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Fenomenologia del Bitcoin

I Bitcoin sono una moneta virtuale. Sono assurti agli onori della cronaca per il rischio di fallimento di uno dei principali gestori. Come funziona la domanda, l’offerta e la vigilanza. E una bolla che deve scoppiare perché altre valute virtuali possano nascere e prosperare.

Una moneta per il web

I Bitcoin sono la moneta virtuale di maggior successo, ma recentemente la loro quotazione rispetto alle valute tradizionali è crollata, a motivo del rischio di fallimento di Mt. Gox, uno dei suoi principali gestori. Chi ama l’idea di una concorrenza tra emittenti di moneta dovrebbe amare i Bitcoin, ma nel contempo sapere – come suggerisce Tyler Cowen – che la concorrenza porta a prezzi più bassi. Quindi, le bolle speculative devono scoppiare, anche perché nuove monete virtuali devono nascere e prosperare.

Fanno notizia i fenomeni che crescono e decrescono velocemente: nella sfera dell’economia vale lo stesso, con particolare riferimento all’andamento dei prezzi, che in una bolla speculativa aumentano esponenzialmente per poi calare in maniera ancora più rapida. Nel caso dei Bitcoin, alla velocità dell’espansione e della – pare temporanea – caduta si aggiunge il fascino psicologico di una nuova moneta, che quasi misteriosamente diventa mezzo di pagamento accettabile e riserva di valore per il fatto stesso che un numero sufficiente di altri individui è disposto ad accettarla per le medesime funzioni.

I Bitcoin sono l’esempio più noto e quantitativamente più rilevante di “criptomoneta”, cioè di una moneta virtuale vigilata non da un’autorità terza, ma dagli utenti stessi riuniti in network. Qual è la materia da vigilarsi nel caso di una moneta virtuale, cioè priva di un suo corrispettivo fisico nella tipica forma di banconote e monete metalliche? La proprietà di una o più unità di Bitcoin è registrata online, ma la vigilanza consiste nel verificare che nessun utente faccia “double spending”, cioè spenda un certo ammontare di Bitcoin (aumentando i depositi del venditore) senza che il suo deposito diminuisca dello stesso ammontare. Nel sistema Bitcoin chiunque abbia un computer di sufficienti capacità e che sia 24 ore su 24 connesso a Internet può diventare un “miner”, cioè contribuire alla vigilanza del sistema di pagamenti di cui sopra.

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Domanda e offerta di Bitcoin

Dal punto di vista dell’offerta di moneta, il sistema è basato su una regola fissa e automatica di aumento sempre più lento della quantità totale di Bitcoin presenti. Chi introdusse i Bitcoin nel 2009 (Satoshi Nakamoto: con ogni probabilità un nome collettivo) molto probabilmente simpatizzava con una versione estrema dell’idea di regole rigide nella politica monetaria, per cui gli utenti del sistema sanno già in anticipo l’ammontare di Bitcoin presente nel sistema da oggi in avanti, a patto naturalmente che il sistema sopravviva fino a quella data.
Come funziona la domanda di moneta nel caso dei Bitcoin? In assenza di una domanda causata dal fatto che un certo Stato obblighi o permetta di pagare le imposte in Bitcoin, la domanda di Bitcoin cresce grazie agli effetti di network, cioè con il numero atteso di individui che sono disposti ad accettarli come mezzi di pagamento. Ciò peraltro non esclude una domanda di carattere speculativo, finalizzata a lucrare un profitto a motivo della tendenza del prezzo a crescere velocemente, tendenza che in certe situazioni finisce per autorealizzarsi.
Un liberista con sfumature austriache non può che apprezzare le monete virtuali in quanto chiunque – avendo sopportato dei costi iniziali di marketing e di costruzione dell’infrastruttura – è potenzialmente in grado di creare una nuova moneta virtuale, che faccia concorrenza a quelle già presenti sul mercato. Il punto è trattato brillantemente da Tyler Cowen su Marginal Revolution: la concorrenza tra monete virtuali non può che portare nel medio termine a un abbassamento del prezzo di queste rispetto alle monete tradizionali, con un limite inferiore dato dai costi iniziali di cui sopra, o dal vantaggio reputazionale delle monete già presenti. Ecco il paradosso: chi è rialzista sull’intera galassia delle monete virtuali non può che essere ribassista sulla singola moneta come Bitcoin, appunto perché si aspetta di vedere all’opera la concorrenza di altre monete virtuali. Chi non ha fiducia in questo sistema decentrato di monete si aspetta invece che una bolla speculativa uccida Bitcoin, in maniera abbastanza vertiginosa e cruenta da scoraggiare ogni imitazione successiva. Chi infine ha uno spirito vagamente riformista potrebbe attribuire buone probabilità di successo al sistema nel medio termine, ma nel contempo ritenere che per esigenze di stabilità dovrà mettere insieme una sua banca centrale di carattere collettivo, che agisca come prestatore di ultima istanza.

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  1. Antonio Gasperi

    interessante: più interessante ancora è che una cripto-valuta diventi unità di conto solo in riferimento al suo valore di cambio, dal momento che nessuna autorità monetaria ne stabilisce il valore nominale. Ma allora uno che non è monetarista dovrebbe chiedersi come mai il pubblico preferisce detenere la propria liquidità in questa forma piuttosto che in altre. La risposta c’entra forse con lo spettro dei debiti sovrani?

    • C’entra con il fatto che i sovrani stampano moneta senza limiti e la regalano ai loro amichetti. Bitcoin invece ha dei limiti che non possono essere modificati e la distribuzione avviene in modo casuale legato solo alla potenza di calcolo fornita alla rete per assicurare la correttezza delle transazioni (cioè, per il lavoro svolto).

      • ag

        Mi sembra che l’articolo del prof. Puglisi spieghi chiaramente che il meccanismo di controllo sia decentrato presso gli utilizzatori di questa cripto-valuta. Vedi il crac di Mt. Gox. gli amichetti dei sovrani sono prima di tutto quelli che godono direttamente o indirettamente di welfare.

  2. Antonio

    Non sono un economista ma il fatto che dei privati cittadini battano moneta mi sembra un comportamento oltre il limite della legalità. Certo, sono molto trendy perché operano in rete e fanno una roba virtuale. Ma se un gruppetto di amici facesse una cosa concreta, stampando banconote cartacee firmate dal titolare di un semplice conto corrente (di capienza finita) cosa gli farebbero?

    • La differenza tra una valuta privata e una valuta a corso forzoso è che la legge obbliga ad accettare la valuta a corso forzoso (tipo €, $, etc.).
      Nessuno obbliga nessuno a pagare o accettare una valuta privata.
      Inoltre, per essere una valuta privata, e non semplicemente uno strumento di credito (denominato in € o $ o altro) lo scambio deve essere finale e assolvere le parti da altre obbligazioni,

      Per esempio, posso pagare un computer con una moneta d’oro da 1 oncia.
      Lo scambio termina li. Le obbligazioni di entrambi sono assolte. Se lo pagassi con un assegno, lo scambio terminerebbe al momento dell’incasso dell’assegno in contanti. L’assegno può essere annullato prima che io lo incassi.

      Il bitcoin è l’equivalente di una moneta d’oro (o argento o rame, fate voi), una volta scambiata con qualche altra cosa, lo scambio termina li. Lo scambio è finale e non può essere annullato da una terza parte (banca nel caso dell’assegno).

      Se il valore fluttua (rispetto ad altre valute) è un problema di chi ha il bitcoin, la moneta d’oro, etc.

  3. Ogni nuova moneta virtuale può copiare il codice sorgente del Bitcoin (o usarne uno differente), ma non può copiare il numero di utenti, la potenza di hashing della rete, il numero di aziende che la usano, il numero di start-up che sviluppano soluzione avanzate che sfruttano la blockchain di Bitcoin, il brand, etc. Ci vuole mica tanto a fare una nuova bibita gasata. Quanti tipi di Cola ci sono al mondo? Quante Pepsi e quante Coca Cola?
    Per esempio, perché dovrei supportare AuroraCoin che è utilizzata solo da un ristretto numero di persone (al massimo qualche migliaio), quando posso usare Bitcoin che è usato da miioni di persone nel mondo e accettato da migliaia di negozi on e offline? Aurora coin, al massimo, può essere affidabile per transazioni di qualche euro di valore (perché ha un hashing power ridicolo), mentre Bitcoin può essere usata per transazioni di milioni di euro di valore (perché per fare un double spending devi fare un attacco al 51%, che costa, prezzi attuali, almeno qualche centinaio di milioni di dollari solo di hw e 5-10 milioni ogni 10 minuti).
    Le uniche criptomonete alternative al Bitcoin che sopravviveranno, alla lunga, sono solo quelle che saranno utili per utilizzi specifici: per esempio Zerocoin (che dovrebbe uscire questa estate) sarà perfettamente e completamente anonima (matematicamente provabile con la Zkp), laddove Bitcoin è pseudonoma. Sarà quindi desiderabile da chi vuole garantire la propria privacy al 100%.

  4. Andrea Grenti

    Prof. Puglisi, cosa ne pensa della tesi secondo cui le monete virtuali come Bitcoin, quasi completamente anonime, possano avvantaggiare chi svolge attività criminali ed illegali a scopo di lucro?

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