Per limitare la povertà educativa, è necessario rafforzare e rinnovare le politiche di diritto allo studio. Sembrano dare buoni risultati i programmi che incentivano il risparmio familiare. Lo dimostra una sperimentazione in quattro regioni italiane.
Una questione di opportunità
In Italia, i percorsi formativi e di istruzione dei giovani sono ancora oggi fortemente influenzati dal contesto socioeconomico familiare. I figli di genitori con bassi livelli di istruzione o di famiglie economicamente meno avvantaggiate mostrano rischi più elevati di non ottenere un diploma di scuola secondaria superiore e si ritrovano più spesso nella condizione di non raggiungere livelli adeguati di apprendimento. La povertà educativa, però, riguarda anche aspetti meno facili da misurare, ma non per questo meno rilevanti, come ad esempio la partecipazione ad attività extrascolastiche e le aspirazioni e aspettative per il futuro. Infatti, gli adolescenti che crescono in situazioni di deprivazione materiale sono spesso costretti a rinunciare a opportunità di socialità, formazione e integrazione e sviluppano aspirazioni e aspettative più basse riguardo il loro futuro.
Alla diversa disponibilità di risorse economiche che le famiglie hanno per sostenere i costi per l’istruzione dei propri figli in Italia si risponde purtroppo con politiche di diritto allo studio che, soprattutto a livello di scuola dell’obbligo, sono molto lacunose, poco conosciute e quindi scarsamente incisive.
I programmi di risparmio familiare per l’istruzione
L’esperienza dei Children Savings’ Accounts o Child Development Accounts può fornire utili elementi per un ripensamento delle politiche di supporto allo studio. Si tratta di programmi ideati e sviluppati principalmente nel contesto nord-americano volti a rafforzare, attraverso l’incentivazione del risparmio, l’accumulo di risorse da investire nell’istruzione dei figli, in particolare nel sostegno delle spese legate all’università o ad altri percorsi post-secondari. Tipicamente, questi programmi offrono a famiglie a basso reddito l’accesso a un conto dedicato con incentivi al risparmio, sotto forma di un moltiplicatore (match rate) per cui ogni somma accantonata viene moltiplicata per un fattore, variabile da programma a programma, a condizione che le risorse vengano spese per l’istruzione figli. Le evidenze valutative disponibili suggeriscono che, innescando comportamenti di risparmio finalizzati, i programmi favoriscono la pianificazione di lungo termine e rafforzano le aspettative dei genitori rispetto al futuro.
Una sperimentazione italiana: Will – Educare al Futuro
Per quanto riguarda il nostro paese, è una sperimentazione condotta tra il 2019 e il 2023 e denominata “Will – Educare al futuro” che ha consentito di mettere alla prova il meccanismo dell’incentivazione al risparmio familiare quale strumento di contrasto alla dispersione scolastica.
Will prevedeva un meccanismo di risparmio incentivato, nell’ambito del quale le famiglie depositavano settimanalmente, e per una durata di quattro anni, piccoli importi in un conto intestato al minore. Il massimo risparmio consentito era di mille euro e le somme venivano poi moltiplicate per quattro se destinate a spese scolastiche o extrascolastiche validate. Parallelamente, famiglie e ragazzi sono stati seguiti e supportati da educatori che offrivano percorsi di educazione finanziaria, orientamento scolastico e accompagnamento educativo. Will è stato realizzato in quattro aree del paese (Firenze, Sud Sardegna, Teramo e Torino) grazie a un co-finanziamento di Impresa Sociale Con i Bambini, Fondazione Compagnia di San Paolo, Fondazione Sardegna, Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze e Fondazione Tercas di Teramo.
La valutazione sperimentale
Per stimare gli effetti del programma è stato condotto uno studio randomizzato controllato che ha coinvolto 576 famiglie con bambini iscritti alla quinta primaria e che presentavano i prerequisiti previsti (tra cui condizioni economiche precarie, come rilevate dall’Isee). Le famiglie sono state assegnate in modo casuale a un gruppo di trattamento (N=293), che ha partecipato al programma, o a un gruppo di controllo (N=283), che è rimasto escluso. Entrambi i gruppi sono stati seguiti nel corso del tempo, con rilevazioni a distanza di circa due, tre e cinque anni dalla randomizzazione. Il confronto tra i due gruppi ha permesso di produrre stime causali degli effetti di Will su risparmi e spese per l’istruzione, aspirazioni familiari e i risultati scolastici fino al terzo anno della scuola secondaria di secondo grado.
Le famiglie riescono a risparmiare e spendere per l’istruzione dei figli
Nei quattro anni di progetto quasi tutte le famiglie beneficiarie (il 94 per cento) hanno iniziato a risparmiare accumulando in media circa 700 euro. Il risparmio realizzato durante il programma ha consentito alle famiglie di acquistare prodotti e servizi utili alla formazione dei figli. In particolare, durante i mesi di didattica a distanza dovuta alla pandemia da Covid-19, i ragazzi/e del gruppo di trattamento hanno avuto più facilmente accesso a un pc dedicato (da 43 a 62 per cento) e a una connessione Internet veloce (da 31 a 40 per cento). Nel periodo post-Covid si riscontra anche un significativo aumento della partecipazione sportiva (da 60 a 68 per cento). Non sono invece emersi effetti significativi su altre attività extra-scolastiche.
Aumentano aspirazioni e aspettative per il futuro scolastico dei figli
A distanza di venti mesi dall’inizio del progetto le aspirazioni e le aspettative dei genitori riguardo al conseguimento del diploma da parte dei figli risultano lievemente, anche se non significativamente, più elevate tra i partecipanti al programma rispetto a quanto osservato nel gruppo di controllo. Differenze rilevanti e significative si trovano tra le famiglie con redditi più bassi. Quelle con un Isee inferiore al valore mediano (equivalente, nel campione WILL, a 5.769 euro) mostrano un aumento delle aspirazioni notevole grazie al programma (93 contro 80 per cento) e il miglioramento risulta ancora più marcato per quanto riguarda le aspettative (87 contro 71 per cento). Tra le famiglie con redditi più alti, invece, non si rilevano effetti.
Nel medio termine migliorano gli esiti scolastici
Per quanto riguarda i risultati scolastici, i dati mostrano che per gli studenti del gruppo di trattamento aumenta la probabilità di ottenere risultati molto elevati (9 e 10) all’esame di stato. Anche in questo caso, si può osservare come la differenza sia trainata da studenti di famiglie con redditi più bassi (19,3 per cento nel gruppo di trattamento contro 8,4 per cento nel gruppo di controllo).
Infine, a distanza di cinque anni dalla randomizzazione, si rileva un calo del rischio di bocciatura: gli studenti del gruppo di trattamento mostrano una probabilità maggiore di essere iscritti regolarmente in terza superiore rispetto agli appartenenti al gruppo di controllo (76 contro 66 per cento). Pare, inoltre, che i beneficiari abbiano una probabilità più alta di circa il 4 per cento di ottenere un voto superiore a nove, rispetto ai non beneficiari. Non si osservano, invece, effetti sulla regolarità della frequenza scolastica (ossia la propensione a non saltare giorni o lezioni), né sull’indirizzo formativo frequentato.
Il risparmio incentivato come strumento di diritto allo studio
I programmi di incentivazione al risparmio per l’istruzione – strumenti che coinvolgono precocemente e attivamente le famiglie in un percorso di risparmio finalizzato all’investimento nel futuro dei figli – mostrano un potenziale nel contrasto della dispersione scolastica. I risultati della valutazione sperimentale di Will – unitamente ai risultati provenienti da altri studi condotti negli Stati Uniti e in Italia, nel caso di Percorsi – indicano che i programmi di risparmio incentivato forniscono un supporto concreto a famiglie in condizioni di deprivazione nel sostenere i percorsi formativi e scolastici dei figli. Sono quindi validi strumenti che, integrati con altre politiche, possono aiutare a contrastare la povertà educativa.
Lavoce è di tutti: sostienila!
Lavoce.info non ospita pubblicità e, a differenza di molti altri siti di informazione, l’accesso ai nostri articoli è completamente gratuito. L’impegno dei redattori è volontario, ma le donazioni sono fondamentali per sostenere i costi del nostro sito. Il tuo contributo rafforzerebbe la nostra indipendenza e ci aiuterebbe a migliorare la nostra offerta di informazione libera, professionale e gratuita. Grazie del tuo aiuto!
Davide Azzolini è ricercatore senior presso FBK-IRVAPP, dove si occupa di analisi e valutazione di programmi e politiche pubbliche in ambito scolastico e formativo.
Loris Vergolini è professore associato presso l’Università di Bologna e ricercatore affiliato in FBK-IRVAPP. Ha conseguito il dottorato di ricerca in Sociologia e Ricerca Sociale presso l’Università di Trento con una tesi sulla coesione sociale e le disuguaglianze sociali in Europa. I suoi interessi di ricerca si collocano all’intersezione tra la valutazione delle politiche e le disuguaglianze sociali. Più precisamente, le sue aree di competenza riguardano la valutazione delle politiche educative a livello locale e nazionale, le conseguenze delle misure anti-povertà, e l’analisi delle disuguaglianze dei risultati educativi in particolare per quanto riguarda la scelta della facoltà all’università e del tipo di scuola secondaria superiore.
Lascia un commento