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LA RISPOSTA AI COMMENTI

I commenti al mio intervento del 18.01.2008 "Premiare il merito è possibile"sono il segnale di una voglia di cambiamento, di un’attesa che anche nella P.A. i meriti e le capacità professionali abbiano il giusto riconoscimento. Occorre, quindi, andare oltre le affermazioni di principi ed individuare percorsi che portano a soluzioni concrete e realistiche.
Sono convinto che per diffondere e radicare la valutazione a livello di sistema e, quindi, applicarla a tutto il personale, e non soltanto a coloro che ricoprono posizioni organizzative di vertice od intermedie, è necessario individuare criteri di misurazione delle prestazioni trasparenti ed oggettivi, indicatori ben definiti. Solo così è possibile superare gli ostacoli frapposti da coloro che lamentano rischi di eccessi di discrezionalità, di errori e di inadeguatezza delle valutazioni e che, in tal modo, a parole sono per il merito, ma poi con tale scusa sfuggono alle scelte ed all’assunzione di responsabilità.
Certamente, gli indicatori che misurano la produttività ma anche la qualità della prestazione ( il riferimento nell’accordo trentino, alla maggiore imposta accertata ed alla maggiore imposta definita degli accertamenti è, in tal senso, significativo), pur fondamentali, non esauriscono l’ampio spettro dei profili da valutare( mi riferisco a quelli di natura organizzativa e comportamentale che, peraltro, vanno diversificati, circoscritti o esclusi a secondo dei destinatari del processo valutativo), ma, in un’amministrazione pubblica- dove il valore della cosiddetta equità organizzativa procedurale- è imprescindibile, quello degli indicatori di sistema è, a mio avviso, un passaggio fondamentale ed ineludibile. Se l’esigenza dell’oggettività delle valutazioni non sarà mantenuta non si riuscirà a fare molta strada.
I dati rappresentati nell’esperimento trentino evidenziano esemplificativamente come già oggi è possibile in Agenzia delle Entrate ottenere report significativi nel rappresentare l’apporto di ciascuno alla realizzazione dei risultati. Ancor di più, creando nuovi collegamenti con dati già conosciuti dal sistema informativo. Si deve, cioè, stimolare la costruzione di report che siano pensati, oltre che per il controllo gestionale ed operativo e per la verifica dei risultati dell’ufficio, anche per rilevare e misurare il merito e l’apporto individuale.
L’obiettivo è quello di favorire, in tal modo: a) lo sviluppo di percorsi formativi mirati, b) la costruzione di progressioni di carriera che premino le capacità ed il rendimento individuale (all’interno di un percorso che deve essere graduale e predeterminato che consenta, quindi, di programmare la propria carriera), c) il maggiore apprezzamento della parte di retribuzione variabile collegata ai risultati a fronte del raggiungimento di standard produttivi e di qualità realmente misurabili.
L’innovazione tecnologica che permea tutti i processi lavorativi dell’Agenzia, oltre che migliorare l’efficienza e la qualità dei servizi richiesti, può diventare così strumento visibile di nuove politiche di gestione delle risorse umane fino a consentire di sperimentare l’eliminazione della registrazione degli orari di lavoro, laddove la condivisa temporalizzazione dei tempi medi di lavorazione consente di privilegiare, per individuate unità organizzative(ad esempio i team legali), logiche di organizzazione professionale degli adempimenti disancorate da spazi temporali formalmente predeterminati. L’immagine di un’Istituzione Pubblica che si libera dai vincoli dell’orario di lavoro e pone al centro le prestazioni di lavoro dei singoli, certamente ne trarrà grande evidenza, ponendosi come battistrada di nuove articolazioni del rapporto di lavoro. L’instaurazione di un rapporto lavorativo collegato al raggiungimento dei risultati e la previsione di premianti meccanismi di crescita professionale garantiranno, in ogni caso, un’elevata propensione all’impegno lavorativo, con l’ulteriore vantaggio di privare i dipendenti che si sottraggono al proprio lavoro (scaricandolo nei fatti ai propri colleghi) della copertura della presenza formale in ufficio.

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  1. Fabrizio Francescone

    Dott. Gentile: e adesso? Adesso che la riforma del ministro Brunetta impone la riserva di legge su tutta la materia della redistribuzione dei premi di produttività, sottraendola di fatto alla contrattazione integrativa, come attueremo gli ottimi intenti che lei ha applicato a Trento e che si stavano applicando in tutto il Paese almeno all’Agenzia delle Entrate? Cosa pensa di questi ultimi dieci anni trascorsi a confrontarci, amministrazione e sindacato sui metodi delle valutazioni, sui sistemi di rilevazione del perso del lavoro svolto ecc… Non pensa che si sia buttato via il bambino con l’acqua sporca e che con l’intento di rivoluzionare tutto si sia gettato anche quello che di buono si era costruito?

  2. ciro la salvia

    Nel concorso 2008 per 1180 funzionari Agenzia Entrate, circa 1500 persone piu’ o meno, tenendo conto delle rinunce e del 40% in piu’ chiamato, sta facendo il tirocinio: che fine faranno tutti questi tirocinanti? Saranno assunti tutti i tirocinanti? Sarebbe assurdo e dispendioso che lo Stato, dopo aver investito su questi giovani per 6 mesi con una spesa mensile cadauno di circa 1500 euro e dopo averli formati a sue spese (lo Stato) ne mandasse qualcuno a casa. Non vi pare? Un…interessato

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