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TRE SFIDE PER LA NUOVA MAGGIORANZA

C’è un netto vincitore in queste elezioni. Ha saputo, meglio di altri, interpretare ansie diffuse sul territorio, soprattutto al di fuori dei grandi centri urbani. Per rispondere alle aspettative dei propri elettori dovrà per forza di cose rimuovere i vincoli che da ormai vent’anni rallentano la crescita del nostro paese. Auguriamoci tutti che ci riesca, completando anche l’opera di risanamento dei conti pubblici, indispensabile perché la turbolenza nei mercati finanziari non ci penalizzi. Ci vogliono circa due punti in meno nel rapporto fra spesa pubblica e Pil. Federalismo fiscale, legge elettorale e recupero dell’evasione fiscale sono le tre sfide più impegnative del primo anno.

Ci vorranno mesi e molti più dati di quelli oggi disponibili per capire a fondo le ragioni del voto del 13-14 aprile. Sembra riflettere ansie diffuse, soprattutto al di fuori dei grandi centri urbani.  Chi ha vinto, ha saputo interpretarle meglio degli altri. Alla coalizione vincente spetta ora il compito difficile di rispondere alle aspettative degli elettori nell’unico modo possibile: rimuovendo i vincoli strutturali che si frappongono alla crescita della nostra economia da almeno 20 anni. Auguriamoci tutti che riesca in questo compito. Può farcela: a differenza del governo uscente, il nuovo esecutivo avrà maggioranze solide sia alla Camera che al Senato. Questo significa anche che non potranno essere accampate scuse in caso di insuccesso. Né sembrano esserci buchi di bilancio con cui prendersela. Al contrario, i dati sulle entrate fiscali fino a marzo documentano come stia continuando il recupero di base imponibile operato dal Governo Prodi. Il nuovo esecutivo non potrà tuttavia esimersi dal completare l’opera di risanamento, che richiede una riduzione di circa due punti del rapporto fra spesa pubblica e Pil. Più che i vincoli europei, conta oggi il giudizio dei mercati. L’ampliarsi dello spread nei rendimenti dei titoli di stato italiani e tedeschi testimonia quanto la crisi in atto sui mercati finanziari rende particolarmente vulnerabile il nostro paese a un downgrading da parte dei mercati, prima ancora che delle agenzie di rating.
Sono tre le sfide più impegnative che attendono il primo anno della nuova maggioranza.

IL FEDERALISMO FISCALE

La prima riguarda il federalismo fiscale. Due movimenti territoriali – la Lega Nord e il Movimento per l’autonomia di Lombardo – hanno dato un contributo fondamentale alla vittoria elettorale. Da loro dipendono le maggioranze sia alla Camera che al Senato.
La Lega chiede un federalismo fiscale che non concede nulla ai trasferimenti alle regioni del Sud: nel suo programma il 90 per cento dei gettiti dei tributi erariali dovrebbe rimanere nei territori che li generano. L’Mpa chiede, invece, di “trattenere” le accise sulla benzina raffinata (non venduta) in Sicilia. Equivale a un trasferimento aggiuntivo di quasi un miliardo alla sola Sicilia. Difficile conciliare queste richieste.
Lo stesso programma della Pdl prevede di far adottare dal Parlamento una proposta di legge della Lombardia che trattiene alle regioni l’80 per cento del gettito Iva, il 15 per cento del gettito Irpef e, nella loro interezza, l’accisa sulla benzina e l’imposta sui tabacchi e sui giochi. Paradossalmente un esecutivo che ha promesso di affrontare il nodo del federalismo fiscale inaugurerà le proprie attività con l’abolizione totale dell’Ici, l’unica vera tassa locale oggi esistente. Auguriamoci che non si continui con il federalismo all’italiana, decentramento di capacità di spesa e accentramento di prelievo, quello che ci porta oggi a destinare un quarto del bilancio dello Stato ai trasferimenti a regioni ed enti locali. 

LA LEGGE ELETTORALE

La seconda sfida riguarda la legge elettorale. Fra un anno ci sarà il referendum. I sostenitori, sin qui nascosti, del Porcellum escono finalmente allo scoperto. La legge sta funzionando molto bene per la Lega (lo sbarramento regionale all’8 per cento sembra fatto apposta per lei) e già fin dalle prime dichiarazioni del dopo voto, rappresentanti del Carroccio hanno chiesto di “rivalutare l’eredità di Calderoli” (manco fosse don Sturzo). Lo stesso Berlusconi, forse sotto la pressione della Lega, si è detto pronto ad andare al referendum difendendo questa legge elettorale.
Eppure il significato del referendum non si è perso col voto.È una legge che non permette la selezione e il rinnovamento della classe politica: dal voto emergerà un Parlamento con un quinto di donne e solo 42 deputati con meno di 35 anni. I nuovi entranti non hanno un titolo di studio più elevato di chi era già in Parlamento. Sono 6 i condannati in via definitiva che entrano alla Camera. Vedremo, a fine legislatura, se si è davvero ridotto il numero dei gruppi parlamentari. Prima del Porcellum erano otto ed è questa, dunque, la soglia con cui confrontarsi. Il voto ci dice anche che gli italiani vogliono partecipare. La partecipazione al voto è tornata ai livelli del 2001: non c’è stata nessuna fuga dalla politica. Ma gli italiani vogliono anche tornare a esprimere preferenze, non intendono più firmare assegni in bianco ai segretari dei partiti. I sondaggi condotti dopo il voto dicono che due terzi degli italiani vogliono cambiare la legge elettorale.

RECUPERO DELL’EVASIONE

Il nuovo governo non può permettersi di buttare al vento i risultati ottenuti dall’esecutivo di Prodi nel recupero di evasione fiscale. È la terza sfida decisiva che attende questo governo. Non sarà facile dare agli italiani un segnale diverso dal lassismo fiscale con Giulio Tremonti al dicastero dell’Economia (bene che abbia escluso nuovi condoni in risposta a un nostro invito!) e sfatare la tradizione che vede le entrate calare, anche a parità di aliquote, durante i governi Berlusconi.
I temi economici sono, dunque, destinati a essere decisivi nel cammino del nuovo esecutivo. Speriamo che anche la nuova opposizione li segua da vicino dopo averli colpevolmente trascurati in campagna elettorale. Incomprensibile il suo silenzio sul federalismo (su cui aveva compito facile nell’illustrare come il programma elettorale del “principale esponente dello schieramento avverso” tagliasse pesantemente i trasferimenti alle regioni più povere) e sull’immigrazione. Paradossale che il centrodestra sia riuscito a dare un segnale di svolta nelle politiche sugli immigrati quando i flussi vengono ancora gestiti con la legge Bossi-Fini. Certo la passata legislatura ci ha messo di suo con l’indulto, che ha incoraggiato l’immigrazione dei criminali. Non sembra casuale che gli italiani, col voto di domenica e lunedì, abbiano voluto premiare soprattutto i due partiti, Italia dei valori e Lega, che si sono opposti all’indulto.

IMPARANDO DAL FALLIMENTO DEGLI EXIT POLL
Un’ultima annotazione. Non c’è solo un errore nelle strategie di campionamento (si fanno compilare le schede solo a coloro che si prestano anziché scegliere gli elettori che escono dal seggio a caso) nell’inattendibilità degli exit poll in Italia. C’è anche, probabilmente, una difficoltà da parte di chi ha votato centrodestra e soprattutto la Lega (sempre sottodimensionate negli exit poll) a motivare il proprio voto in termini di interesse generale. Merito del centrodestra e di Berlusconi in tutti questi anni quello di avere tradotto le scelte di politica economica in questioni vissute sulla pelle di tutti, a partire dalle tasse. Manca ancora un pezzo del ragionamento: col voto, si concorre a una scelta pubblica, che riguarda noi tutti e che, dunque, deve rendere gli interessi individuali fra di loro compatibili, perseguendo ove possibile il bene comune.Chi saprà trasmetterlo alla maggioranza degli elettori?

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35 commenti

  1. graziano camanzi

    Ottima analisi, come al solito. Ma, più in sintesi, la sconfitta era già stata scritta dal governo Prodi. Incapace di onorare gli impegni presi con chi l’aveva votato e, a maggior ragione, incapace di attrarre chi non l’aveva votato. Chi ha vinto, inoltre, ha rincorso gli italiani sulle istanze, assolutamente importanti, per la carità, ma dove la pancia conta più della testa. Gli immigrati, la sicurezza, le promesse demagogiche. Se si deve vincere così è meglio, a mio parere, perdere. Oppure decidere di lavorare su un cambio culturale del paese. Lo so, è più complesso. Un compito quasi impossibile. Ma perchè rinunciare?

  2. luigi zoppoli

    Auspico che questa esperienza si distacchi radicalmente da quella del 2001-2006. Federalismo fiscale: va strutturato tenendo conto di quale strategia si intende perseguire per il mezzogiorno, grande opportunità per il paese. E specie nel sud vanno previsti controlli severi per la trasparenza, la qualità-quantità della spesa incluse penalizzazioni. Trovo inaccettabile ed insensata la richiesta siciliana di accise in un contesto di inaudito sperpero. Basta con regioni, comuni, ed enti stipendificio e basta benefattori degli amici. L’aspetto fiscale è un punto delicato. La rappresentatività della lega ma non solo è legata a territorio ma anche alla pancia ed alla tasca. Intendiamoci, tutto legittimo. Ma pancia e tasca non sono certo leve strategiche ma solo "occhiali" che rendono ancora più miopi. Tremonti è stato cristallino. D’altronde i gruppi di interesse che hanno votato i vincitori vorranno incassare le loro cambiali ed è probabile che saranno pagate. D’altronde il livello culturale degli eletti, la loro età media, l’assenza di personaggi di spessore e portatori di visione ed esperienze internazionali non induce all’ottimismo.
    Luigi Zoppoli

  3. as

    Non capisco perché, ma è sicuramente un mio limite, il nuovo governo dovrebbe continuare con la politica di oppressione fiscale di Prodi e Visco, quando Berlusconi e Bossi al nord hanno vinto proprio a causa di ciò (oltre che per l’immigrazione e la sicurezza).

  4. aqmazz

    Noi avevamo votato una legge elettorale, il precedente governo, fregandosene del voto democraticamente espresso dalla maggioranza, oltre 85% degli Italiani con unn referendum, il precedente governo fascista e mafioso ci ha cancellato ed espropriato derubandoci la nostra volontà, cosa facciamo a fare i referendum se poi una sola parte politica non rispetta il voto dei cittadini e la cancella, oltre tutto senza alcun diritto, ma il potere dittatoriale può fare questo e oltre, per cambiare la legge elettorale voluta da noi cittadini, volendo modificarla, aspettava e doveva essere fatto solo con un’altro referendum da noi cittadini, oppure doveva essere fatto dal 75/85% dei politici eletti, dx o sx assieme, chiedendoci la convalida a noi cittadini, altrimenti eliminate i referendum, e risparmiamo anche.

  5. Gabriella De Blasi

    Non dimentichiamo che abbiamo mandato al governo una classe politica che ha fatto leggi per depenalizzare i propri reati; che ha tolto l’aggettivo “pubblica” dalla pubblica istruzione, rendendola più facile (vedi D’Onofrio) e dequalificata per poter spingere il prodotto scuola privata; che si propone di riscrivere i libri di storia in funzione degli equilibri politici, che ritiene italiano e matematica meno importanti di inglese-informatica-impresa; che ha cacciato giornalisti di altissimo livello da giornali e TV, che ha reso onore ai mafiosi e offeso i magistrati, etc.,etc.,etc. Comunque è scritto “lo spirito di Dio soffia dove vuole”, perciò dobbiamo sperare che rinsaviscano ed abbiano una gestione responsabile dell’economia (sarebbe un miracolo). Le priorità non riguardano solo gli indicatori economici, ma anche gli indicatori di sostenibilità della crescita: si deve diminuire il numero di morti sul lavoro e si devono eseguire affidabili valutazioni di impatto ambientale prima di avviare opere pubbliche, perchè solo così si avrà il consenso delle popolazioni e si eviterà lo spreco delle opere non completate.

    • La redazione

      Lungi da noi voler stabilire le priorità del nuovo governo.  si accennava a problemi-sfide che dovrà per forza affrontare perchè le verranno imposte da componenti della maggioranza (vedi federalismo), scadenze prefissate (referendum) o vincoli macroeconomici (entrate dello stato).

  6. sandro frera

    Gentile Professor Boeri, le sfide sono ovviamente molte di più. Almeno altre due, oltre a quelle da lei segnalate, mi paiono particolarmente importanti: come farà la nuova maggioranza al Governo centrale, per usare una espressione cara ai leghisti, ad indirizzare le spinte localistiche in termini di veti allo sviluppo delle reti infrastrutturali e, simile concettualmente ancorché completamente diversa negli attori, come farà il nuovo Governo a far passare le misure impopolari senza provocare scioperi prolungati da parte delle forze sindacali e in genere della società? Per quanto riguarda le ragioni del voto, segnalo che a mio giudizio sull’impianto generale di una Italia tendenzialmente da sempre di destra o di centro destra, sta affermandosi ormai da qualche tempo la volontà di larga parte degli elettori per una alternanza al governo tra schieramenti opposti. L’impianto generale spiega poi come quando il desiderio di alternanza premi le forze più a sinistra le vittorie siano limitate, mentre il contrario accade quando quello stesso desiderio vuole che un precedente governo di sinistra ceda il passo ad uno di destra. distinti saluti Sandro Frera

  7. Massimo GIANNINI

    Per rispondere alle aspettative dei propri elettori purtroppo sarà sufficiente fare esattamente quello che Berlusconi ha fatto dal 2001 al 2006. Le prime dichiarazioni sono di buon auspicio e promettenti. In Italia si continua a ritenere normale votare persone con carichi pendenti, condannati o collusi con la mafia o suoi difensori. La maggioranza, netta, e il governo che verrà sono quelli vecchi e non c’é niente di nuovo. A meno che non si pensi che l’invecchiamento delle persone, e a fortiori dei governanti, le migliori. La fiducia dall’estero già la si legge nei moniti. Il governo nemmeno si é insediato ma già riceve avvisi.

  8. enea rossi

    Si dice nella parte iniziale dell’articolo "Né sembrano esserci buchi di bilancio con cui prendersela". Beh! è un particolare ininfluente. Oltre ad addossare al governo Prodi anche la responsabilità del terremoto di Messina i vincitori documenteranno nella sede opportuna, porta a porta, che il buco di bilancio c’è. Provvederà qualche aspirante maestrina con la penna rossa, con la medesima vocina ma con infinita maggior supponenza che vergherà su apposita lavagna la prima cifra che gli frulla in testa. Enea Rossi

  9. stefano monni

    Vorrei soffermarmi su due delle tre sfide analizzate nell’articolo, anche come proposte di intervento. Relativamente al federalismo fiscale, sono sicuramente favorevole ad un federalismo fiscale vero anche se propendo per un suo carattere senza dubbio cooperativo che preveda un sistema di perequazioni in favore di quegli enti con minori capacità contributive; ipotesi, questa, che non mi sembra contemplata nelle proposte avanzate dalla nuova maggioranza. Per quanto attiene all’evasione fiscale, mi auguro che si faccia una lotta seria all’evasione fiscale a tutto campo. Solo infatti a condizione di una seria lotta all’evasione, unitamente ad una altrettanta seria riduzione degli sprechi dal lato della spesa pubblica, sarà possibile ipotizzare una riduzione selettiva delle aliquote fiscali. Quanto promesso dalla nuova maggioranza mi fa purtroppo temere per una riduzione delle tasse finanziata attraverso una drastica riduzione della spesa sociale. Auguro a tutti noi di sbagliarmi sulle intenzioni del nuovo governo.

  10. Schiavo Gianfranco

    Non condivido la vostra idea di identificare le urgenze per il nuovo Governo in quelle da Voi proposte. Tutto si gioca sul lavoro. Se vogliamo dare una risposta ai milioni di lavoratori che non ci hanno votato, dobbiamo offrire loro valide alternative alle loro proteste, identificabili principalmente negli scarsi salari, nell’immobilismo del lavoro, frutto dell’impotenza sindacale, e altro. Liberalizzare il lavoro, con proposte appaganti per ambo le parti, significa avere piu salario spendibile, più PIL e quindi migliore rapporto con il deficit. Se non escogitiamo proposte appetibili per gli elettori che ci hanno abbandonato sara utile per l’Italia mettersi da parte e lasciare libero il campo a nuove idee e progetti, che ci sarebbero. Cordiali saluti. Lettera firmata

    • La redazione

      Lungi da noi voler stabilire le priorità del nuovo governo.  si accennava a problemi-sfide che dovrà per forza affrontare perchè le verranno imposte da componenti della maggioranza (vedi federalismo), scadenze prefissate (referendum) o vincoli macroeconomici (entrate dello stato).

  11. PIERO FERANTI

    Secondo una recente indagine, le priorità degli italiani sono: costo della vita e salari ( 51%), disoccupazione e precarieta del lavoro ( 34%), sistema sanitario ( 19% ). Se questi dati non sono un abbaglio, mi risulta difficile pensare che Berlusconi ( e la Lega ) abbiano vinto perchè hanno saputo rispondere ad altre priorità, che dovrebero essere quelle più urgenti indicate nell’articolo. Mi viene quindi da pensare dire che, se il nuovo governo dovesse ignorare quelle che sono le priorità per gli italiani e puntare su altri argomenti, si potrebbe venire a determinare una situazione simile a quella che ha vissuto il governo Prodi. Ne vedremo delle belle, già alle europee prossime.

  12. as

    Alcuni commentatori sembrano affetti da sindrome di antiberlusconismo ossessivo-compulsivo… dovreste capire i motivi per la maggioranza del paese, in particolare i ceti produttivi, ovvero imprenditori, professionisti e dipendenti del settore privato, ha votato per berlusconi: l’oppressione fiscale,e le vessazioni burocratiche da una parte e l’emergenza sicurezza e l’immigrazione dall’altra.

  13. Elisabetta

    Io credo che le persone che hanno votato per lo schieramento capeggiato da Berlusconi siano bene consapevoli della propria scelta e soprattutto non sono più ignoranti di quelli di sinistra (come affermato ieri sera ad Annozero). A me l’analisi pare superficiale e di parte. Credo che quando si analizzano dati economici ci si debba attenere alla voce dei numeri, capire le criticità e studiare soluzioni. Di parole vane se ne sentono fin troppe. 1) I conti pubblici non stanno bene. L’exstra gettito è frutto dell’aumento smodato delle aliquote fiscali, di lotta all’evasione neanche l’ombra. Per 2,5 punti percentuali di riduzione del deficit è il caso di far collassare tutta l’economia di un paese? risposta retorica…no! ci sono altri modi: spronare la crescita. 2) Basta con la storia che i dipendenti non arrivano a fine mese. L’economia è un processo ciclico, se non si hanno soldi non si spende, se non si spende gli esercizi commerciali e le imprese di produzione e artigianali lavorano meno. Quindi le difficiltò per arrivare a fine mese aumentano per tutti. 3) Ricordo che le grandi opere DEVONO essere fatte per avere peso commerciale in Europa. TAV inquina meno dei tir! ecc…

  14. Raffaello Morelli

    Condivisibile il metodo di ragionare sui meccanismi interni dei problemi. A cominciare da quelli che, siano o no le vere priorità, sono imposti dalla situazione nella maggioranza, dalle scadenze in calendario o da vincoli macroeconomici. Tuttavia, applicando questo metodo al tema legge elettorale, emerge un errore non lieve dell’autore. Infatti, è giusto il riferimento al diffuso desiderio di cambiare la attuale legge elettorale e alla probabile inclinazione del nuovo governo di difenderla ( salvo il livello territoriale cui applicare il premio di maggioranza al Senato). E’ invece del tutto errato collegare il significato del referendum alla necessità di selezionare e rinnovare la classe dirigente. Il referendum non tocca per nulla questo aspetto, non darebbe al cittadino il diritto di scelta o attraverso la preferenza tra i candidati o introducendo l’obbligo di primarie per definire i candidati. Ecco perché Berlusconi pare disposto ad andare al referendum. Postilla. Sul punto è allineata anche l’opposizione, tanto che tra le proposte di riforma elettorale ventilate all’epoca dell’incarico Marini non c’era quella di ridare al cittadino il diritto di scelta.

  15. Pietro

    Condivido abbastanza la sintesi del Prof. Boeri, ma vorrei fare notare che il motivo del successo della Lega e del PDL (o come si vogliano chiamare) è legata essenzialmente al volere pagare meno tasse, cosa a cui gli italiani sono allergici. Quanto al problema immigrazione come qualcuno ha fatto notare vige la legge Bossi-Fini, che nel caso di reiterato ingresso illegale nel nostro Paese, prevede l’arresto e quindi un processo senza la possibilità di espulsione come ha dovuto ammettere anche l’on. Fini. Non credo che abbia saputo interpretare quanto illudere la maggioranza degli elettori. Soprattutto la classe povera ed operaia che non ha capito che gli sforzi fatti dal governo Prodi nel lungo periodo avrebbero portato benefici, tanto più che questa classe aveva subito una maggiore tassazione con il Governo Berlusconi. La riduzione del debito avvantaggia la classe povera: gli interessi sul debito, ad esempio, sono pagati con i Bot forse l’unica attività finanaziaria che questa classe può permettersi. Con il Governo Prodi erano inoltre aumentate seppur di poco le detrazioni, le deduzioni e gli assegni familiari (dati a chi guadagna poco). Ma l’Italia vuole il sogno ahimé…..

  16. g.scalco

    L’articolo esprime in modo conciso, geometrico, da esperto la strada da percorrere . Piaccia o non piaccia dietro l’angolo c’è sempre il baratro .Il rapporto DEBITO/PIL, per quanto migliorato, ha sempre livelli da paura. E’ giusto scriverlo in modo autorevole, perché tra il 2001 e 2006 non ricordo grandi riforme.

  17. Maria Vitali-Volant

    Molto bene con questa analisi "a caldo" sul dopo voto. Vorrei sollecitare una risposta sul governo francese, come sta andando visto dall’Italia e in vista della crisi finanziaria? Nel vostro articolo si parla solo della Germania. Per quello che riguarda il voto mi sembra che ci sia in Italia una gran voglia di "Governo ombra" ma come farà Berlusconi a conciliare il tutto? Secondo me la Lega intralcerà questo nuovo governo. Quali sono le proposte di Berlusconi per i precari e per il problema della sicurezza del lavoro? Bisognerebbe abbordare questo problema con le statistiche e le osservazioni del caso. grazie. maria G. Vitali-Volant Francia

  18. Giortio Antonello

    Il PDL ha 346 seggi alla Camera e 171 al Senato Nel 2001 la CDL aveva 368 seggi alla Camera e 176 al Senato. Quindi la maggioranza che ha governato nel 2001-2006 era più ampia di oggi. Quanto a coesione, basta guardare la velocità con cui venivano approvate alcune leggi, tra cui la riforma elettorale (leggi peraltro non abrogate dall’Unione) per capire quanto erano coesi. Solo 20 giorni fa Berlusconi si è lamentato di Casini su qualche legge e abbiamo capito che a volte c’era da discutere e lasciar perdere. I giornali oggi stanno dicendo le stesse cose di 7 anni fa: c’è finalmente una maggioranza ampia e coesa.

  19. lodovico malavasi

    Ci si deve ricordare che la costituzione e le leggi vigenti favoriscono l’acquisto e quindi il possesso della prima casa e che le tasse di possesso – in assenza di reddito- assomigliano molto ad una patrimoniale secca.L’autonomia dei comuni poi non è stata mai piena in quanto lo stato, già, aveva fissato aliquote minime e massime. I comuni, se credono, per le loro esigenze, possono rispolverare vecchie imposte come il passo carraio, l’occupazione di spazio pubblico nei marciapiedi e nelle pubbliche strade, le canne fumarie per le loro esalazioni inquinanti, tasse di scopo, etc. Non facciamone una questione di principio, altri sono i problemi.

  20. FRANCO DE SANTIS

    La vostra analisi è quasi perfetta salvo che non parla del peso che ha avuto il berlusconismo (oltre alla propaganda TV ecc.); lo so, è argomento noioso ma purtroppo sempre vero. In questi anni una società invecchiata, alla quale è stato insegnato, da Mike Bongiorno in poi che "ignorante è bello", è stata trasformata in un condominio, che deve solo mantenere sé stesso senza confrontarsi con gli altri o guardare oltre il cortile. Come il fascismo, il berlusconismo ha successo perché deresponsabilizza e fa emergere la natura di un popolo suddito al quale non può piacere un cittadino europeo come Prodi che "parla" agli altri come a degli adulti e non come a dei bambini e che guida la sua Croma personalmente.
    Franco

  21. Dott. Albanese Alessio

    E’ vero la legge non è delle migliori, la scorsa legislatura ha creato dei problemi ma questa volta che l’orientamento del popolo è stato netto ha portato ad una maggioranza chiara e ha in un certo senso forzatamente portato ad una semplificazione sia ex-ante che ex-post delle logiche dei partiti riducendo nettamente il numero dei partiti in parlamento. Forse bisognerà tornare alle preferenze così che il cittadino decida chi eleggere, ma sicuramente una legge come questa potrebbe obbligare (in caso si verifichi un altro "pareggio" in futuro) i partiti ad una grande coalizione, ovvero a smettere di litigare ed a lavorare in maniera più seria e solidale…

  22. Fabio Vivian

    Alcuni commenti post-elettorali: 1) La sinistra poteva realmente vincere dopo due anni di governo vissuti pericolosamente, con decisioni confuse e spesso contraddittorie? 2) Il partito del NO a tuttoè stato giustamente punito dagli elettori: rimuovere i problemi non li risolve, al massimo li fa incancrenire, Bassolino docet. 3) Hanno vinto le forze che hanno intercettato il “mood” attuale: Lega ed IDV sono i partiti che più hanno cavalcato i temi della legalità dell’ immigrazione. 4) Per la sinistra esiste un evidente problema-nord: la politica nazionale dovrebbe supportare le necessità infrastrutturali e la richiesta di buon governo locale. I tentativi di Veltroni, pur condivisibili, si sono scontrati con i pesanti lasciti del passato: alte tasse, scarsi ritorni come servizi resi, inefficienza della macchina pubblica. 5) Veltroni ha solo limitato i danni, senza intercettare il voto moderato. 6) Il voto operaio si è spostato verso la Lega, almeno al nord. Le ricette classiche della sinistra si sono dimostrate impotenti a fronteggiare l’ incombente globalizzazione. Chi soffre direttamente la concorrenza degli immigrati? Il finto-buonismo d’ accatto non è più accettabile.

  23. Giovanni Scotto

    Molti commenti che si leggono partono dal presupposto implicito che la maggioranza che ha vinto governera’ per la prima volta. In realta’ la differenza con la maggioranza che ha governato dal 2001 al 2006 e’ minima, e cioe’ l’assenza di un partito minore e la maggior forza della Lega Nord. Mi piacerebbe sentire un ragionamento sui motivi che potrebbero indurci a sperare in un cambiamento di rotta del centrodestra rispetto alla passata, deludente esperienza di governo (riforme non fatte, fatte male o sulla base di presupposti puramente ideologici; neoliberismo a fasi alterne; interessi privati nell’azione di governo).

  24. Marco da Milano

    Più che bambini gli Italiani si sono finalmente dimostrati estremamente pragmatici votando in massa il centro-destra. Prima di qualsiasi disquisizione filosofica sul ruolo dell’Italia nell’euroburocrazia (di sinistra) hanno pensato a cose molto più semplici (saranno ignoranti ma conoscono la piramide di Maslow), ovvero riavere i soldi che il governo Prodi gli aveva tolto. Basti per tutti l’esempio del bonus bebè "è un insulto alla famiglia! ora ci pensiamo noi!" tuonarono… lo tolsero… disquisirono per sei mesi sul significato della parola famiglia e poi usarono il tesoretto per le pensioni, io sinceramente preferivo un bell’insulto. Per finire mi fa molto sorridere il ragionamento centro-destra quindi fascista quindi brutale ignorante, fatto da alcuni lettori. No-comment, è inutile insultare le persone solo perchè non la pensano come voi, gli eventuali esempi di maleducazione sono bipartisan.

  25. Michele Depalo

    Due anni fa siamo andati alle urne, e il problema che ha fatto da cavallo di battaglia per la quella campagna elettorale è stato il "non arrivare alla fine del mese". In quel contesto i partiti di centro sx hanno avuto buon gioco. Dopo due anni, misure tanto pubblicizzate come il cuneo fiscale o altre che intendevano dare ossigeno alle famiglie si sono rivelate del tutto insufficienti. Non solo. Il governo Prodi ha fatto una sacrosanta lotta all’evasione fiscale che ha portato a rastrellare soldi che prima rimanevano evasi. Questi soldi e questa compagna ha portato ad un aumento dei costi di produzione che alla fine si sono riproposti al consumatore finale con un aggravio dei bilanci familiari. Risultato: dopo due anni di centro sinistra il rapporto debito/pil è migliorato, le aziende sono più o meno sempre lì e le famiglie non arrivano più all’inizio della quarta settimana. E chi spiega agli operai che sono necessari ancora sacrifici. Questo mentre i loro figli che prendono i mezzi pubblici sono investiti dai SUV e l’arroganza sociale lacera sempre più profondamente la società. E’ stato un voto di chi non crede più alla giustizia sociale e si chiude nell’egoismo antisociale.

  26. Francesco

    Il "nuovo" premier ha parlato di sacrifici e periodi duri per gli italiani, ma ha elencato soltanto misure d’aiuto, senza specificare, se non in maniera aleatoria e spesso irritante, dove andrà a prendere i danari necessari a finanziare l’ennesimo aumento della spesa pubblica. Rispetto alla precedente esperienza di governo di centro-destra nulla cambierà, se non il fatto che la lega otterrà il suo federalismo, lasciando la gran parte delle regioni del sud con una mano avanti ed una dietro. Io spero, vivendo in una regione ricchissima di risorse naturali, che ciò avvenga e che ci lascino utilizzare tali risorse autonomamente ed anche speculativamente.

  27. FEDERICO

    In Italia ci sono due grossi problemi: il primo è una classe politica non sempre all’altezza, il secondo sono le piazze rumorose. A causa di poche centinaia di abitanti della val di susa avremmo dovuto rinunciare alla tav, roba da matti! Secondo me protestare è lecito, occupare strade e piazze no. Non è più lecito bloccare tutto perchè uno si alza storto una mattina, bisogna anzi isolare chi tenta di farlo. Altrimenti chiunque può bloccare tutto quando gli pare, non vi sembra anarchia questa.

  28. Paolo Guglielmetti

    Mi pare pochissimo evidenziato il fatto che, come nel 2001 del resto, riforme in senso liberale e veramente riformista saranno gravemente (o totalmente!) impedite dal fatto che nella coalizione vincente non è risolto il conflitto fra l’ideologia di An (sudista e statalista) e Lega (nordista). Si trovano d’accordo solo nelle politiche anti immigrazione (clandestina e non) nel difendere gli interessi del "princiale candidato della coalizione avversaria" e nel non essere per nulla liberiste in economia: entrambe sono per l’applicazione di politiche protezionistiche vecchie e per nulla lungimiranti.

  29. antonio petrina

    Egr professore certamente il federalismo fiscale, pervisto dall’art. 119 Cost, è la grande incompiuta, ma se finora si predica e poi si razzola male con i buoni propositi di federalimso non andremo avanti ! Se si continueranno a premiare gli enti non virtuosi ( leggi : spese sanitarie regionali con vari deficit ) come si fa a non essere sensibili ad un federalsimo virtuoso che razionalizza la spesa pubblica e dia certezza alla finanza degli enti virtuosi?

  30. Paolo Gherarducci

    Credo semplicemente che il centro destra abbia vinto indicando soluzioni semplici a problemi molto complessi. Credo che adesso non sarà in grado di risolvere, se non con soluzioni di facciata, i problemi più urgenti(sicurezza, immigrazione, conti pubblici federalismo, ecc.ecc.). Credo che Berlusconi sicuramente toglierà l’ICI e abbasserà le aliquote, cose semplici da fare e molto popolari. Credo che non fermerà, ne tantomeno ridurrà, la spesa corrente, cosa molto difficile da fare e sopratutto molto impopolare. Risultato: tornerà ad aumentare il rapporto deficit/Pil ed il debito pubblico. Mi augurerei di sbagliare, ma sembra un film già visto.

  31. luigi zoppoli

    Da persona normalmente sensata auspico che il prossimo governo che non mi piace, operi al meglio per il paese. Questo implica che la questione finanza pubblica e spesa pubblica siano nella immediata agenda del governo. E’ la premessa perchè vengano recuperate risorse indispensabili a fare il tanto che serve. E spero che la solida maggioranza stavolta abbia il coraggio e la voglia di reggere l’impopolarità di misure che sin da ora sono indispensabili. A meno di pensare che questo sia il governo dei miracoli. Beh! da parte di qualcuno è accaduto anche questo, ma forse non è così. luigi zoppoli

  32. dire cose tangibili

    Si parla tanto della legge elettorale e di come il referendum sia un diritto dei cittadini. Alcuni arrivano addirittura a dire che dopo il referendum il governo diventerà illegittimo e si dovrà andare a votare nuovamente. E tutte le volte che le varie idee demagogiche sul referendum vengono presentate si dice che "gli italiani vogliono anche tornare a esprimere le preferenze". Tutto questo è estremamente inesatto. Il referendum prevede 3 domande. Le prime due riguardano lo stesso punto, rispettivamente alla camera e al senato: eliminano la possibilità di ottenere il premio di maggioranza come "coalizione", attribuendo il premio di maggioranza (nazionale alla camera e regionale al senato) alla "lista". Ciò ridurrà ulteriormente la democrazia, in quanto invece di avere una coalizione di partiti, pertanto rappresentativa di un più ampio numero di elettori, un solo partito potrà avere il 55% dei seggi alla camera (qualsiasi sia la sua percentuale di vittoria). La terza domanda rende impossibile presentare la propria candidatura in più di una lista. I nomi sulle liste saranno ancora scelti dai partiti!!Non ha nulla a che vedere con le preferenze!

  33. Vignali F.

    E’ possibile quantificare lo sperpero di denaro pubblico (rintracciabile per definizione e colpire i responsabili) che ogni anno viene perpetuato per opportuni interessi politico/corporativi a danno del paese? Possibile che sia questo il prezzo da pagare per non essere peggio di quello che siamo? L’evasione fiscale, pur incidendo notevolmente sui bilanci dei conti pubblici, mi sembra un’inezia. Sarebbe troppo, tramite l’informazione ai cittadini, andare a scardinare il sistema di connivenze? In conclusione, l’immobilismo e il degrado dello stato sociale del sistema Italia, è solamente e veramente riconducibile a questioni di mercato e competitività?

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