In vista delle elezioni comunali della primavera 2006, alcuni sondaggi di opinione rivelavano che tra le maggiori preoccupazioni degli elettori delle grandi città metropolitane c’erano i problemi del traffico, della mobilità e dei servizi di trasporto. Ma la traduzione in atto dei programmi elettorali si è rivelata subito difficile e contraddittoria. Cominciamo, a quasi un anno da quelle elezioni, a vedere cosa si è fatto a Roma per il problema taxi. Buone intenzioni, malevole interpretazioni e trattative fallite
Il sindaco di Roma Walter Veltroni, nel corso della sua vittoriosa campagna per la rielezione, aveva sottolineato la necessità di migliorare i servizi di trasporto pubblico a Roma, da quelli collettivi a quelli individuali come i taxi. Il ministro Bersani, con il decreto legge 223/2006, emanato poco dopo linsediamento del governo, aveva fornito al sindaco di Roma (e naturalmente a tutti i sindaci dItalia) un buono strumento per migliorare almeno il servizio di taxi. Il decreto prevedeva una deroga al divieto di cumulo delle licenze taxi e introduceva la possibilità per i comuni di “vendere” le licenze, distribuendo una quota consistente dei proventi ai vecchi tassisti che non avessero acquistato una nuova licenza. La reazione dei tassisti, specialmente a Roma, fu durissima. Il bersaglio fu soprattutto la deroga al divieto di cumulo, che avrebbe consentito lavvio di uno sviluppo “industriale” del settore, fortemente avversato dagli attuali tassisti che sono e vogliono restare “padroncini” (oltre che pochi).
I malevoli dicono che il sindaco di Roma, preoccupato per i blocchi del traffico provocati dai tassisti, abbia contribuito alla “mediazione” che ha portato in sede di conversione del decreto legge a riconfermare il divieto di cumulo. Gli stessi malevoli pensano che forse Veltroni voleva acquisire così credenziali sufficienti a ottenere lincremento del numero di vetture in circolazione, mantenendo al contempo la “pace sociale”. Senza dar credito ai malevoli, sta di fatto che, una volta incassato il divieto di cumulo e siglato un vantaggioso accordo sulla tariffa “predeterminata” (42 ) tra laeroporto di Fiumicino e qualsiasi indirizzo allinterno delle Mura Aureliane, i tassisti romani non hanno accettato che leffettivo svolgimento delle turnazioni aggiuntive – richiesto dal Comune e dalla categoria accettato malvolentieri – venisse sottoposto a “idonee forme di controllo sistematico”, come previsto dal decreto convertito in legge (L. 248/2006). Il sindaco e la sua giunta sono così passati allattacco, decidendo di rilasciare mille nuove licenze. Ottima idea.
Nuove licenze sì, ma come?
La delibera di giunta n. 584 del 2 novembre 2006 stabiliva che le licenze dovessero essere rilasciate a titolo gratuito. Veniva così accantonata la possibilità offerta dal “decreto Bersani” di vendere le licenze e si ricorreva alla procedura già adottata nel 2005 per il rilascio di 300 nuove licenze. La procedura prevedeva un “concorso per titoli ed esami“.
Lesame è costituito da una serie di quiz a risposta multipla su materie rilevanti per un conducente di taxi (dalla toponomastica urbana alle leggi nazionali e regionali in materia di taxi) ed è superato se il candidato raggiunge almeno un punteggio di 36 su 60 domande che valgono ciascuna un punto. I titoli sono costituiti dai diplomi di studio conseguiti (8 punti per il diploma di scuola secondaria, 12 per la laurea triennale, 15 per la laurea quinquennale, senza possibilità di cumulo), dallanzianità di iscrizione al ruolo dei conducenti di Roma (0,25 punti per semestre); stato di disoccupazione a partire dal 1993 (1 punto per trimestre, fino a un massimo di 20 punti); attività svolta come sostituto alla guida di taxi, sempre dal 1993 (0,03 punti per ogni giorno); figli minori a carico (2,5 punti per ciascuno, con un massimo di 10 punti) e infine essere stati affidatari di servizi integrativi di trasporto pubblico di linea (2 punti per ciascun anno dal 1998).
Corporazione e istruzione
Ogni licenza a Roma vale intorno ai 200mila euro; quindi il Comune nel bandire mille nuove licenze a titolo gratuito ha deciso, di fatto, di regalare una somma rilevante ad alcuni cittadini di cui, con la definizione dei titoli e il peso loro attribuito, traccia i connotati. La preferenza sembra andare a chi ha già messo un piede nella corporazione ma non vi è entrato del tutto (i sostituti alla guida) e ai disoccupati, istruiti e con molti figli a carico. Chi sia iscritto al ruolo dal 1993 e abbia svolto nel passato quindicennio 500 giorni di sostituzione alla guida può vantare 22,5 punti, incrementabili fino a 32,5 punti con 4 figli a carico e a 37,5 punti con dieci trimestri di disoccupazione. Un laureato magistrale con 4 figli a carico raggiungerebbe 25 punti, incrementabili fino a 35 se ha accumulato 20 trimestri di disoccupazione.
Le 300 licenze bandite nel 2005 e rilasciate con non poche polemiche (1) sono quasi tutte andate a sostituti alla guida (in genere parenti dei vecchi tassisti). Ma il numero di questi soggetti non è illimitato e ora si aprono molti spazi per i laureati e i diplomati disoccupati. Listruzione e la famiglia numerosa sono belle cose ed è possibile (dal momento che i tassisti, in genere, hanno una vera passione per lo scambio di opinioni con i clienti) che una corsa in taxi con un guidatore colto sia più piacevole della stessa corsa con un incolto. Resta il fatto che il mismatch tra livello di istruzione e mansioni non è esattamente un buon esempio di efficienza allocativa e che una vasta presenza di nuovi tassisti dotati di laurea specialistica è probabile non contribuisca a far scendere il salario di riserva della categoria. E poiché lelevato salario di riserva dei tassisti è garantito dal numerus clausus, è ragionevole attendersi che la scelta del Comune di Roma avrà leffetto di rendere ancora più difficile, in futuro, aumentare le licenze e industrializzare il settore.
Discriminazione e “sterco del demonio”
A ciò va aggiunto che la legge della Regione Lazio n. 58 del 1993 stabilisce, allarticolo 17, che per iscriversi al ruolo dei conducenti di auto pubblica e, quindi, avere diritto di partecipare al concorso per aggiudicarsi una licenza di taxi, bisogna essere cittadini italiani o di un paese dellUnione Europea. Gli extra-comunitari non possono dunque partecipare allestrazione a premi. Alla faccia delle pari opportunità e dellobiettivo di integrazione e della promozione sociale degli immigrati. Certo, il denaro sarà pure sterco del demonio, o almeno tale sembra essere la percezione che ne ha gran parte dei politici italiani; ma lesperienza di molti secoli insegna che vendere beni scarsi in cambio di denaro ha effetti meno distorsivi di quelli che si hanno con le elargizioni del Principe o con lapplicazione di opinabili criteri di razionamento. Inoltre, il Principe benevolo può utilizzare il denaro ricavato per effettuare una redistribuzione a un tempo più mirata e più trasparente di quella ottenibile fissando pesi ad hoc in un “concorso per titoli ed esami”.
Non consola il pensiero che anche il Comune di Milano (da quindici anni governato dal centrodestra) si accinga a seguire la strada di Roma (da altrettanto tempo governata dal centrosinistra).
(1) Alcuni degli assegnatari sono risultati avere precedenti penali.
Nel fare ammenda per qualche inesattezza che i lettori hanno fatto notare, voglio solo sottolineare come l’articolo avesse alla base due interrogativi.
1) Perché un “concorso per titoli ed esami” dovrebbe assegnare le licenze più efficientemente rispetto a un’asta in cui a spuntarla è chi sia disposto a pagare di più perché pensa di poter ricavare di più dall’uso delle licenze che acquista?
2) Perché un settore formato, per legge, da soli “padroncini” dovrebbe essere migliore uno in cui alle imprese è concesso di crescere fino a trovare la dimensione minima efficiente?
Aggiungo: dire sempre che il servizio di taxi nelle città italiane è poco efficiente perché c’è traffico e ci sono poche corsie preferenziali è solo una mezza verità. Il traffico c’è e le corsie preferenziali sono poche anche a Parigi, Madrid o New York, però in quelle città è più facile trovare un taxi e a costi più contenuti (per percorsi comparabili, ovviamente) che non a Milano, Roma o Torino. (A.B.)
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Gabriele
Solo due piccole precisazioni sul contenuto dell’articolo:
1) il costo a forfait della corsa aeroporto Roma Fiumicino – Roma (int. mura Aureliane) o viceversa è di 40 euro (non 42). Esiste anche la tariffa a forfait dall’aeroporto Roma Ciampino con stessa origine/destinazione pari a 30 euro.
2) Il fatto che si abbiano precedenti penali non è di per se ostativo alla iscrizione all’Albo Conducenti (presso la CCIAA di Roma) e, di conseguenza, al rilascio/mantenimento della licenza taxi.
I requisiti di “moralità” sono fissati dalla Legge Regione Lazio n.58/1993 e ss.mm.ii. e solo talune fattispecie di reato e di durata della condanna detentiva DEFINITIVA impediscono il mantenimento dell’iscrizione all’Albo Conducenti.
enza trotta
Vi racconto un episodio tra i tanti: la sera del 1°maggio alle 22.00 gran folla che scende dai treni (che camminano nonostante la festa del lavoro) alla stazione termini; nessun autobus (è la festa del lavoro!) e quindi si forma una fila chilometrica per i taxi (che arrivano ovviamente con il contagocce); decisione di rivolgersi, anche se è immorale, agli abusivi che però, quando sentono la destinazione, non accettano perchè è troppo vicina; decisione finale di farla a piedi con il trolley ed essere a casa dopo 1 ora, sicuramente prima di quelli in fila x un taxi.
Andrea
L’autore dell’articolo ha confuso due diversi concorsi:quello per il rilascio di 300 licenze era solo per titoli mentre la prova a quiz era prevista per l’altro concorso col quale sono state rilasciate 150 licenze.Per le ulteriori 1000 è stata utilizzata la graduatoria dei 300.L’autore è confuso anche nelle critiche:si lamenta che le licenze vengano rilasciate a “chi ha già un piede nella categoria” (sostituti) ma anche che vengano rilasciate a chi ne è estraneo (diplomati e laureati con famiglia).Se si è laureati non si può guidare un taxi?Quali criteri propone per il rilascio delle licenze tramite concorso?
Daniele
Buon giorno a tutti! Mi fa veramente specie trovare persone che sottolineano l’arrivo col contagoccie dei taxi il giorno del Primo maggio! I mezzi pubblici di superficie e le metropolitane hanno fermato il loro servizio per la festa dei lavoratori, le persone che arrivavano in stazione avevano festeggiato la festa dei lavoratori. I tassisti che sono rimasti a casa per la festa dei lavoratori sono stati maledetti! Perchè? Non sarebbe stato più corretto se su i mezzi pubblici dal 15 di aprile fosse partita una campagna di avviso per gli utenti per il fermo dei mezzi? Perchè sottolineare un eventuale disservizio del servizio taxi a fronte del completo stop dei mezzi pubblici?
Alfio Squillaci
Ho chiacchierato lungamente con un taxista durante un mio soggiorno a Roma. In effetti la prima cosa che ho notato all’aeroporto è stata la lunga fila di “abusivi”, ovvero di noleggiatori con conducente, i quali dovrebbero agire fuori delle mure aureliane, se non fuori città. Ne ho chiesto la ragione al taxista e costui, una persona consapevole dei problemi della propria categoria, mi ha detto – a me che caldeggiavo il decreto-Bersani – che questo è un problema che non è stato risolto e che inficia la corretta trattazione di tutta la tematica. Quanto alla trasformazione industriale del suo lavoro, è chiaro che lui era per la soluzione “padroncini” proprio per via del costo-valore esorbitante della licenza. Adesso apprendo che Veltroni intende rilasciare 1000 licenze. A me sembra comunque una buona iniziativa. Certo sui criteri si potrà discutere all’infinito, resta il fatto che avremo a disposizone 1000 taxi in più. Concludo dicendo che ho chiuso la corretta conversazione col taxista, convenendo sulla indistricabilità dei problemi ogni qualvolta si affronta una corporazione (giornalisti, farmacisti, edicolanti, benzinai etc). Sono sceso, e il buon taxista mi ha fatto pagare 43 euro!
Cesare
qualche appunto all’articolo, peraltro ottimamente argomentato:
l’industrializzazione del settore, come la chiama l’autore, non è altro che una sorte di svendita del settore a pochi grandi e ricchi padroni, realizzando così quello che già il comunismo sovietico aveva realizzato: un popolo di uguali, perchè poveri, e pochi privilegiati che comandano, la nomenklatura in russia. Il capitalismo liberista è l’altra faccia della medaglia del comunismo collettivista, qui i paperoni lì la nomenklatura di partito.
Non si vive solo di costi marginali e salari di riserva, ma di dignità umana che in questi sistemi economici manca del tutto.
Matteo Olivieri
Nei commenti si scrive che non è ostativo avere precedenti penali per accedere ad un licenza in certo senso pubblica, in quanto finalizzata al trasporto pubblico ed erogata come possibilità prevista dall’amministrazione dello stato.
Leggiamo però che essere laureati è un requisito importante.
Ma in Italia quando lo capiamo che la torta è sempre più piccola e che incentivare la pance ingorde favorisce il suo esaurimento RAPIDO?
Gianluigi Moretta
Il sindacato dei tassisti, almeno a Roma, è un freno. Alcuni tassisti sarebbero favorevoli all’apertura e al cumulo delle licenze. Perlopiù i nullafacentio e quelli che vogliono campare di rendita no. Io ormai da anni sono in contatto con un gruppo di tassisti svegli, veloci e puntuali e se devo andare a Fiumicino chiamo direttamente loro e risparmmio pure 5 euro.. inoltre si curano del cliente considerandolo tale.. Fossi il sindaco farei una battaglia all’ultimo sangue, ma i politici italiani sono smidollati e hanno orizzonti temporali limitatissimi
Alessandro Cassinis
I taxi continuano a non trovarsi (almeno sia a Roma che a Milano, le due città che conosco e in cui utilizzo il “servizio” con una certa frequenza). Il servizio fa schifo (spesso il tassista mi chiede dove è la strada – e a Milano si tratta di una via del centro!; a Londra viene superato un esame assai “tosto” in cui bisogna dimostrare di conoscere la toponomastica della città a fiondo: e le dimensioni non sono certo paragonabili a quelle delle nostre città!). A Roma, poi i “tassinari” sono (a volte) anche imbroglioni: inseriscono la tariffa 2 anche sul raccordo (e non oltre il raccordo), fanno “giri di Peppe”, magari confidando che “il dottore è di Milano” (“erore” sono “romano de Roma”, e faccio domande (per loro) imbarazzanti sul perchè di alcuni percorsi). Insomma al solito in Italia manca serietà e legalità. Valori che non appartengono nè alla destra nè alla sinistra: forse non appartengono a noi Italiani?
Tre
Perché tutta questa insistenza da parte di alcuni politici e del complesso mediatico per la liberalizzazione del settore del trasporto pubblico non di linea (taxi ed n.c.c.)? Negli ambienti sindacali gira oramai da più di un anno la voce per cui il settore lo si vorrebbe mettere in mano ad un unico grande monopolista privato. Il nome che si fa è quello di Benetton. Il decreto Bersani del giugno scorso, così come veniva a strutturarsi, sembrava congeniale proprio a tale scopo. Esso, infatti, deviando dall’attuale normativa, veniva a consentire il cumulo delle licenze e la possibilità di costituzione di società che detenessero tali licenze. Si tratterebbe di due pilastri necessari per attuare l’oligarchico disegno.
A spingere sul Ministro Bersani in tale direzione sembrerebbe che sia il Vice-presidente Rutelli, il quale, vista l’aria che tira all’interno della Margherita, dove oramai anche la maggioranza della dirigenza del partito sembra essersi stancata di un leader la cui sola capacità pare essere quella di portare finanziamenti, ma che in termini di risultati politici ha prodotto solo le disfatte elettorali delle amministrative 2004 e delle politiche del 2006 e lo scandalo delle tessere false (svelata, forse per un capriccio del “destino”, anch’essa da “Striscia la Notizia”). L’ultima spiaggia di Rutelli, per ridare un segnale di forza a tutta la dirigenza del partito, parrebbe dunque quella di contraccambiare alle richieste della lobby finanziatrice, prima fra le quali vi sarebbe quella della liberalizzazione-monopolizzazione del settore dei taxi.
giorgio
Vorrei sapere il motivo per cui ci si lamenta sempre del servizio taxi che è adoperato dal 30% dei cittadino romani e non sento mai dire che abbiamo 2 sole linee di metropolitana di cui la più importante (b) chiude alle 21, autobus che quando ti va bene attendi 30 minuti, treno di un aeroporto internazionale come Roma che smette alle 23 etc.etc. Forse sarebbe il caso di rivalutare il servizio taxi, l’unico che alle 3 di notte bene o male ti offre la possibilità di tornare a casa!
save
Il grande problema di roma è la gestione della vibilità: il caro sindaco dovrebbe investire un po di piu in questo: oggi arrivando a termini ho trovato circa un decina di clienti: il cliente ch ho preso mi ha detto che aveva fatto circa 5-10 mnuti di attesa…se uno pensa che per ritirare una raccomandata alle poste, o mangiarsi una pizza il sbato sera, ci vogliono mediamnte 20-30 minuti…La sua destinazione è la metà di via cavour…tempo della corsa 25 minuti! Se ce ne avessi messi 5/7, che sono quelli che servono , sarei potuto tornare indietro e aiutare il flusso della fila. Se tutti usano l’auto, senza considerare bus, lavori in corso, ecc…la città continuerà a muoversi a 13km/h, come da rapporti fatti…il problema è aiutare la viabilità..
Perché non provare a lasciare le auto a casa…
lele
Invece di fare questi tipi di messaggi o articoli, ci dovremmo chiedere il perchè il comune di roma ci mette così tanto a rilasciare le mille licenze (e se sono laureati, diplomati, disoccupati non può interessare: la legge dice che devi avere determinati requisiti…): dopo il rilascio di questo aumento di licenze si può parlare di altre situazioni!
Prima di dire che non si trova un taxi (e su questo ci sono molte interpretazioni…), bisognerebbe conoscere i reali problemi della categoria:
– l’abusivismo (andate a vedervi Ballarò e altre programmi…);
-al centro di Roma (e non solo), non si cammina!!
-alla stazione termini per due ore non ci sono clienti, poi tutto un tratto ce ne sono centinaia!!! il problema è sintonizzare gli arrivi di certi treni con lo stazionamento dei taxi (difficile a dirsi!).
Cerchiamo di essere costruttivi, anche perchè la maggior parte dei consumatori non ha mai preso un taxi in vita sua! Non facciamo i consumatori di un servizio quando neanche ne usufruiamo).
daniele
Leggendo queste denunce non ho potuto fare a meno che chiarire alcune cose data la mia professione(tassista). cominciamo con il fare i coplimenti al nostro sindaco (walter veltroni)la sua giunta l’onorevole rutelli ecc ecc complimenti perche? Avendo deciso di incrementare il servizio taxi a roma di 1000 unita scelta in parte giusta,lo hanno ormai concluso nel modo piu sbagliato che potevano scegliere cioe allacciarsi alla graduatoria del precedente concorso (300 licenze taxi)sbagliato perché? Semplice il bando delle trecento e’ stato un bando sopratutto per gli operatori di settore detti anche sostituti alla guida…quindi loro sapevano benissimo quanti erano i sostituti, e di giustamente diventati poi titolari,ora ce da dire che i nuovi titolari hanno la loro attivita e quindi rimane scoperta la vettura che conducevano prima,quindi nuovi sostituti che grazie al regolamento del concorso non acquisiscono punteggio perche non è possibile aggiornare mano a mano la graduatoria,quindi si è verificato che:laureati, diplomati, ex disoccupati, grazie a punteggi strani oggi si trovano un titolo che non sanno neanche cosa sia.persone che fanno un altro lavoro oggi domani si dimettono perche non possono acquisire il titolo gia dipendenti una volta acquisito il titolo si cede ad un parente ad un nuovo sostituto pagandolo e costoro tornano tranquillamente a fare il loro mestiere che facevano prima (perche vi garantisco che il laureato o diplomato non salira mai sul taxi perche considerato un lavoraccio rispetto ad una scrivania ) con una sommetta in piu bene signor sindaco complimenti…caro sindaco e i nuovi sostituti ora cosa fanno aspettano anni che vengano rilasciate altre licenze, oppure finira di rovinare questa categoria con un ulterire incremento, comunque vada nulla di buono per noi.circa le lamentele di alcini utenti vorrei porvi qulche domanda: alla posta non fate la fila di almeno venti minuti? Certo che la fate e pensate che li non ce traffico aspettere 5 min non e male.