PROVVEDIMENTI
Tra le cose positive, vanno segnalate la nuova formulazione dei patti di stabilità interna per gli enti territoriali, introdotta con la Legge finanziaria per il 2007 e ribadita con quella per il 2008. In modo più coerente con i patti di stabilità europea, ci si è spostati da vincoli sulla spesa invero, notoriamente inutili nel lungo periodo a vincoli sui saldi, ridando fiato alla autonomia tributaria locale. Qualche svarione, per esempio lindisponibilità degli avanzi di gestione, della prima Legge finanziaria è stato corretto con la seconda, che ha anche previsto laccreditamento diretto dei tributi cosiddetti propri agli enti locali, un passo importante per superare i loro cronici problemi di cassa, causa non ultima della formazione dei debiti soprattutto a livello regionale.
Sulla stessa linea, il governo Prodi ha tentato anche di coniugare meglio autonomia e responsabilità, affrontando prima con il patto per la salute, inserito nella Finanziaria per il 2007 e poi con il decreto approvato in ottobre, i problemi di vincoli di bilancio soffice latenti nei rapporti tra Stato e Regioni sulla spesa sanitaria, rendendo progressivamente più dure e più credibili le sanzioni per gli enti inadempienti,
QUANDO SI VEDRANNO GLI EFFETTI
Delle manovre finanziare gli effetti si sono già viste. Altre – quali il passaggio del catasto ai comuni – richiederà più tempo
OCCASIONI MANCATE
Lesecutivo ha anche tentato di riprendere il filo di uninterpretazione coerente o almeno ragionevole della riforma del titolo V della Costituzione, la cui mancata attuazione, a sei anni dalla sua approvazione, pesa come un macigno sui rapporti tra i governi, rendendo legislativamente dubbia ogni azione intrapresa.
Dopo la colpevole negligenza della precedente legislatura, sono stati presentati ben due disegni di legge delega, uno sullattuazione dellarticolo 119 e un altro sulle funzioni fondamentali dei governi locali, in attuazione dellarticolo 117, entrambi restati però nel cassetto: approvati dal Consiglio dei ministri, ma mai passati allesame delle competenti Commissioni. Si trattava in entrambi i casi di progetti incompleti, in parte tra di loro contradditori, ma che contenevano le premesse per una formulazione più coerente tra funzioni assegnate, risorse e perequazione tra territori, così come di rapporti più maturi tra i diversi livelli di governo.
Della proposta di riforma dei servizi pubblici locali, meglio non parlare nemmeno, annacquata fino al parossismo dal conflitto fra le diverse anime della maggioranza e poi comunque arenatesi in Parlamento.
A parte questi tentativi, generosi seppure inconcludenti, il governo Prodi non è stato esente dagli usuali difetti che da sempre contraddistinguono i rapporti tra i governi nel paese. Come al solito, un governo centrale in difficoltà a controllare la propria spesa, dalle pensioni al pubblico impiego, ha cercato di scaricare soprattutto sugli enti territoriali lonere dellaggiustamento finanziario. E come al solito, in barba alla Costituzione e perfino alla propria stessa azione in altri campi, il governo non si è fatto scrupolo di intervenire anche sulle risorse tributarie attribuite ai governi locali quando questo fosse funzionale alle proprie esigenze politiche immediate. Così lintervento sul cuneo fiscale introdotto con la Finanziaria 2007 è stato finanziato in parte con lIrap, il principale tributo regionale, senza che fossero chiare le compensazioni previste per le Regioni. Allo stesso modo, lintervento sullIci deciso con la Finanziaria per il 2008, è sembrato corrispondere, fin dalle modalità tecniche scelte, molto più a esigenze politiche immediate di visibilità del governo centrale che a sensate esigenze distributive o finanziarie.
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Adriano Sala
Ha ragione Massimo Bordignon: gli effetti si sono già visti. L’aumento delle imposte locali (ICI esclusa) nel 2008 peseranno per 1.000 sulla mia pensione. Mille euro in meno di consumi e/o di risparmio. Se non c’è limite alle tasse, quando mai i nostri amministratori faranno leva sul recupero di efficienza?
Cordialità