Lavoce.info

L’Italia deve affrontare la sua crisi politica *

Con Monti abbiamo affrontato l’emergenza economica. Adesso dobbiamo affrontare quella politica. Dopotutto il declino dell’economia italiana è legato al fallimento di un’intera classe dirigente. E’ possibile cominciare a farlo anche con questo Parlamento.

IL RITORNO DI BERLUSCONI

Nanni Moretti aveva predetto nei giorni scorsi che questa settimana gli italiani avrebbero festeggiato la liberazione, avrebbero finalmente finito di essere ostaggio degli interessi di uno solo di loro, Silvio Berlusconi. Nanni Moretti è un regista di eccezionale sensibilità e quella sensibilità gli ha permesso in Habemus Papam di vedere, al di là dei rituali vaticani, la fragilità del Papa, troppo spesso dimenticata. Ma Moretti non è stato altrettanto bravo a intuire le motivazioni del voto degli italiani. Silvio Berlusconi, che era praticamente sconfitto solo un mese fa, è tornato e il suo ritorno – forse il più importante evento politico dell’anno in Europa – corre sulle ali della promessa di abolire l’Imu, la tassa sulle proprietà immobiliari reintrodotta dal Governo di Mario Monti. I pensionati italiani hanno spesso case di proprietà di un certo valore, ma hanno problemi di liquidità e non possono vendere la casa nel mezzo di una grave crisi immobiliare. Questo li porta ad odiare le tasse sulla casa. Berlusconi è andato anche oltre: ha promesso di restituire i 4 miliardi dell’imposta già pagati nel 2012, di tasca sua se necessario (il suo patrimonio è valutato sui 5,5 miliardi). Di fatto, ha promesso di fare da banca per gli italiani – proprio quello che manca in questo momento, visto che lo scorso anno il credito delle banche alle famiglie è calato di circa 2 miliardi.

L’INCOGNITA DI GRILLO

Ma la conseguenza del suo successo – ed è anche la ragione per cui il ritorno di Berlusconi è così importante – è l’impasse politica. In Italia i due rami del Parlamento hanno identici poteri. Alla Camera il premio di maggioranza ha permesso a Pier Luigi Bersani di ottenere la maggioranza dei seggi, ma al Senato la vittoria di Berlusconi rappresenta un problema. Il numero di voti ottenuti del Pdl ha impedito a Mario Monti di raggiungere una quota di seggi sufficiente a garantire una maggioranza a una eventuale coalizione con il centrosinistra. Peraltro, è ormai difficile immaginare una coalizione senza i 54 senatori del Movimento 5 Stelle. Beppe Grillo può essere determinante sia per una maggioranza di centrosinistra che per una maggioranza di centrodestra, ma per il momento non abbiamo idea di quali saranno le sue scelte. Alcuni senatori grillini potrebbero passare al Pdl: se rimangono con Grillo dovranno rinunciare a metà della loro indennità parlamentare a favore del Movimento. E dunque il passaggio o meno ad altre formazioni politiche dipenderà dai loro valori etici. Ma c’è anche un’altra incognita: tutti i senatori 5 Stelle sono neo-parlamentari. Più in generale abbiamo un Parlamento grandemente rinnovato il che è una buona cosa dato il fallimento della classe politica uscente, ma apre anche molte incognite.

Leggi anche:  Come si finanzia l'autonomia differenziata?

CHI HA PERSO

Quello che invece è sicuro è che il grande perdente di queste elezioni è Mario Monti. La formazione del presidente del Consiglio uscente ambiva a essere il secondo partito italiano dopo il Pd, invece è arrivato appena quarto, con un deludente 10 per cento dei voti e solo ventidue senatori – troppo pochi per poter garantire una maggioranza a Bersani. La salita in campo di Monti è stata motivata del desiderio di creare una coalizione aperta a tutti coloro che si dichiarassero disponibili ad aderire a un programma di riforme. Monti avrebbe voluto così consolidare le azioni del governo tecnico. Tuttavia, non ha ottenuto abbastanza voti per riuscirci, probabilmente perché agli occhi degli elettori i sacrifici imposti dal suo Governo sono tangibili, mentre i benefici tardano a manifestarsi. Del resto la funzione del suo governo era proprio quella di fare scelte impopolari senza ansie di rielezione.

VIE D’USCITA?

E tuttavia, l’esito potrebbe essere simile: una grande coalizione guidata non da Bersani né da Berlusconi, ma da un simil-Monti – non necessariamente da Mario Monti in persona – e con un obiettivo meno ambizioso: preparare il paese per le prossime elezioni, si spera con una nuova legge elettorale. Il nuovo governo dovrebbe far fronte alla crisi della politica, il cui fallimento spiega il successo di Beppe Grillo. Dovrebbe raccogliere la proposta del Movimento 5 Stelle di dimezzare lo stipendio e il numero dei parlamentari. In fondo, i gravi problemi economici dell’Italia possono essere affrontati solo attraverso una riforma del meccanismo di selezione della classe dirigente, prima responsabile dei fallimenti economici del paese. Dovrebbe anche ridurre l’autoreferenzialità delle Regioni cui il federalismo della Lega ha concesso troppa discrezionalità nel definire compensi di una classe politica troppo poco sotto i riflettori, poco accountable di fronte agli elettori. Sarebbe anche questa una riforma che riduce i costi della politica.

UN PO’ DI TEMPO, MA NON MOLTO

Leggi anche:  Nasce il nuovo Patto di stabilità e crescita*

Fortunatamente, la gestione del debito pubblico da parte del Tesoro ha permesso di guadagnare tempo, visto che abbiamo già rifinanziato un quarto di quello in scadenza quest’anno.
Nel frattempo, il nuovo Parlamento dovrà eleggere un nuovo presidente della Repubblica: grazie al premio di maggioranza ottenuto alla Camera sarà il Pd a decidere il successore di Giorgio Napolitano. Speriamo che il nuovo presidente sia saggio e capace quanto il suo predecessore, e che riesca, come è riuscito Napolitano, a rassicurare i mercati e i partner europei sulla capacità dell’Italia di trovare una via d’uscita alla lunga transizione verso una maggiore stabilità politica e un maggiore realismo.

*Una versione ridotta di questo articolo è stata pubblicata sul Financial Times.

Lavoce è di tutti: sostienila!

Lavoce.info non ospita pubblicità e, a differenza di molti altri siti di informazione, l’accesso ai nostri articoli è completamente gratuito. L’impegno dei redattori è volontario, ma le donazioni sono fondamentali per sostenere i costi del nostro sito. Il tuo contributo rafforzerebbe la nostra indipendenza e ci aiuterebbe a migliorare la nostra offerta di informazione libera, professionale e gratuita. Grazie del tuo aiuto!

Leggi anche:  Come si finanzia l'autonomia differenziata?

Precedente

Il mutuo, sempre più un miraggio

Successivo

Così lavora un sindaco a 5 Stelle

20 commenti

  1. Francesco Luongo

    Agli Italiani non piacciono i sacrifici. Abbiamo un debito pubblico stellare! Ogni cittadino italiano ha vissuto negli ultimi 20/30 anni al di sopra delle proprie possibilità. E’ arrivato il momento di pagare il conto!
    Italiani, popolo di idioti, che preferite votare 2 buffoni e comici, piuttosto che una persona competente, preparata, seria e responsabile, preparatevi al commissariamento da parte della Troika. Sarebbe SACROSANTO! Avete dimostrato con questo voto ancora una volta tutta la vostra irresponsabilità (ed ignoranza, se mi è permesso).

  2. Solo una piccola correzione per quanto riguarda i costi della politica: nel programma del Movimento 5 Stelle non c’e’ il dimezzamento del numero dei parlamentari. E’ una cosa che viene spesso detta e ripetuta ma sbagliata. C’e’ il taglio delle indennita’, del cumulo delle cariche, l’abolizione delle province e molto altro ma non il dimezzamento del numero dei parlamentari. Il link e’ qui:
    https://s3-eu-west-1.amazonaws.com/materiali-bg/Programma-Movimento-5-Stelle.pdf

  3. Alessandro

    Detto che l’alleanza Grillo PDL non avrebbe la maggioranza alla Camera e che quindi Grillo è determinante solo per il PD, e’ comunque notizia di questi minuti che Grillo non intende fare alleanze e nemmeno votare la fiducia, ma solo votare singole proposte provenienti da chissà quale governo (visto che, se non c’è fiducia, espressa, al Senato, non c’è governo). Come largamente preannunciato, Grillo non ha alcuna intenzione di governare e chi non ha intenzione di governare non ha intenzione di fare nulla di quanto promesso (parlo di Grillo perché per ora ai grillini non è data facoltà di opinione e di parola…e ritengo anche io concreto il rischio che il loro prezzo di mercato sia a rischio OPA da parte di chi fa queste cose). Oppure Grillo è furbo e come nelle migliori strategie di dalemiana memoria, per un becero calcolo elettorale (alla faccia del nuovo!), vuole spingere all’alleanza PD PDL, sicuro che, fatti alcuni disastri, durerà poco è determinerà l’estinzione del PD (salvo che Renzi si ribelli a una cosa del genere, inaccettabile per gli elettori del PD, e fondi un partito suo .. chissà. Non comunque l’estinzione del PDL tanto nel vocabolario degli elettori del PDL la responsabilità politica non esiste). All’orizzonte vedo (e spero) nuove elezioni. E spero anche che Grillo ottenga la maggioranza alla Camera con questa legge elettorale (una nuova, a meno che si tratti di maggioritario, non sposta molto). Così almeno ci sbrigheremo (pagando comunque il…

  4. Bianca

    I grilli non vanno demonizzati, ma superati razionalizzando alcuni dei leitmotiv delle loro battaglie. Quelli che la grande maggioranza di chi li ha votati effettivamente condivide:

    1: Togliere il potere ai politici professionisti

    Che potrebbe significare: riservare 2/3 del parlamento, consigli regionali ecc… a persone che non fanno più di due mandati, che siano però anche preparati ed intelligenti… si potrebbe ad esempio richiedere la laurea… o il superamento di un “esame di stato” che certifichi competenze, sanità mentale e razionalità sufficiente. Ogni partito/ movimento deve trovare i propri candidati tra persone con queste caratteristiche.
    Il restante 1/3 del parlamento accessibile con le regole attuale, in questo modo non si eliminano del tutto i politici che comunque servono.

    2: Delle leggi che tolgano il controllo delle televisioni a Berlusconi e a qualunque lobby, forza politica ecc.. con leggi severe contro ogni forma di persuasione occulta, taroccamento dei telegiornali e via dicendo.

    3: Affrontare il problema degli effetti sul valore del lavoro dell’eccessiva immigrazione. Servono dei limiti chiari sulla percentuale di stranieri dentro le imprese.

    4: Alfabetizzazione tecnologica: uno dei problemi maggiori della non competitività del sistema italiano è che mancano tecnici e tecnologi, mancano le competenze! Vanno incentivate le professionalità tecnico scientifiche. Cosa questa che gli economisti hanno in genere difficoltà a cogliere…

  5. Franco

    Probabilmente lei sig. Francesco è un privilegiato. Ha un lavoro sicuro come dipendente, probabilmente nella pubblica amministrazione o è un pensionato a carico dell’ INPS. Probabilmente lei è nato negli anni 50, un BabyBoomers esattamente come la maggioranza degli oligarchi che governano questo paese (e il PD). Quindi la capisco, lei ha paura di perdere tutti questi privilegi e giustamente difende il partito che li rappresenta: il PD. Io, invece, come molti altri sono disoccupato, e avendo lavorato con partita iva per 20 anni prima e come Cocopro poi, non ho diritto a nessun ammortizzatore sociale. Equitalia si è già ripresa i 4 soldi che avevo risparmiato negli anni buoni, e quindi oggi non ho più niente da perdere. Certo sto andando a fondo, ma non ci andrò senza combattere. Io ho votato Grillo perchè è l’ultima spiaggia, l’ultima occasione per evitare la violenza di piazza.
    Si ricordi che quando la gente che non ha più niente da perdere supera in quantità la gente che vuole mantenere i propri privilegi, avvengono le rivoluzioni (quelle vere)
    Non è vero che OGNI cittadino ha vissuto al di sopra delle proprie possibilità. Solo una parte di Italiani lo ha fatto, ed è quella che difende il PD.

  6. Guido

    Attenzione: Bismarck diceva che le balle più grosse si dicono “prima delle elezioni, durante la guerra e dopo la caccia”. A mio modesto parere Grillo, che non è scemo, sta facendo pretattica per far uscire allo scoperto gli altri due giocatori (il quarto ormai ha “passato”) mettendo sul piatto le sue carte, che non sono proprio degli scartini. I prossimi giorni ed appuntamenti ci diranno qualcosa di più preciso, è presto per giudizi tranchant, siamo alle prime mosse e io credo che nessuno abbia interesse a bruciarsi anzitempo, men che meno un genovese. Sarà un bel giro, lo seguiremo sicuramente con attenzione ed interesse.

  7. Gianluigi

    E’ paradossale lo scenario che si è presentato nel post-elezioni.Sembra quasi di ritrovarsi nei panni del prigioniero e del suo dilemma.Credo che ora più che mai chiunque governerà questa nostra povera Italia dovrà agire chirurgicamente per limitare i danni e sfuggire dal disastro economico-sociale che ci trascinerebbe in un vortice dal quale nemmeno i sacrifici fatti fin ora sarebbero utili.C’è bisogno di rimboccarsi le maniche e lavorare fianco a fianco emarginando una volta per sempre le preistoriche ideologie e abbracciare idee nuove,fatte di fatti.

  8. giulioPolemico

    Oltre a condividere ogni vocale e consonante dell’intervento del sig. F. Luongo, faccio notare che la crisi politica null’altro è che una conseguenza della degenerazione morale degli italiani. Ormai già trent’anni fa un grande e profetico Giovanni Spadolini, ovviamente inascoltato e talvolta sbeffeggiato dagli stolidi italiani, parlava di “questione morale”.
    Si dice che i politici rubano; ma i politici non sono sbarcati ieri sera da un’astronave…i politici provengono da noi.

  9. G.Belleri

    Le discussioni sulla composizione della futura maggioranza di governo sono irrilevanti e prive di significato: contano solo il programma e poche ma essenziali cose da fare, prima di tornare a votare per dare una maggioranza di governo solida e coerente. La priorita’ delle priorita’ e’ la riforma della legge elettorale e poi, se ci sara’ tempo e se reggera’ il governo, altre due o tre riforme minime di sistema di pronta attuazione e costo zero (dimezzamento dei parlamentari e dei costi della politica, corruzione e falso in bilancio, abolizione delle province e accorpamento dei piccoli comuni etc..). A queste priorità non si puo’ sottrarre nemmeno Grillo pena un gioco al tanto peggio, all’immobilismo e al massacro del paese, esattamente l’opposto delle velleita’ di cambiamento radicale sbandierate in tutta la campagna elettorale, di cui farebbero le spese per primi i grillini neo-eletti. Saranno loro a decidere se appoggiare o meno un tale governo di programma a termine, ovverosia il male minore nelle attuali condizioni, mettendo a frutto l’assenza del vincolo di mandato che li rende autonomi e liberi dal vincolo di appartenenza e dalla arcigna tutela del duo Grillo-Casaleggio. Dopo le sparate propagandistiche e gli slogan ed effetto della campagna elettorale ora il M5S deve portare a casa qualche cosa di concreto per dimostrare che la svolta epoca c’e’ stata davvero . I due padri-padrini del movimento non possono dimettere dal parlamento con un post chi decidera’ di…

    • Guido

      Non li vedo proprio i grillini senza Grillo, i figli che edipicamente ammazzerebbero il padre subito dopo il “parto”. Irragionevole, non sta in piedi.

  10. Hans Suter

    Mi sembra gli articolisti fanno fatica a percepire la realtà. Parlare di un ritorno di Berlusconi dopo che ha perso 6 200 000 voti è surreale.

  11. Elio Capriati

    Alla luce dell’attenta analisi della situazione economica e politica svolta dagli autori e condiviso quanto affermato circa i pesanti sacrifici inflitti dal governo e che hanno percosso pesantemente gli italiani nel 2012 allo scopo (giustissimo) di mettere in equilibrio i conti pubblici, pare quasi un miracolo il 10,5% ottenuto dalla lista civica di Monti.

  12. stefano v

    Dire che Monti e’ stato bocciato per aver chiesto sacrifici agli italiani e’ una sottovalutazione del buon senso del popolo. Una visione alternativa e’ che Monti e’ stato bocciato per aver offerto sacrifici a senso unico, sulle spalle delle fasce piu’ deboli della popolazione, senza colpire, ne’ simbolicamente, ne’ praticamente i ceti piu’ agiati. Per non aver offerto una narrazione di speranza ad un paese stremato, per aver sostenuto l’idea che la tecnocrazia europea ha sempre ragione anche se l’evidenza e’ che le politiche di austerita’ non producono crescita. Infine, ciliegina sulla torta ha preteso che il popolo votasse la lista del Rotary club. In pratica Monti e’ stato bocciato perche’ una democrazia non e’ – ancora – una aristocrazia di “unti del Rettore”.

  13. LUIGI SARTORI

    Monti è stato bocciato perchè ha fatto solo il ragioniere (ma allora cosa ci serviva un supertecnico? potevamo mettere un ragioniere qualunque) mettendo a riparo i conti, ma poi non ha fatto nulla per il rilancio (la famosa fase 2 non è mai neanche esistita). Mi domando il ministero dello sviluppo economico a cosa è servito negli ultimi anni.
    Secondo me ha perso anche Bersani. Il suo discorso doveva essere: mi dimetto da segretario, siccome la nave rischia di affondare se serve resto per un po’ per formare un governo (anche senza di me) ma di certo la mia carriera politica è finita. Sicuramente per l’Italia avrebbe tolto molte castagne dal fuoco

  14. Federico

    Non so se ci sia un vincitore. Sicuramente c’è un perdente, il popolo Italiano. A giudicare anche da taluni commenti apparsi sul Financial Times (pag. 6)di ieri, da parte di dirigenti e industriali Italiani, le idee non mi sembrano neppure molto chiare. L’Italia non cresce da 20 anni. per un ventennuio si è fatto altro. Sono sicuro che non serva alludere a nulla. Gli episodi sono, purtroppo, noti, così come le cronache giudiziarie. Bisogna avviare riforme strutturali.

  15. Ivan

    Devo dire che, pur non avendolo votato, pensavo che Grillo avrebbe smosso in senso positivo le acque della politica. Vedo che invece sta condannando il paese all’immobilismo. Il suo unico obiettivo, mi pare, è quello di spingere ad un abbraccio tra il PD e il PDL, che sarebbe mortale per il primo e darebbe solo un po’ di fiato al secondo, per poi andare a nuove elezioni e spazzare via tutti. Intanto i problemi del paese si incancreniscono e scivolano verso l’irreversibilità. Complimenti! E poi basta con questo linguaggio incivile. Quanto tempo le brave persone che, credo, nella totalità costituiscono il movimento sono ancora disposte a tollerarlo?

  16. Roberto Giordano

    “Alcuni senatori grillini potrebbero passare al Pdl: se rimangono con Grillo dovranno rinunciare a metà della loro indennità parlamentare a favore del Movimento.”
    Non è vero, la parte di stipendio in più non verrà presa dal Movimento ma verrà restituita allo Stato con modi ancora da concordare (l’idea è di fare come attualmente fanno i rappresentanti dell’ARS in Sicilia, cioè un fondo per il microcredito alle piccole e piccolissime imprese). In più si tratta di rinunciare a più di metà della retribuzione (anche se non è facile da stimare precisamente) visto che gli eletti del m5s riceveranno: 2500E netti al mese + rimborso spese documentate di trasferta a Roma. Ovviamente si tratta di quanto è stato promesso in campagna elettorale, andrà controllato attentamente cosa succederà nei prossimi mesi; nelle altre realtà (Sicilia, Emilia Romagna, Piemonte) queste promesse sono state pienamente mantenute.

  17. Alessandro

    Per onor di correttezza l’IMU non è stata “reintrodotta dal Governo di Mario Monti” ma è stata approvata dal Governo Berlusconi con D.Lgs. n. 23/2011 e successivamente anticipata, per esigenze di cassa, dal Governo Monti con D.L. n. 201/2011 (Salva Italia).

  18. No comment

    In questi convulsi giorni ho avuto modo di osservare che è invalso un pregiudizio che preclude le possibili ulteriori analisi. Il pregiudizio in questione è che nell’immaginario collettivo (artatamente costruito dai media) le posizioni del M5S siano vicine, al limite sovrapponibili a quelle del PD. La conclusione cui si arriva è che la non alleanza sia solo un capriccio, una mossa di bassa politica. A mio parere questo non è assolutamente vero. Nei fatti la distanza che separa il M5S dal PD è la medesima che lo separa dal PDL, come più volte evidenziato nella campagna elettorale. Se ipotizziamo, lecitamente data l’esigua differenza di voti, avesse vinto il PDL, si sarebbe ancora con medesima veemenza accusato il Movimento di scarsa responsabilità nel non accettare alcuna alleanza? Ho i miei dubbi in proposito.

  19. Marco Di Marco

    Il problema è il fallimento delle politiche rigoriste degli ultimi venti anni: il rapporto debito/PIL non è diminuito rispetto ai primi anni ’90 nonostante privatizzazioni, riforme delle pensioni e del mercato del lavoro, aumenti della pressione fiscale e tagli al welfare. Bisogna partire da questa constatazione e spiegarne le ragioni. I sacrifici sono stati insufficienti? Oppure abbiamo fatto i sacrifici sbagliati? O sono vere tutt’e due le cose? Se non si chiarisce questo, i sacrifici sin qui fatti e quelli prospettati sembrano inutili alla maggioranza degli italiani e il confronto controfattuale con quanto sarebbe accaduto senza rigore non scalfisce questa consapevolezza. Le cause principali della crescita del debito, cioè l’evasione ed erosione fiscale e lo spreco (legale e illegale) del denaro pubblico non sono stati ridotti significativamente in venti anni e dopo l’esperienza di Monti nessuno crede più che PD e PDL possano farlo in futuro. Non si è quasi mai verificato, nella storia, che una classe dirigente che abbia rovinato l’economia di un paese sia poi riuscita a risanarla. Se ci si pensa, dopo il successo di Grillo, sarebbe interesse comune del PD e del PDL quello di salvarsi facendo fronte comune per recuperare gran parte dei 100 e rotti miliardi di evasione e frenare lo spreco clientelare di denaro pubblico (60 miliardi secondo la Corte dei Conti), scegliendo fra gli interessi del paese e quelli dei furbetti del quartierino, della banca “amica” etc. Con…

Lascia un commento

Non vengono pubblicati i commenti che contengono volgarità, termini offensivi, espressioni diffamatorie, espressioni razziste, sessiste, omofobiche o violente. Non vengono pubblicati gli indirizzi web inseriti a scopo promozionale. Invitiamo inoltre i lettori a firmare i propri commenti con nome e cognome.

Powered by WordPress & Theme by Anders Norén