prospettive anche nel campo dell’orientamento professionale. Una ricerca condotta tra il 30 giugno e il 5 luglio 2025, mediante un questionario online diffuso attraverso il Registro Nazionale Orientatori, mailing list e post su LinkedIn, ha raccolto 81 risposte da operatori italiani impegnati, in maggioranza, presso centri impiego, agenzie per il lavoro e agenzie formative (campione auto-selezionato, il rapporto di ricerca è disponibile a questo indirizzo).

L’utilizzo dei Siag risulta ancora limitato: il 69 per cento dei rispondenti dichiara di non impiegarli affatto o di ricorrervi con meno del 10 per cento dei propri utenti.

I compiti per i quali i siti di intelligenza artificiale generativa vengono più utilizzati riflettono ovviamente le esigenze degli utenti che si rivolgono ai servizi di orientamento. L’ambito principale è la redazione dei documenti di candidatura (44 per cento delle risposte). Segue la redazione e il miglioramento di curriculum vitae, messaggi di autocandidatura, profili LinkedIn. Molti consulenti utilizzano i Siag per ottimizzare la descrizione delle esperienze e per adattare cv e messaggi di autocandidatura ad annunci specifici. Secondo i rispondenti, il ricorso all’IA permette di produrre rapidamente testi efficaci, sia partendo da zero che revisionando quelli già esistenti.

Un altro ambito di utilizzo è la ricerca di informazioni sui profili professionali (18 per cento delle risposte), in particolare quali sono quelli esistenti in determinati settori, le mansioni tipiche di ogni profilo, le caratteristiche personali necessarie. I Siag permettono anche di cercare nella direzione inversa, vale a dire quali profili sono coerenti con le caratteristiche dello specifico utente. È una funzione molto utile perché i siti sviluppati con questo obiettivo, ad esempio Professioni Inapp, permettono ricerche attraverso un solo parametro per volta (ad esempio aree di conoscenza, quali arte, biologia, chimica). I Siag consentono invece di condurre ricerche utilizzando in modo combinato più caratteristiche personali e di individuare così professioni a cui gli stessi operatori non avevano pensato o che addirittura non conoscevano (le professioni esistenti sono diverse centinaia).

Utilizzi promettenti, ma non molto diffusi

Se queste sono le due modalità principali di utilizzo indicate nella ricerca, singoli operatori hanno descritto altri usi, che appaiono promettenti ma che non sono ancora diffusi.

I siti di intelligenza artificiale generativa permettono ad esempio di svolgere simulazioni di colloqui, sia per iscritto che a voce. In particolare, è possibile caricare il cv dell’utente e un annuncio specifico e chiedere al sito di svolgere una sessione di colloquio simulata direttamente col candidato. È anche possibile chiedere al sito di assegnare un punteggio a ogni risposta e di mostrare ogni volta la risposta ottimale.

Interessante anche la possibilità di chiedere ai Siag qual è l’occupabilità di un determinato utente per una determinata professione o addirittura per una specifica offerta di lavoro e in quali modi aumentare le probabilità di assunzione. Se ben interrogata, l’IA è in grado di segnalare percorsi formativi specifici e le agenzie formative che li erogano. È una funzione particolarmente utile in quei settori professionali con i quali gli operatori hanno meno dimestichezza.

Gli ostacoli

Nonostante il potenziale dei Siag, la ricerca mette in luce alcune barriere strutturali e culturali che ne limitano l’adozione nei servizi di orientamento.

Molti operatori (44 per cento delle risposte di coloro che non usano i Siag o li usano con meno del 10 per cento dei loro utenti) ammettono di non sapere come integrare l’IA nei colloqui o di non avere ricevuto una formazione adeguata. Emerge poi un atteggiamento personale negativo: un numero consistente di operatori (30 per cento delle risposte) dichiara diffidenza o disinteresse e preferisce metodi tradizionali perché teme che l’intelligenza artificiale possa ridurre la creatività del consulente o danneggiare la relazione con l’utente. Infine, vi sono vincoli organizzativi. In diversi contesti, soprattutto nei centri per l’impiego, gli operatori devono attenersi a procedure rigide e hanno tempi ristretti per lo svolgimento dei colloqui, che non lasciano spazio a sperimentazioni. Alcuni operatori hanno segnalato anche la difficoltà di proporre l’uso diretto dei Siag agli utenti: molti non possiedono competenze digitali sufficienti o incontrano barriere linguistiche.

In sintesi, la ricerca evidenzia che l’uso dei Siag nei servizi di orientamento può essere molto utile, ma è ancora limitato, e che la formazione del personale di operatori e utenti gioca un ruolo fondamentale per una diffusione ulteriore.

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