Torna a diminuire la fiducia di famiglie e imprese. Il rischio è che i germogli di ripresa appassiscano. Non aiuta la continua instabilità politica. Ancora meno la paralisi decisionale impersonificata dalla Legge di stabilità. Una tabella per illustrare anche quanto rinvia al futuro con il meccanismo delle clausole di salvaguardia.
Sono rimaste parole al vento gli impegni di Letta e dei politici di ogni parte di metter mano alla riforma della legge elettorale entro ottobre. Rischiamo perciò di andare alle urne ancora con le pessime regole del “Porcellum”. Vediamo quali opportunità di riforma ci sono e qual è la più desiderabile per gli italiani.
Il disastro del mercato del lavoro in Italia non è rappresentato solo dal 12,1 per cento di disoccupati ma anche dal dato degli inattivi: 36,6 per cento (media europea 26,4) che non lavorano e non cercano lavoro.
Il vertice europeo ha solo rinviato decisioni sui problemi di immigrazione e asilo. Ecco come si potrebbe affrontarli.
Tre banche su quattro commissariate da Banca d’Italia sono gestite da fondazioni. Bisogna salvare le banche dalle fondazioni, ma anche salvare le fondazioni da certe banche.
Il rubinetto dei finanziamenti alle imprese è sempre più stretto anche perché le banche dell’Eurozona sono incentivate a regolare la liquidità attraverso operazioni creditizie con istituzioni finanziarie anziché utilizzando operazioni di mercato aperto che facilitano il flusso di prestiti alla clientela.
Luigi Oliveri commenta l’articolo di Giubileo e Pastore “Quale futuro per i Centri per l’impiego”
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Piero
Letta aveva promesso sia la legge elettorale che l’eliminazione del finanziamento pubblico dei partiti: se non vi avesse provveduto il parlamento avrebbe provveduto il governo con decreto, aveva promesso. Ora il primo provvedimento interessa a Napolitano mentre il secondo ai cittadini, il primo non viene fuori per il problema di Berlusconi, mentre il secondo per volontà politica, tutto è’ incentrato su una manovra di stabilità inutile, in quanto sta creando instabilità economica, l’Italia ha bisogno di chi fa le cose e non di chi dice di farle e poi sono solo parole.
Letta aveva anche detto che si sarebbe fatto valere in Europa per l’immigrazione, già è tutto finito, ai morti è stato fatto il funerale e agli italiani il relativo costo.
E’ ormai da tutti accertato che l’euro sta causando l’attuale crisi economica dei paesi meridionali, al contrario la Germania sta raggiungendo surplus della bilancia dei pagamenti sempre più elevati, stiamo in Europa, occorre una politica di solidarietà, Letta aveva promesso l’intervento, ma cosa ha fatto? Oggi i paesi meridionali se non vi era la politica accomodante della Fed erano tutti in bancarotta.