Tre decenni dentro PosteItaliane non mi aiutano a capire il senso dell’investimento di quei 75 milioni in Alitalia, anzi, sbaglierò mi fanno concludere che è una scelta sbagliata, o, per lo meno non la migliore, perché?
Perché è vero che, con Passera prima e con Sarmi poi, PosteItaliane ha cambiato completamente pelle e oltre al pareggio di bilancio tutto questo processo ha portato, a quanto si legge, ad un utile di esercizio, roba impensabile quando io vi entrai e si accettavano raccomandate con colla e pennello, non è affatto disprezzabile quanto fin qui realizzato, ma parto da una semplice osservazione per argomentare il mio dubbio:
Quando il dottor Passera lanciò il conto Bancoposta con le carte come accessori e insieme attivò ancor di più produzione e vendita di servizi finanziari, obbligazioni, assicurativi etc, fece una scelta a mio avviso molto intelligente, potenziando nel contempo l’offerta di prodotti postali veri e propri, e di qualità, come corriere espresso e, per la prima volta posta prioritaria, la lettera a 62 cent, se non erro, consegnata in 24 ore. Con questo ottenne simultaneamente due effetti: un miglioramento dell’immagine delle Poste che incoraggiava, sinergicamente, la fiducia del tradizionale utente di Poste a riporre in Poste i propri risparmi e nel contempo offrire al sistema paese servizi di qualità ad un buon prezzo. La posta prioritaria in particolare raccolse un successo straordinario sia fra gli utenti singoli privati: perché corrispondeva ad una domanda reale di un prodotto sicuro e veloce che cl corriere privato gravava in modo insostenibile sui bilanci. Disgraziatamente nel 2006 si decise che la posta diventava tutta prioritaria, ma lo fu solo come tariffa, perché fu smantellato tutto il sistema di raccolta, trasporto e distribuzione dedicato alla vera posta prioritaria, la quale fu praticamente cancellata, ed i tempi di recapito si dilatarono a quelli della posta ordinaria per tutto il corriere. Sarebbe di grande aiuto alla ripresa di tutto il paese, ripristinare la vera posta prioritaria e quei 75 milioni sarebbe molto più utile investirli per ristrutturare tutto il sistema del recapito reintroducendo la qualità, anzichè diversificare incomprensibilmente su Alitalia, un business lontano dalla mission di PosteItaliane.
Giovan Sergio Benedetti Capannori
Ex dipendente PosteItaliane in pensione
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